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Salmone al cartoccio


Il salmone al cartoccio è un secondo piatto di pesce che si può preparare in ogni occasione, anche e soprattutto durante il periodo di Natale. L’aroma gustoso, leggero e delicato del salmone è impreziosito, in questa ricetta, da un ingrediente speciale: un sugo agrodolce a base di miele, aceto e aromi. Il cartoccio è una tecnica di cottura adattissima a molti tipi di pesce: potete preparare in questo modo anche la spigola o il pesce spada.

Come fare il salmone al cartoccio

La ricetta del delizioso salmone al cartoccio prevede che i filetti di salmone vengano conditi con una salsa al miele e chiusi in un foglio di alluminio per la cottura in forno. Scoprite tutti i passaggi illustrati minuziosamente nel dettaglio.

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Salmone al cartoccio


Ingredienti​

Preparazione

  1. Salmone al cartoccio

    In una piccola ciotola sbattete insieme il miele, l'aglio, l'olio di oliva, l'aceto di vino bianco e il timo regolando a piacere di sale e pepe
  2. Forno

    Preriscaldate il forno a 170 gradi disponendo un grosso foglio di carta alluminio sulla superficie di una teglia
  3. cartoccio

    Disponete i filetti di salmone nel foglio di carta alluminio, distribuitevi quindi sopra il composto di miele e aromi e richiudete ermeticamente il foglio














  4. salmone-cartoccio

    Cuocete i cartocci al forno per circa 15-20 minuti, sempre alla temperatura di 170 gradi, servendoli poi direttamente in tavola parzialmente aperti.
    POI VARIANTE

    Branzino in cartoccio​


    Il branzino in cartoccio si cucina squamando il branzino per peparlo, salarlo e farcirlo con salvia, alloro, rosmarino e burro; il pesce verrà avvolto in un foglio di alluminio dopo essere stato irrorato di olio, verrà passato in forno caldo e servito in tavola. Ecco i passaggi per il branzino in cartoccio.

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    Branzino in cartoccio

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    Ingredienti​

    Preparazione​

    1. Branzino in cartoccio

      Squamate il branzino, eliminate le interiora, ma lasciatelo intero; lavatelo e asciugatelo con molta delicatezza, quindi salatelo e pepatelo.
    2. Branzino in cartoccio

      Ponete nella cavità addominale qualche foglia di salvia e di alloro, un rametto di rosmarino e una noce di burro.
    3. Branzino in cartoccio

      Ungete il foglio di alluminio con poco olio e poco burro e posatevi al centro il pesce; irroratelo con un poco di olio e quindi formate un cartoccio a chiusura ermetica, con i bordi accuratamente ripiegati
    4. Branzino in cartoccio

      Ponete il cartoccio realizzato in una pirofila che passerete al forno piuttosto caldo (200° C) per 25 minuti circa.
    5. Branzino in cartoccio

      Potete servire il branzino, ancora nel foglio di alluminio, su un piatto di servizio, accompagnato con patate cotte a vapore o insalata di stagione.

    Consigli​



    Il branzino in cartoccio è un classico secondo pesce preparato in ogni periodo dell'anno ma che molti associano al periodo estivo. La cottura a cartoccio è una tecnica particolare che garantisce un ottimo risultato organolettico ed estetico; il sapore e l'aroma restano racchiuso all'interno del cartoccio.
    PIATTI SPECIALI BUONI E GUSTOSI







  5. DA FARE PER NATALE MA ATTENZIONE SE AVETE LETTO I MIEI POST-VI E UNA COSA CHE NON VA BENE PER NIENTE ANZI VI TOGLIE LA MEMORIA ED ALTRE COSE -COSA E' ??1670445677816.png











 

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Vero Bono ma............................................

Non usate la carta stagnola per la cottura dei cibi: è tossica​

Il Comitato Nazionale per la sicurezza alimentare ha ribadito i rischi a cui ogni persona, che utilizza la carta stagnola per la cottura e la conservazione dei cibi, è esposta

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Un altro monito arriva dal Ministero della Salute, che conferma nuovamente la pericolosità dell’alluminio per quanto riguarda la cottura e la conservazione dei cibi. È tossico, per niente sicuro per il nostro organismo, quindi da evitare.
Il Comitato Nazionale per la sicurezza alimentare ha ribadito i rischi a cui ogni persona, che utilizza la carta stagnola per la cottura e la conservazione dei cibi, è esposta.
Le ultime analisi, condotte dal dipartimento di chimica dell’università di Milano e dall’Iss, hanno evidenziato che la carta di alluminio a contatto con alcuni alimenti e durante la cottura rilascia particelle, che migrano al loro interno, rimanendo nei cibi, che infine mangiamo.
Per chiarire e sensibilizzare sul tema, il Ministero della Salute ha lanciato una campagna di informazione sul corretto uso dell’alluminio in ambito alimentare.

Cos’è l’alluminio e perché è considerato tossico

L’alluminio è un metallo leggero, contenuto anche in prodotti di consumo come alcuni deodoranti, dentifrici, prodotti di make up e farmaci. Interferendo con diversi processi biologici, l'alluminio può indurre effetti tossici in diversi organi e sistemi, soprattutto in caso di accumulo nell'organismo.
Inoltre, visto che l'eliminazione di questo metallo avviene essenzialmente tramite i reni, la sua tossicità è nettamente superiore nei soggetti con funzionalità renale immatura o diminuita, come i bambini al di sotto dei tre anni, gli anziani, le persone con problemi renali e le donne in gravidanza.
L’Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito dei limiti massimi di esposizione all'alluminio: una persona che pesa 60 chilogrammi, ad esempio, non dovrebbe ingerire più di 60 milligrammi di alluminio alla settimana.
Ma dato che le fonti di alluminio sono diverse, ed essendo un materiale che viene largamente utilizzato per la realizzazione di contenitori, vaschette, pentole(tutte al ristorante),
caffettiere e recipienti, che vengono a contatto con il cibo, è importante limitare il più possibile l’esposizione a questo composto e, soprattutto, utilizzarlo correttamente in cucina.

Come utilizzare l'alluminio in cucina in tutta sicurezza

Il rilascio di particelle di alluminio dai materiali a contatto con gli alimenti dipende da diversi fattori, come la modalità d’uso, la composizione dell’alimento, la temperatura e il tempo di conservazione.
Le linee guida diffuse dal Ministero della Salute mostrano come un utilizzo scorretto dell'alluminio in cucina può arrecare, nel tempo, danni alla salute. Per evitare la contaminazione ecco alcuni consigli:

  1. leggere l'etichetta: verificare che i contenitori, le vaschette e i recipienti in alluminio acquistati siano idonei al contatto con gli alimenti e seguire le istruzioni per l'uso;
  2. evitare di utilizzare i contenitori in alluminio e la carta stagnola per alimenti fortemente acidi o fortemente salati, come succo di limone, aceto, alici marinate, capperi sotto sale e simili;
  3. gli alimenti possono essere conservati nei contenitori in alluminio e nella carta stagnola oltre le 24 ore solo a temperatura di refrigerazione o congelamento;
  4. gli alimenti solidi secchi (come caffè, cioccolato, frutta secca, spezie ed erbe per infusi, pasta secca, cereali, legumi secchi, pane) possono invece essere conservati a temperatura ambiente anche oltre le 24 ore;
  5. non riutilizzare i contenitori monouso;
  6. non graffiare pentole, padelle e altri contenitori durante il loro utilizzo e non pulirli con prodotti abrasivi.
 
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VENERDÌ, 10 06 2022 11:14

LA MALATTIA DI ALZHEIMER E L'ALLUMINIO​

SCRITTO DA DR. RUDY LANZA

LA MALATTIA DI ALZHEIMER E L'ALLUMINIO

Uno dei primi sintomi dell’Alzheimer è il dimenticare fatti recenti, in modo particolare quando siamo stanchi e sotto stress.
Fu il dr. Alois Alzheimer a scoprire che un ‘area del cervello che si chiama Ippocampo presentava lesioni a causa di una produzione eccesiva di proteine beta-amiloidi e a causa di una deformazione delle proteine Tau.
I principali sintomi sono di tipo cognitivo, accompagnati da disturbi del comportamento e dell’umore, difficoltà di espressione, senso di confusione.
Nei casi gravi sono presenti importanti disturbi neuropsicologici, allucinazioni, perdita dell’orientamento, incontinenza.
Quali sono le cause? I fattori genetici sono coinvolti, ma recenti studi ritengono responsabile l’eccessivo accumulo di alluminio nel cervello.
Ma in che modo questo metallo finisce nel nostro corpo? E in che modo lo introduciamo? Con L’alimentazione? Con sostanze di vario tipo?
Quando ingeriamo alluminio, fortunatamente una gran parte viene eliminata dall’organismo. Tuttavia, se un adulto di 60 kg assume involontariamente più di 8,5 mg al dì di questa sostanza, la situazione diventa molto pericolosa. Le autorità europee stimano che i cittadini del continente superano tale quantità di assunzione giornaliera.
L’alluminio si accumula facilmente nella struttura ossea provocando decalcificazione, nel bimbo rachitismo e nell’adulto dolori e microfratture.
Riguardo l’Alzheimer, recenti studi hanno evidenziato che il tasso di alluminio è presente in 2 tipi di lesione a livello del cervello e potrebbe partecipare all’accumulo anomalo di peptidi beta-amiloidi che danneggerebbero le funzioni neuronali e la formazione di sinapsi.
Le fonti di alluminio
: alcuni additivi alimentari, acqua del rubinetto in alcune aree del mondo, utensili di cucina (l’alluminio migra verso il cibo in presenza di alimenti acidi, come i pomodori, ecc.), imballaggio alimentare (scatole di conserva, tetrapak®, fogli di alluminio, ecc.), farmaci antiacidi, alcuni deodoranti e cosmetici.
E caffettiere in alluminio.
 

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Ulteriori approfondimenti

Alluminio e malattie cerebrali

Per le sue caratteristiche l’alluminio viene oggi utilizzato per la produzione di stoviglie, rotoli e vaschette in alluminio per la conservazione e la cottura dei cibi, contenitori di caffè, biscotti e cioccolata, lattine per bibite, pesce conservato in scatolette di alluminio. L’Alluminio è presente anche in molti vaccini (come eccipiente e conservante), farmaci (antiacidi e antidiarroici), deodoranti, dentifrici, polvere lievitante ed eventualmente nell’acqua potabile.

La ricerca scientifica ha dimostrato l’estrema pericolosità della esposizione cronica all’alluminio anche a basso dosaggio e soprattutto la frequente associazione tra alluminio e patologie caratterizzate da disturbi neurologici. In particolare negli animali da esperimento iniettando microscopiche quantità di Alluminio in prossimità dell’ippocampo si ottiene un comportamento simile a quello della demenza umana. Inoltre, l’Alluminio una volta penetrato nel nostro organismo inibisce gli enzimi destinati alla detossificazione e interferisce sulla funzione dei globuli ross
i.
fonte:

 

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CHI SIAMO​


Medici, personale sanitario, avvocati che, nell’assoluto rispetto dei principi su cui si fonda il proprio Ordine professionale, desiderano lavorare insieme a cittadini consapevoli. I membri dell’associazione si adoperano per promuovere la prevenzione e la cura delle persone, conservando una posizione di piena autonomia nei confronti di qualsiasi ente, organismo, scuola, movimento, corrente o gruppo di interessi che possa potenzialmente influenzare le scelte di politica sanitaria od orientare la ricerca medica.
 

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Non buttare via le tue bucce e usale in 12 modi diversi​

di Marta Manzo • 10 Settembre 2020 11:00
Le bucce di frutta e verdura non sono scarti, ma anzi si possono riutilizzare in tanti modi diversi: vi suggeriamo ben 12 metodi per non sprecarle.
Ripetiamolo insieme: le bucce di frutta e verdura non sono scarti. Se non potete fare a meno di toglierle – sono perfettamente commestibili, se non trattate – potete trovare il modo di dar loro nuova vita. Come? È possibile riutilizzarle in moltissimi modi, dalle ricette, ai ritrovati di bellezza, fino alla pulizia della casa.

  1. shutterstock_351124979.jpg
    Chips, frittelle e frittate
    . Patate, carote, ma anche mele, pere: se volete preparare delle chips croccanti basta avere a disposizione bucce di ortaggi e frutta bio, da sciacquare e asciugare, quindi mettere al forno con un filo d’olio, fino a diventare croccanti al punto giusto. Se avete a disposizione un essiccatore, ancora meglio. L’alternativa può essere utilizzarle per fare delle frittelle, tagliandole a julienne e creando dei piccoli rosti. O, ancora, aggiungerle a una frittata.
  2. shutterstock-1804789606.jpg
    Sformati e torte salate
    . Ci sono scarti che si prestano meglio a questo tipo di riciclo in cucina. Per esempio, le coste del broccolo romano, che di solito non consumiamo. Basta pulire le singole foglie, lasciando la parte viva, metterle a strati in una pirofila, alternando con pangrattato, formaggio grattugiato, fiordilatte, sale, pepe, olio e cuocere in forno. Il risultato vi stupirà. Potete anche utilizzare gli scarti delle verdure come aggiunta alle vostre torte salate.
  3. fusilli-al-pesto-di-piselli-4.jpg
    Pesto e salse
    . Potete cuocere le bucce a vostro piacimento (con gli odori che preferite), quindi frullare il risultato, aggiungendo altri ingredienti come frutta secca, olio, spezie. Otterrete tantissimi condimenti diversi, da utilizzare sia per primi piatti e paste veloci, sia come salse da spalmare sul pane per l’aperitivo.
  4. vellutata-di-spinaci-b-1031.jpg
    Vellutate
    . Allo stesso modo, le parti che di solito tendiamo a scartare una volta frullate possono diventare l’aggiunta inaspettata alle vellutate. Data la cottura più lunga, anche le foglie più fibrose tenderanno ad ammorbidire, arricchendo il sapore del piatto finale.
  5. shutterstock-744346327.jpg
    Composte e marmellate
    . Con la frutta, ma anche con qualche verdura, potete giocare preparando composte e marmellate, da consumare con piatti dolci e salati. È importante, come sempre, che i prodotti scelti siano non trattati. Dalle mele alle pere, alle albicocche, tutto si può riutilizzare.
  6. shutterstock_313783691.jpg
    Infusi e tisane
    . Piccioli di mele e ciliegie e scorze di agrumi sono l’ideale per preparare una tisana. Basta lasciarli essiccare e sminuzzarli quindi con il mixer da cucina. Per una tisana con le mele, poi, si possono usare direttamente anche le bucce, basta farle bollire 5 minuti con qualche chiodo di garofano e della cannella, spegnere, lasciar infondere altri 5 minuti e gustare.
  7. shutterstock_544684609.jpg
    Liquori e scorze candite
    . Le scorze degli agrumi, private della parte bianca, sono alla base di limoncelli, mandarinetti, liquori all’arancia. Qui, dunque, si procede al rovescio: si salvano le bucce per consumare successivamente la polpa. Alternativa dolce, invece, è di essiccare gli scarti per candirli, dando vita alle scorzette di agrumi, da utilizzare nei dolci, da ricoprire con il cioccolato, da spolverare con lo zucchero.
  8. shutterstock-680001358.jpg
    Succhi
    . Gli avanzi delle carote, del sedano, dei finocchi. Le foglie più esterne. Se li raccogliamo tutti possiamo infilarli in un estrattore e gustare un perfetto succo di scarti.
  9. shutterstock-659447083.jpg
    Compost
    . La polpa rimasta ancora, a sua volta, la potremo metter da parte per arricchire il compost, dove inseriremo anche tutte quelle foglie e bucce inadatte a essere riutilizzate in cucina.
  10. shutterstock-648960865.jpg
    Dado vegetale
    . Tritando finemente bucce di carote, cipolle, patate, sedano, ma anche peperoni, pomodori, avanzi di cipolle, gambi di prezzemolo si può preparare il dado vegetale fatto in casa. Se non riuscite a fare abbastanza scarti vegetali in una volta sola, un trucchetto è quello di conservarli man mano in freezer, per poi utilizzarli per la preparazione una volta sufficienti.
  11. shutterstock-555797161.jpg
    Pulizie e sacchetti profumati
    . Si possono usare le scorze di limone o di mela per lucidare posate, pentole e fornelli, così come utilizzarle per ridare lustro alla caffettiera, facendole bollire direttamente nell’acqua. Le bucce di patata possono essere utili per combattere la ruggine, insieme a bicarbonato e aceto. Per profumare gli ambienti si possono creare dei sacchetti di cotone riempiti con le bucce degli agrumi: collocati strategicamente nei cassetti, aiutano a tenere lontane anche le tarme.
  12. cipollotti.jpg
    Coltivare
    . Last, but not least, gli scarti degli ortaggi e della frutta si possono ricoltivare. La base della lattuga, la parte finale dei cipollotti, del sedano, dei porri, ma anche la corona dell’ananas e la banana. Basta ripiantarli, avere sufficiente pollice verde e pazienza e ricresceranno rigogliosi.
 

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