<center>A Napoli, come sempre, il folklore prevale sulla realtà.
Vogliamo essere folkloristici per forza, forse perché Napoli è l’unica grande città dove certe forme di vita che nel mondo sono superate resi stono ancora.
È un’enclave che a volte fa risaltare i difetti della modernità.
Per esempio sono anni che a Natale rubano l’albero — un grosso albero — situato in uno dei posti centrali della città, nel bel mezzo della Galleria.
Perché lo rubano? La voce dice che è la malavita che vuol far capire alle forze dell’ordine che è lei la più forte.
Voi mettete l’albero e io lo levo. Ogni anno.
Anche se nel giro di poche ore l’abete è stato ritrovato in un vicolo dei Quartieri Spagnoli, la sostanza non cambia:
voi sapete che la cosa si ripete, come mai continua a ripetersi? Perché io, malavita, a Napoli sono onnipotente.
E mi piace anche giocare con voi la guerra del gatto e del topo.
In questo sono simile ai miei concittadini, anche essi si approfittano del Natale per creare pupazzetti di uomini politici
— Fini, Casini, Berlusconi, Di Pietro —
che mettono nel prese pio come si mettono i pastori.
Anche essi vogliono dire che non prendono sul serio la politica, vogliono giocare, anche se nella città c’è poco da giocare e spesso ci sono morti ammazzati.
Ma lo spirito giocoso, la giocosa anarchia dell’illegalità napoletana prende questi aspetti grotteschi, e si ride.
Si ride e si irride anche se c’è poco da ridere.
E va bene ridiamo, e così per gioco, anche noi per gioco, proponiamo di mettere sotto l’albero una guardia
— una guardia beninteso disarmata —
e facciamo così capire alla cittadinanza con questo gioco che a noi piace più la legalità che l’illegalità.
Che il nostro gioco con guardia disarmata è più bello del vostro con furto nella notte.
Ma dopo questa proposta subito mi viene un dubbio, stando a quel che dicevo all’inizio.
Non sarà che quell’albero è una provocazione nella città del presepio?
E che a proposito dell’albero si potrebbe riproporre il famoso dialogo di De Filippo:
«Te piace l’albero?».
«Nun me piace».
«Te piace l’albero?».
«T’ho detto che nun me piace».
Raffaele La Capria - Corriere della sera</center>
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"http://www.youtube.com/v/se6zKrq0wIE&hl=it_IT&fs=1&" </center>
...Se stiamo guardando la stessa luna, Non Siamo Poi Così Lontani......