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La Svizzera dice no agli immigrati
di: WSI Pubblicato il 09 febbraio 2014| Ora 18:50
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Schulz: "I populisti sfrutteranno questa scelta in vista delle elezioni europee".
Immigrati detenuti in un campo di "accoglienza". Il rigetto per l'immigrazione clandestina viene dai partiti di destra.
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Immigrati detenuti in un campo di "accoglienza". Il rigetto per l'immigrazione clandestina viene dai partiti di destra.
BERNA (WSI) - Gli svizzeri hanno approvato un referendum ''contro l'immigrazione di massa'': i sì hanno raggiunto il 50,3%. Lo ha riferito l'agenzia di stampa svizzera Ats.
La Commissione europea ''si rammarica del fatto che un'iniziativa per l'introduzione di limiti quantitativi all'immigrazione sia stata approvata. Questo va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l'Ue e la Svizzera". Così la Commissione Ue commenta l'esito del referendum svizzero che limita l'immigrazione di massa.
I risultati definitivi sono giunti al termine di un testa a testa che ha tenuto con il fiato sospeso il Paese per tutto il pomeriggio. L'iniziativa, promossa dal partito di destra ed antieuropeista dell'Unione democratica di centro (Udc/Svp) chiede la reintroduzione di tetti massimi e contingenti per l'immigrazione di stranieri. Ponendo in pericolo gli accordi di libera circolazione con l'Unione europea, la maggior parte dei quali dovranno verosimilmente essere rinegoziati. Secondo i dati definitivi, l'iniziativa l'ha spuntata con sole 19.516 schede, ottenendo 1.463.954 voti favorevoli, contro 1.444.438 voti contrari. A schierarsi a favore un totale di 17 cantoni, tra cui il Ticino con la più alta percentuale di Sì (68,17%). Nove i cantoni contrari.
Leggi anche:
Svizzera al voto contro l'immigrazione: italiani raffigurati di nuovo come ratti
L'esito era già previsto sul filo del rasoio per il referendum "Contro l'immigrazione di massa". Globalmente, la Svizzera francofona ha tendenzialmente votato contro l'iniziativa, mentre in Ticino e nei Cantoni di lingua tedesca la maggioranza ha votato a favore.
Schulz, populisti sfrutteranno no a immigrazione - Un sì alla quote sugli immigrati comunitari in Svizzera ''rischia di essere sfruttato'' dai populisti in vista delle elezioni europee di fine maggio. Lo teme il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che lo ha detto in una intervista pubblicata oggi dal domenicale svizzero NZZ am Sonntag, citata dal Financial Times online. ''Temo che un sì in Svizzera possa scatenare un nuovo dibattito sulla libera circolazione delle persone in seno alla Ue'', aggiunge il candidato alla presidenza della Commissione europea. L'Ft ricorda ricorda che un eurodeputato conservatore britannico, David Campbell Bannermann, ha chiesto la definizione di quorte da ogni singolo paese comunitario se la Gran Bretagna deciderà di lasciare l'Unione nel 2017.
Bocciato testo su finanziamento privato aborto - E' stato ufficialmente bocciato dagli svizzeri il referendum sull'aborto: l'iniziativa, che chiedeva che l'interruzione di gravidanza e l'embrio-riduzione non siano piu' coperte dall'assicurazione obbligatoria di base, è stata bocciata da una maggioranza dei cantoni. Secondo le proiezioni almeno il 70% dei votanti ha respinto il testo. Il governo svizzero e la maggioranza del parlamento avevano raccomandato di respingere l'iniziativa. Intitolata "Il finanziamento dell'aborto è una questione privata" era stata promossa da un comitato interpartitico, composto essenzialmente di cristiani conservatori. (ANSA)
L'iniziativa ''Contro l'immigrazione di massa'' approvata oggi di stretta di misura in Svizzera vuole limitare i permessi di dimora per stranieri con ''tetti massimi annuali e contingenti annuali'' applicabili a tutti i permessi per stranieri, inclusi i cittadini dell'Ue, i frontalieri e i richiedenti asilo.
Di seguito i principali passaggi del testo approvato.
- ''La Svizzera gestisce autonomamente l'immigrazione degli stranieri. Il numero di permessi di dimora per stranieri in Svizzera è limitato da tetti massimi annuali e contingenti annuali. I tetti massimi valgono per tutti i permessi rilasciati in virtù del diritto degli stranieri, settore dell'asilo incluso. Il diritto al soggiorno duraturo, al ricongiungimento familiare e alle prestazioni sociali può essere limitato''.
- ''I tetti massimi annuali e i contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un'attività lucrativa devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell'economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri; essi devono comprendere anche i frontalieri. Criteri determinanti per il rilascio del permesso di dimora sono in particolare la domanda di un datore di lavoro, la capacità d'integrazione e una base esistenziale sufficiente e autonoma. Non possono essere conclusi trattati internazionali che contraddicono al presente articolo''.
- I trattati internazionali che contraddicono all'articolo ''devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni dall'accettazione di detto articolo da parte del Popolo e dei Cantoni''. (ANSA)
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L'ANALISI DEL VOTO - Il presidente del CdS: gli italiani potrebbero irrigidirsi - dal Corriere del Ticino
BERNA/BELLINZONA - Il verdetto del popolo svizzero di quest'oggi sullo stop all'immigrazione di massa proveniente dall'Unione europea, è stato chiaro; quello dei ticinesi - con il 68,17% dei sì all'iniziativa democentrista - lo è stato ancora di più. A poche ore dal risultato emerso dalle urne, cominciano però a sorgere i primi interrogativi, inesorabili e di spessore. Li ha posti "a caldo" anche il presidente del Consiglio di Stato Paolo Beltraminelli.
Quest'ultimo, tradendo l'entusiasmo di una parte del mondo politico cantonale, ha dichiarato senza concedere spazio alle emozioni, che "non saranno tempi facili". L'iniziativa UDC, che ha spaccato la Svizzera e che ha ancora una volta compattato il Ticino contro una libera circolazione delle persone sregolata, pone, come detto, una serie di interrogativi da risolvere quanto prima.
"Gl italiani potrebbero irrigidirsi", afferma il consigliere di Stato. Mentre è scontato che il Ticino non abbia margini di manovra per decidere alcunché, "occorre attendere che Berna negozi con l'UE il prosieguo degli accordi". E questo, facendo leva su tutta la necessaria diplomazia a disposizione della delegazione confederale. "Non sarà facile", secondo Beltraminelli.
Se, in questo ambito, il popolo svizzero ha smentito la linea istituzionale del Consiglio federale mantenuta finora in materia di lavoro transnazionale, è fuori discussione che chi governa il Paese si trovi ora nella difficile condizione di indicare una rotta da seguire. Quest'ultima, però, allo stato attuale, non è chiara a nessuno. La tradizionalmente molto compassata NZZ, in questo ambito, nella sua versione Online di questo pomeriggio, ha rilevato che "per l'integrazione del mercato europeo, la libera circolazione della manodopera estera rappresenta una libertà essenziale ormai data per acquisita in tutti gli Stati dell'Unione".
E ancora - e questo è il punto - "che cosa significhi questo verdetto sui rapporti tra la Confederazione e l'Unione europea è per ora un quesito cui non è possibile rispondere. Sicuramente (il verdetto delle urne, ndr.) non sarà salutare per l'economia nazionale e per il nostro welfare". È un'opinione, ma provenendo da Zurigo, è ragionevole che non sia sottovalutata.
Per alcuni dei maggiori organi informativi svizzerotedeschi, se ne è già discusso in lungo e in largo nel corso di questo storico 9 febbraio 2014, il dubbio maggiore pare riguardare le modalità di applicazione dei cambiamenti legislativi postulati dalla stessa iniziativa dell'UDC contro l'immigrazione di massa dall'UE. In particolare per quanto riguarda il contingentamento della manodopera straniera (tanto inviso agli ambienti economici quanto ai sindacati).
Bruxelles ha già fatto sapere che "il testo viola i principi della libera circolazione delle persone". Il Consiglio federale, cioè, si vede costretto a far rispettare la sacrosanta volontà del suo popolo sovrano e dovrà convincere Bruxelles che pur se la Svizzera si trova "fuori tempo" avendo votato un'iniziativa di segno contrario ad accordi ormai conclusi, occorre trovare una soluzione di vicendevole interesse.
Gli accordi sulla libera circolazione delle persone entrati in vigore nel giugno 2002 - e pattutiti a tavolino tra le parti - cioè, prevedevano una serie di tappe intermedie, ormai, come detto, scadute dal profilo temporale e quindi pure "contrattuale". La Svizzera deve tornare al tavolo negoziale, in questo senso, violando quanto precedentemente stabilito, per ossequiare alla volontà del suo popolo.
Ora, ributtare all'aria quel negoziato a tempo scaduto, potrebbe essere considerato inaccettabile (e pare proprio che sia così secondo la Commissione UE) o eccessivamente oneroso per la stessa Svizzera. Ed è su questo aspetto che la diplomazia elvetica dovrà quanto prima trovare una soluzione. Si tratta di una vertenza diplomatica per molti aspetti inedita e problematica, a prescindere dalle rivendicazioni regionali da leggere come una palese richiesta d'aiuto.
Sul risultato del referendum scrive Ticino online:
Attilio Bignasca, leader della Lega dei ticinesi.
La Lega dei ticinesi ha espresso attraverso un comunicato stampa la propria massima soddisfazione per la riuscita a livello federale dell’iniziativa Contro l’immigrazione di massa. "La giornata di oggi è una giornata storica per il Paese - si legge nel comunicato - il popolo elvetico ha deciso di riprendere in mano le redini dell’immigrazione, non accettando più la devastazione del proprio mercato del lavoro, del proprio benessere, della propria sicurezza e, più in generale, del proprio futuro in nome delle scriteriate "aperture" e dell’indecente sudditanza del Consiglio federale nei confronti di un’UE fallita".
Per la Lega è una giornata storica anche per il Ticino, che ha fatto registrare un risultato da record: quasi il 70% di favorevoli all’iniziativa. "Un dato - fa sapere la Lega - di cui il Consiglio di Stato deve prendere atto senza se né ma, cambiando immediatamente atteggiamento e mettendo in campo con urgenza quelle misure che sono indispensabili alla tutela di quel che resta del nostro mercato del lavoro e della nostra sicurezza, senza perder tempo su cavilli giuridici ed accordi internazionali capestro di cui alla popolazione importa meno di zero". Ora il primo passo da fare, per la Lega, è di "introdurre subito contingenti per frontalieri e padroncini".
E ora Berna si adegui - Per Attilio Bignasca Berna deve capire il segnale che arriva dal popolo. "Di sicuro è una vittoria per tutto il popolo svizzero - ci ha detto al telefono - oltretutto il Ticino è stato più che determinante in questa votazione. È una lezione dalla quale il Consiglio Federale deve trarre qualche conclusione. Se non capiscono questo segnale allora sono… diciamo… ignoranti?! Non conoscono il popolo che governano. Siccome siamo in Svizzera devono adeguarsi".
di: WSI Pubblicato il 09 febbraio 2014| Ora 18:50
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Schulz: "I populisti sfrutteranno questa scelta in vista delle elezioni europee".
Immigrati detenuti in un campo di "accoglienza". Il rigetto per l'immigrazione clandestina viene dai partiti di destra.
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Immigrati detenuti in un campo di "accoglienza". Il rigetto per l'immigrazione clandestina viene dai partiti di destra.
BERNA (WSI) - Gli svizzeri hanno approvato un referendum ''contro l'immigrazione di massa'': i sì hanno raggiunto il 50,3%. Lo ha riferito l'agenzia di stampa svizzera Ats.
La Commissione europea ''si rammarica del fatto che un'iniziativa per l'introduzione di limiti quantitativi all'immigrazione sia stata approvata. Questo va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l'Ue e la Svizzera". Così la Commissione Ue commenta l'esito del referendum svizzero che limita l'immigrazione di massa.
I risultati definitivi sono giunti al termine di un testa a testa che ha tenuto con il fiato sospeso il Paese per tutto il pomeriggio. L'iniziativa, promossa dal partito di destra ed antieuropeista dell'Unione democratica di centro (Udc/Svp) chiede la reintroduzione di tetti massimi e contingenti per l'immigrazione di stranieri. Ponendo in pericolo gli accordi di libera circolazione con l'Unione europea, la maggior parte dei quali dovranno verosimilmente essere rinegoziati. Secondo i dati definitivi, l'iniziativa l'ha spuntata con sole 19.516 schede, ottenendo 1.463.954 voti favorevoli, contro 1.444.438 voti contrari. A schierarsi a favore un totale di 17 cantoni, tra cui il Ticino con la più alta percentuale di Sì (68,17%). Nove i cantoni contrari.
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L'esito era già previsto sul filo del rasoio per il referendum "Contro l'immigrazione di massa". Globalmente, la Svizzera francofona ha tendenzialmente votato contro l'iniziativa, mentre in Ticino e nei Cantoni di lingua tedesca la maggioranza ha votato a favore.
Schulz, populisti sfrutteranno no a immigrazione - Un sì alla quote sugli immigrati comunitari in Svizzera ''rischia di essere sfruttato'' dai populisti in vista delle elezioni europee di fine maggio. Lo teme il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che lo ha detto in una intervista pubblicata oggi dal domenicale svizzero NZZ am Sonntag, citata dal Financial Times online. ''Temo che un sì in Svizzera possa scatenare un nuovo dibattito sulla libera circolazione delle persone in seno alla Ue'', aggiunge il candidato alla presidenza della Commissione europea. L'Ft ricorda ricorda che un eurodeputato conservatore britannico, David Campbell Bannermann, ha chiesto la definizione di quorte da ogni singolo paese comunitario se la Gran Bretagna deciderà di lasciare l'Unione nel 2017.
Bocciato testo su finanziamento privato aborto - E' stato ufficialmente bocciato dagli svizzeri il referendum sull'aborto: l'iniziativa, che chiedeva che l'interruzione di gravidanza e l'embrio-riduzione non siano piu' coperte dall'assicurazione obbligatoria di base, è stata bocciata da una maggioranza dei cantoni. Secondo le proiezioni almeno il 70% dei votanti ha respinto il testo. Il governo svizzero e la maggioranza del parlamento avevano raccomandato di respingere l'iniziativa. Intitolata "Il finanziamento dell'aborto è una questione privata" era stata promossa da un comitato interpartitico, composto essenzialmente di cristiani conservatori. (ANSA)
L'iniziativa ''Contro l'immigrazione di massa'' approvata oggi di stretta di misura in Svizzera vuole limitare i permessi di dimora per stranieri con ''tetti massimi annuali e contingenti annuali'' applicabili a tutti i permessi per stranieri, inclusi i cittadini dell'Ue, i frontalieri e i richiedenti asilo.
Di seguito i principali passaggi del testo approvato.
- ''La Svizzera gestisce autonomamente l'immigrazione degli stranieri. Il numero di permessi di dimora per stranieri in Svizzera è limitato da tetti massimi annuali e contingenti annuali. I tetti massimi valgono per tutti i permessi rilasciati in virtù del diritto degli stranieri, settore dell'asilo incluso. Il diritto al soggiorno duraturo, al ricongiungimento familiare e alle prestazioni sociali può essere limitato''.
- ''I tetti massimi annuali e i contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un'attività lucrativa devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell'economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri; essi devono comprendere anche i frontalieri. Criteri determinanti per il rilascio del permesso di dimora sono in particolare la domanda di un datore di lavoro, la capacità d'integrazione e una base esistenziale sufficiente e autonoma. Non possono essere conclusi trattati internazionali che contraddicono al presente articolo''.
- I trattati internazionali che contraddicono all'articolo ''devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni dall'accettazione di detto articolo da parte del Popolo e dei Cantoni''. (ANSA)
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L'ANALISI DEL VOTO - Il presidente del CdS: gli italiani potrebbero irrigidirsi - dal Corriere del Ticino
BERNA/BELLINZONA - Il verdetto del popolo svizzero di quest'oggi sullo stop all'immigrazione di massa proveniente dall'Unione europea, è stato chiaro; quello dei ticinesi - con il 68,17% dei sì all'iniziativa democentrista - lo è stato ancora di più. A poche ore dal risultato emerso dalle urne, cominciano però a sorgere i primi interrogativi, inesorabili e di spessore. Li ha posti "a caldo" anche il presidente del Consiglio di Stato Paolo Beltraminelli.
Quest'ultimo, tradendo l'entusiasmo di una parte del mondo politico cantonale, ha dichiarato senza concedere spazio alle emozioni, che "non saranno tempi facili". L'iniziativa UDC, che ha spaccato la Svizzera e che ha ancora una volta compattato il Ticino contro una libera circolazione delle persone sregolata, pone, come detto, una serie di interrogativi da risolvere quanto prima.
"Gl italiani potrebbero irrigidirsi", afferma il consigliere di Stato. Mentre è scontato che il Ticino non abbia margini di manovra per decidere alcunché, "occorre attendere che Berna negozi con l'UE il prosieguo degli accordi". E questo, facendo leva su tutta la necessaria diplomazia a disposizione della delegazione confederale. "Non sarà facile", secondo Beltraminelli.
Se, in questo ambito, il popolo svizzero ha smentito la linea istituzionale del Consiglio federale mantenuta finora in materia di lavoro transnazionale, è fuori discussione che chi governa il Paese si trovi ora nella difficile condizione di indicare una rotta da seguire. Quest'ultima, però, allo stato attuale, non è chiara a nessuno. La tradizionalmente molto compassata NZZ, in questo ambito, nella sua versione Online di questo pomeriggio, ha rilevato che "per l'integrazione del mercato europeo, la libera circolazione della manodopera estera rappresenta una libertà essenziale ormai data per acquisita in tutti gli Stati dell'Unione".
E ancora - e questo è il punto - "che cosa significhi questo verdetto sui rapporti tra la Confederazione e l'Unione europea è per ora un quesito cui non è possibile rispondere. Sicuramente (il verdetto delle urne, ndr.) non sarà salutare per l'economia nazionale e per il nostro welfare". È un'opinione, ma provenendo da Zurigo, è ragionevole che non sia sottovalutata.
Per alcuni dei maggiori organi informativi svizzerotedeschi, se ne è già discusso in lungo e in largo nel corso di questo storico 9 febbraio 2014, il dubbio maggiore pare riguardare le modalità di applicazione dei cambiamenti legislativi postulati dalla stessa iniziativa dell'UDC contro l'immigrazione di massa dall'UE. In particolare per quanto riguarda il contingentamento della manodopera straniera (tanto inviso agli ambienti economici quanto ai sindacati).
Bruxelles ha già fatto sapere che "il testo viola i principi della libera circolazione delle persone". Il Consiglio federale, cioè, si vede costretto a far rispettare la sacrosanta volontà del suo popolo sovrano e dovrà convincere Bruxelles che pur se la Svizzera si trova "fuori tempo" avendo votato un'iniziativa di segno contrario ad accordi ormai conclusi, occorre trovare una soluzione di vicendevole interesse.
Gli accordi sulla libera circolazione delle persone entrati in vigore nel giugno 2002 - e pattutiti a tavolino tra le parti - cioè, prevedevano una serie di tappe intermedie, ormai, come detto, scadute dal profilo temporale e quindi pure "contrattuale". La Svizzera deve tornare al tavolo negoziale, in questo senso, violando quanto precedentemente stabilito, per ossequiare alla volontà del suo popolo.
Ora, ributtare all'aria quel negoziato a tempo scaduto, potrebbe essere considerato inaccettabile (e pare proprio che sia così secondo la Commissione UE) o eccessivamente oneroso per la stessa Svizzera. Ed è su questo aspetto che la diplomazia elvetica dovrà quanto prima trovare una soluzione. Si tratta di una vertenza diplomatica per molti aspetti inedita e problematica, a prescindere dalle rivendicazioni regionali da leggere come una palese richiesta d'aiuto.
Sul risultato del referendum scrive Ticino online:
Attilio Bignasca, leader della Lega dei ticinesi.
La Lega dei ticinesi ha espresso attraverso un comunicato stampa la propria massima soddisfazione per la riuscita a livello federale dell’iniziativa Contro l’immigrazione di massa. "La giornata di oggi è una giornata storica per il Paese - si legge nel comunicato - il popolo elvetico ha deciso di riprendere in mano le redini dell’immigrazione, non accettando più la devastazione del proprio mercato del lavoro, del proprio benessere, della propria sicurezza e, più in generale, del proprio futuro in nome delle scriteriate "aperture" e dell’indecente sudditanza del Consiglio federale nei confronti di un’UE fallita".
Per la Lega è una giornata storica anche per il Ticino, che ha fatto registrare un risultato da record: quasi il 70% di favorevoli all’iniziativa. "Un dato - fa sapere la Lega - di cui il Consiglio di Stato deve prendere atto senza se né ma, cambiando immediatamente atteggiamento e mettendo in campo con urgenza quelle misure che sono indispensabili alla tutela di quel che resta del nostro mercato del lavoro e della nostra sicurezza, senza perder tempo su cavilli giuridici ed accordi internazionali capestro di cui alla popolazione importa meno di zero". Ora il primo passo da fare, per la Lega, è di "introdurre subito contingenti per frontalieri e padroncini".
E ora Berna si adegui - Per Attilio Bignasca Berna deve capire il segnale che arriva dal popolo. "Di sicuro è una vittoria per tutto il popolo svizzero - ci ha detto al telefono - oltretutto il Ticino è stato più che determinante in questa votazione. È una lezione dalla quale il Consiglio Federale deve trarre qualche conclusione. Se non capiscono questo segnale allora sono… diciamo… ignoranti?! Non conoscono il popolo che governano. Siccome siamo in Svizzera devono adeguarsi".