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Per il cuore..

Stato
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mihael

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<center>E' bello ricordare tutto questo.....
I ricordi fanno parte di noi.....
Il ricordo di quello che è stato ti fa apprezzare ancora di più
quello che hai ora.......</center>
 

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<center>Se l'aria mi raccontasse di te
vorrei perdermi per sempre nel vento
li' ascolterei i tuoi pensieri e i tuoi sospiri,
li' sarei vicina alla tua anima e al tuo cuore...
</center>
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</center>
<center>...Night...</center>

*..ridi che ti passa..*
 

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<center>Luna sull'acqua,

i raggi argentei

accarezzano l'anima

lasciando scorrere via la malinconia.

Sentire nel cuore

il freddo che avanza,

quando il calore

ancor ti sovrasta.

Lasciar correre lo sguardo

ai giorni trascorsi,

sussurando a te stesso

parole mai ascoltate.

Rendendo il ricordo più tuo.

Guarda la luna sul mare

accarezzane l'alone,

ed ovunque sarò tu sarai.
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<center>E quando sara' il momento di
affrontare la tempesta
tu sarai al mio fianco
e so che sopravvivero'...
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Salmo 23
Il buon pastore

[1] Salmo. Di Davide.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
[2] su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
[3] Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

[4] Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

[5] Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
[6] Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

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"... La speranza di diventare ricchi è la più diffusa causa di povertà..."
by Erasmo...
 

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Ti criticheranno sempre
parleranno male di te e
sara' difficile che incontri qualcuno
al quale tu possa andare bene come sei.
Vivi come credi, fai cosa ti dice il cuore... Cio' che vuoi.
La vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali,
quindi canta, ridi, balla e ama...
Vivi intensamente ogni momento della tua vita
prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi...

C.C.


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<center>Accarezzami ,

dolce e vellutato

come i petali

purpurei di una rosa.

Intrigami ,

graffiandomi lievemente

con le sue spine.

Seducimi corpo ed anima ,

ammaliami il cuore,

incatenalo a te ,

come hai

incatenato a te i miei pensieri.
</center>

<center>...Night...</center>

*..ridi che ti passa..*
 

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<center>Abbracciami</center>

<center>Chissà per quale azzurra volontà,
in quell'istante hai detto alla mia anima
che volevi la luna come me
e con il suo infinito andare via
il tempo ci ha concesso solo un attimo
per fermare la corsa e per scendere qui,
da questa malinconia, regina di un falso vivere.
Abbracciami, lascia che il cielo s'innamori un po' di noi,
riscaldami, stanotte è freddo come non è stato mai!

Abbiamo solo questa eternità
per raccontarci tutti i nostri lividi,
ma restiamo in silenzio io e te,
perfetti sconosciuti in sintonia,
due linee parallele che si incontrano
sulla giostra del mondo che passa di qui,
scordando la sua follia, padroni di un altro vivere.

Abbracciami, stanotte è un sogno che facciamo solo noi abbracciami
difendimi come quel figlio che non cresceremo mai, mai! Difendimi!

Abbracciami e il mio corpo sarà il tuo,
riaccendimi la vita, amore mio!

Abbracciami, perché il domani è adesso e adesso te ne vai, vai, Abbracciami!
ricordati che in questo perdersi esistiamo solo noi!


</center>
<center>Marco Masini per te...
Abbracciami

Buongiorno..
</center>
 

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<center>I GIARDINI DEL GIANICOLO ROMA
Gianicolo Roma, giardini del Gianicolo

I COLLI DI ROMA ALLA DESTRA DEL TEVERE
I colli di Roma alla destra del fiume Tevere
Gianicolo - Vaticano - Monte Mario
Questi 3 colli sono il Belvedere di Roma, dal colle del Giancolo nella Piazza dove c'è il monumento a Garibaldi, sulla sommità del Colle Gianicolense si gode un panorama suggestivo della città eterna. Quando le giornate sono limpide dal Gianicolo si ammirano i Monti Sibillini, Lucretili, Tiburtini e Prenestini.
Il nome Gianicolo deriva da "Giano" divinità romana che regnava sui luoghi di passaggio e sulle porte, per questo il culto a questo Dio si celebrava sul colle del Gianicolo in quanto da qui si poteva controllare il Tevere e l'accesso alla città di Roma.Per il suo significato sacrale il colle accolse le spoglie di poeti come Ennio e Cecilio Stazio, e del mitico Re Numa. Dalla fine del del diciannovesimo secolo, nel Parco di Villa Corsini, sul versante orientale del Gianicolo che degrada verso il Teveresi trova l'Orto botanico di Roma.In età arcaica il Gianicolo detto anche Montorio, ovvero monte d'ore, per il colore giallo della sabbia di cui è costituito,ebbe un ruolo fondamentale per la difesa della città di Roma. L'occupazione del colle da parte dei romani risale ai tempi del Re Anco Marzio, che consideravano già allora il colle come testa di controllo della riva destra del Tevere e di Ponte Sublicio. Nel 1849 il colle fu teatro della difesa di Roma da parte dei Garibaldini, i garibaldini combatterono contro le truppe francesi per la difesa della Repubblica, purtroppo furono sconfitti,e sul basamento della statua equestre a Garibaldi vi è una epigrafe " o Roma o Morte ":
A nord del Gianicolo si trova il Colle Vaticano, con la Basilica di San Pietro costruita ai margini del colle ed al confine con la piana alluvionale del Tevere.Come il Giancolo anche il Colle Vaticano fu consuderato come margine periferico e non integrato con la città di Roma. Nel 45 d.C. la zona intorno
al Vaticano era considerata insalubre, tanto che Plinio il Vecchio la considerava un "postaccio" infestato di zanzare. La prima iniziativa di bonifica della zona si deve a Agrippa Maggiore,e la sua integrazione con il tessuto urbano di Roma, si deve a Caligola e a Nerone; Nerone vi edificò un circo privato circondato da Ville e giardini.
A nord del Vaticano sorge Monte Mario, il piu alto dei colli romani, per questa ragione fu scelto negli anni 20 come sede dell'osservatorio astronomico di Roma, dotato di 2 cupole e di una torre solare per lo studio del Sole, ma l'offuscamento atmosferico dovuto all'inquininamento ne limita di molto l'attività

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Villa Borghese

Il nucleo della tenuta era già di proprietà dei Borghese nel 1580, sul sito nel quale è stata identificata anche la posizione dei giardini di Lucullo (o horti luculliani).

Il possedimento fu ampliato con una serie di acquisti e acquisizioni dal cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V e futuro patrono di Gianlorenzo Bernini, con l'intento di crearvi una "villa di delizie" e il più vasto giardino costruito a Roma dall'antichità. Nel 1606 la realizzazione degli edifici fu affidata dal cardinale agli architetti Flaminio Ponzio e, dopo la morte del predecessore, a Giovanni Vasanzio (Jan van Santen); gli architetti furono affiancati dal giardiniere Domenico Savini da Montelpulciano e dall'intervento anche altri artisti, quali Pietro e Gianlorenzo Bernini. La villa era completata nel 1633.

Nel 1766 lavori di trasformazione furono intrapresi dal principe Marcantonio IV Colonna, nel "Casino nobile" (ora sede della Galleria Borghese) e nel "Casino dei giuochi d'acqua" (attuale "Aranciera" e dede del Museo Carlo Bilotti), e soprattutto nel parco, con la sistemazione del "Giardino del lago", ad opera degli architetti Antonio e Mario Asprucci. Tutto il giardino venne ornato di fontane e piccole fabbriche che permettevano di godere di scorci prospettici suggestivi.

Agli inizi del XIX secolo la villa venne ulteriormente ampliata da Camillo Borghese con l'acquisto di terreni verso Porta del Popolo e Porta Pinciana, che furono integrati alla villa con l'intervento dell'architetto Luigi Canina. Nel corso del secolo gran parte della precedente giardino formale fu trasformato in giardino di paesaggio di gusto inglese. Durante tutto il secolo i giardini furono aperti per il passeggio festivo e vi erano ospitate feste popolari con canti e balli.

Il complesso fu acquistato dallo Stato italiano nel 1901 e ceduto al comune di Roma nel 1903 per essere aperto al pubblico.



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La mia Villa Borghese..



*..ridi che ti passa..*
 

mihael

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<center>"Il mio Gianicolo"
"La mia Villa Borghese".....

ma che te sei comprata Roma?????</center>







*..canta che ti resta..*
 

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Appia antica


I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C., per volere del censore Appio Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus, appartenente alla Gens Claudia), che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava Roma alle colline di Albano. Il percorso originale dell'Appia Antica collegava l'Urbe (partendo da Porta Capena, vicino alle Terme di Caracalla) con Aricia (Ariccia), il Foro Appio, Anxur (Terracina), Fundi (Fondi), Itri, Formiae (Formia), Minturnae (Minturno), Suessa (Sessa Aurunca) e Casilinum Capua.

Da Capua proseguiva per Vicus Novanensis corrispondente all'attuale Santa Maria a Vico e superando la Sella di Arpaia raggiungeva, attraverso il ponte sul fiume Isclero, Caudium (Arpaia) e di qui, costeggiando il monte Mauro, scendeva verso Apollosa ed il torrente Corvo, su cui, a causa del corso tortuoso di questo, passava tre volte, utilizzando i ponti in opera pseudosidoma di Tufara, di Apollosa e Corvo. Questi furono distrutti durante la seconda guerra mondiale e sono stati ricostruiti insieme a quello sul fiume Isclero con la massima fedeltà: i primi due a tre arcate e l'ultimo a due. Con l'eccezione del ponte di Tufare, tutti gli altri sono stati ricostruiti nel luogo originario. È dubbio quale percorso seguisse l'Appia da quest'ultimo ponte fino a Benevento, rimane però accertato che essa vi entrava passando sul Ponte Leproso o Lebbroso, come indicato da tracce di pavimentazioni che conducono verso il terrapieno del tempio della Madonna Delle Grazie da cui poi proseguiva nel senso del decumano, cioè quasi nel senso dell’odierno viale San Lorenzo e del successivo corso Garibaldi, per uscire dalla città ad oriente e proseguire alla volta di Aeclanum (Mirabella Eclano), come testimoniano fra l'altro sei interessanti cippi miliari conservati nel Museo del Sannio. L’Appia raggiungeva poi il mare a Tarentum (Taranto). Un'importante stazione era presente nella città di Uria (Oria) e da qui terminava a Brundisium (Brindisi) dopo aver toccato altri centri intermedi. I lavori di costruzione si protrassero fino al 190 a.C., data in cui la via completò il suo percorso fino al porto di Brindisi.

Le due colonne che attestano la fine della Via Appia al porto di BrindisiLa strada fu costruita con perizia e precisione degna dei migliori ingegneri moderni tanto da essere percorribile con ogni tempo e mezzo grazie alla pavimentazione che la ricopriva. Mentre sul semplice sterrato infatti gli agenti atmosferici, primo fra tutti la pioggia, rendevano difficili il cammino dei mezzi di trasporto a ruote, la presenza delle grandi pietre levigate e perfettamente combacianti che costituiscono il fondo della via permettevano la circolazione in qualunque condizione meteorologica. La pavimentazione poggiava a sua volta su di uno strato di pietrisco che colma va una trincea artificiale che assicurava la tenuta del drenaggio.
Si trattava di una tecnica nuova e rivoluzionaria e fu a partire da una tale innovazione che la Repubblica e l'Impero Romano poterono costruire la vastissima rete stradale del mondo romano. Quasi sempre rettilinea, larga circa tre metri, misura che permetteva la circolazione nei due sensi, affiancata da un duplice percorso pedonale, l'Appia si meritò ben presto, l'appellativo di regina delle strade.

Sulla Via Appia apparvero per la prima volta le pietre miliari.

Nel 71 a.C., 6.000 schiavi si ribellarono sotto la guida del celebre Spartaco (Spartacus). Dopo la cattura e la morte dello schiavo, tutti i ribelli vennero a loro volta catturati e crocifissi lungo la strada fino a Pompei.

La Via Appia Traiana avrebbe poi subito dopo collegato in maniera più lineare Benevento con Canosa (Canusium) e Bari (Barium).

Dopo la caduta dell'Impero Romano, la strada cadde in disuso per molto tempo, fino a quando Papa Pio VI ordinò il suo restauro e la riportò in attività.

Dal porto di Brindisi salpò Federico II in direzione della Terra Santa; nel medio evo, l'Appia divenne con
 
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Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    martedì 23 aprile 2024
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    Palermo
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    49
    71
    65
    Roma
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    59
    34
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