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Armamenti, denuncia dei Verdi: "Ddl Stabilità, emendamenti Pd aumentano le spese militari"


Il portavoce Angelo Bonelli si dice "sorpreso" per due emendamenti "segnalati" dal gruppo dem alla Commissione Bilancio della Camera che attribuiscono al settore bellico altri 75 milioni a fondo perduto nei prossimi tre anni per "ristrutturazione delle imprese". E aumentano di 10 milioni annui per il primo triennio, da 30 a 40, l'impegno finanziario nei progetti F35 ed Eurofighter
di PAOLO GALLORI




ROMA - Era il 27 novembre, quando il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli denunciava - attraverso Repubblica - l'enormità delle risorse destinate alle spese della Difesa dal ddl Stabilità: 3 miliardi per i prossimi vent'anni, in un Paese che quasi rinuncia ai servizi essenziali per la necessità di raschiare il fondo del barile.

Ebbene, se due settimane dopo nessun passo indietro è stato registrato, a distinguersi sono invece un paio di emendamenti "segnalati" alla Commissione Bilancio della Camera che quelle spese vorrebbe addirittura aumentare. Il 27 novembre Bonelli rifletteva su un atteggiamento passivo del Pd rispetto a quelle misure. Oggi il portavoce dei Verdi si dice sorpreso per aver scoperto che quegli emendamenti peggiorativi arrivano proprio dal gruppo dem. E sono stati "segnalati", ovvero considerati tra quelli che stanno più "a cuore". Oggi che l'Italia, ribadisce Bonelli, "ha bisogno di finanziare la scuola e i trasporti pubblici per dare lavoro ai giovani, non le spese per armamenti".

Oggetto delle modifiche è sempre il Comma 21 del ddl Stabilità, che nel testo criticato il 27 novembre destinava 40 milioni nel 2014, 110 del 2015 e 140 dal 2016 e per i successivi vent'anni alla "difesa" degli "interessi nazionali" nel settore marittimo, oltre che per "sostenere l'industria naval-meccanica". Inoltre, il Comma 22 del ddl aggiungeva 400 milioni a "sostegno" del settore aereo navale, a partire da una prima tranche da 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014.

Ed ecco come gli emendamenti "segnalati" alla Commissione Bilancio dal Pd intervengono sulle prossime spese nel settore militare.

"Dopo il Comma 21" si legge, "aggiungere il seguente: 21-bis. Per le finalità connesse agli interventi di razionalizzazione e ristrutturazione produttiva delle imprese operanti nel settore della produzione di materiali di armamento (...) è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016". Ovvero, al settore industriale bellico vengono destinati ulteriori 75 milioni di euro a fondo perduto per "razionalizzazione e ristrutturazione" degli impianti.

Quei 75 milioni, come spiega la successiva richiesta di integrazione dell'articolo 1, comma 524 (da aggiungere), verrebbero sottratti in modo lineare - 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 - alle "dotazioni di parte corrente della Tabella C", il fondo dell'entità di circa 6 miliardi di euro destinato ad altri tipi di interventi, come il finanziamento del fondo per lo spettacolo, la protezione civile, la sicurezza dei trasporti. Primi firmatari dell'emendamento, Marina Sereni, Giampiero Giulietti, Gianluca Benamati.

Un secondo emendamento, primi firmatari i deputati dem Salvatore Piccolo ed Enzo Amendola, interviene sul Comma 22, chiedendo di "sostituire le parole: 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014, con le seguenti: 40 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014". In sintesi, spiega Bonelli, si incrementa di ben 10 milioni l'impegno finanziario che comporta la partecipazione italiana ai progetti F35 ed Eurofighter.

Un terzo emendamento segnalato del Pd alla Commissione Bilancio della Camera e sottoscritto da 23 deputati democratici, tra cui il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano e la neo responsabile delle politiche del lavoro del Pd, Marianna Madia, riguarda il personale delle Forze di polizia anche ad ordinamento militare, delle Forze armate e del corpo nazionale dei vigili del fuoco, compresi i dirigenti. Obiettivo: inserirli nelle categorie di lavoratori alle quali non vengono applicate le disposizioni in materia di pensionamento introdotte dalla manovra Monti del dicembre del 2011. La copertura dei maggiori oneri in bilancio del provvedimento sarebbe assicurata con una serie di misure fiscali e di tassazione sui giochi.
 
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