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Episodio gravissimo

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LA VISITA AL CAMPO ROM DI MATTEO SALVINI

“Tre sono stati identificati e risultano già querelati per fatti simili. Porteremo in tribunale anche tutti i cretini che scrivono su Facebook per inneggiare alla violenza. L’auto danneggiata è di proprietà della Lega. Se fossi venuto in camper, come inizialmente volevo fare, forse adesso sarei morto”…
Alberto Mattioli per “la Stampa”

«Bastardi. Hanno caricato in quaranta contro cinque, a calci, sputi e cinghiate. Sfasciare una macchina e mettere in pericolo la vita della gente non è politica, è violenza. Se questa è Bologna, dobbiamo liberarla».

Salvini, è stato un tentativo di linciaggio?
«Veda lei. Crede che volessero fermare la macchina per un democratico confronto?».

Ha avuto paura?
«Sì. In vent’anni di politica non mi era mai capitato niente del genere».

Gli antagonisti spiegano che hanno solo reagito al suo tentativo di metterli sotto.

«Sì, figuriamoci. Così ci facciamo quattro risate. Del resto, le immagini parlano da sole».

Cercava la provocazione?
«Cretinate. Io oggi volevo soltanto verificare come vengono spesi i soldi dei bolognesi. Il Comune sborsa 130 mila euro per pagare le bollette ai rom mentre i terremotati dell’Emilia non hanno ancora una casa».

Però lei sapeva benissimo che sarebbe stato contestato.
«Il massacro preventivo non mi interessa. Io ho il diritto di fare campagna elettorale e di esprimere le mie idee. E mai mi sognerei di cercare di impedire agli altri di fare lo stesso, come fanno questi».
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Li denuncerà?
«Tutti. Peraltro mi dicono che sono notissimi alle forze dell’ordine. Tre sono stati identificati e risultano già querelati per fatti simili. Porteremo in tribunale anche tutti i cretini che scrivono su Facebook per inneggiare alla violenza».

Poteva andare peggio: il bilancio è di un’auto blu sfasciata.
«Intanto non si tratta di un’auto blu, ma di un’auto di proprietà della Lega, perché le campagne elettorali le paghiamo con i nostri soldi. E poi pensi che inizialmente volevo venire in camper, per fare da lì la campagna elettorale in Emilia. Se fossi stato in camper, forse adesso sarei morto».


Deluso dalle prime reazioni politiche?
«Spero che la condanna di quel che è successo sia unanime. Ma non ne sono sicuro. Già alcuni commenti da sinistra giustificano o quasi questa ingiustificabile violenza».

La polizia non si è vista.
«No comment».

Cambiamo la domanda: crede che le forze dell’ordine non l’abbiano protetta?

«No, non credo. Il problema non sono loro, sono questi poveracci che usano le mani per sostenere le loro povere idee. C’è il Daspo per i tifosi, non capisco perché non debba esserci per questa gentaglia».

La Lega presenterà una mozione di sfiducia per Alfano?
«Alfano è già sfiduciato dal Paese, sia per la disastrosa gestione dell’immigrazione che per quella delle forze dell’ordine. Dovrebbe essere lui a dimettersi».

La sua campagna elettorale in Emilia in vista delle regionali del 23 continuerà?
«Certamente. Noi in campagna portiamo idee, non sassate. Spero che sia civile e che Bonaccini (Stefano, il candidato del Pd, ndr) accetti il confronto. Il suo capo Renzi finora si è sempre rifiutato. A Bonaccini dico: confrontiamoci sui fatti. E i fatti dicono che a Bologna, da sempre amministrata dalla sinistra, c’è un’illegalità diffusa e impunita. Chi sfascia deve finire in galera. E dopo aver pagato i danni».

Tornerà a Bologna?
«Sarò qui già lunedì prossimo».

E al campo nomadi?
«Certo. Oggi mi hanno impedito di entrare, la prossima volta non ci riusciranno».
 
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AGGUATO A BOLOGNA
"Salvini se l'è cercata, è un provocatore":
la sinistra sta coi picchiatori di Bologna
Lega contro Alfano: "Adesso dimettiti"

Lega Nord, Matteo Salvini aggredito nel campo rom. Il Pd: "Se l'è cercata, è un provocatore"

"Salvini se l'è cercata", "ora basta con le provocazioni leghiste". Sono due commenti a caso tra le decine di rappresentanti della sinistra e del governo, tra Pd e Ncd, sull'aggressione subita dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini a Bologna. Un tranquillo sabato di terrore al campo rom dove il leader del Carroccio si era recato in visita "contestata" dall'ultra-sinistra cittadina. E infatti ecco, puntuale, la guerriglia fisica contro Salvini, la cui auto è stata assalita da alcuni esponenti dei centri sociali, tra insulti e sassi lanciati contro il parabrezza, sfondato. Immediata la polemica leghista con il ministro degli Interni Angelino Alfano, che non avrebbe saputo gestire una situazione "a rischio" ben nota a tutte le autorità.

Alfano dimettiti
 
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Belpietro: Salvini ha fatto solo il suo dovere di politico
09 novembre 2014

Quanto successo sabato mattina a Bologna al segretario della Lega Matteo Salvini spinge ad almeno due riflessioni. La prima riguarda il questore e il prefetto: dov’erano i rappresentanti dello Stato ieri a Bologna? Si sapeva da giorni che il segretario della Lega sarebbe giunto in città per recarsi al campo di via Erbosa e da giorni era nota l’opposizione dei soliti contestatori. Che cosa ha indotto i rappresentanti dello Stato a non schierare il reparto mobile là dove si erano dati appuntamento gli esponenti dei centri sociali e dove soggiornava il leader leghista?

Un’altra spinge a tornare al 3 novembre, quando una consigliera comunale della Lega è stata aggredita per il solo fatto di essere entrata nel campo nomadi. Lucia Borgonzoni in consiglio comunale ha spesso fatto interrogazioni per sapere quanto costassero gli accampamenti intorno al capoluogo dell’Emilia Romagna e ha anche messo in luce che chi vive nelle roulotte e nelle baracche spesso non versa nemmeno il minimo contributo dovuto al Comune. Tuttavia questo non autorizza nessuno ad aggredire un consigliere comunale e a cacciarla dal campo. Così come non autorizza nessun antagonista a impedire a Matteo Salvini di visitarlo, arrivando fino al punto di sfondare il lunotto della sua macchina. Non c’è provocazione in tutto questo. C’è soltanto il legittimo diritto di controllo che la politica dovrebbe esercitare.

Tuttavia, se agli esponenti di un partito è impedito fisicamente di visitare un accampamento, viene immediata una domanda. Ma i campi nomadi sono ancora Italia? O lo sono solo quando il contribuente deve pagarne i costi? Inevitabile anche una domanda successiva: Bologna fa ancora parte di questa Repubblica o fa Repubblica a sé? Urge risposta.

di Maurizio Belpietro
 
Alfano se ne infischia dell'aggressione a Salvini

All'indomani dell'aggressione al campo nomadi, esplode il caso politico. La Lega pretende le dimissioni di Alfano. Che fa spallucce e tira dritto: "Le chiedono tutti i giorni". Ncd fa quadrato: "Salvini si faccia un esame di coscienza". Ma al Viminale qualcosa non torna

Andrea Indini - Dom, 09/11/2014 - 19:09

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano non muoverà un dito per far luce sull'aggressione dei centri sociali al leader leghista Matteo Salvini.

Andrà avanti come se niente fosse. Non importa se la visita al campo nomadi bolognese di via Erbosa fosse in agenda da tempo e se la Questura non ha previsto il presidio della polizia.

Per il leader di Ncd, Salvini resta un "provocatore" e, quindi, sotto sotto l'attacco dei no global se l'è pure un po' meritato. Certo, questo non lo dice. Ma lo si legge tranquillamente tra le righe. Non solo il titolare del Viminale fa spallucce alle dimissioni invocate a gran voce dal centrodestra, ma non intende nemmeno approfondire la vicenda per capire se qualcosa è andato storto. "Mi fido della ricostruzione della Questura di Bologna", dice. E per lui la vile aggressione di ieri si chiude così.

Sarebbe potuto andare anche peggio. Salvini si è ritrovato in un campo nomadi, senza protezione, in balia degli antagonisti che hanno assaltato la sua auto. È riuscito a fuggire in tempo. Nessuno si è fatto male.

Per fortuna. Ma è sotto gli occhi di tutti che qualcosa non ha funzionato, che la rete di protezione che le forze dell'ordine solitamente garantiscono ai politici in determinate situazioni non c'è stata, che per un soffio il leader del Carroccio non è finito nelle mani di no global violenti che brandivano sassi e cinghie. Il primo a chiedere spiegazioni ad Alfano è stato il governatore della Lombardia Roberto Maroni che sulla poltrona del Viminale ha seduto abbastanza anni per capire che ieri, al campo nomadi di via Erbosa, le forze dell'ordine hanno toppato. Ma dal ministero dell'Interno rispondono picche. "La Questura di Bologna - replica oggi Alfano - ha offerto una ricostruzione a cui occorre affidarsi e di cui bisogna fidarsi, non ho nulla da aggiungere". Non ci sarà alcuna inchiesta. L'episodio è destinato a cadere nel dimenticatoio come una delle tante pagine grigie della Repubblica.

Per la Lega Nord, però, l'episodio non finisce qui.
 
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Ma perchè queste zecche non si chiedono anche come mai non ci fossero le forze dell’ordine? Anche il prefetto e questore sono formattati?

Domani Salvini sarà a Imola e – a parte venire a salutare me – andrà in quel luogo di ladrocinio chiamato Terremerse, una specie di Bce degli agricoltori che aveva a capo il condannato Giovanni, fratello del condannato Vasco Errani, osannato dai sinistronzi per oltre un ventennio.
Successivamente, squadristi organizzati permettendo, andrà a visitare una struttura dell’Ausl di imola, attivata per 30 SCHIAVI, DETENUTI a causa delle politiche razziste, frutto della devastante ideologia IMMIGRAZIONISTA della sinistra nostrana ed eurocriminale. Qui si trovano trenta ‘poverini‘ originari del Bangladesh (Paese libero ove non ci sono guerre in corso) e i cazzari, fancazzisti, razzisti e comunisti, dovrebbero spiegare per quale motivo – noi che abbiamo una miseria che fa i bambini – dobbiamo ospitarli e mantenerli nell’ozio, senza impegnarli in lavori socialmente utili, o in corsi di educazione civica, o lezioni per a imparare la lingua, le leggi, gli usi, costumi e tradizioni di questa ex Nazione. Gli ospiti in stato di DETENZIONE, con la spesa di 34 euro al giorno, vanno a rimpinguare le casse delle coop rosse che così possono elargire donazioni al partito.
Per essere chiari: I 30 clandestini DETENUTI alla Pascola, struttura dell’Ausl di Imola gestita dalla coop rossa il Solco, arrivano dal Bangladesh, un Paese la cui liberazione risale al 1971 e che oggi non è affatto in guerra, ma è una Repubblica popolare talmente moderna che già nel 1991 ebbe a eleggere una donna Premier. Questi 30 clandestini se fuggono, fuggono da pene che devono eventualmente espiare altrimenti, come molti altri, sono qui solo per approfittare del nostro male diffuso, il coglionismo della sinistra, sostenuti dagli opportunisti che si dichiarano liberali o di destra e che non sono né liberali né di destra.
@Armando Manocchia
 
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Partigiani dell’Anpi al Prefetto: «Vietare la visita di Salvini al campo Rom»
NEWS, POLITICA,venerdì, 7, novembre, 2014

Sabato mattina alle 11, il leader della Lega Matteo Salvini dovrebbe visitare campo rom di via Erbosa. Questo ha scatenato una serie di proteste da parte di esponenti di Sel, Pd e partigiani.
L’Anpi addirittura si appella a prefetto e questore: «Vietate la visita di Salvini al campo Rom». Stessa richiesta da Sel. Ma il leader della Lega insiste: «Ci sarò». Intanto Usb e centri sociali sono pronti alla contestazione.
I partigiani dell’Anpi si rivolgono direttamente al questore Vincenzo Stingone e al prefetto Ennio Maria Sodano, chiedendo di «proibire» a Salvini la visita “provocatoria”.
La sezione dei partigiani della Bolognina, «condanna questa intenzione, contraria alla civile convivenza e, facendo propri gli appelli del sindaco di Bologna Virginio Merola e delle altre istituzioni che si sono espresse, chiede a Questore e Prefetto di Bologna di proibire questa iniziativa».
 
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Renzi vuole il caos e smantella la sicurezza: chiuderanno 267 uffici di polizia
NEWS, POLITICAvenerdì, 7, novembre, 2014

La risposta di Matteo Renzi all’allarme terrorismo islamico e all’aumento della criminalità è sorprendente, esattamente il contrario di ciò che ogni persona di buonsenso si aspetterebbe.
“E’ pronto il delirante piano del governo Renzi per chiudere 267 uffici di Polizia postale, ferroviaria, stradale e difrontiera. A Como rischiamo di restare senza Polizia postale, una scelta demenziale che fara’ felici i delinquenti”. Lo scrive in una nota il deputato comasco della Lega Nord Nicola Molteni.
“Dopo 5 svuotacarceri, la liberazione di migliaia di spacciatori, l’invasione clandestina con Mare Nostrum – prosegue – sarebbe un colpo mortale per la sicurezza dei cittadini. Renzi e Alfano stanno smantellando la sicurezza; la Lega Nord e’ pronta alle barricate per impedire l’ennesimo regalo di questo governo ai criminali”.
 
Milano: Foto di Mussolini su mezzo Amsa, indignazione di SEL “punire l’autista”
NEWS, POLITICA,venerdì, 7, novembre, 2014

Un mezzo per la raccolta dei rifiuti che gira per le strade del popolare quartiere Barona di Milano esponendo sul parabrezza un’immagine di Benito Mussolini in divisa. L’episodio e’ stato denunciato dal consigliere comunale milanese di Sel, Luca Gibillini, che sulla sua pagina Facebook pubblica anche la foto del mezzo che sarebbe stata scattata il 16 ottobre scorso in via Lago di Nemi.
Milano: Vandali imbrattano il portone principale in bronzo del Duomo
Nessuna dichiarazione del compagno Gibellini

Sul caso Gibillini ha presentato un’interrogazione comunale in cui, sottolineando che “l’esposizione dell’immagine di Benito Mussolini e’ contraria a qualsiasi valore della citta’ e dell’Amministrazione e lede l’immagine complessiva del servizio Amsa”, chiede al sindaco Giuliano Pisapia e all’assessore competente “se e’ previsto un minimo codice di comportamento da parte degli autisti Amsa, se Amsa ha autorizzato l’autista in oggetto a tale comportamento, se la nostra Amministrazione e Amsa ritengano dignitoso e tollerabile per il servizio della citta’ e per la societa’ una simile esposizione di immagini, se Amsa prevede provvedimenti disciplinari per comportamenti di questo tipo e quali azioni Amsa intende mettere in campo perche’ avvenimenti di questo tipo si possano evitare in futuro”.
 
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Non ci dicono che siamo in dittatura, ma confermano che non siamo in democrazia
POLITICA,giovedì, 6, novembre, 2014
Evviva! Non ci dicono che siamo in una dittatura, ma confermano che non siamo in uno Stato democratico!

Rossella Orlandi – Agenzia delle Entrate

6 nov – A margine di una tavola rotonda organizzata dall’Associazione Res Magnae promossa con l’intenzione di approfondire e di individuare un modo per arginare la “piaga corruzione” dal titolo: “Emergenza corruzione: analisi e prospettive future” a cui hanno partecipato Raffaele Cantone, Presidente dell’ANAC, Maria Carmela Lanzetta, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Greco Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano e Rossella Prezzemolo Orlandi, Direttore dell’Agenzia delle Entrate (prezzemolo perchè va ovunque, perfino alla Leopolda), alla senatrice Lucrezia Ricchiuti del Gruppo Pd, anch’essa relatrice, che segue con particolare interesse questo fenomeno per essere, oltre che membro della 6ª Commissione permanente (Finanze e Tesoro), membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, tra le altre domande è stata posta questa: restando nel tema della corruzione, non le sembra che sia proprio il mondo politico il primo a dare il cattivo esempio in quanto non sono pochi i condannati che continuano ad esercitare la loro attività parlamentare?
Risposta della senatrice Ricchiuti: “In generale nessuno paga dazio nei reati contro la pubblica amministrazione e, difatti, in Italia per le pene secondo me lievi e, comunque, per effetto della prescrizione nessuno va in galera. Questo è il problema fondamentale, QUINDI QUESTO NON è UNO STATO DEMOCRATICO. Poi passa la percezione che tanto si può fare perché non si paga e quindi alla fine conviene evadere e corrompere”.
@Armando Manocchia
 
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A Bofogna anche il prefetto e il questore sono formattati?
CRONACA,domenica, 9, novembre, 2014

A Bofogna, anche il prefetto e il questore sono formattati?
Ai formattati del pensiero unico in relazione alla tentata visita di Matteo Salvini al campo zingari di via Erbosa, in quella che invece di rappresentare Bologna la dotta e la grassa, rappresenta la Bologna insicura e del degrado, in una sola parola: Bofogna.

Dunque i teppisti e i loro sostenitori non si chiedono perchè dobbiamo avere in città un campo zingari così degradato.
Non si chiedono per quale motivo dobbiamo pagare le utenze, ma si domandano: che cosa ci faceva Salvini lì? Perchè c’è andato?
I cultori della loro libertà poi, invece di chiedersi che cosa ci facevano lì quei teppisti, fancazzisti, squadristi e figli di papà a libro paga di sinistri, partigiani, sindacati, organizzati di tutto punto per creare caos, danneggiamenti, violenza e scontri.

@Armando Manocchia
 
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Salvini dopo l'aggressione dei centri sociali al campo nomadi: «Quella non è Bologna, torneremo»

«Quella non è Bologna, e noi a Bologna torneremo, perché migliaia di bolognesi ci hanno invitati a tornare». Per il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la campagna elettorale «va avanti» anche dopo la brutta giornata di sabato, quando la sua auto, a Bologna per una tappa in un campo nomadi, si è fatta largo tra i contestatori travolgendone alcuni, poi è stata attaccata dai manifestanti, che hanno anche aggredito un giornalista rompendogli un gomito.

La visita ai sinti una provocazione? «La provocazione è che i bolognesi paghino da anni le bollette ai campi nomadi», replica. «Provocatori siete voi», lo difende Il Mattinale, la nota del gruppo Forza Italia alla Camera. Lunedì Salvini è atteso con il candidato Alan Fabbri in provincia di Bologna, non in città.

Intanto, la sede della Lega di Parma è stata imbrattata con insulti a Salvini firmati con stelle a 5 punte, falce e martello e la A cerchiata. «Sbagliano questi imbecilli se pensano di farci paura», commenta Fabio Rainieri, segretario della Lega Emilia.

I sindacati di polizia condannano gli aggressori, il Siulp respingendo le «strumentalizzazioni» di chi «tenta di scaricare sui responsabili dell'ordine pubblico quanto accaduto» e Ugl Polizia confermando la solidarietà al giornalista e a Salvini.

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha difeso ancora l'operato della Questura e ha fatto spallucce alla richiesta di dimissioni da parte della Lega: «Avviene più volte al giorno tutti i giorni, non mi pare una novità politica».
 
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Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, è stato ospite questa mattina : La Telefonata di Maurizio Belpietro. Inevitabilmente al centro dell'intervista l'aggressione che Salvini ha subito al campo rom di Bologna: "Gli italiani pagano le bollette ai campi rom intanto i terremotati emiliani nei containers si pagano luce, acqua e gas". Il leader leghista, che i sondaggi continuano a dare in crescita nei consensi, ha poi spiegato i punti del suo programma: "Un rerfendum contro la legge Fornero e poi uno sull'immigrazione. Solo una minima parte di colore che sbarcano in Italia è legittimata all'asilo politico, gli altri vengono lasciati a se stessi e quindi allo sbando".

Salvini a Belpietro; "Paghiamo le bollette ai rom nei campi" - Libero Quotidiano
 

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