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TG BYOBLU 25/03/2025

È SOLO L'INIZIO DELLA FINE UMA..........NANA

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GENOVA: LAVORATORI LICENZIATI PER FAR POSTO ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE.

30 Gennaio 2025
Edoardo Gagliardi
2 minuti di lettura

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Lavoratori rimpiazzati dall’intelligenza artificiale. Non sembra più fare scalpore. Questa volta la notizia arriva da Genova dove la Maersk, l’azienda danese che opera nella cantieristica navale e trasporto marittimo, ha deciso di licenziare quattro dipendenti per sostituirli con l’intelligenza artificiale.

Il comunicato diffuso dai sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti non lascia dubbi: “Quattro lavoratori dipendenti della società Maersk Italia Spa del reparto Customer Service sono stati improvvisamente licenziati.

Questi dipendenti si sono recati in ufficio, come ogni giorno, senza alcun sentore di quello che sarebbe accaduto di lì a poco; i loro responsabili li hanno infatti convocati in mattinata per un ‘meeting sulla performance’, durante il quale hanno ricevuto le lettere di licenziamento e l’intimazione di riconsegnare il pc aziendale e andare immediatamente a casa.

L’azienda non solo ha deciso di spostare queste lavorazioni a Manila, nelle Filippine, ma ha anche sostituito parte delle mansioni finora svolte dai lavoratori della sede genovese con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale”.

La scelta dell’azienda appare ancora di più incomprensibile visto che, come sottolineano i sindacati, la stessa gode di ottima salute,
con un utile netto di 208 milioni di euro per il primo trimestre 2024.

Senza alcun preavviso o comunicazione, hanno semplicemente deciso di lasciare a casa da un giorno all’altro persone con anzianità di servizio di oltre 25 anni, senza alcuna remora o rispetto per la dignità delle persone coinvolte, che pochi giorni prima avevano addirittura ricevuto un encomio per l’anzianità di servizio maturata in Maersk”, si legge nel comunicato sindacale.

Per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, “il problema non è l’intelligenza artificiale” ma chi la utilizza in modo tale da smantellare i diritti dei lavoratori.MA quando non ti facevi...perdevi il posto di lavoro i lor signori dove erano ? La Maersk ha sede principale a Copenaghen con filiali e uffici in più di 135 nazioni e 108.000 dipendenti.

QUALI PERSONE ?
senza alcuna remora o rispetto per la dignità delle persone coinvolte

MA PER LORO SIAMO SOLO BESTIAME.
 

IL COLOSSO PETROLIFERO BP TAGLIA OLTRE 4MILA POSTI DI LAVORO​

20 Gennaio 2025
Edoardo Gagliardi
2 minuti di lettura
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In un futuro in cui la forza lavoro sarà sempre più ristretta anche i colossi degli idrocarburi si adeguano.

La BP, produttore britannico di idrocarburi, taglierà oltre il 5% della sua forza lavoro globale, questo per ridurre i costi e ripristinare la fiducia degli investitori nel gigante energetico. Circa 4.700 dipendenti e 3.000 posizioni in appalto saranno tagliate quest’anno, ha informato l’azienda.

L’amministratore delegato di BP, Murray Auchincloss, ha dichiarato lo scorso anno che avrebbe ridotto i costi dell’azienda britannica di almeno 2 miliardi di dollari entro la fine del 2026 per aumentare i rendimenti e rispondere alle preoccupazioni degli investitori sulla sua strategia di transizione energetica. Al momento l’azienda impiega circa 90.000 persone.

La ripartizione esatta dei tagli non è stata divulgata. Ma in un promemoria separato inviato dal capo della divisione tecnologica di BP, Emeka Emembolu, al suo team, ha previsto che circa 1.100 ruoli saranno tagliati tramite licenziamenti o spostando il lavoro dal Regno Unito e dagli Stati Uniti in Ungheria, India e Malesia.

Secondo i vertici dell’azienda, il taglio della forza lavoro va inquadrato nella volontà di digitalizzare e dare maggiore spazio all’intelligenza artificiale in tutti i dipartimenti.

La crisi della BP negli ultimi anni riflette errori di calcolo strategici che vanno ben oltre l’unico anno di Auchincloss come CEO permanente.

Il suo predecessore, Bernard Looney, ha abbracciato l’energia a basse emissioni di carbonio, ha fatto una previsione errata secondo cui il consumo globale di petrolio aveva già raggiunto il picco e ha guidato costose incursioni nell’eolico offshore, solo per essere licenziato per la sua condotta personale prima che la strategia potesse essere realizzata.

Anche la rivale Shell ha ridotto la sua forza lavoro fino al 20% negli ultimi anni come parte di una politica votata al taglio dei costi.
 
IN ITALIA NON NE ABBIAMO BISOGNO LO FACCIAMO GIA'.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE MANDA IN CARCERE GLI INNOCENTI

20 Gennaio 2025
Arianna Graziato
2 minuti di lettura

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È il colpevole o semplicemente qualcuno che gli somiglia?

Se la domanda può risultare complessa, per l’Intelligenza artificiale è un gioco da ragazzi.

È così che negli Stati Uniti le forze di polizia scelgono di affidarsi al riconoscimento biometrico per arrestare i sospetti.

Peccato che il lavoro dei software non sia né scientifico né accurato. In sostanza: anche l’IA sbaglia.

Il carcere per gli innocenti

Secondo un’indagine del Washington Post, l’uso dei programmi di riconoscimento facciale ha portato ad un ondata di arresti di persone innocenti.

I casi documentati dal Post sono 19, ma secondo il quotidiano “questo è probabilmente solo un piccolo campione del problema, perché il numero totale di falsi arresti, alimentati da corrispondenze dell’IA, è impossibile da conoscere”.

“Raramente la polizia e i procuratori comunicano al pubblico quando hanno utilizzato questi strumenti e, in tutti gli Stati tranne sette, nessuna legge richiede esplicitamente che l’uso venga divulgato”.
Il sistema è semplice, la tecnologia di riconoscimento facciale confronta le fotografie o i video del colpevole con immagini facciali provenienti da un database. Solitamente si tratta di foto di persone già arrestate o fermate in precedenza.

Se l’Intelligenza artificiale trova una corrispondenza, a quel punto partono le indagini, o almeno in teoria.

Il cieco affidamento all’Intelligenza artificiale

L’inchiesta del Washington Post ha scoperto che l’uso dei software di riconoscimento viene utilizzato come scorciatoia per trovare e arrestare i sospettati senza altre prove.

In un caso di rapina un uomo è stato arrestato nonostante le prove del
DNA e le impronte digitali non corrispondessero.

Nel furto di un auto la polizia ha accusato una donna incinta, nonostante nulla nelle dichiarazioni dei testimoni oculari indicasse il coinvolgimento di una donna incinta.

Nel caso della sottrazione di un orologio di lusso è stato incarcerato un uomo identificato da una guardia di sicurezza della gioielleria che non era neanche presente il giorno della rapina.

Il tutto perché, secondo l’IA, l’immagine del colpevole e quella della persona arrestata coincidevano perfettamente.

Da sottolineare c
ome in gran parte dei casi l’Intelligenza artificiale si sia dimostrata
razzista, poiché faticava a distinguere i tratti delle persone di colore, puntando il dito contro innocenti vagamenti simili a chi aveva commesso il crimine.
 

A LONDRA LA PRIMA AULA SENZA DOCENTI: SOSTITUITI DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

4 Settembre 2024
Andrea Murgia
2 minuti di lettura
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Cuffie sulle orecchie, un visore per la realtà virtuale sugli occhi e un computer che mostra sullo schermo la lezione. Manca l’insegnante, sostituito dall’intelligenza artificiale. Così una scuola privata di Londra annuncia la prima classe senza docente nel Regno Unito.

Di umano, in aula, restano gli studenti, di età compresa tra i 14 e i 16 anni: sono 20 quelli che prendono parte al programma di scuola superiore GCSE al David Game College, uno degli istituti privati più importanti del Regno Unito, per un costo di 27.000 sterline l’anno.

Scienze, matematica, inglese sono alcune delle materie insegnate dall’IA. Altre, come l’arte e l’educazione sessuale, rimangono invece appannaggio dei docenti a causa delle difficoltà della macchina in questo ambito.

In classe restano in ogni caso delle figure di supporto che monitorano il corretto funzionamento della piattaforma.

Il sistema basato sull’intelligenza artificiale individua in quali materie eccelle lo studente e dove quest’ultimo mostra maggiori lacune, per adattare il piano d’apprendimento.

La decisione del David Game College divide. Chiaramente, per dirla con una frase poco british, per l’oste il vino è buono:

“Gli insegnanti possono sbagliare. Raggiungere il livello di precisione e accuratezza dell’IA è molto difficile. Il sistema garantisce una valutazione continua, individuando in modo efficace le carenze dell’alunno”

John Dalton, co-preside del David Game College
Sono d’accordo due degli studenti coinvolti, Joseph e Michael: “Un insegnante non riesce a individuare i difetti dell’alunno perché ha troppi studenti, dicono, a differenza dell’intelligenza artificiale che “aiuta a migliorarti”.

Si dice critico invece Chris McGovern, presidente dell’organizzazione Campaign for Real Education, che si batte per un’istruzione più tradizionale.

Nel Regno Unito, infatti, l’IA è già entrata da qualche tempo nelle scuole, seppur facendo solo da supporto all’insegnante, quindi senza sostituirlo.

Secondo McGovern, la scelta del David Game College è dettata innanzitutto dal fatto che l’IA è una soluzione più economica.



“Si disumanizza il processo di apprendimento e l’interazione tra studenti e insegnanti. Se si seguirà solo la strada dell’intelligenza artificiale il futuro sarà cupo e senza anima”
 

META VUOLE “ADDESTRARE” L’IA CON I NOSTRI DATI. E SENZA CHIEDERE IL CONSENSO


I
Probabilmente in pochi hanno dato importanza o hanno notato la comunicazione inviata da Meta nelle scorse settimane agli utenti di Facebook, Instagram e Threads.

A partire dal 26 giugno, la società implementerà lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, “addestrandola” con i nostri dati privati: dati anagrafici, immagini, video, testi, voce e tutto ciò che abbiamo condiviso pubblicamente o meno dal 2007 ad oggi.

La società pretende di appellarsi al principio di “legittimo interesse” per non chiedere il consenso agli utenti. Negazione che è tutta nelle mani dei singoli utenti, che possono farlo attraverso una procedura molto complicata, che non vale per tutti i social ma va ripetuta e che prevede addirittura la compilazione di un form con le “motivazioni” per l’opposizione. Per di più a scadenza: c’è tempo infatti fino al 25 giugno, dopodiché Meta potrà appropriarsi di ciò che noi condividiamo senza tanti problemi.

Quello che a tutti gli effetti appare un sopruso è stato denunciato dall’associazione Noyb in 11 Paesi europei compresa l’Italia, chiedendo una procedura d’urgenza per fermare immediatamente Meta, prima che la disposizione entri in vigore tra meno di due settimane.

Si tratta di un problema non da poco che riguarda i dati privati di circa 4 miliardi di utenti Meta per una tecnologia sperimentale su cui la società non ha fornito sufficienti elementi.

Dunque sembra proprio che l’intelligenza artificiale sarà un’altra di quelle “rivoluzioni” che verranno imposte con o senza il nostro consenso.

In un futuro neanche troppo lontano è probabile che Apple decida per esempio di implementare Chat Gpt, il sistema creato da Open Ai, sui dispositivi iOs .

Scelta contro cui si è scagliato nei giorni scorsi anche Elon Musk, che in un colorito post su X ha sfidato direttamente il colosso della telefonia, minacciando di vietare i suoi dispositivi nelle aziende che dirige qualora si procedesse con l’integrazione di Chatgpt. Nel mirino, proprio la sicurezza dei dati e la privacy degli utenti.

Non ha tardato ad arrivare la risposta di Open Ai e Apple che rimandano le accuse al mittente: Apple ha affermato che non condividerà i dati degli utenti con OpenAi e quest’ultima che non addestrerà i suoi modelli con i dati degli utenti. Vedremo, allora, a chi darà ragione il tempo.
 

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