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Baffoblu
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Non si capisce nulla, con tutte quelle cancellature
e poi è troppo piccola.
Sarebbe utile il sito da dove l'hai presa.....
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Non si capisce nulla, con tutte quelle cancellature
e poi è troppo piccola.
Sarebbe utile il sito da dove l'hai presa.....
Quello che qui viene chiamato cerchio di Spilimbergo, trae indirettamente origine storica dalla macchina di Anticitera, che prende il nome dal sito in cui è stata rinvenuta e precisamente al largo dell'isola di Anticitera nel mar Egeo: si tratta di una cassa a sezione rettangolare contenente un ingranaggio costituito da una ventina di ruote dentate montate eccentricamente su un pannello girevole, che dovevano azionare delle lancette simili a quelle di un orologio, che indicavano il moto del sole, delle principali stelle e le posizioni dei pianeti allora conosciuti. Esso quindi possedeva un complesso sistema di meccanismi a ruote dentate, secoli prima della meccanica moderna.
Un nuovo studio rivela che il meccanismo di Antikythera usava la geometria pura e le ruote dentate per seguire il percorso apparente dei corpi celesti nei cieli. Questa macchina di Anticitera, trovata nel 1901, pur risalendo a duemila anni fa, somiglia in modo impressionante ad un orologio del sec. XIX, per la sua precisione e la complessità. Il meccanismo indicava il giorno dell'anno, con le posizioni del sole e della luna e forse di altri pianeti. Esso prediceva le eclissi e indicava le scadenze dei Giochi Olimpici.
La maggior parte dei calcoli si sviluppava grazie a 37 quadranti connessi tra loro, che potevano essere fatti ruotare con un sistema manuale. La faccia a vista del meccanismo doveva avere un quadrante simile a quello d'un orologio che conteneva le date del calendario in due ruote concentriche, l'una con i simboli dello Zodiaco greco, l'altra con quelli dei mesi egiziani. Tre lancette indicavano le date e le posizioni del sole e della luna.
La notizia della scoperta della macchina di Anticitera, permise agli studiosi italiani di comprendere il significato di un'altra macchina assai simile, un monolite costruito da più cerchi concentrici di pietra azionati da manovelle con rudimentali ingranaggi che era stata ritrovata (però in stato di conservazione peggiore) sul pavimento più alto della Torre Orientale della seconda cinta muraria del comune di Spilimbergo nella provincia di Pordenone.
Il passo fra la nobile astronomia, per cui fu costruita questa macchina, e le speculazioni della numerologia fu come sempre breve: le forme circolari di questa macchina ed il luogo in cui essa alloggiava, fecero sì che in poco tempo essa venisse definita come "il cerchio numerico di Spilimbergo", anche se in realtà sulle pietre circolari non erano incisi numeri ma bensì riferimenti delle costellazioni.
Negli anni 70-80 la cosa non passò inosservata al sempre ben informato Giorgio Boschero, alias Bosko, direttore dei “Corriere dei Giochi”, allora definito il “primo giornale di matematica e filosofia dei giochi”, che così abbandonò progressivamente il suo cavallo di battaglia, ossia gli studi degli anni agli anni 60/70 sul "triangolo di Tartaglia" per dedicarsi ai "numeri nel cerchio" (probabilmente fiutò il crescente interesse editoriale per la ciclometria), introducendo quello che chiamò fantasiosamente "Il cerchio di Spilimbergo".