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Prof. Becchi: scambio invasione migranti con flessibilità UE su conti Italia? Renzi va processato
13 luglio 2017 6
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[IMG2=JSON]{"data-align":"none","data-size":"full","height":"390","title":"paolo becchi","width":"640","src":"http:\/\/www.ligurianotizie.it\/wp-content\/uploads\/2016\/10\/paolo-becchi-imago-640x390.jpg"}[/IMG2] Il professore ed ex ideologo genovese del M5S Paolo Becchi
GENOVA. 13 LUG. Mitico prof. Becchi. Non le manda a dire. Insieme a Giuseppe Palma il docente universitario genovese ha pubblicato su Libero e sul suo blog un interessante articolo-appello ai pm per metter sotto processo l’ex premier ed attuale segretario del Pd Matteo Renzi.
In sostanza, Paolo Becchi ritiene che se Renzi, con un patto scellerato, avesse accettato l’invasione dei migranti, che oggi ormai avviene solo nel nostro Paese, in cambio di una maggiore flessibilità sui conti dell’Italia, avrebbe commesso un atto ostile in danno dello Stato. Pertanto, andrebbe processato, insieme ad eventuali ministri in concorso con lui.
Anche non contando la realtà del business dell’accoglienza, che coinvolge le varie onlus e coop, il ragionamento di Becchi e Palma non è affatto campato in aria e neanche l’ex Presidente del Consiglio ha mai fatto chiarezza in merito.
L’art. 243 del codice penale, infatti, recita: «Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinché uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilità contro lo Stato italian o, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, è punito con la reclusione non inferiore a dieci ami. Se la guerra segue o se le ostilità si verificano, si applica l’ergastolo».
si bravo usa il tuo portafoglio non quello degli altri..........meglio no comet...
[h=1]L’idea di Minniti: pagare i migranti perché tornino a casa(hahahah cosi una va e viene 100 volte a gratis....vacanze romane hhahaah)[/h] [h=2]Per il ministro "è molto importante che si sia deciso un passo che va nella direzione dei rimpatri volontari assistiti"[/h] Condividi su Facebook 1K+
+ 27 Luglio 2017 - Dopo aver sostanzialmente confermato in Parlamento la versione di Emma Bonino, secondo cui fu il governo Renzi a chiedere espressamente che fossero i porti italiani a gestire il flusso degli immigrati, il ministro degli Interni Marco Minniti è passato alla fase B, ovvero la ricerca condivisa di soluzioni. Tra le quali spunta quella di pagare i migranti per far rientro nei loro paesi d’origine. Insomma, non tanto un “aiutarli a casa loro”, paradigma che prevederebbe investimenti in loco che avrebbero effetto solo fra alcuni anni, bensì un “aiutarli a tornare a casa loro”.
Il documento – si legge su Il Messaggero – è stato firmato lunedì a Tunisi, a conclusione dell’incontro del Gruppo di contatto Europa-Africa, al quale ha presenziato appunto il ministro dell’Interno Marco Minniti. “Un altro passo avanti è stato fatto – ha dichiarato il responsabile del Viminale – non era semplice coinvolgere altri Paesi africani, invece alla Tunisia e alla Libia, si sono aggiunti anche l’Algeria, il Niger, il Mali e il Ciad che sono Paesi chiave per il controllo della rotta del mediterraneo centrale. Si tratta di governare i flussi e di farlo in Africa, con progetti di sviluppo di lungo e medio periodo e farlo con interventi che consentano di avere dei centri di accoglienza che prevedano il rispetto dei diritti umani”.
Quindi, come accennato, l’ipotesi degli “incentivi” al rientro in patria. Per il ministro “è molto importante che si sia deciso un passo che va nella direzione dei rimpatri volontari assistiti, offrendo opportunità di vita a coloro che hanno affrontato la sfida dell’attraversamento del deserto. Ecco è una opzione molto impegnativa, strategicamente decisiva”.
L’obiettivo è convincere i migranti a non affrontare la traversata sui mezzi di fortuna messi a disposizione dei trafficanti di esseri umani. In cambio, ottengono circa tremila euro: 500 più il biglietto aereo subito prima della partenza, e poi, una volta rientrati nella terra d’origine, ci sarà l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ad aiutarli ad aprire un’attività commerciale, o a incentivare un’attitudine artigianale.
Fino a questo momento sono state 5000 le persone che hanno scelto di tornare a casa con il rimpatrio volontario assistito.