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Maestra ultracattolica o perseguitata? Esplode il caso delle preghiere in classe


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Dopo l’esposto dei genitori di San Vero Milis è arrivata la sospensione per l'insegnante delle elementari. Versioni contrastanti su quanto succedeva in aula​


07 aprile 2023


San Vero Milis Sospesa. Non è un’alunna, ma è la maestra. Si chiama Marisa Francescangeli, ha 58 anni, insegna nella scuola elementare e la sua colpa, stando a quanto da lei dichiarato, è di aver fatto recitare alcune preghiere ai bambini durante la lezione. È successo nei giorni che precedevano le vacanze di Natale, ma i momenti di passione sono arrivati solo ora a ridosso di Pasqua. Sarà a scuola nuovamente il 16 aprile, nel frattempo è sospesa e percepisce uno stipendio ridotto.

In questa vicenda l’unico dato certo riguarda la sospensione della maestra a seguito di una segnalazione fatta da alcuni genitori. Su quali siano gli episodi contestati e cosa sia accaduto subito dopo, le posizioni divergono in maniera inconciliabile. La maestra racconta di un innocente gioco con perline, a mo’ di rosario in una ora di supplenza che alla fine hanno portato alla recita di due preghiere.

Alcune mamme, che però non vogliono comparire con nome e cognome
, raccontano di diversi episodi incredibili, come l’unzione sulla fronte di alcuni bimbi di olio ritenuto benedetto, forse proveniente dal discusso santuario mariano di Medjugorie e di filmati fatti vedere da uno dei social più usati dagli adolescenti dove si vedevano eruzioni vulcaniche commentate come opera di Dio a fronte della malvagità degli uomini.

La maestra, nata 58 anni fa a Nuoro, è una dichiarata amante del canto, tanto da partecipare sin dall’età di 14 anni al coro polifonico di nostra signora delle Grazie, ed esprime pubblicamente, sui social, la sua fede, non temendo anche di esprimere posizioni ritenute necessarie contro il cartone animato di Peppa Pig, o contro famosi cantanti dalla sessualità “liquida”.

Uno dei pochi elementi certi di questa vicenda riguarda la scansione dei fatti dopo gli episodi “contestati”. Secondo alcune fonti, confermate in parte dai rappresentanti sindacali, ci sarebbe stato un primo sereno momento di confronto tra la maestra, i genitori che avevano sollevato il problema e il dirigente scolastico. Secondo queste stesse fonti, la maestra si sarebbe accorta di aver forse troppo calcato la mano e di aver occupato uno spazio didattico e formativo che non le competeva e avrebbe espresso il suo rincrescimento per gli “equivoci” procurati.

Il fronte dei genitori si sarebbe a quel punto diviso: alcuni avrebbero accettato le scuse, altri invece avrebbero proseguito nell’esposto, segno di ruggini di antica data e di molteplici episodi discutibili.
A quel punto per il dirigente scolastico la pratica non poteva che andare avanti. Sono passati diversi mesi, con un rallentamento non casuale che forse si spiega con la volontà da parte degli uffici ministeriali di ricomporre il dissidio, prima che il provvedimento venisse adottato e comunicato all’interessata. Una sanzione pesante, molto più degli episodi dichiarati: venti giorni di sospensione dall’attività e dallo stipendio, scattati il 25 marzo che andranno avanti sino al 15 aprile.

La tutela legale della docente è stata affidata all’avvocata cagliaritana Elisabetta Mameli che nei prossimi giorni depositerà il ricorso. Comprensibilmente, data la delicatezza del caso, l’avvocata si sbilancia poco nelle dichiarazioni. «Posso soltanto dire che non mi era mai capitato un caso così, credo unico nel suo genere – dice – il provvedimento è il risultato di un’estrema rigidità da parte di chi ha emesso la sanzione a mio parere, spropositata».

Naturalmente il parroco di San Vero, don Ignazio Serra
, si è schierato dalla parte della maestra. «Devo ammettere che ho stentato a credere che fosse stato adottato un provvedimento di questo genere – dice – punire un’insegnante perché a ridosso del Natale fa recitare due preghiere in classe è davvero assurdo. In passato si pregava sempre all’inizio della lezione. Le preghiere fanno parte della nostra cultura. Non mi pare che la maestra abbia sbagliato». (michela cuccu e piero marongiu)
La reazione della docente: "Tutto questo per due Ave Maria?"
Un grosso equivoco, un gioco e due preghiere ingigantite senza ragione. La maestra fornisce la sua versione dei fatti di quei giorni: «Ho sostituito un collega nella Terza, dove insegno storia, geografia e musica. I bambini non avevano con loro i libri di quelle materie perché non erano previste nell’orario. Così, durante quelle ore di supplenza, avevo del materiale avanzato dalla lezione di tecnologia che avevo svolto in Quarta». Perline e dei fili con cui gli alunni stavano facendo dei braccialetti. Il problema sarebbe nato quando anche la Terza ha terminato il lavoro. «Ho detto che somigliavano al rosario – è la versione fornita dalla docente – e che per ogni pallina del rosario si dice una preghiera. Allora abbiamo recitato un Padre Nostro e un’Ave Maria, non pensavo capitasse poi tutto quello che mi sta succedendo».
«Non penso di aver fatto un danno ad alcuno – prosegue Marisa Francescangeli – spesso sono i bambini che mi invitano ai momenti del loro percorso religioso anche al di fuori della scuola, com’è successo per la Prima Confessione. Spero che nessuno abbia deciso di sfruttare questa situazione per arrivare a punirmi. Nella relazione sono state inserite anche questioni del precedente anno scolastico, slegate dall’attività didattica e riferite a confronto tra il personale docente. Sono amareggiata, ma anche convinta che la verità verrà a galla». Il sindacato si schiera compatto a sua difesa. «La collega ci ha informati subito di quanto stava accadendo nella scuola di San Vero. Avevamo tentato una conciliazione con l’Ufficio scolastico provinciale ma non c’è stato verso. Sono stati irremovibili, per questo faremo ricorso» dice Giuseppe Corrias, segretario regionale della Uil scuola, sindacato al quale è iscritta Marisa Francescangeli.
La normativa (confermata anche da alcune sentenze del Tar) parla chiaro: niente religione fuori dalle lezioni dedicate. «Però ce ne passa davvero dal voler punire l’insegnante per aver fatto recitare due preghiere. Di questo passo si lede l'autonomia del docente». È Luciano Cariccia a commentare. Il segretario provinciale del sindacato autonomo Snals, aggiunge: «La questione andava affrontata dal Collegio dei docenti, unico organo competente in questo caso». Anche Pino Ciulu, sindacalista della Gilda, aggiunge: «
La docente non è nostra iscritta, altrimenti io stesso le avrei consigliato di evitare la recita delle preghiere in classe. Ma da qui a sospenderla da lavoro e stipendio per quasi un mese ce ne passa». Elena Aroffu, segretario generale della Cisl scuola di Oristano aggiunge: «Un provvedimento di tale severità si applica per questioni ben più gravi». Il dirigente scolastico Alessandro Cortese, non è reperibile perché fuori sede. Avrebbe richiamato la maestra a una maggiore “cautela”.Segno di una sequenza di episodi contestati, e non di due preghiere e di un rosario costruito con perline. (e.carta., mc)
Il deputato di Fdi Francesco Mura: "Assurdo, è laico integralismo"
«Considero assurda ed aberrante la decisione, assunta dal dirigente e dall'Ufficio scolastico Regionale, di infliggere una punizione ad una maestra per il sol fatto di aver recitato una preghiera in classe con i propri alunni». Francesco Mura, deputato Fdi, annuncia un'interrogazione urgente al ministro Valditara per fare luce sul caso. «L'Italia è un Paese laico la cui storia democratica non può prescindere dalle sue radici cattoliche - conclude Mura - per queste ragioni intendo perciò interessare il Ministro Giuseppe Valditara, affinché ponga ordine e faccia chiarezza su tale incresciosa vicenda, con l'invio degli ispettori ministeriali presso la scuola di San Vero Milis e presso gli Uffici scolastici Regionali affinché siano valutate le reali responsabilità ed assunti i provvedimenti più corretti».
Analoga presa di posizione da parte del deputato Ugo Cappellacci. «Se le cose fossero andate come descritto dai primi parziali resoconti media, la sospensione della maestra per una preghiera è un caso grave di integralismo laico». Analoga posizione della consigliera regionale di Fdi Sara Canu, presidente della commissione istruzione del consiglio regionale, che chiede una verifica delle azioni dell’ufficio scolastico regionale, associandosi alla richiesta del deputato Mura.


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