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♥ ♥ INTER ♥ ♥

BUONA PASQUA
A TUTTI I LETTORI


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INDISCRETO - Una riunione fiume Ausilio-Zanetti-Mancini dopo l'1-1 col Parma. La pazienza è finita: adesso...

04.04.2015 20:07

Oblio Inter. E allora la società interviene. Dopo il deprimente pareggio casalingo con il Parma, il top management del club si è riunito all'interno dello stadio per un vertice fiume terminato solo dopo le ore 19. Al summit hanno partecipato il ds Ausilio, il vicepresidente Zanetti e il tecnico Mancini, mentre si è notata l'assenza del dg Fassone.
L'incontro è stato utile per chiarire le linee guida da qui alla fine della stagione: i match rimanenti serviranno per capire chi è da Inter e chi non lo è. La pazienza, insomma, sembra essere finita e i giocatori saranno tutti sotto esame.
Il fatto di allenarsi domattina alle ore 8,30 è il primo segnale forte.


QUALCUNO PASSERA' UNA BRUTTA PASQUA
 
Buongiorno Gerry benvenuto da queste parti, ma non ne sono tanto sicuro, quello che è certo, è che stanno pagando due stipendi,
- Mancini
contratto fino al 30 giugno 2017 da 3,5 milioni a stagione bonus compresi.
- Mazzarri spettatore retribuito, aveva un contratto da 3,5 milioni di euro netti, con un totale di circa 20 milioni (lordi) fino al giugno 2016


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NON AVEVO TORTO

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MENO MALE!!!!!!!!!

L'Inter torna a vincere a Verona con Icardi e Palacio: 0-3

La squadra di Mancini ritrova la vittoria dopo un mese e mezzo di digiuno: 16° gol per Maurito, 6° per El Trenza (che colpisce anche un palo). Ammoniti i diffidati Brozovic e Guarin: saltano il derby. Autorete di Moras. Handanovic para un rigore a Toni


Mancini, meglio fuoricasa: "Troppa pressione a San Siro"
L'allenatore nerazzurro analizza il successo per 3-0 a Verona: “Abbiamo giocato bene come a Genova, in casa abbiamo un po’ più di difficoltà". Su Handanovic: "È tra i migliori al mondo. Europa? Il nostro obiettivo è vincere il derby contro il Milan"
 
Shakira - Waka Waka (This Time for Africa) (The Official 2010 FIFA World Cup™ Song)

[video]https://youtu.be/pRpeEdMmmQ0[/video]
 
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19 aprile alle 22:45
Inter-Milan, pari e veleni: furia Mancini

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Si chiude con il risultato di 0-0 il derby della Madonnina, posticipo della 31° giornata di Serie A. Primo tempo con pochi lampi: solo un paio di lampi di Hernanes e Suso e un gol giustamente annullato al Milan. Nella ripresa cresce l'Inter, che a fine partita scatena tutta la propria furia contro l'arbitro Banti: i nerazzurri recriminano per un rigore netto negato dal direttore di gara (fallo di mano di Antonelli) e per un autorete di Mexes annullata per fallo di Palacio a centro area. Nel finale forcing dell'Inter, che però non trova il guizzo decisivo anche per colpa di Diego Lopez, decisivo con una parata d'istinto su Palacio. Un pareggio che non fa felice nessuna delle due squadre: il Milan resta al 9° posto (42 punti) mentre i nerazzurri seguono a un punto e una posizione di distanza
 
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I SORTEGGI SON FATTI.....


Champions, sorteggio semifinali:
Juve-Real, Barcellona-Bayern


A Nyon stabiliti gli accoppiamenti per le semifinali: in programma le super sfide tra Allegri-Ancelotti e Luis Enrique-Guardiola. Butragueño: "Con i bianconeri sarà una doppia sfida equilibrata". Nedved: "Loro sono dei mostri: ce la giocheremo, mi fido della nostra squadra"


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Il Real Madrid per la Juventus. L'urna di Nyon ha emesso il suo verdetto: in semifinale, la squadra di Allegri troverà il Real di Carlo Ancelotti, detentore del trofeo. L'altra semifinale è sarà Barcellona-Bayern.


GLI ABBINAMENTI — Il sorteggio ha anche definito che la Juventus giocherà la partita di andata allo Stadium, gara-1 casalinga anche per il Barcellona. Due sfide di grandissimo fascino che prevedono un duplice derby delle panchine: quello tutto italiano tra Allegri e Ancelotti (tecnici di Juve e Real Madrid) e quello tutto spagnolo tra Luis Enrique e Guardiola (allenatori di Barcellona e Bayern Monaco).


REAZIONI REAL — "È una semifinale di una manifestazione prestigiosa, contro una squadra leggendaria. Il ritorno della Juventus a questi livelli è una grande notizia per il calcio europeo". Così Emilio Butragueño, direttore delle relazioni istituzionali del Real Madrid, ha commentato il sorteggio. "Sarà una semifinale equilibrata: la Juve ha già dimostrato l'anno scorso di essere competitiva. Speriamo di recuperare qualche infortunato per affrontare al meglio l'impegno".


QUI' JUVENTUS — "Mi ricorda qualcosa del 2003...". Pavel Nedved ci scherza su. Lui era in campo nell'ultima semifinale di Champions che la Juventus ha disputato, eliminando proprio il Real Madrid, la squadra che i bianconeri affronteranno per giocarsi l'accesso alla finale dell'edizione 2015. "Sono passati 12 anni, siamo felici di essere di nuovo in semifinale. Affronteremo i detentori del titolo, loro sono dei mostri, noi siamo felici di poter sfidare queste tre squadre che credo siano le migliori del mondo, siamo felici di essere in lizza con loro. Io mi fido molto della squadra, credo che ce la possiamo giocare e che faremo due bellissime partite. Proveremo a fare qualcosa di bello per il calcio italiano e questo ci rende orgogliosi". E su Pogba: "I tempi sono corti, proveremo a recuperarlo, come anche per Asamoah: sarebbe molto importante poter contare anche su questi giocatori".


LE DATE — Il penultimo atto della Champions è previsto dal calendario Uefa il 5-6 maggio e il 12-13 maggio. Il primo appuntamento è naturalmente quello riservato alle partite di andate, la settimana successiva si giocheranno le sfide di ritorno. Il 6 giugno Berlino ospiterà la finale.
 
Europa League, semifinali: Napoli-Dnipro. Fiorentina con il Siviglia

A Nyon ecco gli accoppiamenti per le semifinali: ostacolo duro per la squadra di Montella, strada più semplice per gli azzurri di Benitez.
A Varsavia potrà esserci il derby tutto italiano


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Napoli-Dnipro e Siviglia-Fiorentina. Sono queste le due semifinali di Europa League estratte dall'urna di Nyon. Evitato il derby italiano, ma il calendario prevede un ostacolo durissimo per la squadra di Vincenzo Montella. Impossibile non attribuire i gradi di super favorita al Napoli di Rafa Benitez. Gli azzurri pescano quella che sulla carta era la squadra rivelazione sì ma più debole tra le quattro. Altro discorso per la Fiorentina di Montella, che invece trova l'osso più duro.


IL PROGRAMMA

7 maggio: Napoli-Dnipro
7 maggio: Siviglia-Fiorentina
14 maggio: Dnipro-Napoli
14 maggio: Fiorentina-Siviglia
27 maggio: finale a Varsavia


DNIPRO — Gli ucraini sono senza ombra di dubbio la grande sorpresa di questa edizione di Europa League. La squadra di Markevyč (terza in campionato dietro a Dinamo Kiev e Shakhtar) ha staccato il pass per la prima semifinale europea della propria storia stupendo tutti e contro ogni pronostico: qualificatosi ai sedicesimi come seconda forza nel girone dell'Inter, il Dnipro ha eliminato prima l'Olympiacos ("ripescato" in Europa League come terza classificata nel girone della Juventus in Champions) e poi l'Ajax agli ottavi. Nei quarti di finale il doppio confronto col Bruges non è stato certo di quelli che verranno ricordati a lungo per lo spettacolo espresso in campo (o-o all'andata, 1-o al ritorno), ma gli ucraini sono riusciti nell'impresa di rifilare ai belgi la prima, fatale sconfitta in questa edizione di Europa League.


SIVIGLIA — I campioni in carica del Siviglia approdano alle semifinali di Europa League grazie al sudato 2-2 ottenuto sul campo dello Zenit di Villas Boas (all'andata era finita 2-1 al Pizjuan) e si ripresentano fra le prime quattro dopo aver vinto il trofeo per ben tre volte negli ultimi nove anni (2006, 2007, 2014). Quinti in Liga a due soli punti dal quarto posto del Valencia, gli andalusi hanno nel colombiano Carlos Bacca (in gol anche nella partita di ritorno contro lo Zenit) l'arma più temibile: 24 reti stagionali per lui fin qui (17 in Liga, 4 in Europa Leage e uno in Coppa del Re). Prima di mandare a casa Hulk e compagni la squadra di Emery aveva liquidato senza troppi problemi il Moenchengladbach e fatto suo il derby spagnolo col Villarreal, con quattro vittorie su quattro nei doppi confronti. Per risalire all'ultima sconfitta europea del Siviglia bisogna tornare al 27 novembre scorso, 2-0 sul campo del Feyenoord nella penultima partita del girone eliminatorio.
 
NIENTE DI PERSONALE ;) STIAMO
SOFFRENDO ANCHE NOI......
PICCOLO SORPASSO SUI CUGINI ;)



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solo ora sono riuscito ad entrare per vie traverse...

Inter-Roma 2-1: decide Icardi nel finale, Mancini rivede l'Europa


Vantaggio di Hernanes al quarto d'ora, pari di Nainggolan al 63', poi decide l'argentino, che aveva sbagliato tanto a inizio ripresa

L’Inter torna a vincere in casa in campionato dopo oltre 2 mesi (8 febbraio contro il Palermo) e lo fa contro la Roma. Insomma, due obiettivi raggiunti in un’unica serata. L’altro era sconfiggere il muro di una big, mai riuscito quest’anno. L’Inter vince 2-1 grazie ai gol di Hernanes e Icardi, inframezzati dal pareggio di Nainggolan.

LE SCELTE — Santon non sta ancora benissimo e così Roberto Mancini sistema D’Ambrosio basso a destra completando il pacchetto arretrato. Il 4-3-1-2 è disegnato da giorni con Gnoukouri vertice basso davanti alla difesa (confermato l’ivoriano, manca lo squalificato Medel) e Hernanes più alto (Shaqiri ancora in panchina). Rudi Garcia legge cose positive negli occhi di Ibarbo e così lo manda in campo. Florenzi scivola, da esterno d’attacco a esterno di difesa con Torosidis che si siede. L’Inter parte mettendo pressione subito alla Roma, con Gnoukouri a calpestare le zolle delicate dove gioca Totti. Il primo tiro però è giallorosso con un destro di De Rossi dalla distanza che Handanovic respinge. Si prosegue senza scossoni per dieci minuti buoni, con l’Inter che addomestica la Roma con razionalità.
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I GOL — Poi, come nel derby, tocca a Hernanes accendere la serata. Contro il Milan aveva solo sfiorato la traversa, contro la Roma trova l’unico spazio buono dal limite (grazie anche alla marcatura leggera di Holebas). Il mancino è preciso e prezioso, De Sanctis non può arrivarci. La reazione della Roma è praticamente immediata con Ibarbo che stampa sul palo un pallone al 18’ a conclusione di un’azione sostenuta da quasi tutta la squadra. La partita si apre (gialli a Palacio e Yanga-Mbiwa) per la gioia anche del pubblico. Quello sano, perché quello meno civile (i tifosi giallorossi al terzo anello del Meazza) hanno pensato bene al 28’ di intonare il ritornello “O Vesuvio lavali col fuoco” riferendosi ai napoletani. Al 34’ accade anche una cosa curiosa. Orsato riprende Mancini che si lamentava per un fallo fischiato in favore della Roma (a Holebas nello specifico). Il t.m. interista, Andrea Romeo, si è avvicinato per chiedere spiegazioni e il direttore di gara lo ha cacciato. Probabilmente è stata un’incomprensione, però è quantomeno curioso che un ex arbitro si faccia cacciare da un arbitro… La ripresa non mostra cambi, mostra semmai un atteggiamento diverso della Roma, più sbilanciato per cercare subito il pareggio. Ne gode l’Inter che riparte rapidamente un paio di volte con Icardi. Prima però l’argentino si intestardisce nel cercare la conclusione quando aveva la soluzione Brozovic a portata di piede e poi cerca un tiro da fermo deviato in calcio d’angolo.


FUORI TOTTI — Vista la necessità di ossigeno in mezzo al campo, Garcia richiama Totti al 7’ inserendo Keita (e Pjanic scivola da trequartista nel nuovo 4-3-1-2). L’occasione migliore della Roma arriva al 13’ con Florenzi che raccoglie un comodo passaggio di Pjanic all’interno dell’area e spara altissimo. Da quella posizione, è imperdonabile non centrare almeno lo specchio della porta. Il ritmo adesso è alto e la squadra di Garcia inizia a crederci. Due minuti e Manolas di testa la striscia invece che schiantarla bene da calcio d’angolo. E all’Inter va ancora bene, superando un’altra amnesia difensiva. Alla terza però la squadra del Mancio paga dazio. Ranocchia sbaglia un appoggio in fase di ripartenza regalando palla a Pjanic che apre rapidamente per Nainggolan: il destro in corsa del belga, di prima intenzione, lascia immobile Handanovic. La Roma capitalizza gli sforzi iniziali, i primi venti minuti di forza e rabbia, giocati con impeto, l’Inter si ritrova a rifare tutto, incapace com’è stata di arginare almeno l’entusiasmo giallorosso. La classe nerazzurra riemerge un minuto dopo con una giocata sull’asse Icardi-Guarin: il colombiano, in posizione defilata, prende in pieno De Sanctis. La furia del Mancio si abbatte sul quarto uomo, il signor Cariolato, per un fallo non fischiato a Palacio (Orsato ha dato il vantaggio). Al 23’ l’Inter si sente soffocare. La punizione di Pjanic batte a terra proprio nell’area piccola e Handanovic può solo respingere. Vidic è bravo ad anticipare in scivolata Keita pronto ormai a depositare in rete. Dopo 26 minuti Mancini mette mano alla panchina: dentro Kovacic per Brozovic, cambio croato che non smuove l’architettura tattica dell’Inter (Mateo interno sinistro di centrocampo).


SQUADRE SBILANCIATE — Nel finale di gara dentro i piccoletti: Iturbe per Pjanic nella Roma, Shaqiri per Guarin nell’Inter. I nerazzurri disegnano un centrocampo innovativo con Gnoukouri-Kovacic davanti alla difesa e il tridente Shaq-Hernanes-Palacio alle spalle di Icardi. I giallorossi si rimettono con il 4-3-3 invece, sfruttando Iturbe da una parte e Gervinho dall’altra per innescare Ibarbo. A sei dalla fine Iturbe regala in pratica un pallone a Kovacic che di testa manda Icardi in porta. I centrali romanisti lo recuperano costringendo l’attaccante a fermarsi e calciare da fermo dal dischetto del rigore, il destro è da football americano più che da soccer. C’è spazio anche per Podolski al posto di Gnoukouri (applaudito da tutto lo stadio) nel finale. è proprio il tedesco che innesca Icardi a due minuti dalla fine: palla in area, Mauro la difende da Manolas si gira e supera De Sanctis. Il Meazza esplode, l’Inter batte per la prima volta una grande. Se sarà il pulsante che fa scattare qualcosa a livello psicologico, solo il tempo lo dirà. A livello di classifica la vittoria vale la permanenza di una chance europea. Per la Roma, invece, lo stop sa tanto di usura definitiva in questa primavera che profuma di resa.



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Era già preannunciato fin dalla mattina!!!!!!
E' una vergogna...rischiare la vita dei nostri Figli per una partita di calcio....ma dove è finita la sportività!!!!!!
:mad: Ma come al solito finirà a "tarallucci e vino" :mad:


Torino-Juve, scontri tra tifosi. Bomba carta allo stadio: 10 feriti e 5 arresti


Primi incidenti tra le tifoserie al mattino in città, sul piazzale dello stadio agguato al bus juventino: spaccato un vetro. Durante la partita una bomba carta lanciata dagli juventini è esplosa nella curva Primavera: le schegge dei seggiolini provocate dall'esplosione feriscono i supporters granata: nessuno in gravi condizioni

Incidenti prima e durante Torino-Juventus. Durante il derby, si è rischiata una strage quando dal settore ospiti, dove ci sono gli juventini, è stata lanciata una bomba carta indirizzata verso la curva Primavera, il settore che ospita i supporter granata. La cena deprecabile, si è ripetuta poi anche a fine partita. Tanta paura allo stadio e subito si è capito che il folle gesto avrebbe avuto delle conseguenze. Infatti, le schegge dei seggiolini causate dall'esplosione hanno provocato il ferimento di 10 tifosi del Torino, trasportati in vari ospedali della città: sette, in codice bianco, sono stati medicati al Cto (cinque già dimessi, uno con lievi problemi ad un orecchio e ad un braccio ed un altro con piccole escoriazioni ad un polpaccio), uno, in condizioni un po' più serie, ma non comunque gravi, è stato ricoverato al Mauriziano con codice verde: è tenuto sotto osservazione per intossicazione da esalazioni di fumo. Altri due feriti, infine, sono stati portati alle Molinette, sempre in condizioni non gravi: per il primo la prognosi è di cinque giorni per problemi al timpano, per il secondo di una settimana per stordimento e schegge in seguito all’esplosione.

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CINQUE ARRESTI — Per i disordini all’interno dello stadio, sono stati arrestati cinque tifosi: quattro della Juventus e un granata. È stato identificato invece l’autore del lancio di un sasso al pullman bianconero e sarà denunciato domani. Già scattato, invece, il provvedimento di denuncia nei confronti di altri due supporters, colpevoli di avere invaso il campo di gioco e fatto resistenza ai pubblici ufficiali. Uno è un ragazzo che proprio oggi ha compiuto 18 anni.

CONDANNA UFFICIALE — In serata, la società bianconera ha censurato formalmente l'episodio, con una nota apparsa sul sito ufficiale. "Juventus Football Club condanna ogni forma di violenza sia essa proveniente dai propri tifosi o da quelli avversari ed esige pari trattamento nella valutazione di essi in sede di giustizia sportiva o di commento - si legge -. I fatti odierni richiedono una profonda riflessione da parte del calcio, ma anche delle istituzioni e dei media, che di questo spettacolo sono protagonisti importanti".


GIORNATA NERA — La giornata del derby di Torino era già cominciata malissimo. Al mattino incidenti, scontri e contatti tra alcuni gruppi ultrà e lancio di sassi e uova. Quella di Torino-Juventus è diventata una vigilia ad altissima tensione: le strade di Torino si sono trasformate nel campo da battaglia tra alcuni gruppi di tifosi appartenenti alle due tifoserie. Nel mirino è finito anche il pullman della Juventus con a bordo la squadra: è stato oggetto di un fitto lancio di sassi e uova sul piazzale dello stadio. Probabilmente proprio un sasso ha spaccato uno dei vetri laterali. Al momento non si hanno notizie di feriti.

CONTRATTO TRA TIFOSERIE — E' cominciato, dunque, davvero male il derby di Torino. Sulla base delle prime ricostruzioni, la giornata di Torino ha vissuto tre momenti di violenza. Tutto è cominciato, intorno all'ora di pranzo, quando sono scoppiati i primi incidenti tra le vie della città che hanno coinvolti gruppi ultrà delle due tifoserie nella zona di corso Unione Sovietica vicino all'Istituto Agnelli. Qui, polizia e carabinieri sono intervenuti per riportare l'ordine pubblico, costretti anche a deviare il traffico. Una seconda ondata di violenza si è scatenata poco dopo nei pressi di corso Sebastopoli, non distante dalla zona pedonale che porta all'ingresso del settore Distinti e della Maratona.

L'ASSALTO AL PULLMAN — Momenti di paura si sono verificati, poi, quando il pullman della Juventus è arrivato sul piazzale dello stadio. Qui ad attenderlo c'erano un migliaio di tifosi del Torino. Il pullman è stato circondato, lanciati sassi e uova, esplose anche delle bombe carta. Il pullman ha riportato un vetro rotto, e dopo, aiutato dalle forze dell'ordine, è riuscito ad entrare all'interno dello stadio seppure con difficoltà.

TENSIONE DENTRO LO STADIO — Il clima è perdurato all'insegna dell'alta tensione anche durante la partita all'interno dello stadio: al vantaggio della Juve di Pirlo, un tifoso juventino in tribuna è stato aggredito da un gruppo di supporters granata perché aveva esultato. Sempre in tribuna, altri due tifosi juventini sono stati fermati e identificati dalla polizia.

LE RELAZIONIBeppe Marotta, a.d. della Juve, punta il dito anche contro la stampa: "Sicuramente si è trattato di un fatto di grave violenza, deplorevole. Secondo me preventivabile, frutto di alcuni giornalisti della vostra classe, che spesso usano un linguaggio assolutamente contro di noi, non valutando invece quelli che sono i meriti sportivi: c'è chi ci ha definiti ladri. E' normale che poi la conseguenza sia questa. La speranza veramente è che non si arrivi ad un fatto più grave, di cui poi tutti noi dovremmo pentircene". Anche Gianluca Petrachi, d.s. del Toro, condanna gli episodi: "Non ci siamo accorti di nulla perché siamo arrivati dopo il pullman della Juve. Dispiace perché il derby deve essere una festa di sport, il calcio è una passione sana e non distruttiva, mi auguro che ora si parli solo di calcio giocato". Nel dopo partita, anche
il presidente della Figc, Carlo Tavecchio stigmatizza con fermezza l'accaduto. "Buttare una bomba carta in una curva di uno stadio è un atto eversivo, oltre che premeditato - ha detto all'Ansa -. Ora per i responsabili ci vogliono sanzioni penali di massimo livello". Anche il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, auspica interventi duri. "Complimenti alla Polizia che ha subito individuato e arrestato i responsabili - ha commentato -. Nessuna clemenza verso i nemici dello sport: questi sono i teppisti che vorrebbero rovinare una passione, allontanando le famiglie, la gente e gli sportivi dagli stadi. Ci aspettiamo che tutti prendano le distanze da questi gravissimi e irresponsabili comportamenti".
 
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PIANIN PIANINO........
ALTRI 3 PUNTI PORTATI A CASA :cool:

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Udinese-Inter 1-2: primo gol di Podolski, la rincorsa all'Europa League continua


Dopo il botta e risposta Icardi-Di Natale in apertura di ripresa, i nerazzurri la spuntano grazie a una magia del tedesco: ora Mancini è a un punto dal sesto posto. Proteste friulane per il rigore del vantaggio e le espulsioni di Domizzi (sullo 0-0) e Badu (sull'1-1):

Sette ammonizioni, due espulsioni, tre gol fatti e una quindicina mangiati. Udinese-Inter non ha certo fatto annoiare. Alla fine vince 2-1 (Icardi, Di Natale, Podolski) la squadra di Mancini, che va a dormire a -1 dal sesto posto e vede ancora più vicino il treno Europa League. Ma gli applausi sono tutti per i friulani, che sfiorano il 2-2 nel recupero malgrado siano in nove per le espulsioni di Domizzi e Badu. Tra i protagonisti, infatti, c’è anche l’arbitro Rocchi.

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PRIMO TEMPO
— Nessuna sorpresa nell’Inter, con Mancini che punta ancora su Hernanes trequartista alle spalle di Icardi e Palacio. In mezzo torna Medel e Kovacic manda in panchina Brozovic. Difesa inedita causa squalifiche di Ranocchia e Juan Jesus: dentro Felipe e Santon. Stramaccioni risponde mettendo i suoi a specchio, con Thereau e Di Natale in avanti, Ghiulherme tra le linee, Allan, Pinzi e Badu a centrocampo. Poche emozioni nei primi 20 minuti, con l’Udinese che ci mette più "garra" ma non riesce mai ad innescare gli attaccanti. L’Inter inizia un po’ indolente, versione Cesena e Parma. A scuoterla, dopo due salvataggi aerei di Vidic, ci prova il solito Hernanes, ancora una volta il più tonico dei suoi. Il Profeta impegna Karnezis da fuori, fa ammonire Pinzi ed entra nei pochi lampi nerazzurri e conclude la più bella azione interista, al 30’, colpendo però troppo centrale di testa sul cross di Palacio. La squadra di Mancini prende lentamente campo, complice la sveglia di Guarin, che quando avanza non trova l’opposizione di un Badu troppo largo e costringe Piris ad uscire. La svolta arriva al 40’. Già ammonito per avere insultato Rocchi che aveva assegnato un corner inesistente all’Inter, Domizzi stende l’incontenibile Hernanes e lascia i suoi in dieci. Stramaccioni è costretto ad inserire Pasquale per accentrare Piris. Esce Guilherme. L’onda nerazzurra monta, con Hernanes (due volte, la seconda da tre metri) e Icardi che vanno vicinissimi all’1-0 prima dell’intervallo.

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SECONDO TEMPO — I botti arrivano a inizio secondo tempo. Kovacic entra in area e al momento del tiro viene steso da Danilo. Rocchi indica il dischetto tra le proteste generali, ma il rigore ci sta (l’unico dubbio è che il croato avesse già giocato la palla) e Icardi lo trasforma con freddezza, raggiungendo Tevez in vetta alla classifica cannonieri a quota 18. L’Inter, però, è specialista in harakiri e si fa acciuffare in 2 minuti. Allan pesca il taglio di Di Natale, bravo a saltare Vidic e battere Handanovic. Con l’ennesima prodezza, Totò agguanta Robi Baggio a 205 gol in A. Ma il match ormai è una corrida. E un festival del cartellino. Badu prende un giallo per proteste, insiste e viene cacciato anche lui. Udinese in nove e Inter vicina al 2-1 con Guarin e Palacio: Karnezis si supera. Strama toglie Di Natale per inserire Kone e passare al 4-3-1. Mancini risponde con Podolski per Guarin, virando sul 4-2-3-1. Il tedesco impiega una manciata di secondi a lasciare il segno. Il suo sinistro su corner viene rimpallato, ma sulla ribattuta il mancino non perdona. Siamo al 65’, primo centro italiano di Poldi. Che si erge a protagonista anche per un’ammonizione (proteste) e un rasoterra a fil di palo che avrebbe chiuso il match. L’Inter di occasioni ora ne crea a grappoli, ma un po’ Karnezis un po’ la voglia di fare il Barcellona andando in porta col pallone evitano un passivo più pesante. E nel recupero serve un salvataggio miracoloso di D’Ambrosio su Perica per evitare la beffa.
 
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