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♣ INTER 2018-2019 E NON SOLO ♣

Roberto57

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[h=1]Figc, Corte d'Appello: Palermo (20 punti di penalità) salvo. Foggia in C e il playout si fa[/h] Sentenza a sorpresa che salva i siciliani dalla retrocessione d'ufficio e rivoluziona ancora una volta la classifica finale del campionato. I pugliesi restano giù, Venezia e Salernitana devono tornare in campo

Niente serie C, la Corte d’Appello federale riporta il Palermo in B smentendo parzialmente la decisione presa in primo grado dal Tribunale federale. Venti di punti di penalizzazione significano l’esclusione dai playoff, peraltro ormai alla volata finale, ma non la retrocessione. E in virtù di questo verdetto il playout cambia scena: spareggeranno per salvarsi Salernitana e Venezia, quart’ultima e quint’ultima, mentre il Foggia retrocede direttamente in serie C con Padova e Carpi. Decisioni che in qualche modo, almeno apparentemente, svuotano di tensione la giornata di domani, in cui sono in programma il consiglio direttivo della Lega B, che fisserà le date del playout, e il Consiglio federale.

[h=5]CASSAZIONE E CHIEVO[/h] L’udienza è durata due ore, poco meno è stato necessario ai giudici per prendere la loro decisione (solo il dispositivo, senza motivazioni). La procura federale aveva presentato, è stato il colpo di scena finale, una nuova sentenza della Cassazione relativa alla posizione di Maurizio Zamparini in cui veniva sottolineata la gravità degli illeciti. D’altro canto i legali del Palermo hanno insistito anche sulla recente giurisprudenza. Cioè: “Se volevate dare al Chievo, per il caso plusvalenze, 15 punti di penalizzazione, perché a noi volete toglierci non solo la possibilità di andare in serie A, ma anche quella di giocare la B?”. Una domanda che evidentemente è stata in qualche modo considerata dal collegio presieduto da Luigi Caso.


[h=5]TUTTI SPIAZZATI[/h] Ora si tratterà di verificare le reazioni. La Salernitana aveva legato la possibilità di ricorsi solo all’ipotesi di una conferma della retrocessione in serie C del Palermo. Anche il Foggia, che aveva fatto ricorso al Tar contro l’annullamento del playout ottenendo una sospensiva dal Tar con decisione sul merito l’11 giugno, si trova spiazzato. Mentre il Venezia, che pensava di essere già salvo, adesso deve ributtarsi nella mischia.
 

Roberto57

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[h=1]La rivincita di Sarri: "Dedico la coppa ai tifosi del Napoli"[/h] [h=2]Il tecnico del Chelsea dopo il trionfo in Europa League: "Se me ne vado? Dobbiamo discutere con il club. Amo i tifosi del Napoli. Infatti ho scelto di andare all'estero per non allenare subito un altro club italiano. Poi la professione ti può portare a fare anche altre scelte..."[/h] Il 14 dicembre 2011 Maurizio Sarri veniva esonerato dal Sorrento, l'allora Lega Pro italiana. Meno di otto anni dopo, vince il suo primo trofeo in carriera allenando un fenomeno del calibro di Hazard e campioni del mondo come Kanté e Giroud. La notte di Baku cancella l'etichetta di perdente di successo che era stata appiccicata al tecnico italiano. L'Europa League è sua, and counting, dicono gli inglesi. Siamo solo all'inizio? Per ora è già in vantaggio sul "rivale" Max Allegri, da cui potrebbe ereditare la panchina della Juve, in quanto a trofei internazionali. E pure Antonio Conte, che a Londra lo aveva preceduto, è fermo a zero.

[h=5]Percorso[/h] Facile sostenere che i giocatori siano la fortuna degli allenatori. Ma in questi sette anni e mezzo Sarri ha manovrato alla grande pedine ben meno dotate dei Blues di oggi. Pucciarelli vi dice qualcosa? Sì, Sarri ha saputo incantare a Empoli, elevare il Napoli a seconda forza della Serie A dietro alla ben più ricca e attrezzata Juventus. Sino a oggi non aveva vinto trofei, ma conquistato molti appassionati di calcio. Perché cambiano gli interpreti, non lui: fedele a un ideale di gioco che ha creato proseliti. Il "sarrismo" per i suoi adepti è quasi una religione, che ha nel bel gioco il simulacro sacro. Sinora non aveva attecchito a Londra, ma dopo la esaltante vittoria di Baku forse qualcuno si ricrederà anche a Kensington e dintorni. E se dovesse lasciare l'Inghilterra per tornare in Italia, come sembra, chissà che non venga addirittura rimpianto.


[h=5]Le sue parole[/h] In panchina durante la partita con l'Arsenal ha vestito la solita tuta. Poi, davanti alla stampa, eccolo in giacca e cravatta. Si parte con un giudizio sull'annata al Chelsea. "La stagione era già buona, terzi in Premier e in Champions, compito non semplice per il livello altissimo del campionato. Abbiamo perso la finale di Coppa di Lega contro il City dopo un percorso strepitoso. Ma dopo aver vinto questa Europa League, la stagione è diventata straordinaria". Il punto di svolta? "Da febbraio è cambiato il feeling con i calciatori, probabilmente sono cambiato anche io". Il Chelsea perde un campione come Hazard e forse dovrà cercare anche un nuovo allenatore... "Eden via? Peccato, è un ragazzo straordinario e con margini di miglioramento. Se me ne vado anche io? Dobbiamo discutere con il club, ci sarà un confronto, per ora non ci sono problemi e ho due anni di contratto. Entro un paio di giorni si deciderà tutto. Tornare in Italia? Sono stato dato per certo a Roma, Milan e Juve: finché leggo queste cose solo sui giornali non mi fanno effetto. I tifosi del Napoli non vogliono che vada a Torino? Loro sanno che li amo e che ho scelto di andare all'estero per non allenare subito un altro club italiano. Poi la professione ti può portare a fare anche altre scelte. Dedico la coppa proprio ai tifosi del Napoli e ai ragazzi del Chelsea che oggi non erano qui a causa di brutti infortuni, da Rudiger a Loftus-Cheek e Hudson-Odoi".

[h=5]complimenti dal napoli[/h] E in serata sono arrivati anche i complimenti, via Twitter, del presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis e di tutta la squadra azzurra.


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Roberto57

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[h=1]È la sesta del Liverpool. Solo Real Madrid e Milan davanti[/h] [h=2]A un anno dal k.o. di Kiev, i Reds si vendicano e salgono sul podio della storia della coppa. Per Klopp, la proprietà americana e tutta la rosa eccetto Sturridge, è la prima volta[/h]
Il Liverpool sale ufficialmente sul podio della storia della Champions League. Staccati Bayern Monaco e Barcellona, i Reds con 6 successi (includendo ovviamente la vecchia Coppa dei Campioni) restano dietro solo a Real Madrid (13) e Milan (7). L'ultima conquista era del 2005, nell'incredibile notte di Istanbul e quella partita pazzesca contro il Milan di Ancelotti. Poi due sconfitte, ad Atene sempre con i rossoneri e lo scorso anno col Real Madrid.

Il rigore di Salah dopo neanche un minuto, poi un primo tempo senza grandi sussulti tra Tottenham e Liverpool nella finale di Champions League. E allora se il gioco non infiamma il Wanda Metropolitano, ci pensa un imprevisto ad accendere giocatori e tifosi delle due squadre: un'invasione... sexy!

Al 18' l'irruzione in campo in bikini, pochi secondi prima di essere placcata dagli addetti alla sicurezza: bastano per prendersi la scena. con Si chiama Kinsey Wolanski, in arte Kinsey Sue, 22enne californiana di Palmdale esplosa artisticamente parlando a Los Angeles, dove è iniziata la sua attività da modella. Che ora l'ha portata ad avere oltre 460mila followers su Instagram. Destinati a salire dopo l'ultima performance...

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[h=5]PROTAGONISTI — Per tutti i componenti della rosa, eccetto Sturridge (l'aveva vinta con il Chelsea nel 2011-12), si tratta della prima volta. Ovviamente anche per Jurgen Klopp e Tom Werner, il presidente americano, arrivato nel 2010. Vendicato il k.o. dello scorso anno, quando il Liverpool a sorpresa arrivò sino alla finale di Kiev. Poi le papere di Karius, le prodezze di Bale e il sogno che si spegne. Dodici mesi dopo, i ragazzi di Klopp hanno avuto la forza di riprovarci. E stavolta la coppa ha preso la strada di Anfield.[/h] [h=5]IL PERCORSO — La Champions del Liverpool parte in salita. Sorteggio duro, nel gruppo C con Psg, Napoli e Stella Rossa. La qualificazione, da secondo con 9 punti, arriverà solo all'ultima giornata, con il successo striminzito sul Napoli in casa. Il momento "sliding doors" è la parata di Alisson su Milik nei minuti finali di quella gara contro gli azzurri. Lo hanno ripetuto lo stesso portiere brasiliano e capitan Henderson in questi giorni. Se il polacco avesse segnato, ciao Champions. Invece i Reds vanno avanti e trovano il Bayern Monaco agli ottavi. Zero a zero ad Anfield, poi il primo segnale che la banda Klopp suona la musica giusta: vittoria per 3-1 in Baviera. L'urna di Nyon si rivela finalmente benevola ai quarti di finale, quando il Liverpool viene accoppiato al Porto. Gli inglesi vincono 2-0 in casa e replicano con un netto 4-1 anche al do Dragão. La vera impresa è in semifinale. Il Barcellona fa suo il primo round al Camp Nou con un secco 3-0. Al ritorno Klopp è senza Salah e Firmino, ma riesce a firmare una delle pagine più incredibili della storia della Champions, rifilando a Messi e compagni un clamoroso 4-0. L'ultimo atto è il successo nel derby inglese con il Tottenham a Madrid.[/h]
 

Roberto57

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SONO D'ACCORDO!!!!!!!!!!!!!!!


08 giugno 2019 - 14:35

[h=1]L’Inter chiude la busta e spazza via le speranze di Icardi: addirittura gli verrà detto che…[/h]

L’Inter scarica Icardi: non c’è posto con Conte per l’ex capitano

Mauro Icardi e l’Inter, una storia finita. Non per l’ex capitano, che sogna di convincere Antonio Conte in ritiro. Senza alcuna speranza di riuscirci. Il messaggio recapitato dalla società al bomber argentino è di una potenza senza precedenti. Icardi è fuori dal progetto, senza possibilità di ripensamenti e senza mezze misure.



Marotta ha chiesto un vertice urgente a Wanda Nara, vertice durante il quale verrà ribadita fermamente la posizione dell’Inter, intesa come società e staff tecnico: Icardi deve andare via, senza alternative. Addirittura, ha svelato Sky Sport, gli verrà comunicato che saranno acquistate comunque due punte e che lui, qualora dovesse impuntarsi, finirà per diventare la quinta punta in rosa, senza chance di scalare le gerarchie. Un messaggio chiaro, una decisione che non ammette repliche: l’Inter ha chiuso la busta, tanto per usare un termine caro ad una trasmissione tv in cui recentemente sono stati ospiti proprio Icardi e Wanda.
 

Roberto57

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CHE GRINTA CHE HANNO QUESTE RAGAZZE!!!!!!! :p:p


Australia-Italia 1-2 - LIVE: vittoria azzurra, Bonansea doppietta e colpo di testa al 94'


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Un trionfo nel recupero, doppietta di Barbara Bonansea e la forte Australia viene piegata al 94'. Vittoria pesantissima, con un colpo di testa su errore del portiere australiano, ma la Bonansea, che aveva pareggiato il gol dell'1-0 Australia di Sam Kerr piazza il colpo decisivo quasi allo scadere dei 5 minuti di recupero (poi divenuti 6').

LA PARTITA - Partita vibrante a Valenciennes per il debutto delle azzurre del ct Bartolini contro le australiane: subito in svantaggio le azzurre guidate da Sara Gama. Sam Kerr al 22' fa 1-0. L'intervallo per riordinare le idee e il pari italiano con Bonansea, all'11 della ripresa. Ripresa emozionantissima: ribaltamenti di fronte continui e occasioni del ko per le aussies e azzurre. Il grande rimpianto per l'1-2 annullato all'81' per un fuorigioco sancito anche dal Var a Sabatino.
Le azzurre patiscono un po' la forza fisica delle australiane, ma si rendono molto pericolose in contropiede. Giuliani, in pieno recupero, così come Gama sbrogliano numerose situazioni inm mischia. Poi il cross da destra, l'errore della Williams e Bonansea di testa piazza in porta il colpo

Sorelle d’Italia, l’Italia s’è desta. E finalmente! Per troppo tempo un Paese che vive di pallone si è girato colpevolmente dall’altra parte parlando di calcio femminile. Oggi però l’Italia del ct Bertolini è a Parigi pronta a scalare il Mondo abbattendo i pregiudizi. Altro che tacchi e gonne. Di strada da quel terribile «sono quattro lesbiche», pronunciato dall’ex numero uno dei Dilettanti, Felice Belloli, ne è stata fatta tantissima. Quattro anni in cui le nostre azzurre si sono prese l’attenzione di un Paese ancora troppo indietro (24 mila tesserate contro il milione degli Stati Uniti). Lo hanno fatto grazie al carattere. Quello che in questi giorni di ritiro francese non hanno mai nascosto. Anzi, ne hanno fatto una bandiera da sventolare in faccia alle discriminazioni. L’attesa durata 20 anni è finita. Oggi alle 13 il debutto contro l’Australia. Laura, Alia, Sara, Elena, Elisa, Valentina, Aurora, Manuela, Ilaria, Cristiana e Barbara schierate in campo. In panchina con il ct Milena, tutte le altre pronte ad entrare. In tribuna ci sarà anche Cecilia (Salvai), che questo Mondiale avrebbe dovuto viverlo da protagonista se il crociato non l’avesse tradita. Anche il numero uno della Figc, Gabriele Gravina e il dg Marco Brunelli saranno presenti allo Stade du Hainaut di Valenciennes.
.

«EMOZIONE E VOGLIA»
Un esordio non semplice quello con le “Matildas”, sono soprannominate così le calciatrici dell’Australia, sulla scia della ballata folk “Waltzing Matilda” (una sorta di inno nazionale ufficioso). Dal 1995 non saltano un’edizione della fase finale dei mondiali. Una squadra esperta, soprattutto a centrocampo, ma anche con tante giovani. La stella è Samantha Kerr, 25 anni. Attaccante letale, vanta 77 presenze in Nazionale e 31 gol. Ma nonostante tutto, le Matildas hanno già detto di temere le nostre azzurre. «Se ci temomo, vuol dire che abbiamo fatto passi avanti», ha sottolineato il ct dell’Italia Bertolini. Poi un messaggio alle ragazze del ‘99: «Se siamo qui è anche merito loro che hanno tenuto duro nei momenti più difficili». Emozione speciale anche per la capitana delle azzurre, Sara Gama: «Siamo piene di voglia di giocare, siamo pronte. Bisognerà scendere in campo con umiltà e determinazione». Forza Azzurre è il vostro momento. L’Italia chiamò.
 
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Roberto57

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BHE ANCHE I RAGAZZI NON SCHERZANO.....:rolleyes::rolleyes:
[h=1]Italia travolgente: Barella, Insigne e Bonucci stendono la Grecia in un tempo[/h] [h=2]Gli azzurri prendono subito in mano il gioco e creano numerose occasioni nella prima mezzora. Nel secondo tempo cala l'intensità e a tratti anche l'attenzione, con gli ellenici che però non ne approfittano[/h]
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Adesso c’è da restare con i piedi per terra, perché un successo così potrebbe anche dare alla testa. La Grecia non è una squadra di fenomeni ma in fondo anche la Francia campione del mondo perde in Turchia: invece l’Italia continua la sua rincorsa all’Europeo con vittorie e bel gioco. Un 3-0 ad Atene, in uno stadio mezzo vuoto, giocando da grande squadra. Gol di Barella (il migliore), Insigne e Bonucci, recuperato alla causa Belotti tra i migliori in campo, e una ripresa in totale controllo. Quante volte ci siamo lamentati in passato degli azzurri che non riuscivano a far valere la loro cifra tecnica superiore? Con Mancini non succede più e il risultato è la giusta conseguenza di un atteggiamento dominante, in casa e fuori. Ci saranno partite più difficili ma, grazie anche al 2-0 della Finlandia alla Bosnia, la strada verso il 2020 sembra spianata.

[h=5]ERRORI C.T. - [/h] Ci sono anche i demeriti del c.t. Anastasiadis che si concede in tutto e per tutto agli azzurri (in maglia bianca) per un tempo. Prima scegliendo un modulo poco congeniale, il 4-1-4-1, nel quale alcuni interpreti sono fuori posizione. A cominciare dal centrocampista Zeca spostato terzino destro, zona dove Emerson imperversa e dove nascono tutte le azioni più pericolose. E poi mostrandosi subito preoccupato di non subire gol. Così gli azzurri possono impostare alti e, con il solito possesso palla Jorginho-Verratti, comandare.

[h=5]9 MINUTI DA SBALLO -[/h] I gol in 9 minuti, tra il 24’ e il 33’. L’1-0 di Barella, davvero scatenato, su azione di Belotti che a sinistra si “mangia” Manolas. Il 2-0 al 30’, sempre su break di Barella a centrocampo, con fuga di Insigne ed esterno a battere il povero Barkas. Un gol da vero 10. Infine Bonucci di testa, a schiacciare palla e Papastathopoulos, 3-0. Potevano essere di più nel primo tempo se ancora Barella e Insigne non avessero tirato sul portiere a porta vuota.

[h=5]GRECIA CAMBIA - [/h] Ripresa un po’ più equilibrata, con la Grecia che cambia subito due uomini (Kourbelis e Kolovos) inserendo Mavrias e Siopis, per passare a un 4-3-1-2 in teoria rischioso ma che alza un po’ il baricentro. Siopis di piazza dietro a due punte larghe, Masouras avanza a sinistra e Fortounis a destra: il 10 greco, solissimo nei primi 45’, con il nuovo sistema entra più nel gioco. Ma il suo gran tiro da fuori a metà ripresa trova un Sirigu insuperabile.

[h=5]CONTROLLO E BARKAS - [/h] Gli azzurri preferiscono coprirsi e colpire in ripartenza, con un risultato ormai acquisito e la Bosnia tra settantadue ore. L’occasione capita a Insigne, solo in area, ma Barkas si supera. E sulla risposta greca, un bel contropiede, al 32’ Masouras si trova tra i piedi la palla del 3-1 ma si fa raggiungere dai difensori azzurri. Poi Barkas si esalta ancora nel finale sui tiri da fuori di Florenzi e Insigne, negando una goleada che gli azzurri avrebbero meritato. In classifica, dopo 3 giornate, abbiamo già 3 punti sulla Finlandia già sconfitta e nettamente inferiore. Godiamoci questa ripartenza di bel gioco alla ManCity di Guardiola, anzi alla ManCiny…
[h=5][/h]
 

Zac

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Roberto57;n2175279 ha scritto:
BHE ANCHE I RAGAZZI NON SCHERZANO.....:rolleyes::rolleyes:
[h=1]Italia travolgente: Barella, Insigne e Bonucci stendono la Grecia in un tempo[/h] [h=2]Gli azzurri prendono subito in mano il gioco e creano numerose occasioni nella prima mezzora. Nel secondo tempo cala l'intensità e a tratti anche l'attenzione, con gli ellenici che però non ne approfittano[/h]
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Adesso c’è da restare con i piedi per terra, perché un successo così potrebbe anche dare alla testa. La Grecia non è una squadra di fenomeni ma in fondo anche la Francia campione del mondo perde in Turchia: invece l’Italia continua la sua rincorsa all’Europeo con vittorie e bel gioco. Un 3-0 ad Atene, in uno stadio mezzo vuoto, giocando da grande squadra. Gol di Barella (il migliore), Insigne e Bonucci, recuperato alla causa Belotti tra i migliori in campo, e una ripresa in totale controllo. Quante volte ci siamo lamentati in passato degli azzurri che non riuscivano a far valere la loro cifra tecnica superiore? Con Mancini non succede più e il risultato è la giusta conseguenza di un atteggiamento dominante, in casa e fuori. Ci saranno partite più difficili ma, grazie anche al 2-0 della Finlandia alla Bosnia, la strada verso il 2020 sembra spianata.

[h=5]ERRORI C.T. - [/h] Ci sono anche i demeriti del c.t. Anastasiadis che si concede in tutto e per tutto agli azzurri (in maglia bianca) per un tempo. Prima scegliendo un modulo poco congeniale, il 4-1-4-1, nel quale alcuni interpreti sono fuori posizione. A cominciare dal centrocampista Zeca spostato terzino destro, zona dove Emerson imperversa e dove nascono tutte le azioni più pericolose. E poi mostrandosi subito preoccupato di non subire gol. Così gli azzurri possono impostare alti e, con il solito possesso palla Jorginho-Verratti, comandare.

[h=5]9 MINUTI DA SBALLO -[/h] I gol in 9 minuti, tra il 24’ e il 33’. L’1-0 di Barella, davvero scatenato, su azione di Belotti che a sinistra si “mangia” Manolas. Il 2-0 al 30’, sempre su break di Barella a centrocampo, con fuga di Insigne ed esterno a battere il povero Barkas. Un gol da vero 10. Infine Bonucci di testa, a schiacciare palla e Papastathopoulos, 3-0. Potevano essere di più nel primo tempo se ancora Barella e Insigne non avessero tirato sul portiere a porta vuota.

[h=5]GRECIA CAMBIA - [/h] Ripresa un po’ più equilibrata, con la Grecia che cambia subito due uomini (Kourbelis e Kolovos) inserendo Mavrias e Siopis, per passare a un 4-3-1-2 in teoria rischioso ma che alza un po’ il baricentro. Siopis di piazza dietro a due punte larghe, Masouras avanza a sinistra e Fortounis a destra: il 10 greco, solissimo nei primi 45’, con il nuovo sistema entra più nel gioco. Ma il suo gran tiro da fuori a metà ripresa trova un Sirigu insuperabile.

[h=5]CONTROLLO E BARKAS - [/h] Gli azzurri preferiscono coprirsi e colpire in ripartenza, con un risultato ormai acquisito e la Bosnia tra settantadue ore. L’occasione capita a Insigne, solo in area, ma Barkas si supera. E sulla risposta greca, un bel contropiede, al 32’ Masouras si trova tra i piedi la palla del 3-1 ma si fa raggiungere dai difensori azzurri. Poi Barkas si esalta ancora nel finale sui tiri da fuori di Florenzi e Insigne, negando una goleada che gli azzurri avrebbero meritato. In classifica, dopo 3 giornate, abbiamo già 3 punti sulla Finlandia già sconfitta e nettamente inferiore. Godiamoci questa ripartenza di bel gioco alla ManCity di Guardiola, anzi alla ManCiny…
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Ciao Roberto una curiosità ma sono commenti tuoi
 

Roberto57

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ALTRA SODDISFAZIONE....... :cool::cool:


Insigne-Verratti firmano la rimonta azzurra! L'Italia vince ancora



A Torino Bosnia in vantaggio con Dzeko, la rimonta nella ripresa. Prima un capolavoro del napoletano, poi un preciso rasoterra del centrocampista. Italia prima nel girone a punteggio pieno


Dal nostro inviato Mirko Graziano
11 giugno - 22:41 - Torino

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Cinquemila (invece di 2000) i biglietti concessi ai tifosi della Bosnia. E stasera allo Juve Stadium sembrava di essere a Sarajevo, visto che in realtà i tifosi della banda Prosinecki erano almeno 8-9mila. Insomma, azzurri in "trasferta", e per tutto il primo tempo in netta sofferenza. Andiamo sotto, puniti da Dzeko, ma nella ripresa rimettiamo tutto a posto con le magie di Insigne e Verratti. Dodici punti in quattro gare: siamo con un piede e mezzo a Euro 2020.

LA SOFFERENZA —

Mancini schiera Bernardeschi, Quagliarella e Insigne in avanti, dietro c'è Gianluca Mancini per Florenzi. Nella Bosnia "comandano" Pjanic e Dzeko che a lungo portano a spasso mezza Italia. Quagliarella ci prova subito da fuori: palla a lato. Al 18', Dzeko avvia il contropiede, lancia Visca e miracolosa scivolata di Bonucci a due passi da Sirigu. Bosnia in gol al 32': tacco di Besic al limite dell'area a smarcare sulla destra Visca, centro basso e tocco vincente sotto misura di Dzeko. La reazione azzurra è tutta in un gran destro dai 16 metri di Quagliarella: strepitosa la risposta di Sehic. Poco prima del riposo "telefonata" di Bernardeschi e comoda parata di Sehic.

LA RISCOSSA —
Dentro a inizio ripresa Chiesa per Quagliarella: Italia col falso nove. Bosnia subito pericolosa con un colpo di testa di poco a lato di Gojak, ma al 4' arriva il capolavoro di Insigne: angolo di Bernardeschi da destra e bomba al volo di Lorenzino appostato al limite dell'area di rigore, un gol da manicomio. Reagisce la Bosnia: destro ravvicinato di Visca e gran risposta in angolo di Sirigu. Poi serpentina di Dzeko che semina il panico nell'area azzurra: ci va bene. Al 20' pennellata da sinistra di Insigne, Chiesa spreca malamente a due passi da Sehic. Esce intanto Gianluca Mancini ed entra De Sciglio. Al 24' è Chiesa a pescare Insigne sul secondo palo: colpo di testa e Sehic manda in angolo. Si fa male Civic: dentro Nastic. Altra testata in piena area di Chiellini: conclusione centrale e Sehic respinge coi pugni. Al 35' Mancini getta nella mischia Belotti al posto di Bernardeschi. Il gol di Verratti arriva poco dopo. Minuto 41', Insigne controlla di fino sulla sinistra, punta il diretto marcatore e pesca in area Verratti: destro chirurgico a girare e Sehic immobile. Si finisce con lo Juventus Stadium che canta l'inno di Mameli.
 
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Zac

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Ero impegnato con il nipotino e ho visto solo il secondo tempo... una bella nazionale anche se giovane, ci sono i presupposti per una futura grande squadra
Ciao Roberto.
 

Roberto57

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ALTRO GIRO...ALTRA CORSA - FORZA RAGAZZE

[h=1]Calcio femminile, Mondiali 2019: Italia-Giamaica, la partita più difficile per le azzurre. L’imperativo è vincere[/h]

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L’attesa sta per finire e alle ore 18.00 (diretta tv su Sky Sport e su Rai 2) la Nazionale italiana di Milena Bertolini scenderà in campo a Reims contro la Giamaica per il secondo incontro del gruppo C dei Mondiali di calcio femminile 2019. Dopo lo straordinario successo contro l’Australia, le azzurre devono ripartire con la stessa determinazione per replicare i 3 punti dell’esordio. Nella città nota anche per lo Champagne servirà una squadra frizzante e con tanto brio per centrare il bersaglio grosso. L’imperativo è uno solo: vincere.

Visto il risultato del match tra il Brasile e le australiane (vittoria per 3-2 di Sam Kerr e compagne), la situazione di classifica del raggruppamento vede tre squadre a quota tre punti. Pertanto, la necessità odierna è quella di imporsi contro le caraibiche per compiere un passo decisivo verso la qualificazione agli ottavi di finale ed affrontare l’ultimo incontro del girone contro le verdeoro, avendo a disposizione due risultati su tre (vittoria o pareggio) per conquistare il primato. Calcoli questi che però non devono essere nelle menti delle calciatrici. La partita che le nostre portacolori si apprestano ad affrontare è la più difficile. Complessità data non tanto dalla forza della compagine avversaria, comunque da non sottovalutare, ma dall’importanza della posta in palio.
Ricaricare le pile dopo la “sbornia” del primo incontro non sarà stato facile. Ne è consapevole Bertolini che avrà lavorato in questi giorni di preparazioni più sulla testa che sulle gambe delle giocatrici. Sulla carta, il confronto con le giamaicane è alla portata, parlando delle selezione n.53 del ranking FIFA, che contro il Brasile ha denunciato gravi deficienze difensive (sconfitta per 3-0). Le italiane, quindi, dovranno guardare in casa propria, consapevoli delle proprie qualità per mettere sul rettangolo verde francese tutta la qualità fatta vedere nella ripresa contro l’Australia.

Barbara Bonansea potrebbe rivelarsi determinante anche in questo match, grazie ai suoi strappi in velocità. Ancor più importante, però, sarà la prova dell’Italia nel suo insieme. Quest’oggi per vincere sarà, infatti, necessaria una prestazione di alto livello del collettivo, in cui tutte saranno responsabili per il raggiungimento del traguardo tanto atteso. Sul versante caraibico, da tenere d’occhio l’attaccante Khadija Shaw (top scorer con 28 reti), che potrebbe rappresentare una minaccia per le nostre portacolori, al pari di Cheyna Matthews (giocatrice con un’esperienza americana alle spalle) e di Trudi Carter, militante quest’anno nella Roma.

Non resta che attendere il riscontro del campo, augurandoci di poter annotare il secondo successo consecutivo delle azzurre.
 

Roberto57

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PROPRIO UNA BELLA CINQUINA.......:p:p STUPENDE!!!!


[h=1]Giamaica-Italia 0-5: azzurre inarrestabili, sono agli ottavi di finale[/h] [h=2]Decide una tripletta della scatenata Girelli, trequartista di enorme talento. Chiude i conti una doppietta della Galli. Partita mai in discussione e qualificazione garantita[/h]
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«Dico la verità: un gol così se fossi stata un uomo non credo che l’avrei tentato». Anca. Tra inguine e coscia. Cristiana Girelli è la numero 10 di cui non si butta via niente. Rigore: prima alla sinistra della giamaicana Schneider (che para ma la Var nota che ha violato la nuova regola: tutte e due i piedi sulla linea della porta) e poi a destra nell’angolino (gol). Anca su un rimbalzo dopo il corner di Giugliano, cui Bonansea fa velo (gol). Spalla su un’uscita a vanvera della Schneider (gol). Due minuti dall’inizio del secondo tempo e Italia-Giamaica è già 3-0, qualificazione agli ottavi blindata, chi l’avrebbe mai detto. Viva le donne e l’avventurosa generosità di Cristiana Girelli, la fantasista con le unghie tricolori che ha voglia di portare avanti la compagnia delle celestine con le sue battaglie: «Noi ragazze del calcio ci siamo sempre state, ma in Italia le femmine devono sempre guadagnarsi rispetto e interesse. Un po’ ci fa sorridere e ci dà forza. Vuol dire che qualcosa di bello stiamo facendo e non vogliamo fermarci qui».

Altro che sbornia mediatica, rischio di rilassamento, calo fisiologico. La Giamaica di Bunny Shaw è molto fisica e poco tecnica, capitan Gama immola un incisivo alla patria difendendo la porta con tutti i muscoli a disposizione, beccandosi un calcione in faccia quando Giuliani commette l’unica imprecisione del match, un disimpegno maldestro che poteva costare caro. Ma la tripletta di Girelli (la seconda di un’azzurra dopo quella di Carolina Morace a Taipei nel lontano 1991, pare preistoria) contro la squadra peggio classificata del Mondiale non basta. La c.t. Bertolini toglie Bergamaschi e butta Galli nella mischia, e Aurora dimostra che anche le ragazze sanno segnare gol da maschi. Gran destro per il 4-0, controllo e dribbling al portiere giamaicano per il 5-0, servita al bacio da una rasoiata di Giugliano, la Gian Burrasca del centrocampo azzurro.

La festa può ricominciare. Macarena tutte insieme, Bertolini con il tricolore proveniente dal comune di Reggio Emilia come mantello, lacrime di gioia sotto code di cavallo spettinate, con le guance ancora rosse di adrenalina. Abbiamo scoperto la piccola agiografia di questa Italia bellissima e alternativa solo cinque giorni fa a Valenciennes, dopo il colpaccio con l’Australia al debutto, ed è già un classico. Barbara Bonansea questa volta resta a digiuno, però provoca il rigore che ci porta in vantaggio, avviando l’orgia juventina. Solo gol bianconeri fin qui: sette, preziosi in caso di differenza reti quando, martedì con il Brasile, si arriverà a decidere se l’Italia passa agli ottavi da prima, seconda o, ebbene sì, terza. «Davvero? Non ce n’eravamo accorte — dice la bomber —. Ha senso perché essere tante della stessa squadra aiuta: ci conosciamo da anni, portiamo coesione».

L’Italia che era venuta in Francia per non fare brutta figura, adesso ha sogni proibiti. Giugliano, il motorino di centrocampo: «Grinta e umiltà, la nostra forza». Galli, tecnica sopraffina: «Il calcio delle donne è anche questo: bei gol. Eccoci qui, presenti. Ci vogliamo far sentire, siamo state in silenzio troppo tempo». Cinque grida nel brusio attonito di un Mondiale che puntava i fari su Usa e Francia. La macchia azzurra si allarga tra balli, risate e mascara sbavato.
 

Roberto57

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[h=1]Mondiali donne: Italia Brasile 0-1, azzurre prime del girone[/h] [h=2]Rigore generoso regala vittoria a verdeoro che conquistano gli ottavi, brasiliana 'storica'. Australia chiude seconda[/h]
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Sconfitta di misura per l'Italia ai mondiali di calcio femminile di Francia. Le azzurre sono state superate 1-0 dal Brasile ma accedono comunque agli ottavi di finale da prime del girone. Decisivo per le verdeoro il gol su rigore realizzato da Marta. Nell'altra partita del girone, vittoria dell'Australia sulla Giamaica per 4-1(poker di Kerr) che regala il secondo posto nel girone alle 'Matildas' (il Brasile chiude al terzo posto, promosso anch'esso).


Il punto - All'Italia non riesce il tris ma la sconfitta di misura (1-0 e per un rigore assai dubbio) contro il Brasile nella terza e ultima gara del girone di qualificazione del Mondiale francese è indolore per le ragazze di Milena Bertolini che passano agli ottavi da prime del girone. Le azzurre chiudono il gruppo C con 6 punti, gli stessi di Australia e verdeoro ma davanti a tutte in virtù della miglior differenza reti: torneranno in campo martedì 25 a Montpellier affrontando una delle migliori terze (Nigeria, Cina, Cile o Thailandia). Una ko indolore ma comunque frutto di una partita al di sotto delle aspettative per le azzurre che forse hanno pagato lo sforzo fisico e nervoso dei primi due match. Decisivo il rigore trasformato da Marta al 29' della ripresa che, tra l'altro, issa la stella brasiliana, al 17mo gol in Coppa del Mondo, nella storia: mai nessuno, tra uomini e donne, ha segnato così tanto nel torneo iridato. Rispetto al match contro la Giamaica due i cambi per Milena Bertolini: Aurora Galli e Valentina Giacinti, partner della Bonansea in attacco. E due cambi anche per il Brasile dopo il rocambolesco ko contro l'Australia. Dentro Ludmila sull'esterno destra e Andressinha mezz'ala a centrocampo. Allo 'Stade Hainaut' di Valenciennes le due nazionali si riaffrontano per la prima volta (e per l'occasione anche in prima serata su Rai 1) dopo 20 anni: l'ultimo vis-a-vis risale al giugno 1999 quando, sempre al Mondiale, le sudamericane si imposero 2-0. La partita entra subito nel vivo e le due squadre danno subito l'impressione di non volersi accontentare del pari: i gialli per la Santos e la Bartoli lo dimostrano, così come lo splendido colpo di reni della Giuliani che al 17' evita un 'golazo di di tacco della Debinha su cross di Marta.


E' il momento migliore delle verdeoro che nel giro di 10' mettono alle corde la retroguardia azzurra che si fa rivedere intorno alle mezzora per un gol annullato (giustamente, e con la Var) alla Girelli. Al 40' invece il vantaggio potrebbe concretizzarsi con la Bonansea che in acrobazia in mezzo all'rea viene miracolosamente stoppata dalla parata della n.1 brasiliana Barbara. Nella ripresa si riparte con le solite 22 e nel batti e ribatti dei primi minuti è il Brasile a sfiorare il vantaggio con la Andressinha, la cui punizione dai venti metri al 7' supera la barriera e scheggia la parte alta della traversa. Il vero pericolo per la porta della Giuliani arriva al 9' con la Kathellen che stacca in area e indirizza il pallone verso il palo lontano e per fortuna delle azzurre si perde di un niente al lato. A mezzpra dalla fine la Bertolini manda in campo la Bergamaschi per la Giacinti 'acciaccata'. Il ct brasiliano Vadao risponde mettendeo dentro una punta (Beatrix) per un'altra (Cristiane) e la neoentrata si rende subito pericolosa (20') con la palla che si perde di poco sul fondo. La svolta arriva al 27', quando un'incursione in area della Debinha, contrata dalla Libnari viene punita dall'arbitra messicana Venegas Montes (e convalidata dalla Var) con eccessiva severità: tanto basta però per fischiare il rigore che Marta trasforma con freddezza. la partita finisce qui: le azzurre, anche conoscendo il risultato dell'Australia, non forza più di tanto, cercando prima di non prenderle per chiudere in testa il girone. Missione compiuta: tra domani e giovedì le azzurre conosceranno il nome della prossima avversaria che affronteranno il 25 giugno a Montpellier alle 18.
 

Zac

Advanced Premium Member
Per me il rigore non ci stava.
Secondo me la meticolosità dell'arbitro ha avuto la sua importanza, basti vedere quanto tempo ha perso, in occasione appunto dell'esecuzione del rigore, nello spiegare al nostro portiere di non muoversi prima del tiro.
 

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