<center>Questo testo fu scritto nel novembre del 1975, all’indomani della vergognosa mozione ONU che assimilava il sionismo al razzismo. L’autore lo diffuse, l’11 novembre 1975, dai microfoni dell’emittente Europe 1, e, nell’aprile 1976, alla televisione francese. La versione italiana, che viene qui riprodotta, è opera dello stesso autore.
Herbert Pagani, ebreo originario di Libia, nacque nel 1944 e trascorse la sua infanzia in costante movimento tra diversi paesi, Germania, Svizzera, Italia, Francia. Per orientarsi
in questa babele di lingue, scelse il disegno come prima principale forma di comunicazione. E in questo campo ottenne i primi riconoscimenti internazionali. Nel 1964 iniziò la sua collaborazione con il Club des Amis du Livre, illustrando le opere di autori di fama e affermandosi come il più giovane esponente della corrente detta Réalisme fantastique. Sue sono le copertine, per la Rizzoli, della Fantarca di Giuseppe Berto e, per Einaudi, delle Cosmicomiche di Calvino.
Dal 1966, decise di impegnarsi costantemente e contemporaneamente in tutte le discipline della comunicazione - prosa, poesia scritta e cantata, animazione radiofonica, scenografia teatrale, tecniche video e creazione pubblicitaria - da lui considerate comunicanti tra di loro.
Dopo il debutto in Italia, con un album che gli valse il Premio della Critica, tornò in Francia, sua seconda patria. Un primo viaggio in Israele non ebbe per lui solo il senso del riappropriarsi delle sue radici, ma l’immersione totale nelle problematiche mediorientali. Da questo momento uno degli scopi della sua vita sarà la pace tra israeliani e palestinesi.
Per questo, quando nel 1975, l’ONU approvò la vergognosa risoluzione che equiparava il sionismo al razzismo, uscì allo scoperto, e, con una serie di conferenze, di editoriali, di spettacoli, denunciò l’antisemitismo rinato sotto la veste dell’antisionismo e mise in guardia la sinistra, nelle cui file militava, dalla mistificazione in cui si era ritrovata.
Il suo incessante attivismo a favore di Israele, che non si interromperà fino alla morte prematura, si accompagnò all’impegno ecologista, alla lotta per la salvaguardia di Venezia, Nel 1987 venne nominato direttore artistico del Centre Mondial de l’Héritage Culturel du Judaisme Nord Africain, museo e centro culturale nel cuore di Gerusalemme.
Herbert Pagani è morto nel 1988.
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Di passaggio a Fiumicino sento due turisti dire, sfogliando un giornale: "Fra guerre e attentati non si parla che di ebrei, che scocciatori…" È vero, siamo dei rompiscatole, sono secoli che rompiamo le balle all’universo. Che volete. Fa parte della nostra natura.
Ha cominciato Abramo col suo Dio unico, poi Mosè con le Tavole della Legge, poi Gesù con l’altra guancia sempre pronta per la seconda sberla, poi Freud, Marx, Einstein, tutti esseri imbarazzanti, rivoluzionari, nemici dell’ordine. Perché? Perché l’ordine, quale che fosse il secolo, non poteva soddisfarli, visto che era un ordine dal quale erano regolarmente esclusi; rimettere in discussione, cambiare il mondo per cambiare destino, questo è stato il destino dei miei antenati; per questo sono sempre stati odiati da tutti i paladini dell’ordine prestabilito. L’antisemita di destra rimprovera agli ebrei di aver fatto la rivoluzione bolscevica. È vero. C’erano molti ebrei nel 1917. L’antisemita di sinistra rimprovera agli ebrei di essere i proprietari di Manhattan, i gestori del capitalismo… È vero ci sono molti capitalisti ebrei.
La ragione è semplice: la cultura, la religione, l’idea rivoluzionaria da una parte, i portafogli e le banche dall’altra sono stati gli unici valori mobili, le sole patrie possibili per quelli che non avevano una patria.
Ora che una patria esiste, l’antisemitismo rinasce dalle sue ceneri, o meglio, scusate, dalle nostre, e si chiama antisionismo. Prima si applicava agli individui, adesso viene applicato a una nazione. Israele è un ghetto, Gerusalemme è Varsavia. Chi ci assedia non sono più i tedeschi ma gli arabi e se la loro mezzaluna si è talv