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| « Tutte le donne di Patrica, Pofi, Isoletta, Supino, e Morolo sono state violentate... A Lenola il 21 maggio hanno stuprato cinquanta donne, e siccome non ce n'erano abbastanza per tutti hanno violentato anche i bambini e i vecchi. I marocchini di solito aggrediscono le donne in due - uno ha un rapporto normale, mentre l'altro la sodomizza. » |
| (Norman Lewis nel libro Napoli '44[SUP][5][/SUP]) |
| « Addirittura c’è tra loro chi non ha paura di parlare di vero e proprio “diritto di preda” per i reparti marocchini[SUP][11][/SUP]. » |
| « Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono un minimo di 20.000 casi accertati di violenze, numero che comunque non rispecchia la verità; diversi referti medici dell'epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, sia per vergogna o pudore, preferì non denunciare. Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal "Corpo di Spedizione Francese", che iniziò le proprie attività in Sicilia e le terminò alle porte di Firenze, possiamo affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, e ben 18.000 violenze carnali. I soldati magrebini mediamente stupravano in gruppi da 2 (due) o 3 (tre), ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100, 200 e 300 magrebini » |
| « Adesso lui mi stava sopra; e io mi dibattevo con le mani e con le gambe; e lui sempre mi teneva fissa la testa a terra contro il pavimento, tirandomi i capelli con una mano; e intanto sentivo che con l'altra andava alla veste e me la tirava su verso la pancia e poi andava tra le gambe; e tutto a un tratto gridai di nuovo, ma di dolore, perché lui mi aveva acchiappato per il pelo con la stessa forza con la quale mi tirava i capelli per tenermi ferma la testa » |
| (Alberto Moravia, La ciociara) |
| Medaglia d'oro al merito civile | |
| «Centro strategicamente importante, situato sulla linea Gustav, durante l’ultimo conflitto mondiale si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e marocchine e continui e devastanti bombardamenti da parte alleata che causarono la morte di numerosissimi cittadini e la totale distruzione dell’abitato. I sopravvissuti, costretti a trovare rifugi occasionali sulla montagna, resistevano con fierissimo contegno alle più dure sofferenze, offrendo un ammirevole esempio di coraggio e amor patrio.» — Vallecorsa (FR) 1943/1944[SUP][22][/SUP]. |
| Medaglia d'oro al merito civile | |
| «Piccolo Comune con pochissime migliaia di abitanti, occupato per la posizione strategicamente favorevole dall'esercito tedesco impegnato a difesa della linea "Gustav", fu obiettivo di ripetuti e selvaggi bombardamenti che provocarono numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell'abitato. Con l'arrivo degli alleati il paese subì, poi, una serie impressionante di furti, omicidi e saccheggi e dovette registrare più di settecento atti di efferata violenza su donne, ragazze e bambini da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e elette virtù civiche.» — Esperia (FR), Ottobre 1943-Maggio 1944[SUP][23][/SUP]. |
| Medaglia d'oro al merito civile | |
| «Piccolo Comune di poche migliaia di abitanti, occupato dalle truppe tedesche impegnate a difesa della linea Gustav, subì un violentissimo bombardamento che causò la morte di cinquantotto civili e numerosi feriti. I sopravvissuti, costretti all'evacuazione dovettero trovare rifugio nelle campagne circostanti. Con l'arrivo degli alleati il paese dovette registrare centinaia di atti di efferata violenza su donne e uomini da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e di amor patrio.» — Lenola (LT), 1943-1944[SUP][24][/SUP]. |
| Medaglia d'argento al merito civile | |
| «Piccolo Comune del frusinate, posto sulla linea Gustav, fu oggetto di feroci rastrellamenti da parte delle truppe naziste e di devastanti bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la distruzione della metà del patrimonio abitativo. La popolazione fu costretta ad abbandonare i propri beni e a trovare rifugio in montagna, tra stenti e sofferenze. Con l'arrivo degli alleati il paese dovette registrare poi alcuni atti di efferata violenza su concittadine da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.» — Castro dei Volsci (FR), 1943-1945[SUP][25][/SUP]. |
| Medaglia d'argento al merito civile | |
| «Centro strategicamente importante, situato sulla linea Gustav, durante l'ultimo conflitto mondiale si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e marocchine e continui e devastanti bombardamenti alleati che causarono la morte di numerosissimi cittadini e la quasi totale distruzione dell'abitato. Splendido esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.» — Ceccano (FR), 1943-1944[SUP][26][/SUP]. |
| Medaglia d'argento al merito civile | |
| «Piccolo comune situato sulla linea Gustav, durante l'ultimo conflitto mondiale si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza da parte delle truppe tedesche e marocchine nonché devastanti bombardamenti da parte dell'esercito alleato, che causarono la morte di numerosi cittadini, la quasi totale distruzione dell'abitato e ingenti danni al patrimonio zootecnico e agrario. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed elette virtù civiche.» — Campodimele (LT), 1943-1945[SUP][27][/SUP]. |
| Medaglia d'argento al merito civile | |
| «Centro situato in posizione strategica ed occupato dall'esercito tedesco impegnato a difesa della linea Gustav, fu oggetto di rastrellamenti da parte delle truppe naziste e di numerosi bombardamenti che provocarono molte vittime civili e ingenti danni all'abitato. Anche con l'arrivo delle truppe alleate il paese subì soprusi, saccheggi e atti di efferata violenza su uomini e donne. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.» — Pofi (FR), 1943-1944[SUP][28][/SUP]. |
| Medaglia d'argento al merito civile | |
| «Centro strategicamente importante posto sulla linea Gustav, fu oggetto di violenti rastrellamenti da parte delle truppe naziste e selvaggi bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la totale distruzione dell'abitato. La popolazione fu costretta ad abbandonare i propri beni e trovare rifugio in montagna, tra stenti e sofferenze. Con l'arrivo degli alleati il paese dovette registrare, poi, alcuni atti di efferata violenza su concittadine da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.» — Spigno Saturnia (LT), 1943-1944[SUP][29][/SUP]. |