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Caldaie, dal 15 ottobre diventa obbligatorio il nuovo libretto per tutti gli impianti
Cosa devono fare le famiglie per richiedere il nuovo libretto? Quali sono le sanzioni per chi non effettua gli interventi? Il vademecum
Pubblicato il 14/10/14 in Economia
Il 15 ottobre 2015 entrerà in vigore il nuovo libretto d'impianto, che, rispetto ai precedenti controlli previsti per legge dal D.P.R. 74/13, prevede due grandi novità.
La prima è che nel libretto verranno registrati tutti gli impianti presenti nelle abitazioni degli italiani: non più solo caldaie e sistemi di riscaldamento, dunque, ma anche sistemi di climatizzazione, impianti solari e così via.
La seconda è che, accanto all'efficienza degli impianti, questa nuova disposizione prevede una diagnosi completa che ne andrà a verificare sicurezza, salubrità e igiene.
Ma cosa devono fare le famiglie per richiedere il nuovo libretto? Quanto costa? Quali sono le sanzioni per chi non effettua gli interventi? Chi deve pagare il controllo e la manutenzione?
A tutte queste domande ha risposto Lorenzo Epis, consulente di Domotecnica.
VEDI ANCHE: Dal 15 ottobre obbligatori i nuovi libretti per caldaie e impianti termici
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Obbligatorio il nuovo libretto d'impianto
A partire dal 16 ottobre sarà obbligatoria:
- la presenza del nuovo libretto di climatizzazione per tutti gli impianti (sia esistenti che di nuova installazione; art. 1);
- la compilazione del "Rapporto di efficienza energetica" in occasione degli interventi di manutenzione e di controllo sugli apparecchi di climatizzazione invernale di potenza utile nominale maggiore di 10KW e di climatizzazione estiva di potenza utile nominale maggiore di 12 KW con o senza produzione di acqua calda sanitaria (art.
Come si ottiene un libretto d'impianto?
"Ogni cittadino dovrebbe provvedere in maniera indipendente a cercare e compilare il proprio libretto d'impianto, ma questa è un'utopia", spiega Epis. "Per ovviare al problema sarà sufficiente durante il prossimo controllo dell'impianto di riscaldamento richiederlo al manutentore che verrà a casa."
Il 15 ottobre dunque non è necessaria alcuna "corsa al libretto" per mettersi in regola. La normativa prevede infatti che a partire da questa data e secondo le scadenze di manutenzione degli impianti già regolamentate dalle singole Regioni, ogni cittadino si doti del libretto d'impianto, che affianca quello vecchio che non deve essere buttato.
In ogni abitazione ci saranno perciò due tipologie di libretti: uno per il rapporto sull'efficienza in cui registrare le prestazioni degli impianti e uno per l'uso e la manutenzione per la sicurezza che indica gli interventi di controllo ed eventuale manutenzione per garantirne la sicurezza e la salubrità.
Chi deve chiamare il manutentore?
Il responsabile d'impianto (sia di riscaldamento che di climatizzazione), ovvero colui che deve chiamare il manutentore, è l'occupante dell'abitazione a qualunque titolo, ovvero il proprietario nel caso di abitazione privata e l'inquilino in caso di affitto. Se ci si trova in un condominio con riscaldamento centralizzato, la responsabilità è dell'amministratore.
Per effettuare i nuovi controlli di sicurezza previsti è necessario rivolgersi a manutentori o installatori in possesso dei necessari requisiti di legge (lettere c, d ed e del decreto 37/08, ex 46/90).
Questi ultimi devono essere abilitati per operare su impianti di riscaldamento e di climatizzazione, su impianti idrosanitari e che possano realizzare, manutenere e controllare cisterne e condutture di gas allo stato liquido o aeriforme all'interno degli edifici. "Per tutelarsi i cittadini possono richiedere al manutentore di esibire il modulo della Camera di Commercio che certifica i suoi requisiti e la sua professionalità", spiega Epis.
Quanto costa l'uscita del tecnico e cosa farà?
Se un intervento di controllo su un impianto domestico variava in media tra i 100 e i 120 euro, oggi invece, con l'aggiunta dei controlli e della sanificazione prevista dal nuovo libretto, una famiglia tipo con una caldaia collegata a 4 o 5 caloriferi ed un impianto di climatizzazione con 2 o 3 split si troverà a spendere mediamente 200 euro. "Un costo superiore che vale però la garanzia di sicurezza degli impianti" spiega Epis.
Il tecnico effettuerà un controllo e un'eventuale manutenzione, monitorando le funzionalità, il rendimento e la salubrità degli impianti e controllandone ogni componente
Chi deve pagare il controllo e la manutenzione?
Chi deve farsi carico delle spese del controllo e della manutenzione è il responsabile d'impianto ovvero l'occupante, proprietario o inquilino che sia.
"Chi è in affitto -precisa Epis- dovrà farsi carico delle sole spese ordinarie. Le spese straordinarie, come la sostituzione di tecnologie o interventi significativi sull'impianto che verranno indicati dal manutentore, sono a carico del proprietario dell'appartamento."
Le sanzioni previste partono dai 500 euro e arrivano a 3mila euro. E' prevista una multa dai mille ai 6mila euro anche per l'installatore che comunica in maniera errata o incompleta l'esito del controllo.
Ogni quanto devono venire effettuati questi controlli?
La periodicità della manutenzione per l'efficienza rimarrà a discrezione delle singole Regioni e potrebbe variare dai due ai quattro anni (salvo indicazioni diverse).
Per tutto ciò che riguarda la manutenzione e la verifica della sicurezza e salubrità fa fede quanto indicato dal manutentore. "Spetterà al tecnico indicare la frequenza di questi controlli anche se, salvo eccezioni, si tratterà di una revisione annuale", ipotizza Lorenzo Epis.
Il rapporto di controllo verrà inviato dal manutentore agli enti preposti. Le verifiche non verranno più effettuate a campione, ma si partirà da coloro che non hanno effettuato gli interventi e del cui impianto non è arrivata alcuna notifica al catasto preposto. I controlli verranno così effettuati sugli impianti "segnalati".
Se il proprietario deve eseguire opere straordinarie?
Se il manutentore segnalasse all'affittuario la necessità di opere straordinarie di cui deve farsi carico il proprietario di casa, l'occupante dovrà inviare al proprietario copia del libretto d'impianto, in cui sono richieste dal tecnico le opere di manutenzione straordinaria, chiedendo che vengano effettuate.
In caso di controllo, il libretto di controllo è un vero e proprio documento di garanzia in cui vengono registrati non solo i dati dell'occupante, ma anche quelli del proprietario: gli enti preposti saranno dunque a conoscenze delle responsabilità ascrivibili a ciascun soggetto.
Dai controlli possono emergere situazioni di pericolo?
"La scarsa manutenzione degli impianti è spesso al centro di episodi di cronaca nera, ma il libretto d'impianto è uno strumento che può contribuire a denunciare situazioni abitative critiche", conclude Epis. "Questo perché da un lato i controlli si concentreranno su chi non ha fatto l'intervento, dall'altro perché il manutentore è tenuto a riportate agli enti preposti anomalie degli impianti, da risolvere entro un determinato lasso di tempo."
Cosa devono fare le famiglie per richiedere il nuovo libretto? Quali sono le sanzioni per chi non effettua gli interventi? Il vademecum
Pubblicato il 14/10/14 in Economia

Il 15 ottobre 2015 entrerà in vigore il nuovo libretto d'impianto, che, rispetto ai precedenti controlli previsti per legge dal D.P.R. 74/13, prevede due grandi novità.
La prima è che nel libretto verranno registrati tutti gli impianti presenti nelle abitazioni degli italiani: non più solo caldaie e sistemi di riscaldamento, dunque, ma anche sistemi di climatizzazione, impianti solari e così via.
La seconda è che, accanto all'efficienza degli impianti, questa nuova disposizione prevede una diagnosi completa che ne andrà a verificare sicurezza, salubrità e igiene.
Ma cosa devono fare le famiglie per richiedere il nuovo libretto? Quanto costa? Quali sono le sanzioni per chi non effettua gli interventi? Chi deve pagare il controllo e la manutenzione?
A tutte queste domande ha risposto Lorenzo Epis, consulente di Domotecnica.
VEDI ANCHE: Dal 15 ottobre obbligatori i nuovi libretti per caldaie e impianti termici
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Obbligatorio il nuovo libretto d'impianto
A partire dal 16 ottobre sarà obbligatoria:
- la presenza del nuovo libretto di climatizzazione per tutti gli impianti (sia esistenti che di nuova installazione; art. 1);
- la compilazione del "Rapporto di efficienza energetica" in occasione degli interventi di manutenzione e di controllo sugli apparecchi di climatizzazione invernale di potenza utile nominale maggiore di 10KW e di climatizzazione estiva di potenza utile nominale maggiore di 12 KW con o senza produzione di acqua calda sanitaria (art.
Come si ottiene un libretto d'impianto?
"Ogni cittadino dovrebbe provvedere in maniera indipendente a cercare e compilare il proprio libretto d'impianto, ma questa è un'utopia", spiega Epis. "Per ovviare al problema sarà sufficiente durante il prossimo controllo dell'impianto di riscaldamento richiederlo al manutentore che verrà a casa."
Il 15 ottobre dunque non è necessaria alcuna "corsa al libretto" per mettersi in regola. La normativa prevede infatti che a partire da questa data e secondo le scadenze di manutenzione degli impianti già regolamentate dalle singole Regioni, ogni cittadino si doti del libretto d'impianto, che affianca quello vecchio che non deve essere buttato.
In ogni abitazione ci saranno perciò due tipologie di libretti: uno per il rapporto sull'efficienza in cui registrare le prestazioni degli impianti e uno per l'uso e la manutenzione per la sicurezza che indica gli interventi di controllo ed eventuale manutenzione per garantirne la sicurezza e la salubrità.
Chi deve chiamare il manutentore?
Il responsabile d'impianto (sia di riscaldamento che di climatizzazione), ovvero colui che deve chiamare il manutentore, è l'occupante dell'abitazione a qualunque titolo, ovvero il proprietario nel caso di abitazione privata e l'inquilino in caso di affitto. Se ci si trova in un condominio con riscaldamento centralizzato, la responsabilità è dell'amministratore.
Per effettuare i nuovi controlli di sicurezza previsti è necessario rivolgersi a manutentori o installatori in possesso dei necessari requisiti di legge (lettere c, d ed e del decreto 37/08, ex 46/90).
Questi ultimi devono essere abilitati per operare su impianti di riscaldamento e di climatizzazione, su impianti idrosanitari e che possano realizzare, manutenere e controllare cisterne e condutture di gas allo stato liquido o aeriforme all'interno degli edifici. "Per tutelarsi i cittadini possono richiedere al manutentore di esibire il modulo della Camera di Commercio che certifica i suoi requisiti e la sua professionalità", spiega Epis.
Quanto costa l'uscita del tecnico e cosa farà?
Se un intervento di controllo su un impianto domestico variava in media tra i 100 e i 120 euro, oggi invece, con l'aggiunta dei controlli e della sanificazione prevista dal nuovo libretto, una famiglia tipo con una caldaia collegata a 4 o 5 caloriferi ed un impianto di climatizzazione con 2 o 3 split si troverà a spendere mediamente 200 euro. "Un costo superiore che vale però la garanzia di sicurezza degli impianti" spiega Epis.
Il tecnico effettuerà un controllo e un'eventuale manutenzione, monitorando le funzionalità, il rendimento e la salubrità degli impianti e controllandone ogni componente
Chi deve pagare il controllo e la manutenzione?
Chi deve farsi carico delle spese del controllo e della manutenzione è il responsabile d'impianto ovvero l'occupante, proprietario o inquilino che sia.
"Chi è in affitto -precisa Epis- dovrà farsi carico delle sole spese ordinarie. Le spese straordinarie, come la sostituzione di tecnologie o interventi significativi sull'impianto che verranno indicati dal manutentore, sono a carico del proprietario dell'appartamento."
Le sanzioni previste partono dai 500 euro e arrivano a 3mila euro. E' prevista una multa dai mille ai 6mila euro anche per l'installatore che comunica in maniera errata o incompleta l'esito del controllo.
Ogni quanto devono venire effettuati questi controlli?
La periodicità della manutenzione per l'efficienza rimarrà a discrezione delle singole Regioni e potrebbe variare dai due ai quattro anni (salvo indicazioni diverse).
Per tutto ciò che riguarda la manutenzione e la verifica della sicurezza e salubrità fa fede quanto indicato dal manutentore. "Spetterà al tecnico indicare la frequenza di questi controlli anche se, salvo eccezioni, si tratterà di una revisione annuale", ipotizza Lorenzo Epis.
Il rapporto di controllo verrà inviato dal manutentore agli enti preposti. Le verifiche non verranno più effettuate a campione, ma si partirà da coloro che non hanno effettuato gli interventi e del cui impianto non è arrivata alcuna notifica al catasto preposto. I controlli verranno così effettuati sugli impianti "segnalati".
Se il proprietario deve eseguire opere straordinarie?
Se il manutentore segnalasse all'affittuario la necessità di opere straordinarie di cui deve farsi carico il proprietario di casa, l'occupante dovrà inviare al proprietario copia del libretto d'impianto, in cui sono richieste dal tecnico le opere di manutenzione straordinaria, chiedendo che vengano effettuate.
In caso di controllo, il libretto di controllo è un vero e proprio documento di garanzia in cui vengono registrati non solo i dati dell'occupante, ma anche quelli del proprietario: gli enti preposti saranno dunque a conoscenze delle responsabilità ascrivibili a ciascun soggetto.
Dai controlli possono emergere situazioni di pericolo?
"La scarsa manutenzione degli impianti è spesso al centro di episodi di cronaca nera, ma il libretto d'impianto è uno strumento che può contribuire a denunciare situazioni abitative critiche", conclude Epis. "Questo perché da un lato i controlli si concentreranno su chi non ha fatto l'intervento, dall'altro perché il manutentore è tenuto a riportate agli enti preposti anomalie degli impianti, da risolvere entro un determinato lasso di tempo."


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