quote:Originally posted by pot pourri
caro Giuseppe ti ringrazio per i tuoi consigli,ma le mie preoccupazioni non derivano dai problemi di un anziano ma di un giovane Giuseppe che ancora non ha trovato una strada sicura e soprattutto redditizia nel mondo del lavoro,forse un po' ti assomiglia,nel senso che a lui basta poco per vivere,ma le spese comunque sono tante e questi sono problemi che una mamma vive in prima persona. Comunque stai tranquillo, non mi rovino certo giocando al lotto, gioco poco,ma il pensiero di fare una bella vincita usando le giuste convergenze c'è e mi fa sognare come dice Kaly.Ciao, grazie ancora,e... speriamo
Cara pot-pourri,
io purtroppo non ho figli, ma fin da piccolo ho dovuto imparare presto a badare a me stesso.
Al tempo in cui avevo l'età di tuo figlio, a Bologna, la provincia in cui sono nato, i genitori dicevano al figlio ancora studente: "vuoi il motorino?, fai la campagna dello zuccherificio o vai a raccogliere la frutta durante le vacanze e te lo paghi".
Certo la situazione era diversa, ma c'era quasi un culto per il lavoro, che allora era un'attività rispettata. Tanto che allora i lavoratori stavano bene ed erano orgogliosi del proprio stato di benessere, frutto delle proprie fatiche e del proprio impegno in fabbrica e in politica. Allora c'era il PCI e noi giovani che credevamo di cambiare il mondo e un po' c'eravamo riusciti.
Oggi sta passando un messaggio assai pericoloso: quasi-quasi uno si vergogna di essere un semplice operaio o impiegato. Il modello sono le false famiglie benestanti delle telenovele dove tutti hanno per magia sempre trent'anni, sono bellissimi, fanno lavori da migliaia di euro al giorno e sembrano la famiglia del Mulino Bianco.
Per fortuna la crisi ci sta riportando alla realtà, anche se i sogni al cresecere delle difficoltà tendono a resistere come via di fuga.
Il consiglio che do a tutti è di fare la cosa che piace di più.
Studiare solo per trovare un lavoro è la cosa più sbagliata che si possa fare. Fare ciò per cui ci si sente portati è la strada giusta in ogni caso.
Sfocerà certamente in un lavoro soddisfacente, in quanto fatto dando il meglio di sè. E' la sola garanzia che un ragazzo può avere di trovare una giusta collocazione in questa società a dispetto delle difficoltà contingenti.Credimi, queste sono del tutto irrilevanti per uno che ha scelto con coerenza la propria strada.
Che faccia l'ingegnere o l'idraulico, il fornaio o l'operaio in fabbrica, poco importa. l'importante è che l'abbia scelto lui.
Ciao,
Giuseppe.
Hasta la victoria siempre