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[h=2]Costo Benzina : l’accise della vergogna. Si paga ancora la guerra del 1935[/h] [h=3]La benzina, non si capisce perché, è l’unico bene su cui si pagano due tasse: le accise e l’Iva.[/h] 09-12-2011, ore 16:02
Dopo la stangata della manovra Monti, l’argomento bollente del momento sembra essere il prezzo di benzina, gasolio, Gpl e metano che stanno raggiungendo davvero livelli da record.
Quello che lo stato e le varie compagnie petrolifere tendono a farci credere è che l’aumento del prezzo della benzina sia legato all’aumento delle quotazioni del petrolio greggio.
Ma forse non tutti sanno che il costo dei carburanti è gravato da tasse misteriose, le accise, che da oltre 70 anni pesano sul prezzo che paghiamo per un litro di benzina o di gasolio e che, ad oggi, ne costituiscono il 52%.
Prezzo carburanti
Il prezzo dei carburanti dipende da molti fattori, vediamo quali sono le voci che sostanzialmente lo compongono:
- costo del prodotto, compreso il guadagno delle Compagnie Petrolifere
- costo della raffinazione del greggio
- deposito costiero per il prodotto
- trasporto primario e secondario del prodotto
- deposito interno e costo di stoccaggio
- varie spese di imposte e di ufficio
- accise, per chi non lo sapesse sono le tasse imposte dal nostro Paese
- Iva al 21%
- Guadagno del gestore (che non pensiamo sia così elevato: 0,035 centesimi di euro al litro)
Come si può notare il guadagno del gestore, che nel migliore dei casi è di 0,035 centesimi di euro al litro, non incide poi tanto sul prezzo che paghiamo la benzina; questo guadagno, ci tengo a sottolinearlo, è fisso e lordo, e soprattutto non è influenzabile dal prezzo di vendita del carburante.
Vista in questi termini forse la situazione appare più chiara: il gestore non ha nessun interesse ad aumentare il prezzo del carburante poiché se fino a qualche anno fa con 20 euro si riuscivano a mettere 22 litri di benzina, ora con lo stesso prezzo se ne mettono 15,60 litri, ovvero 6 litri in meno per noi clienti, ma anche 6 litri in meno di guadagno per il gestore.
Ma allora a chi conviene l’aumento del prezzo della benzina?
In primis alle Compagnie Petrolifere, che impongono i prezzi finali del carburante, ma anche e soprattutto allo Stato Italiano che con le sue tasse aumenta il prezzo della benzina di ben oltre il 60%.
Guardando però le voci che compongono il prezzo della benzina salta agli occhi un fatto molto anomalo: la benzina è tassata due volte.
Infatti all’accise, che è una tassa applicata sui carburanti dallo Stato, si aggiunge l’Iva, e la cosa assurda che anche l’accise è soggetta ad Iva.
L’accise carburanti
Ma cosa è l’accise? Non è nient’altro che una tassa che lo Stato applica ad alcuni beni, in questo caso i carburanti, quando avviene un evento straordinario per il quale si ha bisogno di fondi immediati, la prima accise che ha gravato sul carburante fu applicata da Benito Mussolini nel 1935, e non è mai stata tolta.
Nel corso della storia del nostro Paese si sono verificati diversi di questi eventi che riportiamo di seguito, specificando per ognuno che accise è stata applicata alla benzina.
- Nel 1935 lire 1,90 per la Guerra in Etiopia
- Nel 1956 lire 14 per la crisi di Suez
- Nel 1963 lire 10 per il disastro del Vajont
- Nel 1966 lire 10 per l’alluvione di Firenze
- Nel 1968 lire 10 per il terremoto del Belice
- Nel 1976 lire 99 per il terremoto in Fiuli
- Nel 1980 lire 75 per il terremoto in Irpinia
- Nel 1983 lire 205 per la missione in Libano
- Nel 1996 lire 22 per la missione in Bosnia
- Nel 2004 lire 39 per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri
Prese una per una queste tasse non sembrano eccessivamente alte, ma va fatto notare che una volta applicate non sono state più tolte, e quindi ogni nuova accise si somma alle precedenti che vengono, poi, assorbite nel prezzo della benzina.
Se si sommano quindi tutte le accise a cui è stato soggetto il prezzo della benzina negli ultimi 75 anni, si ha un totale di 0,25 euro, a cui si somma poi l’Iva al 20%.
Le motivazioni per cui sono state applicate le diverse accise sono encomiabili, ma la cosa davvero assurda è che in qualsiasi Paese Civile, quando cessa la causa che ha portato all’introduzione di una determinata tassa, la tassa stessa viene a cessare, ma, purtroppo per noi, in Italia non è così.(quindi non siamo in un paese civile?)

Quello che lo stato e le varie compagnie petrolifere tendono a farci credere è che l’aumento del prezzo della benzina sia legato all’aumento delle quotazioni del petrolio greggio.
Ma forse non tutti sanno che il costo dei carburanti è gravato da tasse misteriose, le accise, che da oltre 70 anni pesano sul prezzo che paghiamo per un litro di benzina o di gasolio e che, ad oggi, ne costituiscono il 52%.
Prezzo carburanti
Il prezzo dei carburanti dipende da molti fattori, vediamo quali sono le voci che sostanzialmente lo compongono:
- costo del prodotto, compreso il guadagno delle Compagnie Petrolifere
- costo della raffinazione del greggio
- deposito costiero per il prodotto
- trasporto primario e secondario del prodotto
- deposito interno e costo di stoccaggio
- varie spese di imposte e di ufficio
- accise, per chi non lo sapesse sono le tasse imposte dal nostro Paese
- Iva al 21%
- Guadagno del gestore (che non pensiamo sia così elevato: 0,035 centesimi di euro al litro)
Come si può notare il guadagno del gestore, che nel migliore dei casi è di 0,035 centesimi di euro al litro, non incide poi tanto sul prezzo che paghiamo la benzina; questo guadagno, ci tengo a sottolinearlo, è fisso e lordo, e soprattutto non è influenzabile dal prezzo di vendita del carburante.
Vista in questi termini forse la situazione appare più chiara: il gestore non ha nessun interesse ad aumentare il prezzo del carburante poiché se fino a qualche anno fa con 20 euro si riuscivano a mettere 22 litri di benzina, ora con lo stesso prezzo se ne mettono 15,60 litri, ovvero 6 litri in meno per noi clienti, ma anche 6 litri in meno di guadagno per il gestore.
Ma allora a chi conviene l’aumento del prezzo della benzina?
In primis alle Compagnie Petrolifere, che impongono i prezzi finali del carburante, ma anche e soprattutto allo Stato Italiano che con le sue tasse aumenta il prezzo della benzina di ben oltre il 60%.
Guardando però le voci che compongono il prezzo della benzina salta agli occhi un fatto molto anomalo: la benzina è tassata due volte.
Infatti all’accise, che è una tassa applicata sui carburanti dallo Stato, si aggiunge l’Iva, e la cosa assurda che anche l’accise è soggetta ad Iva.
L’accise carburanti
Ma cosa è l’accise? Non è nient’altro che una tassa che lo Stato applica ad alcuni beni, in questo caso i carburanti, quando avviene un evento straordinario per il quale si ha bisogno di fondi immediati, la prima accise che ha gravato sul carburante fu applicata da Benito Mussolini nel 1935, e non è mai stata tolta.
Nel corso della storia del nostro Paese si sono verificati diversi di questi eventi che riportiamo di seguito, specificando per ognuno che accise è stata applicata alla benzina.
- Nel 1935 lire 1,90 per la Guerra in Etiopia
- Nel 1956 lire 14 per la crisi di Suez
- Nel 1963 lire 10 per il disastro del Vajont
- Nel 1966 lire 10 per l’alluvione di Firenze
- Nel 1968 lire 10 per il terremoto del Belice
- Nel 1976 lire 99 per il terremoto in Fiuli
- Nel 1980 lire 75 per il terremoto in Irpinia
- Nel 1983 lire 205 per la missione in Libano
- Nel 1996 lire 22 per la missione in Bosnia
- Nel 2004 lire 39 per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri
Prese una per una queste tasse non sembrano eccessivamente alte, ma va fatto notare che una volta applicate non sono state più tolte, e quindi ogni nuova accise si somma alle precedenti che vengono, poi, assorbite nel prezzo della benzina.
Se si sommano quindi tutte le accise a cui è stato soggetto il prezzo della benzina negli ultimi 75 anni, si ha un totale di 0,25 euro, a cui si somma poi l’Iva al 20%.
Le motivazioni per cui sono state applicate le diverse accise sono encomiabili, ma la cosa davvero assurda è che in qualsiasi Paese Civile, quando cessa la causa che ha portato all’introduzione di una determinata tassa, la tassa stessa viene a cessare, ma, purtroppo per noi, in Italia non è così.(quindi non siamo in un paese civile?)