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Se fallisce una banca

Alien.

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Se fallisce una banca cosa succede ai nostri risparmi? Cosa fare subito

I fallimenti delle banche sono eventi rari ma possono avere gravi conseguenze per i risparmiatori. Ecco cosa succede e come difendersi

22 Marzo 2023 14:41
I fallimenti delle banche sono eventi rari ma possono avere gravi conseguenze per i risparmiatori, come insegna il caso della Silicon Valley Bank che ha messo in allarme i risparmiatori (la domanda ora è: si sapeva già tutto da un anno?). Ma come proteggere i nostri risparmi e scegliere una banca sicura e quali sono i diritti e le tutele dei clienti?
Anche le banche, come le imprese, possono fallire. Come mostrano le notizie provenienti dagli Stati Uniti proprio in questi giorni, con quello clamoroso della Silicon Valley Bank, il rischio di fallimento di una banca anche di notevoli dimensioni non è mai una possibilità solo teorica. Meglio sapere per tempo dunque come muoversi se le cose dovessero mettersi male.
Quando questo succede, il curatore fallimentare ha il compito di vendere i beni della banca e ripagare i creditori secondo un ordine di priorità stabilito dalla legge. La brutta notizia è che il curatore può attingere anche ai conti correnti dei clienti per pagare i debiti della banca. È importante conoscere quindi le misure di salvaguardia finanziaria a disposizione per proteggere i propri soldi.

Come funziona il Fondo di tutela dei depositi

Tra queste misure c’è il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), che in Italia si estende ai depositi a risparmio liberi o vincolati (conti di deposito), ai certificati di deposito e agli assegni circolari. In caso di fallimento di una banca in Italia, i depositanti hanno diritto a ricevere indietro il loro capitale fino a un limite massimo garantito dal Fitd, pari a 100.000 euro per ciascun cliente e per ciascuna banca e 200.000 euro nel caso di conti cointestati.
Gli importi eccedenti questo limite non sono coperti e non vengono quindi rimborsati direttamente dal Fondo. In caso di fallimento, quindi, i clienti con conti correnti superiori ai 100.000 euro potrebbero subire delle perdite.
Il Fitd ha quindi lo scopo di proteggere i risparmiatori in caso di fallimenti delle banche, procedendo direttamente al rimborso entro 7 giorni lavorativi dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta della banca.
È utile precisare però che, dato l’obbligo di pagamento dei debiti da parte della banca, i clienti possono subire una perdita del proprio denaro o una temporanea indisponibilità dei fondi mentre si attende la liquidazione della banca e l’attivazione del fondo di garanzia.

Diversificare gli investimenti per evitare di perdere tutto

In un periodo di incertezza economica e finanziaria come quello che stiamo vivendo, molti si chiedono come proteggere i propri risparmi da possibili crisi bancarie. Non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma tutti quanti possiamo adottare diverse strategie.
Innanzitutto, è importante cercare di diversificare i nostri investimenti, così da non concentrare tutti i propri risparmi in una sola banca.
Fatto questo, bisogna verificare la solidità finanziaria dell’istituto presso cui si ha aperto un conto, oltre a tenere sotto controllo il saldo dei propri conti e restare sempre informati sulle eventuali novità normative o giurisprudenziali in materia di tutela dei risparmiatori.
Le banche italiane ed europee più solide

Opzioni per investire denaro

Per ridurre l’esposizione a eventuali perdite o fallimenti di una singola banca o società, esistono diverse opzioni per investire denaro. Possono essere ad esempio:
  • i titoli di Stato, sia italiani che esteri
  • azioni, sia di grandi che di piccole imprese
  • fondi comuni armonizzati e specializzati
  • obbligazioni, corporate e sovranazionali
  • fondi pensione individuali o collettivi
  • i conti deposito, sia vincolati che liberi
  • i buoni postali, fruttiferi e indicizzati.
Sempre per evitare di avere denaro su solo un conto, potrebbe essere utile investire anche in beni rifugio. Si tratta di beni materiali o immateriali che mantengono o aumentano il loro valore anche in periodi di crisi o turbolenza economica. Tra questi ci sono l’oro, l’argento, il platino, i diamanti, le opere d’arte, gli immobili e molti altri.
Conviene comprare oro adesso, o meglio aspettare?
Se fallisce una banca cosa succede ai nostri risparmi? Cosa fare subito

Fonte: 123RFSoldi
Tag: Banche Economia italiana
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SI DICE :

, i depositanti hanno diritto a ricevere indietro il loro capitale fino a un limite massimo garantito dal Fitd, pari a 100.000 euro per ciascun cliente e per ciascuna banca e 200.000 euro nel caso di conti cointestati.

Ma non sarà mai ,ma se vinci un milione di € la banca ti garantisce solo 100 mila € e gli altri te li mangia ?


 
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Motori termici, l’Europa conferma lo stop: l’Italia si astiene

È arrivato il giorno del voto tanto atteso al nuovo regolamento: vediamo che cosa è stato deciso in Europa per lo stop ai motori termici dal 2035

28 Marzo 2023 14:57https://motori.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/wp-content/uploads/sites/4/2021/11/Laura-Raso.jpg?w=60&h=60&crop=1

Laura Raso​


AUTOMOTIVE SPECIALIST​





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Fonte: iStockStop motori termici in Europa dal 2035: il voto
Come abbiamo visto nelle ultime settimane, la decisione di eliminare le auto con motore termico a partire dal 2035 in tutta Europa non è stata per niente facile. Il voto era stato rimandato a data da destinarsi, e oggi finalmente è arrivato il giorno.
Indice

  • Stop motori termici dal 2035: il voto
  • Che cosa chiede l’Italia
  • Sì agli e-fuel, biocarburanti non ammessi
  • Il nuovo regolamento approvato

Stop motori termici dal 2035: il voto

Il Consiglio dei Ministri dei Paesi membri ha ratificato l’accordo che prevede lo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035. Per l’Italia però la trattativa non è andata a buon fine, il nostro Paese infatti ha deciso di astenersi, come anche la Bulgaria e la Romania, che non si dichiarano soddisfatte del risultato raggiunto; non piace quindi il testo finale approvato.
C’è stato un unico voto contrario: la Polonia non sente ragioni.(CAPITO COME SI FA? BASTA DIRE DI NO MA L'ITALIA E SERVA)) E invece la Germania, che aveva chiesto la deroga per gli e-fuel, cos’ha deciso? Dopo aver raggiunto l’intesa con la Commissione Europea lo scorso fine settimana, che infatti ha deciso che in futuro darà la possibilità di utilizzare i motori termici alimentati con e-fuel, ha votato a favore.

Tornando all’Italia, il Ministro Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato: “Ci adopereremo, nell’ambito delle procedure di approvazione degli atti legislativi indicati dalla Commissione Europea, a far considerare anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2. Consideriamo che la previsione nella dichiarazione della Commissione dei soli carburanti sintetici rappresenti un’interpretazione troppo restrittiva”.
Il nuovo testo prevede quindi la possibilità di immatricolare veicoli con motore a combustione anche dopo il 2035, esclusivamente se alimentati da carburanti sintetici. Nulla di fatto invece per i biocarburanti, richiesti dal nostro Paese. In ogni caso, lo stop ai motori endotermici per le auto e i furgoni nuovi dal 2035 è stato ufficialmente approvato.

Che cosa chiede l’Italia

Il Ministro Pichetti Fratin spiega: “L’Italia prende nota della dichiarazione scritta della Commissione sul Considerando 11 del nuovo Regolamento sulle emissioni delle automobili e dei furgoni. Il riconoscimento da parte della Commissione che tali veicoli potranno ancora essere prodotti e che quindi contribuiranno anch’essi al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dal Regolamento è uno sviluppo positivo. Prendiamo atto dell’impegno della Commissione ad attuare il Considerando 11”.
E sottolinea: “Da un lato apprezziamo dunque la scelta di riconsiderare i motori endotermici indispensabili per la sostenibilità economica e sociale di molti Paesi dell’Unione, dall’altro, consideriamo che la previsione nella dichiarazione della Commissione dei soli carburanti sintetici rappresenti un’interpretazione troppo restrittiva, che non permette ancora una piena attuazione del principio di neutralità tecnologica per il quale l’Italia si è sempre battuta”.
Il portavoce capo della Commissione UE Eric Mamer ha spiegato: “La Commissione Europea ha dato tutte le risposte che poteva dare sulla questione dei carburanti sintetici e dei biocarburanti”.

Sì agli e-fuel, biocarburanti non ammessi

Gli e-fuel erano già previsti nel Considerando 11 del regolamento. Invece i biocarburanti non rientrano nel provvedimento perché nono sono ritenuti neutri al 100% in termini di emissioni di CO2. La Commissione Europea – per questo motivo – non ha considerato minimamente la richiesta dell’Italia.
Sappiamo però che il nostro Paese farà di tutto per riuscire a far accettare anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2, lo ha sottolineato Pichetto Fratin.

Il nuovo regolamento approvato

A seguito del voto di oggi, dal 1° gennaio 2035 le nuove auto vendute dovranno essere a zero emissioni, quindi elettriche o alimentate con carburanti sintetici, come previsto dall’accordo. Saranno i nuovi veicoli a essere soggetti a queste regole, non i mezzi già in circolazione, che potranno essere guidati ancora.
Come già era stato anticipato lo scorso anno, il regolamento prevede una deroga per i costruttori che producono vetture di lusso, con volumi limitati (tra 1.000 e 10.000 auto o tra 1.000 e 22.000 furgoni all’anno), come Ferrari o Lamborghini: Case che avranno un anno in più di tempo per adeguarsi al nuovo regolamento.
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Evadono le tasse per 20 anni (IL GOVERNO DORME?)con società pilotate in Lombardia: 22 persone arrestate dalla Guardia di Finanza

Fra Milano e Cina un'evasione fiscale lunga oltre vent'anni portata avanti tramite false fatturazioni e società aperte e chiuse per sviare le indagini

Pubblicato il: 28-03-2023 12:06
https://wips.plug.it/cips/notizie.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/cms/2022/09/mauro.jpg?w=60&h=60&a=c

Mauro Di Gregorio​


GIORNALISTA PROFESSIONISTA​



Fisco: il 54,2% degli evasori sono 'partite Iva'

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Avrebbero evaso le tasse per oltre 20 anni tramite un rodato meccanismo basato su fatture false, cooperative costituite ad hoc e soldi che uscivano dall’Italia e rientravano transitando per la Cina. Dopo le indagini della Guardia di Finanza di Milano sono state emesse 22 ordinanze di custodia cautelare, 10 in carcere e 12 ai domiciliari.

  • Fatture false ed evasione fiscale
  • Il ruolo dei cinesi nella presunta truffa
  • Intercettazioni alla base dell'inchiesta

Fatture false ed evasione fiscale

Secondo le accuse, il meccanismo consisteva nel creare nuove società attive nel settore della logistica e del facchinaggio, tenerle in funzione per alcuni anni per poi svuotarle e pilotarle verso il fallimento così da sostituirle con nuove società.
Così sarebbero stati chiusi e aperti per anni consorzi e cooperative. La liquidità sarebbe stata garantita da operazioni inesistenti nella realtà, ma certificate da fatture false.
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Una finta società interinale, con sede a Olbia, ha evaso oltre 3 milioni di euro, sgravandoli dagli oneri fiscali di tre aziende con sede nel Veneto

Il tutto a danno dell’Erario, di imprese concorrenti che si trovavano a subire concorrenza sleale e dei lavoratori.
Questo meccanismo sarebbe stato studiato per ostacolare le indagini per frode che nel frattempo gli inquirenti avevano disposto.

Il ruolo dei cinesi nella presunta truffa

Come riporta ‘Il Giorno’, una parte consistente dei profitti di tale meccanismo sarebbe stata prima girata in Cina con fatture false grazie all’intermediazione di complici cinesi, che poi avrebbero rigirato i fondi verso l’Italia.

https://wips.plug.it/cips/notizie.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/cms/2023/03/machina-della-guardia-di-finanza.jpegFonte foto: ANSA

Nell’indagine risulterebbero indagati anche 15 cinesi, alcuni dei quali sono finiti agli arresti.
I contratti di lavoro appaltati dai committenti a queste società sarebbe stati affidati a imprese consorziate o collegate. Tutte le imprese sarebbero state intestate a dei prestanome.
Sono quasi 300 i milioni di euro al momento sequestrati dai finanzieri, mentre continuano le perquisizioni.
E sono quasi 130 i capi d’imputazione ipotizzati nell’ambito dell’inchiesta. I reati al vaglio della magistratura sono associazione per delinquere, bancarotta ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Intercettazioni alla base dell’inchiesta

Vitali per delineare i contorni dell’inchiesta le intercettazioni effettuate tramite i trojan, virus informatici inseriti dagli inquirenti nei cellulari degli indagati. Tramite i trojan gli smartphone si sono trasformati in vere e proprie microspie.
L’ordinanza è stata firmata dal gip Luca Milani. L’inchiesta è stata coordinata dai pm Grazia Colacicco e Pasquale Addesso e Roberto Fontana (ora membro del Csm).

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Motori termici, l’Europa conferma lo stop: l’Italia si astiene

È arrivato il giorno del voto tanto atteso al nuovo regolamento: vediamo che cosa è stato deciso in Europa per lo stop ai motori termici dal 2035

28 Marzo 2023 14:57Foto di Laura Raso

Laura Raso


AUTOMOTIVE SPECIALIST​





Motori termici, l’Europa conferma lo stop: l’Italia si astiene

Fonte: iStockStop motori termici in Europa dal 2035: il voto
Come abbiamo visto nelle ultime settimane, la decisione di eliminare le auto con motore termico a partire dal 2035 in tutta Europa non è stata per niente facile. Il voto era stato rimandato a data da destinarsi, e oggi finalmente è arrivato il giorno.
Indice

Stop motori termici dal 2035: il voto

Il Consiglio dei Ministri dei Paesi membri ha ratificato l’accordo che prevede lo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035. Per l’Italia però la trattativa non è andata a buon fine, il nostro Paese infatti ha deciso di astenersi, come anche la Bulgaria e la Romania, che non si dichiarano soddisfatte del risultato raggiunto; non piace quindi il testo finale approvato.
C’è stato un unico voto contrario: la Polonia non sente ragioni.(CAPITO COME SI FA? BASTA DIRE DI NO MA L'ITALIA E SERVA)) E invece la Germania, che aveva chiesto la deroga per gli e-fuel, cos’ha deciso? Dopo aver raggiunto l’intesa con la Commissione Europea lo scorso fine settimana, che infatti ha deciso che in futuro darà la possibilità di utilizzare i motori termici alimentati con e-fuel, ha votato a favore.

Tornando all’Italia, il Ministro Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato: “Ci adopereremo, nell’ambito delle procedure di approvazione degli atti legislativi indicati dalla Commissione Europea, a far considerare anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2. Consideriamo che la previsione nella dichiarazione della Commissione dei soli carburanti sintetici rappresenti un’interpretazione troppo restrittiva”.
Il nuovo testo prevede quindi la possibilità di immatricolare veicoli con motore a combustione anche dopo il 2035, esclusivamente se alimentati da carburanti sintetici. Nulla di fatto invece per i biocarburanti, richiesti dal nostro Paese. In ogni caso, lo stop ai motori endotermici per le auto e i furgoni nuovi dal 2035 è stato ufficialmente approvato.

Che cosa chiede l’Italia

Il Ministro Pichetti Fratin spiega: “L’Italia prende nota della dichiarazione scritta della Commissione sul Considerando 11 del nuovo Regolamento sulle emissioni delle automobili e dei furgoni. Il riconoscimento da parte della Commissione che tali veicoli potranno ancora essere prodotti e che quindi contribuiranno anch’essi al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dal Regolamento è uno sviluppo positivo. Prendiamo atto dell’impegno della Commissione ad attuare il Considerando 11”.
E sottolinea: “Da un lato apprezziamo dunque la scelta di riconsiderare i motori endotermici indispensabili per la sostenibilità economica e sociale di molti Paesi dell’Unione, dall’altro, consideriamo che la previsione nella dichiarazione della Commissione dei soli carburanti sintetici rappresenti un’interpretazione troppo restrittiva, che non permette ancora una piena attuazione del principio di neutralità tecnologica per il quale l’Italia si è sempre battuta”.
Il portavoce capo della Commissione UE Eric Mamer ha spiegato: “La Commissione Europea ha dato tutte le risposte che poteva dare sulla questione dei carburanti sintetici e dei biocarburanti”.

Sì agli e-fuel, biocarburanti non ammessi

Gli e-fuel erano già previsti nel Considerando 11 del regolamento. Invece i biocarburanti non rientrano nel provvedimento perché nono sono ritenuti neutri al 100% in termini di emissioni di CO2. La Commissione Europea – per questo motivo – non ha considerato minimamente la richiesta dell’Italia.
Sappiamo però che il nostro Paese farà di tutto per riuscire a far accettare anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2, lo ha sottolineato Pichetto Fratin.

Il nuovo regolamento approvato

A seguito del voto di oggi, dal 1° gennaio 2035 le nuove auto vendute dovranno essere a zero emissioni, quindi elettriche o alimentate con carburanti sintetici, come previsto dall’accordo. Saranno i nuovi veicoli a essere soggetti a queste regole, non i mezzi già in circolazione, che potranno essere guidati ancora.
Come già era stato anticipato lo scorso anno, il regolamento prevede una deroga per i costruttori che producono vetture di lusso, con volumi limitati (tra 1.000 e 10.000 auto o tra 1.000 e 22.000 furgoni all’anno), come Ferrari o Lamborghini: Case che avranno un anno in più di tempo per adeguarsi al nuovo regolamento.
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