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Cameron dichiara guerra agli immigrati: "Renderemo il lavoro illegale un crimine"

Il premier inglese pronto a rafforzare i controlli contro i clandestini. Pene più severe e tolleranza zero per chi assume personale senza regolari documenti



“Renderemo il lavoro illegale un crimine. Ora basta”. Durante il suo primo discorso pubblico sul tema dell’immigrazione, tenuto oggi nel centro di Londra, David Cameron annuncia l’ennesimo atto di forza che il suo esecutivo è pronto, anzi prontissimo, a mettere in atto per svuotare il Regno Unito dai clandestini e dai lavoratori non in regola. La misura aggiunge un altro mattone al muro che il leader dei Tories sta erigendo intorno alla Gran Bretagna, ora che non deve più trattare ogni proposta di legge con i Lib-Dem, ex-alleati obbligati di governo nella scorsa legislatura. “La verità è che qui è troppo semplice lavorare illegalmente e impiegare personale senza seguire le regole. Una nazione forte non è quella che alza il ponte levatoio, è quella che regolamenta e controlla chi entra”.

L’affermazione decisa ha un destinatario preciso. Ed arriva dopo i dati ufficiali pubblicati lo scorso febbraio dall’Office for National Statistics sul numero di immigrati presenti nelle terre di Sua Maestà: 298.000. “Volevamo ridurli a 100.000 ma nei scorsi cinque anni Clegg e i suoi non ce lo hanno permesso. Adesso però, che possiamo decidere da soli, le cose cambieranno”. Cameron illustra anche come renderà un inferno la vita ai clandestini. “Colpiremo tutti, sia chi è entrato in casa nostra irregolarmente, sia chi alla scadenza del proprio permesso di soggiorno non l’ha rinnovato ed è rimasto qui. Li arresteremo e i loro salari verranno sequestrati”. Ma la scure della giustizia si abbatterà senza pietà anche sulle aziende che daranno lavoro alle persone prive dei requisiti legali per ottenerlo o mantenerlo. “Le multeremo così pesantemente che non ci riproveranno in futuro”. E non è finita.

“Le imprese saranno obbligate a monitorare i documenti di soggiorno dei propri dipendenti e a segnalare alle forze dell’ordine scadenze e rinnovi, - continua Cameron davanti al folto auditorio accorso in piazza - perché se si è coinvolti in una prestazione lavorativa illegale, essere i lavoratori o gli imprenditori è lo stesso. Si sta infrangendo la legge e questo, in Gran Bretagna, non dovrà più accadere". Inoltre, per rendere difficile assumere “foreign workers” (anche seguendo scrupolosamente le regole), il leader dei Conservatori intende rendere reato penale il reclutamento di lavoratori all’estero senza che vi sia stata prima un’offerta pubblica ai cittadini del Regno Unito. Un provvedimento che andrebbe a scontrarsi con uno dei fondamenti della Ue: libero mercato del lavoro all’interno degli stati membri. Un altro argomento da aggiungere alla lista della spesa che il Primo Ministro tirerà fuori dalla tasca quando si siederà al tavolo delle trattative per la “renegotiation” con la Commissione Europea. “Renderemo la Gran Bretagna una nazione poco attrattiva per chi vuole venirci a lavorare illegalmente”, le sue ultime parole. Margaret Thatcher, la “lady di ferro”, sarebbe orgogliosa di lui.

Massimiliano Vitelli




Pugno di ferro del governo inglese sull'IMMIGRAZIONE clandestina.
Il premier Cameron annuncia il sequestro delle paghe in nero degli immigrati, e norme più severe per ridurne gli arrivi.
Per me fa bene!
MatteoSalvini
 
[h=1]Cameron lancia la guerra all'Islam radicale[/h] [h=3]Il premier inglese, appena rieletto, presenta una legge per permettere alla polizia di chiudere subito le moschee che, in territorio britannico, istigano alla violenza[/h]
Cameron II, l’attacco. Senza la zavorra dei Lib-dem (alleati obbligati nella coalizione del precedente governo) i Conservatori spingono sull’acceleratore e, a solo una settimana dalla vittoria alla Camera dei Comuni ottenuta con la maggioranza assoluta, l’agenda del Premier e del suo esecutivo monocolore è fitta di proposte e di leggi da varare. Intanto, recatosi in Scozia, il leader dei Tories ha incontrato Nicola Sturgeon, la numero uno dello Scottish National Party. Gli indipendentisti in kilt, forti dei 56 seggi conquistati, avanzano richieste. L’inquilino del numero 10 di Downing Street, con in tasca la benedizione della maggior parte dei sudditi di Sua Maestà, sbatte la porta.

Nonostante i sorrisi di circostanza, infatti, il pranzo di lavoro non è andato bene. "Come promesso la devolution ci sarà" ha confermato Cameron senza però specificare quali poteri passeranno da Westminster alla St. Andrews House. Nessun accenno poi, all’autonomia fiscale chiesta dalla Sturgeon, che sembra sempre più lontana. E così, le cordiali strette di mano in pubblico e davanti ai fotografi si sono trasformate in un dialettico braccio di ferro sui media. Con la Sturgeon che minaccia la secessione e Cameron che le ricorda il referendum del 18 settembre 2014, quando lo Scottish National Party uscì sconfitto dalle urne perdendo la storica occasione di far diventare la Union Jack una bandiera da museo. Riposti in armadio i sogni di gloria dei cugini del nord, Cameron ha aperto il cassetto della scrivania e tirato fuori una proposta anti-terrorismo che già da un po’ prendeva polvere tra le carte accatastate forzatamente durante la scorsa legislatura a causa dell’ostracismo dei Lib-dem.

"Siamo stati una società passivamente tollerante per troppo tempo” ha detto presentando la nuova legge che consegnerà alla polizia maggiori poteri nella battaglia agli eversori violenti o presunti tali. L’obiettivo principale del provvedimento è porre una ferma opposizione all’Islam radicale autorizzando le forze dell’ordine a chiudere immediatamente le moschee nelle quali i predicatori di violenza spingono i fedeli alla guerra Santa contro l’Occidente. Il ministro dell’Interno, Theresa May, ha dichiarato che la legge mira a combattere "coloro che attivamente cercano di promuovere odio e l’intolleranza”. Con la nuova legge, infatti, le autorità saranno legittimate ad agire contro le cellule sospette non appena sia ragionevole credere che venga messa in pericolo la democrazia o la sicurezza del paese. Mentre l’Europa si nasconde cercando invano soluzioni "da equilibrista” sulla sfilacciata corda virtuale che unisce La Mecca al Vaticano, il Regno Unito non si cela dietro il chador dei tentennamenti e agisce. I foreign fighters sono avvisati.

Massimiliano Vitelli
 

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