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RINGRAZIAMO L'ACCOGLIENZA ED IL PD

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Il carabiniere eroe salva i bimbi. Spacca i vetri del bus a mani nude

Il racconto esclusivo dei momenti chiave del salvataggio dei bambini a bordo del bus dirottato e incendiato da un senegalese sulla Paullese (Milano)

A volte è questione di secondi. Momenti. Serve sangue freddo e pure una discreta dose di coraggio. I carabinieri che hanno bloccato il bus dirottato e incendiato da un senegalese hanno salvato 51 ragazzini delle medie e evitato il peggio. Forse una strage.

Sono le 11.50 di mattina sulla strada provinciale Paullese (zona San Donato) quando le fiamme colorano di rosso la mattinata milanese: un bus delle Autoguidovie di Crema sta andando a fuoco.

Non è un incidente, né un problema tecnico. A dare alle fiamme il mezzo è Osseynou Sy, autista senegalese che avrebbe dovuto riportare alcuni studenti delle medie a scuola dopo un'attività sportiva a Crema e che invece ha deciso di "dirottare" il mezzo cercando di compiere un massacro. "Vado a fare una strage a Linate", dice Osseynou agli studenti delle medie terrorizzati. Il bus è cosparso di taniche di benzina. Ci sono tutti gli ingredienti di un attacco terroristico in piena regola: "Devono fermarsi i morti nel Mediterraneo", rivendica il folle. Pochi secondi in più e forse saremmo qui a raccontare una storia diversa. Poi, però, uno degli scolari o un accompagnatore riesce a chiamare i carabinieri. E a salvare la vita a tutti.

Fondamentale l'intervento delle gazzelle dei carabinieri. Sul posto arrivano le stazioni di San Donato e Segrate. I primi ad arrivare, come raccontato alGiornale.it da fonti dell'Arma, sono i militari di Segrate che provano a tagliare la strada all'autobus per bloccarlo sulla carreggiata. Il senegalese però sperona la gazzella e la trascina per diversi metri, poi si ferma a causa del traffico. In questi brevi ma fondamentali momenti di stallo, uno dei carabinieri scende dall'auto tamponata e raggiunge il mezzo. Poi si fionda sul lato posteriore dell'autobus, spacca con le mani il vetro e riesce a far scendere una cinquantina di bambini a bordo del bus. All'interno le fiamme stanno già divampando.

Il militare rimane ferito alle mani, forse a causa dei vetri divelti in quel gesto di coraggio. Ma è stato intervento che ha salvato la vita a decine di ragazzini. E forse impedito una carneficina.

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Così il carabiniere ha salvato i bimbi: spacca i vetri del bus a mani nude, poi il gesto eroico
Il racconto esclusivo dei momenti chiave del salvataggio da parte di un carabiniere dei bambini a bordo del bus incendiato sulla Paullese (Milano)


oggi potremo piangere 50 famiglie ma tranquilli quello non farà un giorno di carcere e mantenuto da noi.
 
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[h=6]LA STREGA SFIORATA[/h] [h=1]Autobus in fiamme a Milano: «Faccio una strage, vendicherò i migranti». I 51 studenti in trappola[/h] [h=2]Ore 10.20: l’autista di origini senegalesi sequestra il bus e si dirige a Linate. Prima dell’arresto dà fuoco al mezzo. È indagato per strage e terrorismo[/h] di Andrea Galli e Cesare Giuzzi
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Vendicare i ragazzini morti nelle traversate del Mediterraneo uccidendone degli altri: i cinquantuno ragazzini di due classi della scuola media Vailati di Crema che l’autista Ousseynou Sy, 46enne di origini senegalesi, trasportava sul bus della società «Autoguidovie» targato FL 210 JA, adesso fermo, distrutto dalle fiamme, sulla corsia sinistra della strada provinciale Paullese in direzione di Milano, nel tratto IV/2 che supera il Lambro, fra i rumori degli aerei in atterraggio a Linate. Puntava proprio all’aeroporto, il piano stragista, un piano accelerato martedì dalle immagini in televisione della nave di migranti «Mare Jonio», anticipato dalla confezione di un video per i famigliari in Africa, iniziato alle 10.20 di ieri e interrotto dai carabinieri che alle 11.40 hanno bloccato il bus e liberato gli ostaggi.
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Le giornate di Paolo «Farò una strage a Linate» ha ripetuto al volante Sy, da anni in Italia, prima come addetto alle pulizie e poi come conducente di bus, separato e due figli adolescenti — un divorzio e una lontananza dai ragazzi, rimasti con la madre, che non ha accettato —, mai entrato nei database dell’antiterrorismo, un precedente per guida in stato di ebbrezza e una condanna di un anno per abusi su minore. Un’esistenza anonima di provincia, la sua, uno dei tanti stranieri così di casa da guadagnarsi un nuovo nome italiano, Paolo, e pazienza se Paolo ha il vizio dell’alcol e l’abitudine di vagare ubriaco per le strade di Crema, perché comunque «è uno che sgobba dal mattino presto». Eppure, l’evoluzione stessa dell’attentato (Sy è stato arrestato con l’accusa di sequestro e strage con l’aggravante del terrorismo), è stata una razionale progressione, non riuscita grazie unicamente all’operazione da manuale dei carabinieri, come subito detto, su questo tratto della Paullese, dal capo della Procura Francesco Greco al comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Luca De Marchis. Alle loro spalle, la configurazione della scena del crimine aiuta a raccontare il piano stragista. I carabinieri della Rilievi posizionano la targhetta numero 1 in coincidenza di una macchia di benzina. Le targhe dai numeri 2 e 9 contrassegnano pezzi di lamiera di un camion e di macchine. La targa numero 10 identifica un paio di fascette nere, quelle da elettricista.









Sotto sequestro Alle 10.20, i cinquantuno studenti sono usciti dalla palestra comunale Serio, in via Santa Maria della Croce, a Crema, dopo la consueta lezione di ginnastica. Sy avrebbe dovuto accompagnarli a scuola, lungo un tragitto di tre chilometri. Ne ha percorsi trenta, lasciando Crema e imboccando la Paullese, diretto a Milano e al suo aeroporto. A bordo, insieme ai ragazzini, c’erano due professoresse e una bidella. Alle donne, l’autista ha consegnato fascette da elettricista con l’ordine di legare tutti gli studenti, ma loro hanno obbedito parzialmente, bloccando i polsi soltanto a cinque ragazzini. Insieme alle fascette, Sy aveva due taniche di benzina da dieci litri e dei teli, che, nel suo progetto, avrebbe imbevuto del liquido infiammabile per accelerare l’incendio. Nelle tasche, custodiva accendini di grosse dimensioni. Sy avrebbe voluto togliere a tutti gli studenti i cellulari, per evitare che dessero l’allarme. Non c’è riuscito, ed è stata la svolta. Si è fermato almeno due volte per cospargere sedili e cappelliere di Benzina. A Pantigliate, uno dei ragazzi ha chiamato il 112. Ha riferito che l’autista del loro bus «stava facendo il pazzo». Fin lì, Sy aveva insultato, urlato, e giurato che i ragazzini sarebbero morti bruciati, e aveva ripetuto che la «colpa è unicamente del governo italiano, che le stragi in mare devono finire per sempre. In quella telefonata, lo studente ha fornito l’esatta localizzazione, il comune di Pantigliate, dando il via alla caccia.





I filmati dalle macchine La prima pattuglia dei carabinieri ha agganciato il bus in coincidenza del ponte di Pantigliate. A quella pattuglia se ne sono aggiunte una seconda e una terza. Equipaggi della stazione di Segrate e del Nucleo radiomobile della Compagnia di San Donato. Le macchine hanno seguito e affiancato il bus, lo hanno superato e hanno ostacolato la corsa. Sy ha tirato dritto, speronando un camion che trasporta cibo per i bar, una Toyota Aygo e una Renault Clio degli stessi carabinieri. Gli scontri hanno rallentato la velocità del mezzo. Due carabinieri sono scesi dalle macchine e hanno avvicinato il posto di guida, dove Sy agitava un accendino e teneva accanto uno dei ragazzini, in ostaggio; altri due carabinieri si sono posizionati sul retro, hanno infranto con lo sfollagente il finestrino posteriore e hanno aiutato i primi studenti a scappare. Gli altri sono scesi da una porta, ma non tutti. Sy ha dato un colpo al pedale dell’acceleratore, e il bus si è rimesso in marcia, per una cinquantina di metri, fino a schiantarsi contro una Fiat Palio, in coda a causa del traffico intenso. E prima di incendiarsi, perché prima di venire catturato, l’autista ha appiccato il fuoco. Una delle insegnanti, l’ultima a scendere, era inseguita dalle fiamme, me nè lei n gli studenti sono rimasti feriti. I ricoveri in ospedale sono stati effettuati per semplici accertamenti: i referti documentano leggere contusioni, provocate dalla fuga che è stata ripresa dagli automobilisti sulla carreggiata opposta, i quali anziché prestare un soccorso, sono rimasti fermi a filmare — filmare il terrore, filmare i pianti, filmare le invocazioni disperate—, e postare i video sui social network. Il rogo sul bus ha cancellato la presenza di un coltello. L’arma di Sy, che lui stesso ha ammesso di avere. L’arma da usare per aprirsi la via a Linate, e completare il piano stragista. O forse per annunciarsi, nell’aeroporto, col sangue già versato da uno dei prigionieri.





20 marzo 2019 | 22:32


OGGI CI SAREBBERO 50 FAMIGLIE UCCISE DAL DOLORE PER LA MORTE DEI LORO FIGLI.CHI DOVREMO RINGRAZIARE VOI SAPETE CHI VERO ?
 
[h=1]"Precedenti per abusi sessuali su minori". Chi è l'attentatore senegalese[/h] [h=2][/h]
Ousseynou Sy dirotta il mezzo, su cui viaggiano 51 bambini, e gli dà fuoco urlando "Lo faccio per i migranti". Aveva precedenti per guida in stato di ebbrezza e violenza sessuale

Andrea Indini - Mer, 20/03/2019 - 17:31
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"Perché una persona con simili precedenti guidava un pullman per il trasporto di ragazzini?". Non appena la notizia è arrivata al Viminale, Matteo Salvini si è messo subito al lavoro per "vederci chiaro".
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      "Vendico i morti in mare". Poi incendia il bus
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      video
      Il terrore dei ragazzini
[h=1]Perché, quanto successo questa mattina sulla strada provinciale 415 che collega Pantigliate a San Donato Milanese, in provincia di Milano, ha dell'incredibile. Il conducente di un autobus delle autolinee padane, un senegalese con la cittadinanza italiana e una sfilza di precedenti per guida in stato di ebbrezza e violenza sessuale, ha dirottato il mezzo, sul quale viaggiavano 51 bambini e diversi insegnanti, e infine gli ha dato fuoco (guarda la gallery) minacciando di togliersi la vita.

"Lo faccio per i migranti, basta morti nel Mediterraneo". Sono riecheggiate queste parole quando Ousseynou Sy, dopo aver legato i giovani con alcune fascette da elettricista, ha iniziato a spargere del combustibile, molto probabilmente benzina, sui sedili e nel corridoio dell'autobus (guarda il video). "Le persone in Africa - ha urlato - muoiono per colpa di Di Maio e Salvini". Avrebbe dovuto riportare in classe gli studenti della scuola media Vailati di Crema, dopo essere stati in palestra, e invece ha impugnato un coltello e ha dirottato il mezzo puntando dritto verso l'aeroporto di Milano. "Andiamo a Linate - ha detto agli ostaggi - qui non scende più nessuno". E ancora: "Da qui non esce vivo nessuno". Le prime telefonate per lanciare l'allarme sono arrivate dai passeggeri che hanno contatto il numero unico 112. "Aiuto - ha urlato uno dei ragazzini - dice che vuole dare fuoco a tutto". Questa telefonata ha consentito ai carabinieri di intervenire prontamente ed evitare una vera e propria strage.


"Aiuto! Scappa, scappa!". Il bus sperona i carabinieri: il terrore dei bambini
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L'operazione per fermare il sequestratore, che da almeno quindici anni lavora alla società Autoguidovie, è stata difficile e pericolosa. I militari hanno formato un posto di blocco che Ousseynou Sy ha sbalzato speronandolo con estrema violenza (guarda il video). Lo scuolabus ha, quindi, zigzagato in mezzo al traffico della provinciale trascinando per almeno un'ottantina di metri la macchina dei carabinieri. Lui, che ha avuto due figli dalla ex moglie italiana, non si è fatto alcun problema a mettere a rischio le vite della scolaresca. Probabilmente, una volta arrivato a Linate, li avrebbe sacrificati nel suo sanguinario piano di attaccare l'aeroporto. "Ho visto i ragazzini abbracciarsi tra loro e piangere, ho visto le fiamme alte e il fumo denso", racconta Franco Lucente, capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Lombardia, che si trovava a pochi metri dall'incendio propro mentre il 47enne aveva appiccato il fuoco nell'autobus. "Uno scenario apocalittico - continua - l'unico sollievo è che gli studenti siano tutti sani e salvi".


Milano, senegalese dà fuoco al bus
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Portato in caserma a San Donato, Ousseynou Sy è indagato per strage e sequestro di persona. Adesso che la tragedia è scampata, agli inquirenti e alla politica toccherà capire come sia possibile che uno scuolabus venisse affidato a uno con precedenti per violenza sessuale sui minori e guida in stato di ebrezza. Anche se i servizi segriti non hanno mai riscontrato tendenze eversive o legami con ambienti terroristici, la sua fedina penale avrebbe comunque dovuto accendere più di un campanello di allarme. "Il Comune di Crema si è schierato pubblicamente contro il decreto Sicurezza, ma la foga a favore dei clandestinigli ha fatto sfuggire i problemi reali", denunciano i sottosegretari all'Interno, Stefano Candiani e Nicola Molteni, chiedendo ora "un rigoroso accertamento delle responsabilità per un affidamento così gravemente superficiale".[/h]


SECONDO VOI CHI L'HA MESSO LI A GUIDARE IL BUS,SU,SU è FACILE
 
INTEGRAZIONE …………...…………...…….. SENNO' A DIRE DELLA SINISTRA E DELLA EX PRESIDENTE DELLA CAMERA SIGNORA BOLDRUCCI SIAMO RAZZISTI , INTEGRAZIONE .. A MOMENTI 51 BAMBINI VENIVANO SACRIFICATI PERCHE' TUTTI DEVONO SBARCARE IN ITALIA .. E VANNO IN TRASMISSIONE SU LA 7 I SOLITI COMUNISTI SINISTRA EURLANO E HANNO RAGIONE LORO QUESTO E VERO COMUNISMO

IERI SERA SU CANALE 5 STRISCIA LA NOTIZIA HANNO FATTO VEDERE IL CAPITANO DELLA NAVE MEDITERRANEO CHE GLI HANNO DATO IL TAPIRO IN UNA FASE DI UN CORTEO AD ALTA VOCE DICEVA AD UN SUO COLLEGA FAI VENIRE ""STI CAZZO DI IMMIGRATI IN AVANTI "".... MA COME LUI CHE HA FORZATO UN BLOCCO DELLA NOSTRA GUARDIA COSTIERA PER QUESTI CLANDESTINI POVERETTI E DOPO LI APOSTROFA IN QUEL MODO..

DOMANDA TUTTI QUESTI CHE STANNO IN GIRO CO LE BARCHE CHI LI PAGA!! DI COSA VIVONO , CHI PAGA IL CARBURANTE . DOMANDA DIFFICILE?? ESSENDO NON GOVERNATIVA ............................
 
"Devono fermarsi i morti nel Mediterraneo"

Ma questo senegalese quale TV a visto, è da quando ci sono Salvini e Di Maio che i morti nel Mediterraneo sono diminuiti.
 
Caso Diciotti, il presidente della Consulta Lattanzi: "Ricorso delle toghe possibile"


Se l'autorità giudiziaria dovesse ritenere che la decisione è ingiustificata, allora può sollevare un conflitto di attribuzione. Poi, ovviamente, si vedrà se è ammissibile o meno". Risponde così Giorgio Lattanzi, il presidente della Corte costituzionale, alla domanda su che cosa potrebbe accadere, in via generale, dopo un caso come quello del ministro Matteo Salvini in Senato. Il Parlamento
nega l'autorizzazione alle indagini chieste dal tribunale dei ministri di Catania
, perché ravvisa un interesse dello Stato sulla decisione presa dal titolare del Viminale sui migranti della nave Diciotti. Ma la strada della contrapposizione non è finita. Ci potrebbe essere un'ulteriore mossa dei giudici, come quella, appunto, di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. Che riaprirebbe i giochi sulla decisione presa e che Salvini festeggia come liberatoria.

Lattanzi, ex presidente della sesta sezione penale della Cassazione, alla Corte da otto anni, misura ogni parola. Non è certo sua intenzione interferire nelle scelte delle Camere. Ma, in via generale e prescindendo dal caso concreto, spiega che sì, quel conflitto, qualora i giudici volessero sollevarlo, sarebbe possibile. Ovviamente non è immaginabile quale sorte potrebbe poi avere di fronte alla Consulta.



SEMBRA IL COLMO DEI COLMI SE SI DOVREBBE ARRIVARE A QUESTE SITUAZIONI ………...
 

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