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[h=1]Protesta dei profughi: siamo qui da mesi, vogliamo cambiare posto[/h]
La protesta di una trentina di profughi «da mesi a Lizzola, vogliamo cambiare»
Bergamo – Una trentina di presunti profughi, quasi tutti pakistani con qualche senegalese, ha protestato tra Lizzola e Valbondione perché si trovano ormai da mesi in un paese di montagna. Dicono di essere stanchi di passare le giornate a mangiare e dormire e vorrebbero anche lavorare. Hanno la Tv satellistare, il wifi, il kit per giocare a cricket. Hanno a disposizione anche una dispensa con il cibo che loro chiedono.
I trenta manifestanti sono quindi scesi da Lizzola, si sono fermati a metà strada verso Valbondione ed hanno esposto cartelli in inglese («vogliamo cambiare sistemazione» tradotto in italiano). Vogliono trasferirsi in città o comunque in un centro più grande. Sul posto sono intervenuti i carabinieri delle stazioni di Clusone e Ardesio e la polizia locale di Valbondione per monitorare la situazione. Con loro c’erano i rappresentanti della Cooperativa Ruah che hanno dialogato con i profughi e li hanno invitati a desistere.
La protesta di una trentina di profughi «da mesi a Lizzola, vogliamo cambiare»
Bergamo – Una trentina di presunti profughi, quasi tutti pakistani con qualche senegalese, ha protestato tra Lizzola e Valbondione perché si trovano ormai da mesi in un paese di montagna. Dicono di essere stanchi di passare le giornate a mangiare e dormire e vorrebbero anche lavorare. Hanno la Tv satellistare, il wifi, il kit per giocare a cricket. Hanno a disposizione anche una dispensa con il cibo che loro chiedono.
I trenta manifestanti sono quindi scesi da Lizzola, si sono fermati a metà strada verso Valbondione ed hanno esposto cartelli in inglese («vogliamo cambiare sistemazione» tradotto in italiano). Vogliono trasferirsi in città o comunque in un centro più grande. Sul posto sono intervenuti i carabinieri delle stazioni di Clusone e Ardesio e la polizia locale di Valbondione per monitorare la situazione. Con loro c’erano i rappresentanti della Cooperativa Ruah che hanno dialogato con i profughi e li hanno invitati a desistere.