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Pensioni, quanti soldi prenderai

Alien.

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Pensioni, quanti soldi prenderai
Incognita crisi. Ogni punto di Pil è una mannaia sui rendimenti finanziari degli assegni / Scarica e consulta la tabella con tutte le cifre


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È un po’ come indovinare i “6” milionario al SuperEnalotto. Ci vorrebbe una bella botta di fortuna per riuscire a calcolare oggi, per un lavoratore (che è già fortunato ad averlo un posto) quanto prenderà e quando andrà in pensione. Insomma, si tratta di un numero e di una data che girano in una ruota. E il fato non ha ancora deciso quando si fermerà.

Quanto prenderai di pensione
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Tanto più che a settembre ripartirà il cantiere delle riforme che dovrebbe prevedere ed introdurre altre variabili. A «normativa vigente» (che però, è stato già annunciato, «cambierà») si può scommettere sulla ruota dei simulatori on line (la società informatica Epheso ne realizza gratuitamente di validi). Salvo poi specificare che la «simulazione» non costituisce altro che un parametro generico. Insomma, ogni lavoratore fa storia a parte.

Per stare tranquilli (e volare prudentemente bassi) si può “spannometricamente” calcolare che la pensione (l’età è una variabile) sarà molto più bassa dello stipendio che si incassa ogni mese. Quanto? E qui entriamo nel campo delle ipotesi e delle congetture. Già vedersi tagliato il salario disponibile di un tondo 20% sarebbe una mazzata. Ma c’è chi teme che la reale disponibilità economica da pensione sarà pari al 65% dell’ultima retribuzione.

Allarmisti, promotori di previdenza integrativa (da aggiungere al primo pilastro), cassandre pensionistiche? A pensar male si farà anche peccato, come salmodiava Giulio Andreotti, ma spesso ci si azzecca. Senza tralasciare che l’economia che non gira ha un effetto perverso sulle pensioni e sul capitale accumulato. Ogni punto di Pil in meno rappresenta una mannaia sui rendimenti finanziari. E visto che i soldi dei contributi vengono investiti in strumenti finanziari, se l’economia non gira i rendimenti calano (o sono negativi) e il castelletto previdenziale ne risente.

Il calcolo
E questa crisi - è stato già stimato e studiato - peserà non poco sul capitale messo da parte e sui rendimenti che dovrebbero contribuire a renderlo più grassoccio. Le ipotesi peggiori ipotizzano una calo fino all’8% sul meccanismo di rivalutazione dei montanti contributivi.

L’assegno pensionistico si ottiene applicando alla somma dei contributi versati un coefficiente di trasformazione che varia in funzione dell’età del lavoratore. Nella fase di contribuzione, il capitale via via accumulato - si chiama “montante individuale” - viene rivalutato al 31 dicembre di ciascun anno, con esclusione della contribuzione dell’ultimo anno. In termini pratici, al montante accumulato al 31 dicembre 2010, si applica il tasso di capitalizzazione relativo all’anno 2011; al montante così rivalutato si somma poi il contributo relativo al 2011. Complesso, ma istituti di previdenza (pubblici e privati) sono in grado di elaborare delle stime attendibili.

Chiusa (quasi) l’era delle pensioni retributive (generosamente agganciate allo stipendio di fine carriera), si è entrati nell’era di quelle contributive. Vale a dire: prendi quello che hai versato più gli eventuali rendimenti. Ma c’è una variabile: perché la crescita del Prodotto interno lordo gioca un ruolo rilevante nel calcolo della pensione.

Il tasso di capitalizzazione adoperato è costituito dalla «variazione media quinquennale del prodotto interno lordo determinata dall’Istat». Insomma, si prende la ricchezza prodotta negli ultimi 5 anni e si fa di calcolo. Ma se negli ultimi 5 anni di Pil si è fatto poco i rendimenti saranno negativi. E qui scatta il cosiddetto Pil nominale, vale a dire il valore complessivo di beni e servizi finali calcolato utilizzando quantità correnti e prezzi correnti, un valore che considera, cioè, anche la variazione dei prezzi (costo della vita). Il coefficiente di rivalutazione applicato ai montanti contributivi fino al 2000 era superiore al 5%, a fine 2006 è sceso sotto il 4%, nel 2009 si è ridotto al 3,3% e nel 2010 è stato pari al Insomma si è passati dal 5 all’1,8%, per colpa proprio dell’andamento negativo del Pil che nel 2009 ha registrato una variazione di segno meno. Certo, la componente prezzi consente di recuperare almeno l’inflazione, ma è la crescita reale quella che consente di far lievitare il montante (il castelletto di risparmi da contributi), di disporre, cioè, al momento del pensionamento, di un capitale che non sia la semplice sommatoria dei contributi versati. In definitiva, però, se il Pil non cresce o cresce poco, l’assegno pensionistico si assottiglia.

La simulazione
A fine dicembre 2012 è stata elaborata un’ipotesi di massima. Partendo da uno stipendio annuo lordo di 28.000 euro a inizio carriera (che si rivaluta in funzione di un tasso d’inflazione del 2%), dopo ben 35 anni si disporrà “virtualmente” di un montante di 821mila euro. Bene, benissimo, se l’Istituto previdenziale staccase un assegno subito. Ma non è e non sarà così. Nell’ipotesi che il Pil cresca del 3,5% (2,0% di inflazione + 1,5% di crescita reale) il tesoretto previdenziale ammonterebbe a 821mila euro, ma precipiterebbero a “soli” 634mila euro se la crescita reale dovesse essere pari a zero. Quasi 200mila euro di accumulo previdenziale svanirebbero per colpa di un prodotto interno lordo che proprio non vuole saperne di crescere un po’. Insomma, occhio al Pil...

di Antonio Castro
 
Calcolo stipendi parlamentari
15 / 03 / 2013 - Si parla molto, in questo periodo di fresche Elezioni Politiche, degli stipendi che spettano ai parlamentari (Indennità parlamentare) e di tutto il resto (non proprio trascurabile): Diaria, Rimborso delle spese per l'esercizio del mandato,Spese di trasporto e spese di viaggio, Spese telefoniche, Assistenza sanitaria,Assegno di fine mandato, Pensione.
Ecco la situazione attuale, illustrata dalla Camera (sul proprio sito ufficiale: camera.it), in seguito alle modifiche entrate in vigore il 1° gennaio 2012.
L'INDENNITA' PARLAMENTARE
A decorrere dal 1° gennaio 2012, l'importo netto dell'indennità parlamentare, corrisposto per 12 mensilità, è pari a 5.246,54 euro, a cui devono poi essere sottratte le addizionali regionali e comunali, la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato. Tenuto conto del valore medio di tali imposte addizionali, l'importo netto mensile dell'indennità parlamentare risulta pari a circa 5.000 euro.
Tale misura netta è determinata sulla base dell'importo lordo di 10.435,00 euro, sul quale sono effettuate le dovute ritenute previdenziali (pensione e assegno di fine mandato), assistenziali (assistenza sanitaria integrativa) e fiscali (IRPEF e addizionali regionali e comunali).
Per i deputati che svolgono un'altra attività lavorativa, l'importo netto dell'indennità ammonta a circa 4.750 euro.
DIARIA
Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma.
L'attuale misura mensile della diaria, a seguito della riduzione disposta dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 27 luglio 2010, è pari a 3.503,11 euro.
Tale somma viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato dalle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico.
È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.
L'Ufficio di Presidenza, nelle riunioni del 25 ottobre 2011 e del 30 gennaio 2012, ha inoltre deliberato l'applicazione di una ulteriore decurtazione fino a 500 euro mensili in relazione alla percentuale di assenze dalle sedute delle Giunte, delle Commissioni permanenti e speciali, del Comitato per la legislazione, delle Commissioni bicamerali e d'inchiesta, nonché delle delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali.
RIMBORSO DELLE SPESE PER L'ESERCIZIO DEL MANDATO
Sostituisce il contributo per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori.
Tale rimborso, di importo complessivo invariato rispetto al precedente contributo, èpari a 3.690 euro (dopo la riduzione di 500 euro del luglio 2010) ed è corrisposto direttamente a ciascun deputato con le seguenti modalità:
o per un importo fino a un massimo del 50% a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese che devono essere attestate: collaboratori (sulla base di una dichiarazione di assolvimento degli obblighi previsti dalla legge, corredata da copia del contratto, con attestazione di conformità sottoscritta da un professionista);
consulenze, ricerche; gestione dell'ufficio; utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati; convegni e sostegno delle attività politiche;
o per un importo pari al 50% forfetariamente.
SPESE DI TRASPORTO E SPESE DI VIAGGIO
I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.
Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, e a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.
SPESE TELEFONICHE
I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.
ASSISTENZA SANITARIA
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.
ASSEGNO DI FINE MANDATO
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).
PENSIONE
Con deliberazioni del 14 dicembre 2011 e 30 gennaio 2012 l'Ufficio di Presidenza della Camera ha operato una profonda trasformazione del regime previdenziale dei deputati con il superamento dell'istituto dell'assegno vitalizio - vigente fin dalla prima legislatura del Parlamento repubblicano - e l'introduzione, con decorrenza dal 1° gennaio 2012, di un trattamento pensionistico basato sul sistema di calcolo contributivo, sostanzialmente analogo a quello vigente per i pubblici dipendenti.
Il nuovo sistema di calcolo contributivo si applica integralmente ai deputati eletti dopo il 1° gennaio 2012, mentre per i deputati in carica, nonché per i parlamentari già cessati dal mandato e successivamente rieletti, si applica un sistema pro rata, determinato dalla somma della quota di assegno vitalizio definitivamente maturato alla data del 31 dicembre 2011, e di una quota corrispondente all'incremento contributivo riferito agli ulteriori annidi mandato parlamentare esercitato.
I deputati cessatidal mandato, indipendentemente dall'inizio del mandato medesimo, conseguono il diritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell'esercizio del mandato parlamentare per almeno 5 anni effettivi. Per ogni anno di mandato ulteriore, l'età richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un anno, con il limite all'età di 60 anni.
A tal fine, i deputati sono assoggettati d'ufficio al versamento di un contributo pari all'8,80 per cento dell'indennità parlamentare lorda. [...]
(Fonte Camera.it)
TOTALE?
NB: In questo calcolo si considera il massimo ottenibile da ciascun parlamentare.
o Indennità netta: 5.000 euro*
o Diaria: 3.503 euro (se non si fanno assenze)
o Rimborso Spese Esercizio: 3.690 euro
o Rimborso Spese Trasporto: 1.108 euro (entro 100 km)
o Rimborso Spese Telefoniche: 258 euro
= 13.559 euro (al netto)
Sono poi da sottrarre
o 526 euro lordi (assistenza sanitaria)
o 784 euro lordi (per assegno fine mandato)
*La proposta del Movimento 5 Stelle porterebbe questa cifra a 2.500 euro (netti), per un totale di 11mila euro circa.
FONTE
o Camera.it - XVI Legislatura - Deputati e Organi Parlamentari - Deputati - Trattamento economico
 
Bravissimo Daniel ,quindi destra e sinistra si fan guerra ma poi si mettono sempre daccordo quando c'è di mezzo il DIO denaro.Però quello che non capiscono quelli di un certo ceto elettorale che li prendono per il lato B alla grande e da anni ma oramai hanno il cervello atrofizzato ed impregnato di odio.Convinti di votare un ideale invece stanno facendo solo un favore a delle persone che poi si dimenticano di lo come dire fatta la grazia gabbato o santo.A meno che hanno avuto dei favori spintarelle ecc..a quel punto sono obbligati a votarli in un certo qual modo come nel mondo mafioso non cambia nulla e non cambierà mai nulla fin tanto che la gente si farà tosare ,mungere e poi macellare.


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