Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. . Dovresti aggiornarlo oppure usare usarne uno alternativo, moderno e sicuro.
sequestrate tonnellate di pezzi di ricambio per auto
MONDO Carichi pericolosi Russia, sequestrate tonnellate di pezzi di ricambio per auto radioattivi provenienti dal Giappone La scoperta alla dogana di Vladivostok Tweet 31 gennaio 2017 Nell’Estremo Oriente russo, a Vladivostok, i doganieri hanno sequestrato 1,5 tonnellate di pezzi di ricambio per l’auto radioattivi che emanavano un altissimo livello di radiazioni. Il carico era stivato in una nave proveniente dal Giappone. La perizia ha stabilito che la causa dell'elevato livello di radioattività era dovuta alla presenza di particelle beta-attive. Secondo la valutazione dei periti, il livello era tale da poter provocare agli esseri umani ustioni da raggi e malattia da radiazione. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/art...1ab03f1e9.html
Nucleare. Auto giapponesi radioattive. Questa energia non conviene mai
[IMG2=JSON]{"alt":"Scarica e stampa il PDF","data-align":"none","data-size":"full","title":"Scarica e stampa il PDF","src":"https:\/\/www.aduc.it\/generale\/img\/pdf.png"}[/IMG2]
Nel porto di Vladivostok sono state sequestrate 49 auto usate provenienti dal Giappone: l'autorità doganale russa ha dichiarato che la radioattività rilevata superava di sei volte il livello normale; su alcuni veicoli c'erano tracce di Cesio-127 e Uranio-238.
Le auto sono arrivate una decina di giorni fa a Vladivostok, nel cui porto vengono scaricate circa 300 auto usate al giorno, provenienti soprattutto dal Giappone. Poiché l'ente locale di tutela dei consumatori non ha ancora deciso cosa fare dei veicoli sequestrati, le autorità portuali temono che presto non ci sarà più posto per tenere altre auto radioattive in arrivo.
Intanto, Stati Uniti e Corea del Sud hanno ulteriormente ridotto le importazioni di generi alimentari dal Giappone; numerose prefetture nipponiche non possono dunque più inviare alimenti nei due Paesi.
Si ripropone il tema della pervasivita' dell'inquinamento da sostanze radioattive che, nonostante le smentite, invade luoghi, alimenti e strutture al di la' di quanto si possa immaginare. Il nucleare non e' una tecnologia come tutte le altre. Il rapporto costi/benefici e' a tutto discapito dei benefici. Il nucleare serve a produrre energia elettrica e il maggior consumo di petrolio viene dal settore dei trasporti. Non ci risulta che auto, aerei e navi vanno ad energia elettrica. Cade, quindi, la motivazione dell'utilizzo del nucleare per diminuire l'importazione di petrolio. L'uranio, combustibile per le centrali, e' anch'esso una fonte esauribile, come il petrolio, tanto vale puntare sulle energie rinnovabili. Quindi a che pro scegliere il nucleare se non per far fare affari ai costruttori di centrali?
ABRUZZO >
Mercoledì 11 Ottobre 2017 di Stefano Dascoli
[h=1]Gran Sasso, il giallo dell'esperimento radioattivo[/h]
[IMG2=JSON]{"data-align":"none","data-size":"full","src":"https:\/\/www.ilmessaggero.it\/photos\/MED\/49\/61\/3294961_1106_labora.jpg"}[/IMG2]Ci vorranno almeno sei mesi prima che, eventualmente, nel laboratorio sotterraneo di fisica nucleare del Gran Sasso (L'Aquila) arriverà una potente sorgente radioattiva proveniente da un combustibile di un reattore russo. Lo assicura il direttore dei laboratori, il professor Stefano Ragazzi, alla luce dell’allarme – con annesso esposto alla Procura – lanciato dalla Soa Onlus, la stazione ornitologica abruzzese che fa parte del cartello dei movimenti a difesa dell’acqua. Al momento, come spiega Ragazzi, si è nella fase di preparazione dell’esperimento Sox, una ricerca sui neutrini parallela a quella che si sta preparando negli Stati Uniti; nei programmi la sorgente radioattiva da 100/150 mila curie sarà incapsulata nel più grande contenitore di tungsteno mai prodotto, in Cina, da 19 centrimetri di spessore, per schermare le radiazioni gamma. L'attività radioattiva della sorgente è pari a circa un quarto del cesio 137 radioattivo emesso nell'oceano da Fukushima, come riporta il rapporto tecnico della Iaea sull'incidente. Il trasporto della sorgente prodotta a partire dal combustibile, avverrà dal sito nucleare di Mayak, tristemente nota per essere la città dove nel 1957 avvenne un grave incidente, attraverso la Francia in un contenitore fornito dalla Areva, colosso transalpino del nucleare. È tale la complessità dell'esperimento che nei prossimi giorni avverrà una prova del trasporto dalla Francia ai laboratori abruzzesi.
«Si tratta di prove di movimentazione – spiega Ragazzi – che facciamo in ottemperanza a una prescrizione dell’Ispra nell’ambito di un’autorizzazione ministeriale con parere favorevole dell’Ambiente, della Salute, dell’Interno, del Lavoro. Ispra nell’ambito di questa autorizzazione ci ha prescritto di fare i test in recipienti come se contenessero materiale radioattivo. Un “test in bianco”, però, ovvero senza materiale». Quanto al progetto “Sox”, Ragazzi sostiene che «può essere la fase successiva»: «In questo momento stiamo solo ottemperando a una prescrizione del processo autorizzativo finalizzata a questo esperimento. Ma non vuol dire che si faccia oggi o domani. Se arriverà, la sorgente arriverà dalla Francia, con una certificazione europea. E’ eventualmente un passo successivo, non è detto che si arrivi a questa fase. Dipenderà da tutta una serie di considerazione tra cui entreranno anche questi test». In ogni caso Ragazzi esclude che possano esserci rischi: «Ogni volta che si fa movimentazione di materiale radioattivo, indipendentemente dalle quantità, ci sono dei protocolli obbligatori che vengono messi in atto attraverso società e personali specializzati. Il rischio di contaminazione ambientale è escluso». Ragazzi dice che la sorgente «sarebbe eventualmente piccolissima, non stiamo parlando di materiale che si disperde e comunque, ripeto, in questo momento non stiamo ricevendo nulla». In ogni caso, dovendo stilare un cronoprogramma dell’operazione, il direttore sostiene che «ci vorrebbero almeno sei mesi» prima di un eventuale trasporto.
«Siamo fortemente preoccupati perché il Gran Sasso, che è parco nazionale e ad alto rischio sismico, è la fonte di acqua per 700.000 cittadini. Il decreto legislativo 152/2006 vieta di stoccare sostanze radioattive nelle vicinanze dei punti di captazione degli acquedotti di Teramo e L'Aquila che sono praticamente a contatto con i Laboratori, classificati già ora come Impianto a Rischio di Incidente Rilevante e oggetto nel passato, anche recente, di fuoriuscite di sostanze non radioattive ma tossiche come il trimetilbenzene», ha dichiarato Augusto De Sanctis, del Forum H2O.