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Gli scandali giudiziari travolgono la nuova Commissione europea
POLITICA /
Federico Giuliani
13 SETTEMBRE 2019
A quanto pare, diversi candidati, tra cui la stessa Von der Leyen, potrebbero essere interrogati nei prossimi mesi – o addirittura già nelle prossime settimane – dalle Commissioni parlamentari e dagli investigatori dei rispettivi paesi di appartenenza. Attualmente sarebbero in corso delle indagini riservate, che in certi casi rischiano di estromettere alcuni rappresentanti della neo Commissione europea.
Il primo nome caldissimo è quello di Sylvie Goulard. L’ex ministro della Difesa francese è commissario all’Industria ma, pochi giorni fa, ha subito un’interrogazione dalla polizia di Nanterre. Brutta storia, perché la Goulard è stata accusata di aver usato fondi dell’Unione europea per assumere assistenti che erano invece impegnati per i loro partiti nazionali. La stessa Goulard, nel 2017, si dimise da ministro per difendersi dalle accuse e rimborsare il Parlamento europeo della somma di 45mila euro.
L’altro nome sotto la lente di ingrandimento è quello di Rovana Plumb. Il commissario ai Trasporti, sempre nel 2017, scivolò su un caso di corruzione. La rumena avrebbe dato una mano al leader del suo partito, quello socialdemocratico, nell’ambito di un affare immobiliare illecito.
Il terzo della lista è Janus Wojciechowsld, il commissario all’Agricoltura, accusato di aver commesso irregolarità nei rimborsi delle spese di viaggio nel periodo compreso tra il 2004 e il 2014, quando Wojcie Chowski era deputato europeo. Sul caso sta indagando l’Agenzia antifrode dell’Ue (Olaf).I guai della Von der Leyen
La vicenda è benzina pura per i vari partiti populisti e sovranisti, pronti a tornare alla carica gridando allo scandalo. La Von der Leyen si è trincerata dietro al silenzio e non ha commentato l’inchiesta Olaf, rimarcando la presunzione di innocenza dei suoi collaboratori.
Ma il presidente deve pensare anche per sé, perché una commissione investigativa del parlamento tedesco sta indagando sulla cattiva gestione del ministero della Difesa negli oltre cinque anni nei quali a dirigerlo è stata proprio la Von der Leyen. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero contratti lucrosi assegnati dal ministero a consulenti esterni. A fine dicembre il presidente dell’attuale Commissione europea potrebbe essere convocato a Berlino per un interrogatorio. La strada verso l’insediamento della squadra di Von der Leyen è stata in salita fin da subito, con polemiche non da poco sorte all’interno della stessa Commissione; adesso si aggiungono anche pesanti grane giudiziarie.
POLITICA /
Federico Giuliani
13 SETTEMBRE 2019
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A quanto pare, diversi candidati, tra cui la stessa Von der Leyen, potrebbero essere interrogati nei prossimi mesi – o addirittura già nelle prossime settimane – dalle Commissioni parlamentari e dagli investigatori dei rispettivi paesi di appartenenza. Attualmente sarebbero in corso delle indagini riservate, che in certi casi rischiano di estromettere alcuni rappresentanti della neo Commissione europea.
Il primo nome caldissimo è quello di Sylvie Goulard. L’ex ministro della Difesa francese è commissario all’Industria ma, pochi giorni fa, ha subito un’interrogazione dalla polizia di Nanterre. Brutta storia, perché la Goulard è stata accusata di aver usato fondi dell’Unione europea per assumere assistenti che erano invece impegnati per i loro partiti nazionali. La stessa Goulard, nel 2017, si dimise da ministro per difendersi dalle accuse e rimborsare il Parlamento europeo della somma di 45mila euro.
L’altro nome sotto la lente di ingrandimento è quello di Rovana Plumb. Il commissario ai Trasporti, sempre nel 2017, scivolò su un caso di corruzione. La rumena avrebbe dato una mano al leader del suo partito, quello socialdemocratico, nell’ambito di un affare immobiliare illecito.
Il terzo della lista è Janus Wojciechowsld, il commissario all’Agricoltura, accusato di aver commesso irregolarità nei rimborsi delle spese di viaggio nel periodo compreso tra il 2004 e il 2014, quando Wojcie Chowski era deputato europeo. Sul caso sta indagando l’Agenzia antifrode dell’Ue (Olaf).I guai della Von der Leyen
La vicenda è benzina pura per i vari partiti populisti e sovranisti, pronti a tornare alla carica gridando allo scandalo. La Von der Leyen si è trincerata dietro al silenzio e non ha commentato l’inchiesta Olaf, rimarcando la presunzione di innocenza dei suoi collaboratori.
Ma il presidente deve pensare anche per sé, perché una commissione investigativa del parlamento tedesco sta indagando sulla cattiva gestione del ministero della Difesa negli oltre cinque anni nei quali a dirigerlo è stata proprio la Von der Leyen. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero contratti lucrosi assegnati dal ministero a consulenti esterni. A fine dicembre il presidente dell’attuale Commissione europea potrebbe essere convocato a Berlino per un interrogatorio. La strada verso l’insediamento della squadra di Von der Leyen è stata in salita fin da subito, con polemiche non da poco sorte all’interno della stessa Commissione; adesso si aggiungono anche pesanti grane giudiziarie.
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