Novità

♥ ♥ INTER ♥ ♥

Purtroppo causa "lavori in corso" non si possono recuperare i vecchi post :eek:.......proprio come è successo a noi ci siamo persi per strada o per meglio dire quest'anno siamo rimasti sulla "provinciale" ........... a far compagnia alla Signorina :cool::cool::cool:
 
[h=1]BEI TEMPI ....METTO SOLO IL 10° PER NON ANNOIARE :rolleyes: :rolleyes:[/h] [h=1]Inter, 5 anni fa il triplete: rivivi i 10 momenti clou[/h] [h=2]Il 22 maggio 2010 i nerazzurri di Mourinho, a Madrid, schiantano il Bayern Monaco e conquistano la Champions League. Ma quella vittoria è solo il sigillo di una stagione da favola. Un'annata che vive di episodi chiave.[/h]
Momento 10 — 22 Maggio 2010. È l’ultima partita della stagione, la finale di Champions League 2010: si affrontano Inter e Bayern Monaco. I tedeschi partono meglio, ma la prima occasione pericolosa della gara però parte dai piedi di Sneijder, che impegna Butt, il portiere della squadra bavarese, su calcio piazzato (complice una deviazione che potrebbe essere decisiva). La partita scorre fluida fino al 35’. Sulla trequarti avanzata stoppa il pallone Milito, serve Sneijder che chiude subito il triangolo,
mettendo a tu per tu il numero 22 con il portiere. Finta e tiro a scavalcare il portiere. GOL! Esplode il Bernabeu, o almeno tutta la parte dello stadio che non parla tedesco. Nella ripresa l’Inter indossa i panni dell’italiana, difensivista, pronta a ripartire con lunghi contropiedi. I bavaresi provano a impensierire Julio Cesar con assoli personali di Robben e Muller, ma il portierone brasiliano è un muro volante e non c’è nulla da fare. Poi, al 70’, arriva di nuovo lui. Tre quarti campo, Milito punta l’uomo, il malcapitato è Van Buyten, Milito si accentra, entra in area, lascia sul posto il difensore con una finta, piazza sul secondo palo e RETE! Gli ultimi 20′ minuti sono pura accademia, il Bayern ha speso tutte le energie e i nerazzurri non hanno alcun interesse nell’alzare i ritmi. Finisce 2-0, dopo 45 anni l’Inter è Campione d’Europa. La storia è fatta di momenti. 10 di essi dipingono un triplice capolavoro.

MILANO_20100523_GASP-k8JD-U1109284697549GC-620x349@Gazzetta-Web_articolo.jpg
 
[h=1]
Super_Smileys_0026.gif
Super_Smileys_0026.gif
Super_Smileys_0026.gif
[/h] [h=1]Inter, Mancini peggio di Mazzarri: "Ma se devo perdere, voglio farlo così"[/h] [h=2]Nerazzurri ormai fuori dall'Europa. Il tecnico si difende: "Mentalità straordinaria, ma errori pazzeschi: per l'anno prossimo è una buona base di partenza". Eppure chiuderà con una media punti inferiore al suo predecessore[/h] "Sembra che ci aspettino", aveva detto Ranocchia. Ma l'Inter, troppo lenta, non ha raggiunto nessuno. Nessuno, almeno, di quelle che avrebbe dovuto addirittura scavalcare. Roberto Mancini è tornato a Milano il 14 novembre con l'obiettivo di regalare a Thohir il terzo posto o, in alternativa, la vittoria in Europa League, per tornare in Champions: l'allenatore ha preso la squadra in nona posizione e, dopo sei mesi, se il Torino dovesse vincere a San Siro si ritroverebbe esattamente allo stesso punto. Altrimenti, sai che consolazione, un gradino più su. Al netto dei problemi del Genoa con la licenza Uefa, dopo la sconfitta di Marassi i nerazzurri sarebbero fuori aritmeticamente dall'Europa League: la sentenza definitiva potrebbe arrivare se la Samp vincerà ad Empoli. Altrimenti si aspetterà semplicemente una settimana in più. Perché ormai è chiaro: l'Inter sarà fuori dall'Europa.


IL PARAGONE — A proposito di numeri, c'è un confronto obiettivamente impietoso, quello tra la media punti di Walter Mazzarri e Roberto Mancini, che mette a nudo i problemi incontrati dal tecnico arrivato per salvare la squadra dal baratro, ma rivelatosi incapace di farlo: 1,45 per il primo, 1,38 per il secondo. E anche vincendo l'ultima partita, Mancini sarebbe comunque dietro. Niente di particolarmente rilevante, ma la svolta non c'è stata, anzi. Con Mazzarri la squadra faticava a far gioco, con Mancini ha perso l'equilibrio subendo 31 gol in 26 gare, più di uno a partita.


L'ANALISI — "Ci abbiamo provato fino a oggi ad arrivare in Europa e credo che per quello che abbiamo fatto nelle ultime 14-15 giornate potevamo anche farcela - spiega Mancini - : giochiamo con una mentalità straordinaria, facciamo giocate importanti, ma commettiamo errori pazzeschi. Ma sinceramente sono contento: se devo perdere, voglio perdere così. Questa partita è stata lo specchio della nostra stagione. Non possiamo dare la colpa a nessuno, dobbiamo migliorare. Come siamo cresciuti come impatto sulle partite in casa e fuori, possiamo farlo anche come attenzione in fase difensiva. La cosa importante è che la squadra ha una mentalità: è una base di partenza importante per il prossimo anno. Purtroppo non siamo andati in Europa, spiace per i tifosi e per il presidente che ci teneva. Ma non cambia niente". Mancini non si sbilancia troppo sul mercato: "Se uno ha un Maradona cambia molto, per questo prenderemo giocatori in grado di far crescere anche gli altri".







lg.php
 
[h=1]La nuova maglia dell’Inter 2015-2016, un inno alla tradizione[/h] Un inno alla tradizione, con questa frase si può descrivere la nuova maglia dell’Inter 2015-2016 realizzata da Nike.
La presentazione ufficiale si è tenuta al Meazza durante l’evento Inter Night, una serata esclusiva per gli abbonati della prossima stagione che hanno potuto conoscere da vicino gli idoli nerazzurri del presente e del passato.

ig9mix.jpg

[h=4]PRIMA MAGLIA INTER 2015-2016[/h] Dopo una stagione segnata da una maglia senza le consuete righe verticali, Nike ha scelto di tornare sui canoni della tradizione per celebrare il 25° anniversario dalla vittoria della prima Coppa Uefa nel 1990-91.
La nuova maglia non a caso si ispira proprio all’annata in cui il capitano Beppe Bergomi alzò al cielo il trofeo continentale. 5 righe nere, 4 azzurre e un colletto a polo bicolore con una scollatura a ‘V’. Nessuna sorpresa sul petto dove troviamo lo swoosh Nike, lo stemma dell’Inter sormontato dalla stella dorata e il consueto sponsor Pirelli.

2dlni9g.jpg


Sul retro i colori delle righe sono invertiti e fanno da sfondo al nuovo font di nomi e numeri con lo stemma societario impresso alla base. Un altro dettaglio è rappresentato dalla striscia traspirante con micro-fori che scorre lungo i fianchi e prosegue sui pantaloncini neri.

o0qm3p.jpg


I calzettoni sono neri con la scritta ‘Inter’ frontale e una serie di galloni azzurri sul polpaccio.

Lothar Matthaus con la maglia dell’Inter nel 1990-1991

matthaus-inter-1991-595x402.jpg
 
[h=1]L'Inter saluta con una vittoria, ecco il bilancio della stagione. E su Mateo Kovacic bisogna fare una riflessione[/h]
f598a087e00099f075e8424d2c4b784a-53380-46d0d2d6a80d48706aa3d793de24ca67.jpeg


E alla fine, ottavo posto fu. Un’annata altalenante, a tratti disastrosa, nonostante fosse stata infarcita d’ottimismo grazie all’arrivo di Roberto Mancini, subentrato ad un Walter Mazzarri mai amato dall’ambiente e che è stato sollevato dall’incarico di allenatore dopo un triste pari - uno dei tanti, a dire la verità - di questa mesta stagione. Una squadra imperfetta, colma di giocatori “a metà”, incapaci di infilare tre vittorie consecutive per tanto, troppo tempo. E di rammarico ce n’è tanto, perché alla fine bastava qualche punticino in più - persi per strada ad esempio contro Cesena, Parma, Chievo… - per conquistare un posto in Europa, il che voleva dire qualche soldo da spendere per una campagna acquisti che - questa volta per davvero - deve dare un nuovo volto all’Inter di Roberto Mancini. Ad un tratto si è levato lo striscione dalla Curva Nord “2015/16: va bene tutto, ma così no” e siamo certi che questa frase possa essere firmata da tutto il tifo nerazzurro. Basta annata impalpabili, ricordate più per le brutte figure che per i momenti di gloria. E gli elementi per ripartire - per un motivo o per l’altro - si sono evidenziati tutti nella partita di ieri sera. Ma andiamo con ordine.

IL BILANCIO - Quella che si va a concludere è la quinta stagione successiva a quella del Triplete. Lasciando perdere la gestione Benitez - Leonardo ( visto che il nucleo di quella squadra era pressoché identico a quella di Mourinho) si possono analizzare i numeri di quella che è stata l’Inter 2014/15 in relazione ai risultati ottenuti con i vari Stramaccioni, Gasperini, Ranieri e Mazzarri. Ebbene, la squadra di Mancini arrivando ottava ha fatto peggio di WM - quinto posto - e del triumvirato Gasp-Ranieri-Strama - piazzatosi sesto - e poco meglio della sciagurata Stramagione, conclusasi con un deprimente nono posto (sfiorato ieri sera, quando - con il Toro che andava di goleada contro il Cesena - Ranocchia e compagni si sono fatti rimontare due reti dai mai domi ragazzi di Sarri). Certo, in questa stagione ha pesato molto il cambio di guida tecnica, dovuto alla scossa che il Presidente Thohir ha voluto dare alla squadra, ma tant’è. L’Inter ha segnato 59 gol, secondo miglior attacco dopo quello guidato da WM nella scorsa stagione - conclusasi con 62 reti realizzate - e subito 48 gol, più dell’anno scorso - furono “solo” 39 - ma meno degli anni precedenti: 57 nel 2012/13 e 55 nel 2011/12. Insomma, l’Inter sta provando a scuotersi dal torpore dell’ultima gestione Moratti e vuole qualcosa di diverso per il futuro. Mancini ha detto che rimarrà anche nella prossima stagione, anche se attirare top player a Milano sarà difficile. Certo è che il tifoso interista è stanco di vedere questo tipo di classifiche e queste cifre, indi per cui ci si augura di essere arrivati al punto di svolta.

L’ULTIMA PER… - Essere arrivati al punto di svolta vuol dire che non si può più tornare indietro. Quel che è stato è stato e ora c’è bisogno di cambiare. Ecco perché - verosimilmente - quella contro l’Empoli potrebbe essere stata l’ultima partita con la maglia dell’Inter per diversi giocatori. E’ francamente imbarazzante quello che è accaduto ieri: una squadra - in casa propria - va avanti di due reti contro una formazione di metà classifica, per poi farsi infilare due volte in tre minuti e rischiare addirittura - come si accennava poco sopra - di tornare a calcare i campi a Ferragosto, per il preliminare di Coppa Italia, contro il Cittadella di turno. No, non è ammissibile un atteggiamento del genere. L’Inter deve avere fame, chiudere le partite. Il battibecco tra Juan Jesus e Medel è emblematico: fase difensiva disorganizzata, tutti fuori posizione. No, così non va. L’attacco è stato cinico, anche se nel primo tempo troppi palloni sono andati sprecati. Quattro gol sono tanti, così come alcune giocate di fino per uscire dall’asfissiante pressing avversario sono state degne di note. Ma certo, se poi si prendono gol del genere - e purtroppo è stata la costante di tutto l’anno - ogni buon proposito va in fumo. D’altronde l’accesso alle Coppe non lo si è perso ieri, ma molto tempo fa: quando la squadra reagisce male alla pressione, c’è poco da fare. L’estate è finalmente alle porte, e anche questa stagione è andata in archivio. Ora bisognerà ricominciare da capo a programmare, consci del fatto che quella del 2015/16 dovrà essere l’annata dell’Inter.

UN ATTIMO DI RIFLESSIONE (PER MATEO) - Riflessione finale del mercato in uscita. E’ giusto sacrificare qualche scontento - si è già fatto il nome di Handa - per arricchire le casse del club e puntare qualche nuovo giocatore. Ma - anche alla luce di quanto fatto ieri - due interisti dovrebbero essere intoccabili: Mauro Icardi - e fin qui ci siamo, con il rinnovo che dovrebbe essere firmato a breve - e Mateo Kovacic. Maurito - a meno di clamorose offerte - rimarrà certamente a Milano, mentre non si può dire altrettanto del numero 10 croato, i cui talenti interessano parecchio al Liverpool e al Barcelona. Ma perché privarsi di un giocatore (pagato undici milioni tre anni fa) di ventun’anni, le cui potenzialità sono immense, semplicemente per fare cassa? L’Inter è andata a prenderlo dalla Dinamo Zagabria, battendo la concorrenza delle altre squadre e dimostrando subito grande fiducia in lui. Gli è stata consegnata la maglia numero 10, quella dei Campioni. Ha dovuto assumere le sembianze di salvatore della patria nelle stagioni peggiori degli ultimi vent’anni, ruolo che - per ovvi motivi - non può ricoprire. Ma nonostante tutto ha mostrato sprazzi di talento incredibile. Il suo modo di toccare palla e giocare nello stretto è unico, non esiste un altro giocatore del genere, se non nell’Olimpo del calcio. Giocando la sfera a due tocchi mette sempre l’uomo in porta. Guarda caso tre dei quattro gol dell’Inter nascono da lui. Certo, deve migliorare ancora la fase difensiva - più i movimenti e le letture che la fase di pressing, essere più pericoloso davanti alla porta e un miliardo di altre piccolezze per essere ritenuto un Campione. Ma il talento, la voglia di emergere ci sono, ora è la società che deve costruire una squadra che valorizzi le sue qualità. Non appena si è insediato Thohir, è stato chiaro: “giocatori come Kovacic e Icardi sono il nostro futuro”. Infine, un plauso all'Icardi di cui sopra: 22 gol sono davvero tanti, specie in un anno del genere. Il suo modo di giocare è totale, l'assist dell'uno a zero a Palacio è l'emblema del giocatore che sta diventando. Non più solo gol, ma visione a tutto tondo. Peccato per qualche occasione sciupata nel finale, il primato solitario della classifica marcatori avrebbe reso il boccone meno amaro. Ma c'è sempre tempo per rifarsi. Insomma, è proprio il caso di dirlo: il futuro è già iniziato ieri. Sta all’Inter non farselo scappare.
 
Ultima modifica:
MI DISPIACE NON CE N'E' PER NESSUNO......RIMANIAMO GLI UNICI AD AVERE IL TRIPLETE :p


k0ftc1.jpg
 
Ultima modifica:

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    venerdì 22 agosto 2025
    Bari
    77
    43
    54
    27
    51
    Cagliari
    22
    61
    76
    27
    13
    Firenze
    75
    82
    78
    15
    80
    Genova
    18
    28
    60
    37
    50
    Milano
    84
    06
    90
    36
    40
    Napoli
    47
    09
    53
    65
    14
    Palermo
    74
    29
    40
    50
    30
    Roma
    79
    05
    15
    08
    26
    Torino
    03
    02
    60
    27
    26
    Venezia
    59
    14
    32
    70
    36
    Nazionale
    48
    09
    04
    88
    52
    Estrazione Simbolotto
    Nazionale
    07
    24
    42
    16
    03
Indietro
Alto