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Queste due acque sgorgano dalla stessa fonte (Rebruant, a 1950 m di altezza); hanno la stessa composizione chimica con un identico residuo fisso a 180° (22 mg/l); sono analizzate dagli stessi laboratori del Dipartimento di biotecnologie dell'Università di Torino; sono imbottigliate dalla stessa società (Fonti di Vinadio s.p.a.).
Dove sta allora la differenza? Una costa 25 centesimi a bottiglia; l'altra, se vi va bene, 43.
Dato che l'acqua è identica provate a indovinare cosa state pagando quando comprate la Sant'Anna...
🤔


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Ecco come vi tasseremo” Schlein presente il suo “programmino” e per gli italiani sarebbero dolori. Eccolo

di Tommaso Croco159Views

Pubblicato il 11/07/2023 10:27 - Aggiornato il 11/07/2023 10:42
L’idea di proporre una nuova tassa continua a balenare per la mente di Elly Schlein, giorno dopo giorno, imperterrita. Quasi un’ossessione, stando alle ultime dichiarazioni della segretaria dem. Non è passata una settimana, infatti, senza che la proposta di ulteriori esborsi per gli italiani non fosse avanzata, sotto forme diverse. Ecco l’ultima: “Il Pd presenterà le sue proposte sulla delega fiscale tra cui c’è innanzitutto l’idea di abbassare le tasse su imprese e lavoro, mentre il governo va in direzione opposta. Nelle proposte Pd c’è innanzitutto la lotta all’evasione fiscale e una tassazione sulle rendite, è opportuno intervenire. Noi siamo per un sistema fiscale più equo e ispirato davvero ai criteri di progressività della Costituzione mentre il governo sta creando misure inique, ad esempio la flat tax orizzontale”. Le rendite, dunque, nuovamente nel mirino del centrosinistra. Pronto a rilanciare, per l’ennesima volta, l’idea di introdurre una nuova tassa. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “La limonata tra Conte e Schlein…”. Giordano senza freni, così distrugge l’opposizione (VIDEO)


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Schlein ha poi attaccato vari esponenti del governo: “Ho sentito il ministro Giorgetti chiedere chi pagherà i costi della transizione, la ma domanda è al contrario? Chi paga i costi della negazione e non transizione? Le persone più fragili, le persone anziane. È un governo questo appassionato di sicuerzza, ne parla sempre, ma mai parla di questa sicurezza. Ci sono delle soluzioni ma questo governo in 9 mesi non ha fatto nulla, anzi ha rallentato”. (Continua a leggere dopo la foto)

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La segretaria dem ha aggiunto: “Bisogna accompagnare le imprese nella transizione con giusti incentivi per ridurre gli impatti negativi sul clima. Abodi su Jankto? È uno dei classici argomenti omofobi, cioè fate pure quello che volete basta che non si veda perché non avete il pieno diritto di cittadinanza, sono affermazioni molto gravi, anzi chi sta nelle istituzioni sarebbe opportuno che agevolasse i coming out, soprattutto nello sport dove c’è un clima di discriminazione”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Infine, Elly Schlein ha puntato il dito contro il giornalista Filippo Facci, per un articolo scritto da quest’ultimo sul caso che ha visto coinvolto il figlio di Ignazio La Russa: “Non è compatibile con il servizio pubblico, la tv pubblica non può essere affidata a chi esprime queste parole. Mi auguro che il comitato etico della Rai se ne occupi, se ne deve occupare. Una persona che si esprime in quel modo non deve trovare spazio nella televisione pubblica”.
Ti potrebbe interessare anche: “Cacicca”. De Luca fa a pezzi Elly Schlein, nervi tesissimi nel Pd (VIDEO)

 
CARI AMICI,
ci stanno arrivando notizie che alle ARPA regionali STANNO ARRIVANDO TANTE SEGNALAZIONI.
Persino chi risponde al telefono è d'accordo con chi chiama e invita a scrivere.
Sono veramente felice perchè LA PRESSIONE DEI GUARDIANI si fa sentire. Si fa sentire tutto il lavoro che abbiamo portato avanti con abnegazione in questi mesi.
E ORA IL POPOLO SI MUOVE.
Invito TUTTI a mandare segnalazioni ai riferimenti regionali delle ARPA perchè in questo momento sono bombardati di telefonate, mail e richieste di appuntamenti.
Non lasciamo passare questo momento in cui la cappa sopra la nostra testa è asfissiante e SCRIVIAMO ALLa NOSTRA ARPA regionale nel seguente modo: descriviamo tutto!
Gli aerei a bassa quota che vediamo IRRORARE, quanti sono, descriviamo le scie che vediamo e facciamo notare che le vediamo allargarsi e diventare, poco a poco, un velo che nasconde il sole, descriviamo la cappa grigia che persiste e facciamo notare la percentuale di umidità stranamente troppo elevata.
Monica Laneri.

Jesolo



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Anzio, immigrato libero di violentare due volte

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Fausto Carioti 11 luglio 2023
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Non c’è solo il presunto stupro della vicenda che ha per protagonista Leonardo Apache La Russa. I reati di violenza sessuale commessi in Italia sono in rapido aumento: furono 4.497 nel 2020 e sono stati 5.991 nel 2022. I numeri, che del politicamente corretto se ne fregano, dicono anche che dei 5.072 stupratori arrestati o denunciati nel 2021 (ultimo dato), 2.007 hanno la cittadinanza straniera: in un Paese in cui gli immigrati sono il 9% della popolazione, il 40% delle violenze sessuali è commesso da loro. La cronaca ci ha appena consegnato la storia di uno di questi ospiti indesiderati: un clandestino nigeriano che il 12 maggio ha abusato di una ragazza diciottenne ad Anzio, in provincia di Roma: era recidivo, noto alla polizia eppure libero di girare per l’Italia. La metafora perfetta di come funziona l’immigrazione irregolare in Italia, e di cosa accadrebbe se fossero chiusi i Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, che il Pd di Elly Schlein chiede di smantellare.


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Lui si chiama Valentine Omwanta, classe 1991, sbarcato a Lampedusa il 29 ottobre 2015. Appena arrivato, come da prassi, la polizia gli fece la foto segnaletica e gli prese le impronte delle mani. Il 31 maggio del 2016, a Trapani, l’uomo rapinò, picchiò e tentò di stuprare una donna. Era «in attesa del nulla osta come rifugiato», scrissero i giornali all’epoca. Fu arrestato due mesi dopo e condannato a sette anni e 1.800 euro di multa (proprio così: le pene sono queste). La reclusione vera, ovviamente, fu più breve: nel marzo del 2022 il nigeriano uscì dalla casa circondariale di Siracusa e la Questura gli notificò il decreto di allontanamento dal territorio dello Stato. Ed è a questo punto che la normativa italiana in materia di immigrazione si rivela il grande fallimento che è.
Il clandestino, ovviamente, ignora quel decreto. Il 28 novembre del 2022 incappa nel controllo dei poliziotti del commissariato romano di San Basilio, che avviano la procedura per inviarlo in un Cpr, come si fa con gli stranieri irregolari pericolosi e in attesa di espulsione. La prassi prevede però che sostenga una visita medica, e la Asl certifica che è «non idoneo» alla vita in una comunità ristretta, a causa di una patologia psico-fisica. Dunque, non può essere rinchiuso in un Cpr. Dopo la condanna blanda e l’allontanamento fai-da-te, è la terza piega della legge in cui il nigeriano s’infila. Ne trova un’altra subito dopo, quando ha in mano l’ordine di lasciare il territorio italiano che il questore capitolino gli ha consegnato il 29 novembre. Contro questo provvedimento presenta infatti ricorso al giudice di pace, sostenendo di avere intenzione di presentare domanda di protezione internazionale. In tutti questi mesi il giudice non si è espresso sul suo caso.




Video su questo argomento

"Non esistono soluzioni miracolose": l'intervento di Piantedosi a Lampedusa





Le tracce di dna hanno permesso di identificarlo come l’autore dello stupro di Anzio e l’8 luglio l’uomo è stato arrestato ad Aprilia, con l’accusa di violenza sessuale, lesioni e rapina. Ora è rinchiuso nella casa circondariale di Latina. Così, approfittando delle possibilità offerte dall’ordinamento italiano, un immigrato clandestino, già condannato per stupro e affetto da una forma di sociopatia, è stato libero di muoversi sul territorio nazionale e fare tutto ciò che voleva, incluso assalire una ragazza di 18 anni alla fermata dell’autobus, trascinarla in un boschetto, picchiarla e violentarla.
Nel suo caso è stato decisivo il certificato medico che ha reso impossibile rinchiuderlo in un Cpr. Ma la sua storia potrebbe essere quella di tutti i clandestini meritevoli di espulsione, se diventasse realtà la promessa di chiudere i Cpr fatta dalla segretaria del Pd: «Non crediamo che servano altri luoghi di detenzione». Il vendoliano Marco Furfaro, al quale la Schlein ha dato la delega per il “Contrasto alle diseguaglianze”, ha spiegato che lui, Elly e e gli altri sono «contrari ai Cpr, perché l’immigrazione va gestita in maniera non propagandistica, ma seria, facendo sì che non si creino problemi alle nostre comunità». Non capiscono, o fingono di non capire, che l’abolizione dei Cpr servirebbe solo ad aumentare i problemi che già ci sono. Quei centri sono necessari per canalizzare con sicurezza gli immigrati da espellere; senza di essi c’è il limbo di chi rifiuta di andarsene e scompare dai radar, libero di fare ancora del male. Come racconta la storia di Valentine Omwanta e della sua vittima, dei quali nessuno a sinistra parla

Porteva essere tua nipote che fai ? si lo so nulla.

La violenza sessuale ad una donna è una ferita che non si rimargina in eterno e un morto vivente inoltre vi sono infezioni sessuali.

E siete andati a votare bene anzi benissimo.

non vi è 2 senza tre.
 
SIAMO ITALIANI I MIGLIORI AL MONDO E NON LO SAI ?
Pochi esseri sulla terra conoscono questa verità malinconica meglio dei cittadini italiani. Nasciamo in una profonda intimità con la decadenza. Siamo stati la culla del più grande impero della storia (per te precisino che stai leggendo, ci tengo a dire che quello Mongolo non conta, è durato un cazzo) e siamo stati l’epicentro del Rinascimento - patria di supereroi dell’arte, cultura e progresso. E come niente, troppo spesso ne abbiamo fatto falò come novelli Savonarola, al netto della sua coerenza e supposta moralità. Allontanarmi da “casa” e trovarmi itinerante, ha creato una sorta di scatto esistenziale nel mio cervello, un improvviso aggiustamento dei valori relativi e delle proporzioni di ogni altro oggetto del mondo, me compresa. Osservandola ora con la giusta distanza, l’Italia resta comunque una destinazione privilegiata. Il quinto paese più visitato, se non consideriamo che la Spagna viene prima di noi perché decisamente meno cara e che la Cina (uno dei nostri visitatori più affezionati) ha il quarto posto per via degli spostamenti dal sud est asiatico. Inoltre, è la nazione con il maggior numero di siti turistici iscritti nel patrimonio mondiale dell’Unesco e anche di questo non siamo certo stupiti.

In una nuova classifica sulla reputazione globale dei Paesi, l’Italia si è distinta per il cibo, il patrimonio e i prodotti autentici, ma molto peggio per inclusività, sostenibilità e tecnologia. Siamo posizionati al 14º posto su 75 stati classificati da Future Brand, una società di consulenza di branding che studia come le nazioni sono percepite dal resto del pianeta. Il suo Global Index Rank 2022 ha esaminato i più grandi paesi della Banca Mondiale in base al Pil e ha chiesto alle persone di tutto il mondo di classificarli secondo fattori quali standard di vita, potenziale commerciale, compatibilità ambientale, patrimonio, opzioni turistiche e tolleranza. L’Italia ha migliorato la sua posizione dal 2014, quando l’ultimo indice l’aveva portata alla posizione numero 18. Ma si colloca ancora dietro molti dei suoi vicini del nord Europa, tra cui Svizzera (3), Svezia (4), Germania (6). I punteggi più alti sono stati per il cibo, la storia, il patrimonio, l’arte e la cultura, che hanno contribuito a renderci quel punto di riferimento che gli intervistati vorrebbero visitare per una vacanza - anche se non è stato considerato un luogo con ottimo rapporto qualità-prezzo (se non è qualità-prezzo questo, mi spiegate allora cos’è? Le ferie in Canada vi meritate, spilorci).

Certo abbiamo ottenuto ottimi risultati anche per i prodotti “Made in Italy”, che mantengono la reputazione di qualità e autenticità addirittura sopra la Francia, nostra diretta concorrente, che in realtà ci ama profondamente ma che comunque vorrebbe vederci affogati in fondo al lago di Como, legati per i piedi a decine di forme di Camembert.

Ma è sul soggiorno a lungo termine che l’Italia ha perso punti: 33º posto nella categoria “buono per le imprese”, 37º per la tecnologia avanzata, e 46º per il rispetto dell’ambiente. E purtroppo, continuiamo a mantenere da anni una pessima reputazione (44º posto) per tolleranza, suggerendo che no, non è percepita come un luogo particolarmente accogliente tra gli stranieri. I nostri residenti internazionali lamentano inoltre le nostre lacune in ambito tecnologico: sono meno soddisfatti con i servizi digitali e l’utilizzo dei pagamenti online. Non che sia andata meglio a Germania, Francia e Spagna per essere onesti, per il progresso guardano sempre tutti a Nord. Almeno sulla carta.


Il rapporto Digital Life Abroad ci colloca non solo dietro chiunque in Europa, ma anche dietro diversi paesi con un Pil molto più basso, tra cui Kenya, Repubblica Dominicana, Kazakistan e Vietnam. Argh. E non solo! In un recentissimo sondaggio, l’Italia, sempre a causa di una burocrazia bizantina, si è classificata negli ultimi cinque paesi su 52 per facilità di potercisi stabilire. Ma alla fine, nonostante tutto e qualunque cosa accada, in tanti dichiarano il loro amore spampillonato (per dirlo alla Sarda) per questa Italia patria delle passioni, delle voci forti, delle mani espressive e dei cinghiali per strada (amorini). Tranne noi naturalmente. Questo stile di vita che è un inno alla flessibilità, alla capacità di adattarsi a situazioni impreviste; questa incoerenza che è ormai un vezzo e che accetta tutto come una cattiva madre; questa puntualità, che no, è un concetto talmente astratto, un sogno lontano che amiamo rimanga lì, in bilico sul “ce la farà, non ce la farà”, ma soprattutto questa pubblica amministrazione labirintica, dove i documenti si perdono tra gli uffici come pecorelle smarrite e la sanità, che è stata fiore all’occhiello e considerata tra le migliori a livello mondiale e che ormai perde colpi lasciando i cittadini ad aspettare mesi per visite fondamentali, operazioni salvavita e terapie.

Tutto questo, l’abbiamo creato con grande cura e precisione, a nostra immagine e somiglianza. Grazie ad una storica, immensa, vanità. Open to meraviglia (cit.). Perché vivere in Italia, significa anche essere circondati da una bellezza costante, stordente, commovente, forse troppa tutta insieme. E dovevamo trovare un modo di sopravvivere a cotanta eredità. Lamentandoci ad esempio. Perché se il sistema non funziona, noi si possa inventare modi sempre nuovi per frignare e non fare. Ed è forse anche per questo, che abbiamo dato spazio nelle nostre città all’accumulo d’immondizia, abusi edilizi e strade dissestate pure in centro, fino a influenzare oggi anche Milàn l’è un gran Milàn, che da quando ha iniziato a sentirsi chiamar bella, ci ha tenuto a mettersi in pari con il resto della penisola ed ha abbracciato totalmente lo stile eclettico del Sud per esempio, con i suoi caotici casini e quel romantico declino, addirittura migliorandolo! In peggio.


PRIVILEGIO
Eppure, nonostante tutto, io credo fermamente che essere italiani sia un privilegio.
Per esempio, prendete i vantaggi dati dal nostro passaporto. Pochi visti, sicurezza, ed una sorta di immunità nei casi più disparati: «Non può fotografare nell’area security! Ah, ma è italiana, tranquilla vada vada». «Dobbiamo fare un extra controllo! Ah, ma è italiana, vada vada». «Mi spiace, le sue valige sono troppo pesanti, deve pagare un extra, ah ma è italiana! Vada vada». Capite bene, che questa simpatia ed affetto che nasce nel cuore anche del più gelido forestiero a prescindere dai disagi causati nei media dai governanti del momento, resta “Pure Gold” al netto dei cliché di Mafia, Pizza e Pasta. La contraddizione come preghiera, autorizzata legalmente dalla nostra politica da avanspettacolo, e che non è così diversa da quella estera sia chiaro, anche se a noi piace sempre pensare che non sia così. “BELLA ITALIA”, è il faro nell’arte di vivere il momento, di godersela anche con due spicci e di parlarsi addosso senza riserve anche quando dovremmo tacere. Tutta questa umanità ci rende il vero paradiso esotico nel cuore dell’Europa. Dopo l’Italia, abbiamo davvero fatto gli Italiani, anche se un po’ a modo nostro, perché alla fine che ci importa: tutto il mondo è paese.
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MASCHERINA EFFETTI AVVERSI



Mascherine, studio sugli eventi avversi: “Effetti simili a quelli del fumo di sigaretta”

19 Aprile 2023 - 12:00
Un'ampia revisione condotta su più di mille pubblicazioni mostra eventi avversi importanti provocati dall'uso delle protezioni su naso e bocca e molti disturbi somigliano a quelli del Long Covid. Gli esperti si chiedono: "Se a provocare questi disturbi fossero state le FFp2?"
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Mascherine, studio sugli eventi avversi: “Effetti simili a quelli del fumo di sigaretta”



Tabella dei contenuti

È stata appena pubblicata su Frontier’s un’ampia revisione sugli effetti della mascherine. È una raccolta di 2.168 lavori divulgati realizzata da vari dipartimenti di salute tedeschi e austriaci.

Cosa emerge

Poca ossigenazione, respirazione compromessa, confusione mentale. Ma anche ipercapnia (accumulo di anidride carbonica nel sangue) aumento della pressione arteriosa e di quella intra oculare, asma, acne e, come conseguenza, compromissione del sistema immunitario. Sono alcuni degli “eventi avversi” riscontrati dagli autori nei portatori di mascherine chirurgiche e FFP2.
Gli autori hanno osservato che tutti questi sintomi sono gli stessi del cosiddetto long Covid. E hanno concluso chiedendosi “se invece del long Covid molti sintomi fossero dipesi dall’uso delle mascherine”?
L’invito è quello di continuare a indagare. Senza ipotesi, infatti, non vi sarebbe alcuna scienza.
Gli effetti collaterali delle mascherine devono essere valutati (rapporto rischi-benefici) rispetto alle prove disponibili della loro efficacia contro le trasmissioni virali. In assenza di una forte evidenza empirica di efficacia (altra considerazione importante fatta dagli autori) l'uso della protezione non dovrebbe essere obbligatorio e tanto meno imposto dalla legge.

Lo studio

È stata condotta una revisione sistematica di 2.168 pubblicazioni sugli effetti avversi, da qui gli autori hanno prodotto 54 lavori e 37 studi per la meta-analisi. Dei 54 studi, 51 hanno riportato numerosi e vari effetti avversi. Dei 37 analizzati, 12 sono stati condotti su operatori sanitari (32%), solo in 3 (il 6%) non sono evidenziati effetti collaterali dopo l’uso delle mascherine.
Le mascherine mediche si indossano per un tempo variabile, quale il tempo analizzato dagli autori? È riportato: "Il tempo sperimentale mediano degli studi inclusi nelle meta-analisi (principalmente studi controllati) sugli effetti fisiologici, fisici e chimici della maschera facciale è stato di 18 minuti con un intervallo interquartile (IQR) di 50 minuti (minimo 6 minuti, massimo 360 minuti)”.
Gli autori hanno ricordato che le protezioni su naso e bocca sono state introdotte nel 2020 poiché si riteneva che potessero rappresentare una protezione contro la trasmissione virale, "benché le prove dell'efficacia di questa misura fossero solo deboli. L'efficacia delle mascherine in tutte le strutture sanitarie era un argomento discusso anche prima del 2020. Questi sistemi di protezione non erano solo raccomandati ma sono diventati misura obbligatoria di sanità pubblica in molti Paesi del mondo".
Si legge: “Le mascherine hanno ridotto il volume respiratorio del -19% al minuto, secondo la nostra meta-analisi e fino al -24% per le maschere FFp2, la differenza tra le maschere chirurgiche e FFp2 era di -10% volume respiratorio al minuto”.

Gli eventi avversi

Numerosi sono gli eventi avversi segnalati:
  • aumento del volume dello “spazio morto respiratorio” (si intende il volume d’aria che resta intrappolata nelle vie aeree e non partecipa allo scambio gassoso)
  • aumento della resistenza respiratoria;
  • aumento dell'anidride carbonica nel sangue;
  • diminuzione della saturazione di ossigeno nel sangue;
  • aumento della frequenza cardiaca;
  • diminuzione della capacità cardiopolmonare;
  • variazioni della frequenza respiratoria;
  • mancanza di respiro e difficoltà respiratorie;
  • cefalea;
  • vertigini;
  • diminuzione della capacità di concentrazione;
  • sonnolenza;
  • prurito;
  • acne, lesioni cutanee e irritazioni;
  • stanchezza e spossatezza complessiva percepita;
  • diminuzione della ventilazione;
  • aumento della pressione arteriosa;
  • disturbo della comunicazione e della voce;
  • disagio percepito;
  • aumento dell'ansia;
  • aumento degli sbalzi d'umore o umore depressivo;
  • cambiamenti nel metabolismo microbico (intestino e bocca).
Tuttavia, tre studi (6% degli articoli inclusi) descrivono l'assenza di effetti negativi e concludono con una valutazione positiva sull'uso delle mascherine.
Per gli autori sono emersi danni più pronunciati nelle persone dai 60 agli 80 anni, specie in chi è affetto da aneurisma o tumore cerebrale. Ma è stato aggiunto che portare la mascherina “può contrastare la terapia che mira a ridurre la pressione intraoculare e può esacerbare i problemi irreversibili della vista a lungo termine nei soggetti con glaucoma. Gli effetti sono paragonabili al fumo di sigaretta”.

La definizione di salute dell'OMS

Secondo la metanalisi questi sintomi correlati alla maschera contraddicono ciò che l’OMS definisce come stato di benessere e salute. Secondo l'OMS: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplicemente l'assenza di malattia o infermità”. Affermano gli autori: "Per quanto riguarda tutti i possibili effetti collaterali delle mascherine e la loro ancora non dimostrata efficacia contro la trasmissione virale nella popolazione generale la salute sembra non essere sostanzialmente preservata indossando mascherine. Ci sono evidenze che i tassi di COVID-19 si siano espansi rapidamente quando Omicron ha colpito anche nelle società in cui l'uso della maschera è stato assiduamente seguito, come in Corea, Taiwan, Hong Kong e Singapore. Dai fatti di cui sopra, concludiamo che un requisito della maschera deve essere riconsiderato in modo strettamente scientifico senza alcuna interferenza politica, nonché da un punto di vista umanitario ed etico. In assenza di una forte evidenza empirica dell'efficacia della maschera, l'uso della maschera non dovrebbe essere obbligatorio e tanto meno applicato dalla legge".

Conclusioni

A proposito dei numerosi sintomi provocati dall'indossare le mascherine, gli autori hanno considerato: "Quasi il 40% dei principali sintomi di COVID-19 a lungo termine coincide con i disturbi e i sintomi correlati al portare le mascherine descritti in letteratura, come affaticamento, dispnea, confusione, ansia, depressione, tachicardia, vertigini e mal di testa, che abbiamo rilevato anche nell'analisi qualitativa e quantitativa degli effetti sull'uso delle mascherine nella nostra revisione sistematica. È possibile che alcuni sintomi attribuiti al lungo COVID-19 siano prevalentemente correlati alla mascherina. Vanno condotte ulteriori ricerche su questo fenomeno".

 
E ABBANDONO DI MINORE? PER I MAGISTRATI E QUANDO GLI PARE.


Sesso con 12enni a una festa di ragazzini con alcol e droga, video finiscono su WhatsApp: 24 minori denunciati

L’operazione della polizia postale è avvenuta in seguito alla denuncia di una madre, che aveva trovato video della festa sul telefono del figlio

Pubblicato il: 12-07-2023 13:55
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Ubaldo Argenio​


GIORNALISTA​





MINORI VITTIME DI REATI

La polizia postale ha denunciato a vario titolo ventiquattro minorenni, in seguito a un’operazione denominata “Last movida”, avviata in seguito alla denuncia di una madre, che aveva trovato sul telefono del figlio dei video di un rapporto sessuale tra due minorenni, avvenuto durante una festa.

  • L’operazione della polizia postale
  • Una festa con alcool e droga
  • La condivisione dei video

L’operazione della polizia postale

Sono ventiquattro i minori identificati e indagati a vario titolo dalla procura di Firenze nell’ambito dell’operazione “Last movida”, un’indagine effettuata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per la Toscana.
I reati contestati ai minorenni sono violenza sessuale aggravata ai danni di due dodicenni, oltre che produzione, detenzione e divulgazione di materiale di pornografia minorile. Al momento sono però nove i giovani indagati dalla procura dei minori di Firenze, mentre per i restanti minorenni, che avrebbero condiviso i filmati su diversi gruppi WhatsApp, la posizione è al vaglio degli inquirenti.


https://wips.plug.it/cips/notizie.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/cms/2023/07/progetto-senza-titolo-7-3.jpgFonte foto: 123RFDue minorenni con i loro smartphones, in un’immagine di archivio

A dare il via all’inchiesta sarebbe stata la denuncia della madre di uno dei minorenni, che avrebbe trovato sul cellulare del figlio uno o più video girati durante la festa e poi condivisi via social dai presenti.

Una festa con alcool e droga

Gli agenti della polizia postale hanno quindi ricostruito quando avvenuto durante una festa di capodanno, che si era tenuta a casa dei genitori di un quattordicenne, che dovrebbe essere anche uno dei “protagonisti” dei video.
Il gruppo di minorenni, nove ragazze e otto ragazzi sui quindici anni, tranne due bambine di 12 anni (che avrebbero anche mentito sull’età per poter partecipare alla festa), si sarebbero dati alla pazza gioia durante una festa nella quale pare non siano mancati anche alcool e sostanze stupefacenti.
Dai messaggi scambiati tra gli organizzatori su WhatsApp difatti, come riportato da Repubblica, sono spuntati anche gli accordi tra chi avrebbe dovuto comprare i superalcolici, chi l’hashish e chi i preservativi. Che alcuni dei giovani presenti avrebbero poi usato proprio con le due 12enni.

La condivisione dei video

E proprio il video del rapporto sessuale ha permesso agli inquirenti di identificare i partecipanti, grazie ai volti non oscurati e alle frasi di incitamento degli “spettatori”. Un video che è stato poi fatto girare sulle chat con estrema leggerezza.
https://wips.plug.it/cips/notizie.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/cms/2023/07/abusi-genova-minorenni-professore.jpg?w=270&h=152&a=c

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La Procura minorile ha quindi ipotizzato a carico di sei partecipanti alla festa il reato di violenza sessuale aggravata dall’età e dalle condizioni di inferiorità psichica delle vittime, nonché il reato di produzione, detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico a carico di altri tre partecipanti.
Il reato di divulgazione di materiale pedopornografico è stato poi ipotizzato anche nei confronti di altri 15 ragazzi, che benché non abbiano partecipato attivamente alle attività riprese hanno agevolato la diffusione dei materiali.

TAG:

  • DROGHE
https://wips.plug.it/cips/notizie.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/cms/2023/07/polizia-postale.jpg?w=738&h=415&a=cFonte foto: ANSA

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IL MONDO E UN POSTACCIO.

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    83
    47
    Torino
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    19
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    89
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