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[h=1]Pisa, addio Festa dell'Unità. I militanti: "Abbandonati dal popolo"[/h] [h=2][/h]
"La nostra gente ci ha abbandonato". Questo il motivo che ha spinto il circolo Pd di Riglione, frazione di Pisa, ad annullare il classico appuntamento del primo martedì dopo Ferragosto. I militanti: "Stanchi di un partito autoreferenziale"

Gianni Carotenuto - Mer, 22/08/2018 - 11:17
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Dopo avere clamorosamente perso il governo della città della Torre alle ultime amministrative, il Comitato direttivo del circolo Pd di Riglione, frazione di Pisa, ha deciso di annullare il tradizionale appuntamento della Festa dell'Unità, che per tutto il dopoguerra si è svolto il primo martedì dopo Ferragosto.
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"C'è stanchezza tra i militanti per come sono andate le cose. Siamo stanchi di un partito autoreferenziale", scrivono dal Comitato. Parole che rispecchiano lo stato di crisi in cui versa tutto il Pd, come dimostrano i fischi subiti ai funerali di Stato delle vittime del ponte di Genova per non parlare poi degli ultimi sondaggi.

Tolto un preve periodo negli anni Sessanta, la Festa dell'Unità di Riglione, frazione di Pisa, ha rappresentato per tutto il dopoguerra un appuntamento fisso per i militanti della sinistra. Ma per la prima volta dopo 50 anni, la festa è stata annullata. A deciderlo è stato il Comitato direttivo del locale circolo del Pd, che ha affidato a un lungo comunicato le ragioni dietro a una scelta difficile ma a lungo ponderata. Nel mirino dei militanti dem i tanti errori commessi dalla classe dirigente del partito.

Come riporta PisaToday, dopo avere elencato i motivi tecnici dietro all'annullamento della Festa dell'Unità - "Ci sono la necessità di ottemperare a nuove norme sulla sicurezza [...] e l’urgenza di fare interventi igienico-sanitari, complicati e costosi, alle nostre strutture, in modo da adeguarle alle normative vigenti" - ecco spiegate le ragioni di una decisione difficile ma inevitabile. "C'è stanchezza tra i militanti per come sono andate le cose. Le ripetute sconfitte degli ultimi anni, vissute come il risultato di un’incapacità del partito a stare dalla parte giusta. Uguaglianza e democrazia. Misurarsi con i bisogni reali delle persone, assillate quotidianamente dai tanti problemi generati dalla società delle incertezze sociali che finisce per generare insicurezze e paure crescenti. Non si può fare con le agenzie e la propaganda", scrive il segretario Biagio De Presbiteris.

Il comunicato lascia spazio all'autocritica per la sconfitta alle amministrative. "Si è perso perché nei quartieri popolari, là dove si annidano disagi e diritti sociali ampiamente negati, la nostra gente ci ha abbandonato. Si è perso perché una parte importante dei ceti produttivi pisani, piccole imprese e professionisti, solitamente orientata, almeno alle elezioni amministrative, verso il centro sinistra, ha scelto di andare a destra". "È del tutto evidente - si continua a leggere nel comunicato del circolo di Riglione - che la proposta del centro-destra è apparsa più credibile e coerente della nostra. Nonostante tutto ciò, il Pd pisano non ha ritenuto indispensabile approfondire queste e altre ragioni per tentare di ripartire".

Ma nel mirino dei militanti dem pisani c'è soprattutto il gruppo dirigente nazionale del Pd, accusato di non avere discusso pubblicamente le ragioni della sconfitta e di non avere coinvolto i circoli locali. "L’obiettivo - proseguono con tono critico - era di eleggere un segretario subito, senza discussione, a qualsiasi costo, anche con interpretazioni discutibili delle norme statutarie. Molti nostri militanti non hanno capito le ragioni della forzatura. Non si tratta di un problema personale ma politico. Che fretta c’era? Perché si è voluto evitare una discussione nel merito, anche accesa, finendo per alimentare la percezione di un male oscuro che si aggrava, togliendo a tanti militanti la speranza che questo partito si possa riformare dall’interno? Perché non sono stati coinvolti i circoli che rappresentano l’asse portante del partito, dal quale ripartire per ricostruire un radicamento indispensabile a farci avvicinare ai bisogni e alle attese dei cittadini?", le domande con cui si chiude la nota dei militanti pisani.
 

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