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Pd, primarie e irregolarità. ​"Ho votato in 5 seggi con documenti scaduti"
Primarie che fai, irregolarità che trovi. Il Pd ne sa qualcosa. Ecco cosa è successo in Campania


Domenico Ferrara - Lun, 02/03/2015 - 18:39


Perché non c'è consultazione elettorale che non faccia gridare allo scandalo. Dai cinesi ai rom passando per i brogli e gli "acquisti" di voti. E non solo. Dal Nord al Sud. Anche in Campania se ne sono viste delle belle. Ne sa qualcosa il votatore seriale che, come ha denunciato il Mattino, è riuscito addirittura a mettere a segno cinque schede in altrettanti seggi diversi. Il tutto con documenti di identità scaduti da cinque anni. Alla faccia dei controlli. Ma non solo. Il malcapitato è riuscito a far luce su un sistema tacciato ormai da troppo tempo di ambiguità. Qualche esempio? Nessuno chiede la tessera elettorale e soltanto in una delle cinque sedi visitate c'era il paravento atto a garantire la segretezza del voto. Leggeri nei controlli, attenti nel chiedere dazio.

Sarà per questo e non solo che lo scrittore Roberto Saviano si è preso la briga di avvertire gli elettori invitandoli a non andare a votare. Sentiva puzza di clientelismo, ancora una volta. Al momento, ciò che emerge dalle primarie campane sono le irregolarità. Il deputato del Pd Guglielmo Vaccaro ha postato la foto di un certificato elettorale rilasciato a un elettore salernitano dagli uffici comunali. Niente di strano, se non fosse per la data. "Mi sembra anomalo che a Salerno l’ufficio anagrafe sia aperto anche di domenica", ha scritto. E ancora: "Siti, giornali e tv raccolgono testimonianze di voti doppi e persino tripli. Ogni redazione ha le sue prove e preso atto delle irregolarità. Quanti dirigenti del Pd hanno fatto cosi?", ha tuonato Paolo Russo, coordinatore di Forza Italia a Napoli. Come sempre è arrivata poi immancabile la richiesta di riconteggio dei voti. Così come immancabile è il dibattito eterno sullo strumento delle primarie democratiche.
 
Il nuovo business dei sindacati da agenzie di collocamento: più collocano più guadagnano


Pace fatta coi sindacati: Renzi li ingaggia per trovare il lavoro ai disoccupati. Più ne piazzano, più beccano soldi dallo Stato. Ecco come funziona


Sergio Rame - Lun, 02/03/2015 - 13:47
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Matteo Renzi prova a far pace con i sindacati. E lo fa mettendo sul tavolo un'offerta che difficilmente la Triplice potrà rifiutare.
BASTA PAGARE.....IN UN MODO O NELL'ALTRO...
Anche perché in ballo ci sono davvero un mucchio di soldi. Quando nei prossimi giorni, con la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, entrerà in vigore la prima fase della riforma del lavoro, che introduce il contratto a tutele crescenti, il governo si metterà al lavoro per ideare le strutture che dovranno aiutare i disoccupati a trovare un nuovo lavoro. E qui Renzi vorrebbe che entrassero in gioco i sindacati.

Come anticipa Repubblica, entro maggio il governo intende preparare i nuovi decreti attuativi del Jobs Act. Tra le "politiche attive" sul tavolo di Palazzo Chigi c'è, appunto, la creazione di strutture che aiutino a trovare il lavoro a chi il lavoro non ce l'ha. Quello di cui Renzi ha bisogno sono vere e proprie agenzie per l'impiego, come le multinazionali Manpower, Metis o Adecco, che aiutino a sanare la piaga della disoccupazione. Per i sindacati potrebbe diventare l'occasione per rafforzare i propri bilanci perché, va da sé, il servizio è lautamente retribuito dallo Stato. Più disoccupati collocano, più soldi intascano. "Ricollocare i lavoratori più specializzati può fruttare in media circa 950 euro - spiegano Federico Fubini e Roberto Mania su Repubblica - il voucher sui meno qualificati potrebbe valerne circa 2.500, mentre sui casi più difficili in assoluto non è possibile arrivare a primi da 6.000 euro all'agenzia per il lavoro".

Al vaglio c'è un decreto che ricalca il lavoro fatto da Pietro Ichino per l'allora premier Enrico Letta. Il disoccupato, che beneficerà del sussidio statale, sarà preso in carico da un centro pubblico che dovrà, poi, "smistarlo" a un'agenzia per il lavoro che verrà remunerata con il vaucher solo in caso di successo. Qualora il disoccupato dovesse rifiutare più occasioni di lavoro, l'agenzia dovrà segnalarlo al centro pubblico per l'impiego. Che potrà intervenire e, nel caso, togliergli il sussidio statale.

Nella bozza del decreto si parla di enti no profit e for profit. Eppure la selezione sembra costruita ad hoc per i sindacati. Resta da vedere come si comporterà Susanna Camusso che fino a qualche giorno fa tuonava contro il Jobs Act. La clausola per incassare il voucher è che l'impiego sia assicurato da un contratto a tutele crescenti. Quello appunto dalla riforma del lavoro di Renzi.
 
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