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TRE GIURISTI DICHIARANO

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Sea Watch, Carola Rackete ha violato la legge: tre giuristi critici sul Gip di Agrigento

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ea Watch, il comandante Carola è reo o eroe? E dietro a lei, che giudizio si deve dare, se è lecito commentare la decisione di un giudice, della decisione di Alessandra Vella, gip nel Tribunale di Agrigento, che, a quanto si legge, ha trasformato la tedesca Carola in un personaggio da tragedia greca?




Dal generale coro di critiche a Salvini per come ha condotto la vicenda Sea Watch sul piano legale si distinguono alcuni interventi di giuristi che impongono attenta lettura: Bruno Tinti, Domenico Cacopardo, Filoreto D’Agostino.




Bruno Tinti, come riassunto da Domenico Cacopardo su Italia Oggi:

1. Nello Stato si applicano le leggi dello Stato. Anche il decreto-legge sicurezza 2, approvato dal Consiglio dei ministri, firmato dal Presidente della Repubblica, ora all’esame del Parlamento per la conversione (o meno) è vigente sotto tutti gli aspetti. Alessandra Vella non poteva non applicarlo. Se lo considerava in contrasto con la Costituzione doveva sollevare la questione di costituzionalità, sospendendo il procedimento.

2. Secondo la gip di Agrigento, le direttive ministeriali adottate ex art. 11 comma 1-ter del Testo unico sulle immigrazioni (divieto di ingresso della Sea Watch) non avrebbero potuto avere attuazione in ragione degli accordi internazionali vigenti. Dimenticando che le direttive stesse erano state adottate in coerenza con il Testo unico e che quindi non presentavano margini di inapplicabilità a meno di non sollevare l’incidente di costituzionalità di cui al punto 1). Non spetta al giudice lo stabilire l’inapplicabilità di una norma per contrasto con la Costituzione.

3. Questo significa che la «scriminante» (art. 51 del codice penale) utilizzata per considerare legittimo l’operato di Carola Rackete è insussistente perché fondata sul presunto (ed erroneamente evocata) contrasto tra norme internazionali e norme nazionali, rispetto al quale spetta al giudica o dichiarare l’incidente di costituzionalità o applicare la legge dello Stato.

4. Altro errore nella formulazione della decisione della dottoressa Vella è il richiamo alle norme internazionali: l’art. 19 della convenzione sulla ricerca e sul soccorso in mare prevede il passaggio di una nave nelle acque territoriali di uno stato solo nel caso che possa essere considerato «inoffensivo». Il passaggio viene considerato offensivo o pregiudizievole se la nave è impegnata … g) il carico o lo scarico … in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari «o di immigrazione vigenti nello Stato costiero». In sostanza, è la norma internazionale che introietta una riserva di legge a favore dello Stato interessato, proprio il contrario di quanto invocato dalla Gip.

5. La valutazione della «sicurezza» del porto di destinazione. Secondo la Gip, sarebbe stato di competenza della comandante della Sea Watch. Una discrezionalità che nessun ordinamento riconosce al comandante di una nave in mare, che è, anzi, obbligato a dirigere la prora verso il porto più vicino.

Lo stesso Cacopardo ricorda che da anni dalle colonne di Italia Oggi solleva il problema dei rapporti tra ong e trafficanti. “Una questione della quale il dottor Luigi Patronaggio, procuratore della Repubblica di Agrigento, non può spogliarsi dichiarando che non ci sono evidenze probatorie circa questi rapporti ed eventuali intese. La questione merita gli approfondimenti che solo una procura della repubblica può disporre. Come merita un ulteriore passo giudiziario la decisione della gip sul caso Sea Watch e su Carola Rackete”.




Ancora Cacopardo: “Siamo nell’ambito del diritto e della procedura penale, nel quale non ci sono scorciatoie. C’è solo una strada maestra da percorrere, quella che la lettura delle norme impone.

Per questo, sostiene Domenico Cacopardo, sbaglia Alessandra Vella quando afferma: “Ho fatto ciò che era giusto”.

“Nell’affermazione c’è già compreso ed esplicitato il punto critico del modo con cui ha affrontato la questione della Sea Watch e della sua comandante Carola Rackete: lei può solo dichiarare di “avere fatto ciò che riteneva giusto”, che, in sostanza, per un giudice, significa avere applicato la legge nel modo che in scienza e coscienza si ritiene giusto, cioè conforme alla legge stessa. È in questo approccio erroneo (non solo della Vella, ma di tanti magistrati delle leve anni 80 e dopo) che si annidano tanti errori e tanti orrori giudiziari, partendo dal caso Tortora per finire all’ultimo di coloro che sono stati riconosciuti innocenti dopo decenni di prigione.

“Lo Stato è costituito da un complesso di uomini che esercitano competenze e che possono errare. Lo stato di diritto ha le procedure per correggere gli errori e le usa. Quanto alla politica, voglio solo ricordare che l’esito della vicenda annunciato lunedì (la comandante libera e non imputata di alcunché) ha prodotto un ulteriore balzo in avanti del consenso di Matteo Salvini. Logicamente”.

Anche D’Agostino è molto critico nei confronti del Gip Vella. Nelle sue conclusioni, scrive sul Fatto, si registrano “ampi spazi di opinabilità, superati con proposizioni fideistiche delle quali la prima consiste nella lettura impropria dell’art. 10 della Costituzione, che prevede il conformarsi dell’ordinamento italiano alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, individuate, in quel contesto, nella Convenzione per la ricerca e il soccorso in mare. Il parametro costituzionale, coniugato con la Convenzione, costituirebbe chiave di volta per assegnare alla tutela di esseri umani salvati in mare una valenza superiore a quella delle norme vigenti nello Stato”.

Si tratta di una tesi non solo “erronea, ma [che] configura anche una presa di posizione allarmante”.

“Proprio sul richiamo al diritto internazionale si apre la falla più ampia del discorso giustificativo”. Sulla Sea Watch infatti ha sentenziato proprio un giudice internazionale, la Corte europea dei diritti dell’uomo, cui si era rivolta la stessa Carola Rackete. La Corte ha respinto il ricorso negando quindi “l’esistenza di condizioni che un giudice, [cioè il Gip Vella] abilitato solo all’applicazione della normativa nazionale, ha positivamente proclamato”.

C’è di più.

1. Il fatto che la Sea Watch sia rimasta per molti giorni fuori dalle acque territoriali in attesa di un permesso negato a più riprese “rende plasticamente la prava volontà di forzare la mano. Se non ci fosse stato dolo, la nave avrebbe potuto, in quell’ampio lasso di tempo, raggiungere porti non italiani: maltesi, tunisini e francesi. Finanche iberici”.

2. “Ancora più grave è la molto attenuata percezione dell’assolvimento del dovere da parte della Guardia di Finanza e il disconoscimento della natura di mezzo da guerra alla motovedetta. La struttura di un natante preordinato ad attività di pattugliamento delle acque territoriali e di tutela da pericoli provenienti dall’esterno non è paragonabile a quella di un mezzo (per esempio un elicottero della Guardia costiera) che svolge in via principale operazioni di salvataggio (e di polizia della pesca) e che non è armato. Una motovedetta armata è per struttura e funzione un mezzo bellico”.
 
ad agrigento sarebbero tutti da rimuovere e da licenziare questi sono contro il popolo italiano
 
laura3;n2179409 ha scritto:
ad agrigento sarebbero tutti da rimuovere e da licenziare questi sono contro il popolo italiano

Tutte le motovedette sono armate anche la Guardia Costiera , in quanto se si trovano in difficoltà, o in pericolo hanno l'obbligo di difendersi in base alle regole di ingaggio difendersi da eventuali aggressioni da natanti, nave e altro .. Il diritto per uno Stato e difendere i propri Confini . Tutto organizzato politicamente cio' che sta succedendo . Mettendo gli immigrati come merce da parte di questi scafisti . La mediterranea, non vuole andare a MALTA in quanto il Governo maltese gli mette la barca sotto sequestro e nun gle da rida' piu' .. Speculare sulla pelle di questa povera gente che dicono di voler salvare , ma farli aspettare nei limiti di confine sono loro che mettono la vita in pericolo a questi poveretti. Ma per la Magistratura Agrigentina non e cosi' … NOn Capisco come il Procuratore Generale per Giurisdizione essendo l'unico che puo' impugnare questa sentenza non intervenga di persona e mettere in chiaro una volta per tutte questa farsa da parte di queste ONG straniere che vogliono infrangere le nostre leggi .. pazzesco veramente
 
Ultima modifica di un moderatore:
sara' venduto anche questo chi e il procuratore giurisdizionale. io comincerei a sparare vengono qui perche saranno mantenuti a vita
con la complicita' del pd
 
è....quando dico che con le chiacchiere non si fa il pane intendevo quello .





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LA MEDITERRANEA A FORZATO IL BLOCCO ED E ENTRATA IN PORTO A LAMPEDUSA A BORDO COME CAPO MISSIONE UN ONOREVOLE DI SINISTRA ITALIANA IL SIGNOR ERASMO PALAZZOTTO TRATTASI DI UN PARLAMENTARE DELLO STATO .. SPICCA COME DA ARTICOLO SUI GIORNALI IL SUO CONTINUO ASSENTEISMO VEDASI ARTICOLO ..


Erasmo Palazzotto
ha trentasei anni, è alla sua seconda legislatura, fa parte della commissione Difesa e della commissione d' inchiesta sulle mafie, ma per la verità non sembra che passi molto tempo nell' aula della Camera. Anzi, lo scorso 7 maggio il Fatto Quotidiano ha rivelato che, durante le votazioni, il parlamentare dell' ultra-sinistra risulta assente nel 63,7% dei casi; soltanto otto deputati sono meno presenti di lui.


PAGATO DA NOI ITALIANI E RIDICOLO CHE NON VENGA FATTA UNA INTERLOCUZIONE PARLAMENTARE E MAGARI ALLONTANARLO UNA VOLTA PER TUTTE PER ASSENTEISMO .. SE UN LAVORATORE FA LO STESSO COME MINIMO LA DITTA LO LICENZIA PER GIUSTA CAUSA .. Siamo ormai alla frutta veramente Povera Italia e Poveri noi in primis ................


ATTENDIAMO NUOVAMENTE I SIGNORI MAGISTRATI DI AGRIGENTO COSA INTENDONO FARE . PRESUMO NULLA SOLITA TIRITERA :cool:
 
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