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Spiati attraverso microfono e videocamera dello smartphone

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“Spiati attraverso microfono e videocamera dello smartphone.” Prove tecniche di Grande Fratello in Europa

di Antonio Oliverio293Views

Pubblicato il 09/07/2023 13:39
Non accennano a diminuire le tensioni in Francia, con la rivolta del popolo delle banlieu a seguito della morte di Nahel Merzouk, ma la legge promossa dal presidente Emmanuel Macron, approvata il 5 luglio, per evitare che vengano sobillate altre rivolte, devastazioni e saccheggi, scontenta un po’ tutti. Annunciata, tra mille polemiche, già in maggio, l’iter della norma ha subito una notevole accelerata proprio in questi giorni confusi. La disposizione è stata discussa e approvata dai membri dell’Assemblée Nationale, in cui gruppo parlamentare di Renaissance, il partito del presidente Macron, detiene una larghissima maggioranza. Il carattere dell’urgenza ha, dunque, portato alla approvazione della norma in tempi brevissimi. Di fatto la Francia ha sancito quello che è stato definito “Hacking di Stato” sugli smartphone dei cittadini, uno spionaggio a norma di legge. Ora, la polizia francese sarà in grado di attivare a distanza la fotocamera, il microfono e la localizzazione GPS degli smartphone e di altri dispositivi, quali tablet, computer portatili e, persino, automobili. Una misura che andrà autorizzata da un giudice, ma che comunque rappresenta un notevole precedente, che non può non far temere una simile stretta anche in altri Paesi europei. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come funzionerà lo spionaggio “istituzionale”

La polizia francese, dunque, potrà attivare le telecamere e i microfoni per effettuare registrazioni video e audio dei sospetti. A parere del ministro della Giustizia, Éric Dupond-Moretti, non vi sarebbe da temere in termini di privacy e libertà fondamentali: si tratterebbe solo di “poche decine di casi all’anno”. Come si legge sul prestigioso quotidiano Le Monde, “L’autorizzazione per questo tipo di osservazione è prevista per crimini che prevedono almeno 5 anni di carcere e in generale per persone sospettate di reati di terrorismo, delinquenza e criminalità organizzata”. La misura, che fa parte di un più ampio disegno di legge di riforma della Giustizia, è stata aspramente contestata, come anticipavamo, dai gruppi per i “diritti digitali” e dai sostenitori delle libertà civili.
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Il rischio della sorveglianza di massa

Già lo scorso maggio, allorché la misura era ancora in fase di discussione, l’associazione per la tutela della privacy La Quadrature du Net citava il “diritto alla sicurezza, il diritto alla vita privata e alla corrispondenza privata”, nonché il diritto di “andare e venire liberamente”, interpretando la proposta come uno “scivolamento” verso una sicurezza “eccessiva”. Non ha placato le polemiche l’emendamento, giunto proprio dal gruppo parlamentare di Renaissance, che limita i casi in cui questo strumento sarà utilizzabile, oltre che una durata appropriata: la sorveglianza non può comunque superare i sei mesi. Va detto che alcune professioni godranno di un’esenzione speciale: non si potranno usare questi strumenti nei riguardi di medici, giornalisti, avvocati, giudici e parlamentari. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Può intercettare ogni smartphone”. Qatar gate, lo scandalo si allarga. Volevano insabbiare “Pegasus”
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Il precedente di “Pegasus”

Per concretizzare la misura è necessario infettare i dispositivi con un malware o con spyware potenti (ma legali) come lo spyware israeliano “Pegasus” , già al centro di controversie e polemiche. Ecco perché si parla di “Legge dei ficcanaso”. Quantunque, sempre a Le Monde, il ministro Dupond-Moretti affermi “Siamo lontani dal totalitarismo di 1984. La legge salverà la vita delle persone”, è proprio l’incubo orwelliano che da più parti si paventa: la limitazione dei diritti fondamentali e la creazione di uno Stato di sorveglianza e controllo sociale, dunque autoritario.

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Vi siete mai chiesti il significato del Cristo Velato? Quest’incredibile scultura, una delle più famose al mondo, ha una storia ancora più incredibile dietro.
Guardate il velo che lo ricopre. Dà i brividi vero? È così morbido e realistico che non sembra possibile che sia fatto di marmo. Sembra addirittura che il lenzuolo si muova, come sospinto da un lieve soffio di vento. O da un respiro. Per secoli si credette che la sua incredibile trasparenza fosse opera dei poteri di Raimondo De Sangro, il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo che si sarebbe marmorizzato attraverso un processo alchemico.
Adesso osservate il corpo di Cristo. È disteso su un materasso marmoreo, le ginocchia contratte, scavate dalla fatica e dal dolore, la testa sollevata sui cuscini, gli occhi socchiusi. Se guardate con attenzione, vedrete delle lacrime che tremolano sulle sue palpebre. Io ogni volta che la osservo provo un senso di commozione. E ho visto persone piangere e inginocchiarsi davanti a questa statua. Perché in questa scultura c’è tutta la sofferenza dell’uomo umiliato, percosso e trafitto.
Se però lo osservate con più attenzione, noterete un dettaglio che a molti sfugge. Sulla tempia di Cristo vedrete una vena che sembra ancora pulsare. E guardate i suoi arti. Sembrano ancora contratti, come se potessero muoversi da un momento all’altro. Perché? Perché quest’incredibile scultura non raffigura, come molti credono, un uomo morente, che ha appena esalato il suo ultimo respiro, ma un uomo che è sul punto di risvegliarsi e di emetterne uno nuovo: quello della rinascita dopo la morte!
Il Cristo Velato racchiude un messaggio di speranza e di riscatto, è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dalla Croce), può aspirare. Ed ecco anche perché il Cristo è velato. Il velo nasconde i misteri dell’esistenza agli occhi dei viventi. Cos'è la morte, sembra dirvi lo scultore, se non un leggerissimo velo, quasi impalpabile, che non attende altro che essere svelato?
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
 
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GALATEA E ACI - PASSIONE E GELOSIA NELLA SPLENDIDA SICILIA
Galatea era una ninfa marina, una delle 50 Nereidi. Aci era un bellissimo pastorello, figlio di un fauno e di una ninfa. Tra i due fu amore a prima vista.
Il ciclope Polifemo era a sua volta innamorato ma non ricambiato da Galatea. Vedendo i due giovani in riva al mare mentre si baciavano al chiaro di luna Polifemo, furioso di gelosia, aspettò che Galatea tornasse nel mare per scagliare un'enorme roccia vulcanica su Aci che ne morì schiacciato.
La ninfa pianse allora tutte le sue lacrime sul corpo dell'amato. Il sangue di Aci si trasformò in un piccolo fiume Ἄκις (Ákis), che nasce dall'Atnea per sfociare in una piccola spiaggia vicino a Santa Caterina, dove i due amanti erano soliti incontrarsi.
Proprio in quel luogo si trova una sorgente nota come "u sangu di Jaci” (il sangue di Aci) per via del colore rossastro, dovuto alla presenza di ossidi di ferro.
Nove paesi limitrofi al fiume portano il prefisso Aci, nei luoghi dove secondo la leggenda Polifemo avrebbe buttato nove parti del corpo di Aci: Aci Castello, Aci Trezza (dove si trovano i "faraglioni dei ciclopi"), Aci Reale, Aci Sant'Antonio, Aci Catena, Aci San Filippo, Aci Santa Lucia, Aci Platani, Aci Bonaccorsi.
Auguste Ottin - Fontana de' Medici (Fontaine Médicis) 1866 - Parigi, Giardini del Lussemburgo (VI arrondissement).
 
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LE SIRENE NELLA MITOLOGIA GRECA E LE INSIDIE DEL TROPPO SAPERE.
Nella mitologia greca le Sirene avevano caratteristiche diverse da quelle con cui vengono rappresentate nell'immaginario comune.
Ulisse nell'Odissea riesce eroicamente a resistere al loro richiamo. Omero non descrive tuttavia le sembianze delle sirene, affidandosi probabilmente ad una loro già nota raffigurazione.
Per i Greci si trattava di figure molto meno aggraziate delle bellissime fanciulle dalla coda di pesce che conosciamo. Erano infatti creature più inquietanti, in parte donna e in parte uccello. Le caratteristiche zampe artigliate, a differenza delle Arpie, non servivano a rapire le loro vittime che erano invece catturate dal canto e dalla musica (suonata con la lira o il doppio flauto).
Le sirene erano tradizionalmente tre sorelle: Partenope, Leucosia e Ligea. Vivevano su un'isola vicino a Scilla e Cariddi dove Omero descriveva la lugubre presenza di corpi in decomposizione dei marinai attratti dal loro richiamo.
Le sirene tentano Odisseo con la promessa di un sapere superiore, una conoscenza "onnisciente". Precedentemente Circe lo aveva messo in guardia sul fatto che ciò lo avrebbe condotto alla perdita dei legami affettivi e all'interruzione del proprio viaggio.
Quello delle sirene non è un richiamo seduttivo in termini sessuali ma sollecita l'ambizione di andare oltre i comuni limiti della conoscenza, oltre l'umano sapere. In una riflessione moderna potremmo definirlo un "richiamo narcisistico".
Nell'offerta che le sirene fanno ad Odisseo possiamo trovare una certa analogia con il più recente tòpos del "patto con il diavolo". Pensiamo all'esempio letterario del Faust di Goethe in cui il protagonista vende l'anima a Mefistofele per ricevere in cambio il sapere assoluto.
L'iconografia medioevale raffigurava la sirena con in mano uno specchio come simbolo di perdizione associata alla lussuria e alla vanità.
Ulisse, grazie ai moniti di Circe, riesce a sottrarsi al canto delle sirene. Secondo una leggenda il loro fallimento nell'attrarre l'eroe portò le tre sirene a togliersi la vita gettandosi in mare. Il corpo di Partenope si arenò sulla spiaggia che corrisponderà alla città di Napoli. Il corpo di Leucosia emerse nelle acque del golfo di Poseidonia (Paestum), da lei il nome della località di Licosa nel Cilento (Punta Licosa e Isola di Licosa). Il corpo di Ligea giunse sulla riva tirrenica della Calabria, presso l'antica città di Terina, dove ora sorge Lamezia Terme. La sirena Ligea, raffigurata con un busto di donna e il corpo di uccello, è presente su diverse monete di Terina.
Ferdinand Max Bredt (1860–1921) è tra i principali pittori orientalisti tedeschi, noto per i suoi studi sulla figura femminile.
Ferdinand Max Bredt "Le Sirene" (1902) Olio su tela.
 
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Insegnate ai vostri figli tutto ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri figli, che la terra è nostra madre.
Qualunque cosa accada alla terra accade ai figli della terra.
La terra non appartiene all'uomo, l'uomo appartiene alla terra.
Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce la propria famiglia.
Tutte le cose sono collegate".
Capo Seattle (Sealth), Capo Suquamish
 

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