Alien.
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[h=1][/h][h=2]Ci ammazzano di tasse
[/h] [h=3]Nel 2012 la pressione fiscale effettiva è arrivata a toccare il 55%. La Confcommercio: "È un record mondiale"
[/h][h=1]Fisco, la Confcommercio denuncia: "Peso reale al 55%"[/h] [h=2]Tra il 2000 e il 2012, mentre la pressione apparente media è scesa di nove decimi nell'Eurozona e di un punto nell'Ue27, l'Italia è tra gli unici Paesi europei "grandi" ad aver innalzato il prelievo: +3,4 punti percentuali. Anche a livello mondiale, dove prevale la tendenza alla riduzione, il Belpaese guida la classifica. Il primato italiano non solo penalizza i dipendenti, ma allontana gli investitori esteri ed espone a forti rischi gli imprenditori
[/h] Sergio Rame - Gio, 19/07/2012 - 10:22
Un peso sopra le nostre teste. Un cappio che mette in difficoltà i dipendente e gli imprenditori. Perché davanti al Fisco siamo tutti uguali: vessati come non mai. Secondo uno studio presentato oggi dalla Confcommercio, nel 2012 la pressione fiscale effettiva è arrivata a toccare il 55%. Una cifra assurda che l'Ufficio studi della Confcommercio bolla come un record mondiale - un record negativo, ovviamente.
Non solo. Il sommerso ha addirittura superato il 17% del prodotto interno lordo tanto che l'imposta evasa ammonterebbe a circa 154 miliardi di euro (il 55% di 280 miliardi di imponibile evaso).
Nel rapporto "Una nota sulle determinanti dell'economia sommersa", la Confcommercio spiega chiaramente che il valore della pressione fiscale effettiva "non solo è il più elevato della nostra storia economica recente, ma costituisce un record mondiale assoluto". L'Italia si posiziona infatti al top della classifica davanti alla Danimarca (48,6%), alla Francia (48,2%) e alla Svezia (48%). "Non solo l'Italia è al primo posto nel mondo - continua l'associazione dei commercianti - ma è difficile che in un futuro prossimo saremo scavalcati dagli altri Paesi". Il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella ha, infatti, spiegato che gli altri Paesi alle spalle dell'Italia non solo stanno riducendo la pressione fiscale, ma hanno un sommerso economico molto ridotto rispetto a noi. "Sotto il profilo aritmetico - si legge nel rapporto - il record mondiale dell'Italia nella pressione fiscale effettiva dipende più dall'elevato livello di sommerso economico che dall'elevato livello delle aliquote legali". Purtroppo, il sistema Italia si classifica ai vertici della classifica internazionale anche per la pressione fiscale apparente, quella data dal rapporto tra gettito e prodotto interno lordo: con il suo 45,2% il nostro Paese è al quinto posto sui 35 Stati presi in considerazione dalla Confcommercio, dietro appunto alla Danimarca (47,4%), alla Francia (46,3%), alla Svezia e al Belgio (entrambi 45,8%). "Il dato è il livello più alto del periodo per il quale si dispone di statistiche attendibili", precisa il rapporto spiegando che il balzo del 2012 "é dovuto alla strategia di restrizione fiscale che dovrebbe portare il nostro Paese al close to balance nel 2013". Tra il 2000 e il 2012, mentre la pressione apparente media è scesa di nove decimi nell'Eurozona e di un punto nell'Ue27, l'Italia è tra gli unici Paesi europei "grandi" ad aver innalzato il prelievo: +3,4 punti percentuali, insieme al Portogallo (+3 punti) e Francia (+0,4 punti). E anche nel mondo, dove prevale la tendenza alla riduzione, l'Italia guida la classifica, seguita dal Giappone (+2,9 punti).
[/h] [h=3]Nel 2012 la pressione fiscale effettiva è arrivata a toccare il 55%. La Confcommercio: "È un record mondiale"
[/h][h=1]Fisco, la Confcommercio denuncia: "Peso reale al 55%"[/h] [h=2]Tra il 2000 e il 2012, mentre la pressione apparente media è scesa di nove decimi nell'Eurozona e di un punto nell'Ue27, l'Italia è tra gli unici Paesi europei "grandi" ad aver innalzato il prelievo: +3,4 punti percentuali. Anche a livello mondiale, dove prevale la tendenza alla riduzione, il Belpaese guida la classifica. Il primato italiano non solo penalizza i dipendenti, ma allontana gli investitori esteri ed espone a forti rischi gli imprenditori
[/h] Sergio Rame - Gio, 19/07/2012 - 10:22
Un peso sopra le nostre teste. Un cappio che mette in difficoltà i dipendente e gli imprenditori. Perché davanti al Fisco siamo tutti uguali: vessati come non mai. Secondo uno studio presentato oggi dalla Confcommercio, nel 2012 la pressione fiscale effettiva è arrivata a toccare il 55%. Una cifra assurda che l'Ufficio studi della Confcommercio bolla come un record mondiale - un record negativo, ovviamente.

Non solo. Il sommerso ha addirittura superato il 17% del prodotto interno lordo tanto che l'imposta evasa ammonterebbe a circa 154 miliardi di euro (il 55% di 280 miliardi di imponibile evaso).
Nel rapporto "Una nota sulle determinanti dell'economia sommersa", la Confcommercio spiega chiaramente che il valore della pressione fiscale effettiva "non solo è il più elevato della nostra storia economica recente, ma costituisce un record mondiale assoluto". L'Italia si posiziona infatti al top della classifica davanti alla Danimarca (48,6%), alla Francia (48,2%) e alla Svezia (48%). "Non solo l'Italia è al primo posto nel mondo - continua l'associazione dei commercianti - ma è difficile che in un futuro prossimo saremo scavalcati dagli altri Paesi". Il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella ha, infatti, spiegato che gli altri Paesi alle spalle dell'Italia non solo stanno riducendo la pressione fiscale, ma hanno un sommerso economico molto ridotto rispetto a noi. "Sotto il profilo aritmetico - si legge nel rapporto - il record mondiale dell'Italia nella pressione fiscale effettiva dipende più dall'elevato livello di sommerso economico che dall'elevato livello delle aliquote legali". Purtroppo, il sistema Italia si classifica ai vertici della classifica internazionale anche per la pressione fiscale apparente, quella data dal rapporto tra gettito e prodotto interno lordo: con il suo 45,2% il nostro Paese è al quinto posto sui 35 Stati presi in considerazione dalla Confcommercio, dietro appunto alla Danimarca (47,4%), alla Francia (46,3%), alla Svezia e al Belgio (entrambi 45,8%). "Il dato è il livello più alto del periodo per il quale si dispone di statistiche attendibili", precisa il rapporto spiegando che il balzo del 2012 "é dovuto alla strategia di restrizione fiscale che dovrebbe portare il nostro Paese al close to balance nel 2013". Tra il 2000 e il 2012, mentre la pressione apparente media è scesa di nove decimi nell'Eurozona e di un punto nell'Ue27, l'Italia è tra gli unici Paesi europei "grandi" ad aver innalzato il prelievo: +3,4 punti percentuali, insieme al Portogallo (+3 punti) e Francia (+0,4 punti). E anche nel mondo, dove prevale la tendenza alla riduzione, l'Italia guida la classifica, seguita dal Giappone (+2,9 punti).