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[h=1]De Magistris porta i profughi allo stadio. La rete insorge: “Portaci i ragazzi italiani delle periferie[/h]
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Non è stato un sabato qualunque, per Luigi De Magistris. Il “sindaco di strada” ha imboccato quella che porta direttamente allo stadio San Paolo insieme a un piccolo gruppo di migranti ospitati nelle strutture di accoglienza napoletane. E s’è improvvisato pure cronista sportivo rivelando a Napoli che il centravanti Arek Milik la ama.
Sui suoi profili social, De Magistris ha pubblicato la “sua” partita a due facce. Quella dell’accoglienza e quella dell’amore alla “maglia” del Napoli. Sul profilo istituzionale, derogando alla proverbiale verbosità che accompagna i suoi post, il sindaco ha pubblicato undici foto accompagnate da una stringata didascalia: “E’ mancata solo la vittoria sul campo ma sugli spalti con i ragazzi migranti che ospitiamo a Marechiaro è stata la vittoria dell’accoglienza, dell’amore e della gioia. Un esempio di integrazione e di solidarietà. Forza e grazie Napoli”.
Il post “pallonaro” ha diviso gli internauti e neii commenti, insieme a chi ne sostiene l’iniziativa e lo invita ad andare avanti spuntano decine di critiche a De Magistris. Un fronte della critica compatto tra chi lo invita a regalare i biglietti ai ragazzini delle periferie urbane e chi lo strattona a “uscire” dal salotto buono della città per risolvere le annose problematiche dei quartieri ombra, dei sobborghi napoletani tenendo così fede alla sua stessa scelta di farsi identificare come “sindaco di strada”.
Alla partita, però, De Magistris è stato vicino anche allo sfortunato attaccante polacco Arek Milik, costretto a osservare dalla tribuna il gol di Hamsik e la papera del portiere Pepe Reina che ha dato il pareggio alla Lazio. Sul profilo “fan”, il sindaco – pubblicando tre foto con il calciatore – si improvvisa cronista sportivo: “Ieri sugli spalti insieme a Milik. É impressionate come sia riuscito, in così poco tempo, ad entrare nel cuore dei napoletani. Un amore che mi ha confessato essere corrisposto. Sta recuperando velocemente e non vede l’ora di tornare in campo”.
Sullo sfondo di quest’ultima foto, l’ombra “inquietante” di Aurelio de Laurentiis. L’arcinemico che s’è già schierato addirittura per il Sì al Referendum di Renzi.
 

Alien.

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[h=1]Beffa ai poliziotti grazie al PD. Agente ferito deve pagarsi il ticket: per i clandestini tutto gratis[/h]
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FIRENZE – Arriva la beffa per l’agente di polizia ferito durante i tafferugli alla Leopolda: deve pagarsi il ticket per i controlli al pronto soccorso. Dopo gli scontri di Firenze, arriva la beffa per il poliziotto ferito durante i tafferugli alla Leopolda. (I clandestini sono più tutelati degli agenti, per loro cure mediche gratis (ndr.)
L’agente infatti dopo essersi recato in ospedale per farsi controllare un braccio dolorante è stato costretto a pagare un ticket da 10 euro. L’episodio, come racconta ilGiorno è avvenuto all’ospedale Santa Maria Nuova. Di fatto il polziotto ha pagato il ticket per una radiografia al braccio dopo avre subito alcuni colpio mentre teneva in mano lo scudo per parare l’assalto dei manifestanti.
E a prevedere il pagamento è una norma del 2012 della Regione Toscana che obbliga il paziente al pagamento di 10 euro per la diagnostica per immagini e lo esonera nel caso in cui segua un ricorvero all’accesso in pronto soccorso. E il sindacato di polizia, il Siulp di Bologna dopo aver segnalato quanto accaduto fa sentire la sua voce:
“È sconcertante doversi trovare anche a pagare dopo una giornata di guerriglia urbana, dove i colleghi sono stati oggetto di lanci di pietre, bombe carta e sbarre metalliche – commenta il segretario del Siulp Bologna, Amedeo Landino –. Una giornata passata a parare ogni tipo di colpo, al servizio della collettività”. Il punto, per il sindacato, “non è il costo, cioè i 10 euro – continua Landino –, ma la ricaduta in termini di motivazione sugli agenti”. Agenti sempre più “costretti a ricorrere a polizze assicurative private perché, come denunciamo da tempo, la tutela sanitaria in polizia presenta pesanti lacune”.


Il Giornale
 

Alien.

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[h=1]Udine, stanziati 400mila euro per dare lavoro ai profughi: alla faccia dei disoccupati friulani al 9%[/h]
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UDINE – Serracchiani stanzia 400 mila euro per insegnare l’italiano e per dare lavoro ai clandestini, alla faccia dei disoccupati friulani che sfiorano il 10%, (Dati qui). Il PD razzista contro il popolo italiano non nasconde più la volontà di sostituire i lavoratori italiani con manovalanza africana a basso costo, in perfetta sintonia con il piano Kalergi.
Dalla Regione arrivano 400 mila euro per finanziare i “progetti locali per richiedenti asilo e rifugiati”. E il Comune di Udine ha predisposto un piano per impegnare più di 250 migranti in lavori di pubblica utilità da gennaio a giugno del prossimo anno insegnando loro anche le nozioni base dell’italiano.
L’obiettivo è quello di trasformare l’accoglienza in un’opportunità seguendo le orme di altri Comuni che già avevano coinvolto gli stranieri accolti in piccoli lavori a beneficio della collettività.
Il primo a portare avanti la sperimentazione è stato Nimis, poi Palmanova che ha coinvolto anche Bagnaria Arsa, Torviscosa e poi Ruda e Campolongo Tapogliano.
I 47 richiedenti asilo ospitati nella città stellata hanno fatto attività di volontariato in tutti i cinque comuni (la pulizia dei bastioni a Palmanova, la sistemazione di una trincea a Tapogliano, lavori all’ex caserma Iesi di Ruda).
Un’operazione che ha avuto successo al punto da diventare un modello di riferimento. Perché dove i profughi hanno avuto l’opportunità di “rendersi utili” ricambiando in qualche modo la comunità per l’ospitalità, si sono ridotte al minimo le tensioni favorendo di fatto un’integrazione seppur temporanea.

La maggior parte dei richiedenti asilo infatti quando conclude l’iter burocratico poi lascia il Friuli per andare in cerca di fortuna all’estero o in una grande città. Ed è per questo che in molti criticano la spesa per i lavori ritenendo assurdo investire denaro pubblico per “formare” persone che poi se ne vanno.
Ma è altrettanto vero che in tasca dei profughi non finisce nemmeno un euro. I soldi vanno a insegnanti e mediatori mentre la collettività beneficia degli interventi.
A elaborare i progetti per il Comune di Udine è stata l’assessore all’Inclusione sociale e ai Diritti, Antonella Nonino insieme a un gruppo di lavoro creato ad hoc dal partito democratico che ha cercato di individuare dei percorsi «finalizzati a rendere i richiedenti asilo dei protagonisti attivi e non dei beneficiari passivi. Se la Regione finanzierà le iniziative – hanno spiegato i Dem – impegneremo più di 250 stranieri nel periodo compreso tra gennaio e giugno del prossimo anno.
 

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