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Eurabia

Zetrix

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Svegliati Occidente!

I vertici del MI6, i servizi segreti britannici, ne sono sempre più convinti: l’uomo che compare nel video della decapitazione del fotoreporter americano sarebbe un inglese chiamato John e conosciuto come il capo di una cellula britannica di jihadisti nota come “The Beatles”. L’orrore nutre a volte un amaro senso dell’ironia; e così la band musicale simbolo della rivoluzione libertaria dell’Occidente è diventato il soprannome di un gruppo integralista islamico che contro quell’Occidente si scaglia.
John è un inglese, esattamente come lo era Michael, il giovane islamico di origini nigeriane che nel maggio di un anno fa uccise un soldato di Sua Maestà alla periferia di Londra, sgozzandolo in pieno giorno in mezzo alla strada e provando, con un coltello da cucina, a staccargli la testa dal corpo ormai senza vita davanti ai passanti terrorizzati. “Per Allah, noi giuriamo l’Onnipotente Allah, non smetteremo mai di combattervi” urlò il giovane inglese ai primi soccorritori che accorsero.
Quel giorno io ero a Londra e vidi la paura attraversare una città che nutriva l’ottimismo sincero e cosmopolita del suo multiculturalismo; un mito che si trasformava in un mostro oscuro e che usciva dalle proprie viscere e si trasformava in incubo.

Per l’Inghilterra la questione non era nuova: gli attentatori suicidi della metropolitana di Londra, che nel 2005 provocarono 50 morti, erano cittadini inglesi islamici di seconda generazione, originari di Leeds; ma quell’attentato sembrava superato.
Michael non era un pazzo, ma un frequentatore del Centro Islamico Lewisham, lo stesso di Khadijah Dare, la giovane inglese che oggi è in Siria a combattere con suo marito, uno svedese di origini turche, e che qualche giorno fa ha espresso su Twitter il desiderio di essere la prima donna a decapitare un occidentale.

Non solo in Gran Bretagna: nel dicembre 2013 in un video di propaganda dell’Isis compariva un ragazzo biondo con gli occhi azzurri che invitava i musulmani tedeschi ad unirsi alla jihad in Siria. Il suo nome era Abu Osama al-Alman, al secolo Philip B., giovane consegna-pizze proveniente da Dislaken, nella Renania settentrionale. Philip ha compiuto il suo martirio all’inizio di questo mese, gettandosi con un camion carico di esplosivo contro una base curda nel nord dell’Iraq presso Mosul. Secondo i servizi dell’intelligence tedeschi sono circa 40 gli islamisti, provenienti dalla Germania, uccisi in Siria e Iraq nell’ultimo anno; ma quasi 400 sono quelli tuttora impegnati in combattimento: turchi, marocchini, libici raccolti in un “campo tedesco” a nord della Siria. Circa l’80% sono immigrati islamici divenuti cittadini tedeschi, e solo il 20% sono tedeschi convertiti.

Quando un anno fa gli islamisti di Al Shaabab fecero 60 morti in un centro commerciale di Nairobi, non molti si soffermarono sul fatto che del commando di 17 terroristi, 11 erano di provenienza occidentale (Usa, Inghilterra, Svezia, Finlandia, Canada).
Perché la natura del nuovo jihadismo che raccoglie combattenti per l’Iraq ma anche per la Siria e per la Libia e che ormai rischia di dilagare sul Mediterraneo (grazie agli errori colpevoli dell’Europa e degli Usa), ha una natura diversa da quella che l’Occidente si ostina a voler vedere per viltà e stupidità. Con buona pace dei politici irresponsabili, degli intellettuali arcobaleno, degli ipocriti dell’umanitarismo ideologico, questo male si sta sviluppando nel cuore dell’Europa; è un nemico che nasce dentro di noi, nelle pieghe di quella libertà di cui noi tutti in Occidente ci facciamo vanto e che rischia ora di diventare il nostro suicidio.

È vero, quello in atto non è uno scontro tra civiltà: è peggio. È lo scontro tra una civiltà (la nostra) e una non civiltà (l’ideologia jihadista); tra ciò che, con molte contraddizioni e qualche stortura, produce libertà, benessere, cultura, diritti umani e ciò che prova a distruggerlo.

Quando qualche anno fa Oriana Fallaci sviluppò il concetto di Eurabia per definire l’orizzonte di fine della nostra civiltà, allora l’Occidente liberal, gli intellettuali ipocriti, i politici vigliacchi e spudoratamente inetti la accusarono di razzismo, ma lei, profetica e incompresa, aveva intuito il male del nostro tempo. Lo scontro in atto non si gioca solo in Iraq, in Afghanistan, in Medio Oriente, nel Maghreb, ma qui a casa nostra. Qui da noi affonda le sue ragioni in un terreno paludoso fatto di stanchezza psicologica, crisi demografica, immigrazione incontrollata, multiculturalismo fallito, perdita d’identità storica e culturale, aggressività di una religione da sempre incline alla sopraffazione e ostile alla modernità. Ci stiamo scontrando con noi stessi, con la follia di un islam che sta crescendo in casa nostra.

L’Occidente si sta decapitando da solo. Se non prenderà coscienza che questa è una guerra che non può essere combattuta con la retorica del multiculturalismo, presto la sua testa rotolerà.
André Glucksmann, uno dei pochi intellettuali liberi che ancora abita la nostra cultura, scrisse che “la civiltà si unisce innanzitutto contro. Contro ciò che la distrugge”. Ci vogliono distruggere. Ricordiamoci di essere una civiltà. Svegliati Occidente!

Svegliati Occidente! che sino adesso hai dormito abbastanza...
 
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Sull'islam aveva ragione quella "pazza" di Oriana Fallaci
L'odio per l'Occidente, il fallimento dell'integrazione: in queste righe sembra di leggere la cronaca di oggi / Aiutaci a sostenere il reportage sui cristiani perseguitati

Oriana Fallaci - Mar, 26/08/2014 - 14:36

Leggete queste righe come fossero un saggio scritto ieri, e avrete una valida analisi dei fatti di attualità degli ultimi giorni. Ma, com'è ovvio, le righe che seguono sono state scritte da Oriana Fallaci non in queste ore, ma all'indomani dell'11 settembre del 2001, dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Parole scritte con rabbia e con l'intensità di cui lei era capace, ma anche con coraggio. Un coraggio che dette fastidio a chi preferiva non intendere le sue ragioni. Abbiamo deciso di ripubblicare un estratto dei suoi scritti sul rapporto tra l'Islam e l'Occidente, che si possono leggere in versione integrale nei libri editi da Rizzoli.

Un atto di giustizia rileggerli oggi che il quadro è ancora più chiaro e molti, che le davano della pazza, sono costretti ad ammettere che invece ci aveva visto giusto.

Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia». Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell'Apocalisse dell'evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l'Orgoglio . Continuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L'Apocalisse . I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l'accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l'accusa di vilipendio all'Islam cioè reato di opinione. Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic «plebaglia-di-destra». E sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole. Guerra-all'Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell'Europa, Sveglia-Italia-Sveglia.

Il nemico è in casa
Continua la fandonia dell'Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affatto un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell'umanitarismo e dell'asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l'Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all'imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l'Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l'esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.

Una strage in Italia?
La strage toccherà davvero anche a noi, la prossima volta toccherà davvero a noi? Oh, sì. Non ne ho il minimo dubbio. Non l'ho mai avuto. E aggiungo: non ci hanno ancora attaccato in quanto avevano bisogno della landing-zone, della testa di ponte, del comodo avamposto che si chiama Italia. Comodo geograficamente perché è il più vicino al Medio Oriente e all'Africa cioè ai Paesi che forniscono il grosso della truppa. Comodo strategicamente perché a quella truppa offriamo buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà. Ma presto si scateneranno. Molti italiani non ci credono ancora. Si comportano come i bambini per cui la parola Morte non ha alcun significato. O come gli scriteriati cui la morte sembra una disgrazia che riguarda gli altri e basta. Nel caso peggiore, una disgrazia che li colpirà per ultimi. Peggio: credono che per scansarla basti fare i furbi cioè leccarle i piedi.

Multiculturalismo, che panzana
L'Eurabia ha costruito la panzana del pacifismo multiculturalista, ha sostituito il termine «migliore» col termine «diverso-differente», s'è messa a blaterare che non esistono civiltà migliori. Non esistono principii e valori migliori, esistono soltanto diversità e differenze di comportamento. Questo ha criminalizzato anzi criminalizza chi esprime giudizi, chi indica meriti e demeriti, chi distingue il Bene dal Male e chiama il Male col proprio nome. Che l'Europa vive nella paura e che il terrorismo islamico ha un obbiettivo molto preciso: distruggere l'Occidente ossia cancellare i nostri principii, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra civiltà. Ma il mio discorso è caduto nel vuoto. Perché? Perché nessuno o quasi nessuno l'ha raccolto. Perché anche per lui i vassalli della Destra stupida e della Sinistra bugiarda, gli intellettuali e i giornali e le tv insomma i tiranni del politically correct , hanno messo in atto la Congiura del Silenzio. Hanno fatto di quel tema un tabù.






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Troppi sbarchi, la polizia cede: "Non riusciamo piu a controllarli"
Le forze dell'ordine confermano che numerosi immigrati non vengono identificati dopo l'approdo in Italia. E così sono liberi di chiedere asilo politico in altri Paesi

Valentina Raffa - Mar, 26/08/2014 - 14:58
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Non lo si dica al ministro dell'Interno bavarese Joachim Herrmann, che solo qualche giorno fa accusava Roma di non prendere dati personali o impronte «perché così gli stranieri possono chiedere asilo in altro Paese».

ma cosa vogliono controllare piu questo paese e finito ringraziate il pesce palla...
 
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Migranti, l'Onu: strage nel Mediterraneo. Nel 2014 i morti sono già 1.900
«Non lasciare sola l'Italia»

Dall'inizio dell'anno, 1.889 persone sono morte nel Mediterraneo mentre cercavano di giungere in Europa in modo irregolare, 1.600 delle quali dall'inizio di giugno. Lo ha stimato oggi l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ribadendo la richiesta di un'azione «europea urgente e concertata».

Solo da venerdì a domenica si è avuta notizia di tre naufragi: circa 250 migranti sono morti a ridosso delle coste libiche, che sono state ricoperte di cadaveri; altre 18 persone sono state trovate morte su un barcone e 24 sono i corpi recuperati dopo l'affondamento di un peschereccio domenica sera, anche se si stima che i dispersi, in quest'ultimo caso, siano «un centinaio».

L'Italia non può essere lasciata sola a far fronte alla crisi dell'immigrazione: «Non dovrebbe esser lasciato a un solo Paese il compito di far fronte al massiccio flusso di migranti», ha detto il portavoce dell'Onu Stephane Dujarric invocando uno «sforzo internazionale». Secondo l'Onu «ci dovrebbe essere uno sforzo internazionale», sia a sostegno dei Paesi che ricevono i migranti, sia perché «tornino le condizioni di pace e prosperità nei loro Paesi di origine».

tutti bla... bla.... bla... oramai e troppo tardi
 
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Ciao Zetrix . . . di Oriana Fallaci ho letto molte opere . . . anche non "leggerissime" . . . e devo dire che mi ha insegnato molto . . . aveva l'onestà intellettuale (non comune)unita a un'intelligenza superiore GRANDE DONNA!
 
Ciao Zetrix . . . di Oriana Fallaci ho letto molte opere . . . anche non "leggerissime" . . . e devo dire che mi ha insegnato molto . . . aveva l'onestà intellettuale (non comune)unita a un'intelligenza superiore GRANDE DONNA!

Ciao Fantino forse siamo solo noi due a condividere la Fallaci, purtroppo abbiamo dei politici incompetenti e prendono uno stipendio per distruggere il paese , hanno cominciato con mare nostrum e nn si sa come finira.
 
Ai profughi non piace la pasta: gomme tagliate ai volontari
26 agosto 2014

Ci risiamo. Ancora profughi che rifiutano cibo italiano. La nostra cucina, agli ospiti del Mare Nostrum, proprio non piace. L’ultima dimostrazione, dopo i casi di Pozzallo e Roma - dove numerosi pasti sono finiti nell’immondizia - l’hanno fornita una quarantina di immigrati che da quattro mesi alloggiano al Centro di solidarietà di La Secca, frazione del comune bellunese di Ponte nelle Alpi.

In segno di protesta contro un menù a loro dire monotono e per nulla incline ai palati africani, gli immigrati hanno occupato una delle strade principali del paese con una panchina di legno messa di traverso, e hanno appoggiato sull’asfalto il pranzo (come riportato dal Gazzettino), pasta al pomodoro, pane e uova: «Noi questa roba non la mangiamo» avevano detto. Accanto ai piatti hanno posato i borsoni con dentro i vestiti e hanno minacciato di abbandonare la struttura. Poi, per essere sicuri che le ragioni del sit-in venissero capite fino in fondo, hanno tagliato i pneumatici delle auto del personale della cooperativa che lavora nel centro. Oltre a pasti migliori, hanno chiesto di essere ospitati in un ambiente più confortevole dove poter praticare qualche hobby per ammazzare le giornate. Già, perché tra i motivi della protesta c’è stata pure la noia: non sanno cosa fare, e a loro disposizione - hanno fatto sapere - non ci sarebbe nemmeno un insegnante di italiano. In realtà le lezioni sono state sospese solo ad agosto: l’insegnante è in ferie.

Per sgomberare la strada è stato necessario l’intervento della polizia, dei carabinieri e dei mediatori culturali. Nonostante il caos, nessuno dei profughi è stato denunciato. In caso contrario la richiesta di asilo con tutta probabilità non sarebbe andata a buon fine. Lo sciopero del cibo italiano si è protratto per due giorni. Poi gli immigrati hanno fatto uno sforzo e hanno mangiato.

Al coro di proteste della Lega - secondo la senatrice Raffaela Bellot «i nostri nonni emigrati non si sarebbero mai comportati in un modo così incivile» - si aggiunge quello del Libero sindacato di Polizia Lisipo. Per il presidente, Antonio De Lieto, «è incredibile che mentre centinaia di migliaia di famiglie italiane fanno la coda per avere un piatto di pasta, degli immigrati disprezzino quello che il nostro Paese gli dona con generosità». Anche don Gigetto De Bortoli, presidente del Ceis di Belluno, si dice amareggiato. «Dispiace che passi il messaggio che nella struttura si viva di stenti» aggiunge.

E intanto ieri dallo Janas Village di Sadali, in Sardegna, dopo le proteste della settimana scorsa, un’altra cinquantina di extracomunitari ha deciso di allontanarsi. I nuovi arrivati, famiglie di siriani, palestinesi, cittadini del Mali, un sudanese e un eritreo, hanno deciso diabbandonare il paese a due ore d’auto da Cagliari.

di Alessandro Gonzato
 
Il governo requisisce le case e i sindaci alzano le barricate
I Comuni si ribellano contro i possibili espropri per ospitare gli immigrati. Altra iniziativa: profughi negli hotel di Venezia per ripagare gli albergatori in crisi

Francesco Cramer - Mer, 27/08/2014 - 08:25

Sarà che i prefetti non sanno più che pesci pigliare per gestire l'emergenza immigrazione ma il diktat di quello di Brescia ha dell'incredibile: «Sono pronto a requisire luoghi pubblici e privati per dare ospitalità agli stranieri».

Ultimatum che ha fatto arricciare il naso a molti sindaci, uno dei quali ha preso carta e penna e rispedito al mittente la minaccia: «La diffido a requisire qualsiasi struttura/immobile comunale e/o privato sul territorio del Comune - scrive Andrea Bianchi, sindaco di Trenzano - senza l'indispensabile preventivo consenso del legittimo proprietario». Nervi a fior di pelle e la situazione, visti i continui sbarchi, non potrà che peggiorare.

L'escalation parte il 19 agosto scorso quando il viceprefetto Salvatore Rosario Pasquariello convoca gli amministratori locali per aggiornare la lista dei posti disponibili in provincia. Sono già stati individuati 347 letti sparsi sul territorio: 12 a Calvagese della Riviera, 50 all'asilo notturno Pampuri di Brescia, 12 alla Caritas di Boario, più di cento sparpagliati in 4 hotel di Brescia e così via. Offerta troppo bassa rispetto all'invasione in atto e la prefettura cerca in tutti i modi di convincere i sindaci che «immigrato è bello». Senza esito. Così, il 20 agosto, parte la circolare, accompagnata da un articolo di un giornale locale in cui si dice che «Il rifugiato non ruba lavoro. Lo crea». È l'opinione del presidente di una onlus che dà ospitalità agli stranieri e che il prefetto fa propria per persuadere i sindaci a spalancare le proprie porte ai nuovi arrivi. Ma la minaccia è questa: «La situazione che si sta delineando... potrebbe costringere già nell'immediato quest'ufficio ad adottare soluzioni che consentano di affrontare l'emergenza... consistenti nell'adozione di provvedimenti di requisizione d'urgenza di idonee strutture... ex art. 2 del T.U.L.P.S.».

In pratica requisire alberghi e/o appartamenti di privati sfitti per metterci i profughi. Il più lesto a ribellarsi all'ipotesi è il sindaco di Trenzano che ha già risposto «picche» via lettera: «Sia permesso rammentare alla S.V. che, secondo quanto disposto nella Costituzione... la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge e può essere, solo nei casi previsti dalla legge e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale. Nella fattispecie non si ravvede quale interesse generale italiano... possa giustificare requisizioni di strutture pubbliche e/o private a italiani». E ancora: «Ci sono italiani, imprenditori, artigiani ed operai, sull'orlo della disperazione, alcuni dei quali suicidi, a causa della gestione folle di questo Stato...».

Se il prefetto di Brescia minaccia espropri, quello di Venezia va in ginocchio da Federalberghi per avere la lista di «strutture di modeste dimensioni e di categoria medio-bassa» dove poter piazzare un po' di stranieri. In fondo, è il ragionamento del prefetto, con 35 euro al giorno per ogni immigrato, gli albergatori potrebbero rifarsi di una stagione opaca visto il clima. Nel nordest, è vero, ha piovuto moltissimo; ma sul fronte delle polemiche è addirittura prevista grandine. Il senatore della Lega, Raffaele Volpi, invoca il «fronte comune»: «Tutti i sindaci si ribellino a questa politica sciagurata». Mentre il deputato bresciano Davide Caparini tira in ballo Alfano: «Ennesimo caso in cui il prefetto da inutile diventa dannoso. E non potrebbe essere differentemente dato che è la longa manus del ministro che un giorno promette di sospendere la raccolta dei clandestini sulle coste del Mediterraneo e il giorno dopo fa un decreto per finanziare con altri 130 milioni di euro Mare Nostrum».
 
Fallaci e il destino dell'Europa: "Aprire agli immigrati? Un suicidio"
Crisi in Nord Africa, parla Bat Ye'or, amica della scrittrice ed inventrice del nome 'Eurabia'

26 febbraio 2011

Se oggi parliamo di Eurabia e conosciamo i pericoli legati a questa parola è grazie alle profezie della Fallaci. Ma anche grazie al lavoro di Bat Ye’or la «grande esperta dell’Islam» (così la definiva Oriana in La Forza della Ragione) che lo ha diffuso con il libro intitolato appunto Eurabia (pubblicato in Italia da Lindau, come gli altri suoi lavori). Ebrea di origini egiziane, Bat Ye’or vive in Svizzera, da dove oggi osserva con apprensione l’incendio mediorientale. Masse di immigrati si preparano a raggiungere l’Europa. Si avverano le profezie della Fallaci?

«Sì, naturalmente. È un periodo molto difficile e pericoloso per noi europei. Come ha detto il ministro italiano Maroni, molti immigrati hanno già cominciato ad arrivare a Lampedusa. Immagino che ci sarà un’immigrazione di massa, se questo domino delle rivoluzioni continua».
Che cosa dobbiamo aspettarci dalle rivoluzioni?

«Da una parte si spera che possa nascere qualcosa di diverso dai regimi dittatoriali visti finora e che questi popoli possano uscire dalla miseria, dalla corruzione e dall’ignoranza. Però mi sembra che non ci siano dei leader in grado di unificare le speranze di queste folle, che sono enormi. Vedo tante persone che gridano per strada, ma mi sembra che non ci sia alcun pensiero politico. I manifestanti gridano di volere la libertà e la democrazia, ma che significano per loro queste parole? Per ottenere la democrazia si deve avere un pensiero, fare un’analisi politica, si deve comprendere a fondo che cosa comporta la democrazia».
Le sembra che i manifestanti non lo comprendano?

«Mi sembra che queste persone abbiano avuto l’ordine di gridare: “Vogliamo la libertà e la democrazia”, come se potessero scendere dal cielo. Ma non è così che si ottengono. Il fatto è che non ci sono leader con cui parlare. Le uniche organizzazioni ben strutturate nell’area sono i Fratelli musulmani e Al Qaeda. E poi c’è da considerare che la popolazione libica è molto frammentata: è divisa in tribù, non è una nazione omogenea. Sono già divisi».
Pensa che le rivolte siano orchestrate dagli estremisti islamici?

«Non posso dirlo con certezza, ora. Sono sicura che queste rivoluzioni che arrivano l’una dopo l’altra con le stesse parole sono organizzate da qualcuno, ma non so chi. Possono essere i Fratelli musulmani, ma anche l’Iran».
Come ha detto, le uniche organizzazioni strutturate in quelle zone sono fondamentaliste.

«Se sono i Fratelli musulmani ad aver organizzato tutto, stanno giocando molto bene. Si nascondono dietro le folle perché non vogliono spaventare l’Occidente. Fingono di non avere nulla a che fare con questa rivoluzione, dicono che sono pacifici. Ma non lo sono affatto. Mi sembra che tutto ciò sia molto triste. Questi popoli chiedono soldi, pane, lavoro. Che cosa otterranno di tutto questo secondo lei?».
Dunque non ci sono basi per la democrazia.

«Guardi che cosa è successo con l’Iraq di Saddam. Una volta caduto lui, creare una democrazia era possibile. Ma non è stata creata, perché non ci sono i fondamenti. Intanto perché la democrazia, secondo me, non è compatibile con la Sharia. Il principale fondamento della democrazia è l’eguaglianza fra le persone. Ma con la Sharia, per esempio, non c’è eguaglianza fra uomo e donna, fra musulmani e non musulmani. Mi chiedo ancora: che cosa significa democrazia per questi manifestanti, che sono musulmani? Sono sicura che non vogliono abbandonare la legge islamica».

Che deve fare l’Europa per fronteggiare l’immigrazione di massa all’orizzonte?
«Gli europei non devono accettare ulteriore immigrazione. È una questione di sopravvivenza. Gli europei non sono responsabili di quello che succede nei Paesi musulmani. Ci sono 56 Stati musulmani o a maggioranza musulmana. I musulmani dei Paesi in rivolta devono emigrare lì. L’Europa non è una terra di immigrazione, nessuno ci forza a intraprendere una politica suicida perché questi Paesi fanno la rivoluzione. L’Europa può aiutare, certo, ma non accogliere tutti, tanto più ora che siamo in un momento di recessione economica. Abbiamo molti e gravi problemi. Queste rivoluzioni sono un problema del mondo musulmano. I Paesi islamici devono responsabilizzarsi, smettere di chiedere soldi all’Europa per poi, allo stesso tempo, detestarla. Una volta tanto, l’Ue dovrebbe avere una posizione molto ferma e prendere in considerazione gli interessi di propri cittadini prima di pensare ad aiutare altri popoli a detrimento degli europei».
Che cosa ricorda della Fallaci?

«Non l’ho mai incontrata di persona, ci sentivamo sempre al telefono. Mi chiamava lei, le mandavo dei documenti. Oriana mi telefonava spesso. Vedeva la sua agonia dovuta al cancro come l’agonia dell’Europa. Amava tantissimo l’Italia, la sua arte, la sua cultura. Aveva ragione a temere per il suo Paese. Per amore dell’Italia ha lottato fino alla fine. Me la ricordo come una donna coraggiosa».

di Francesco Borgonovo

leggete questo articolo e poi tirate le conclusioni, questo articolo lo dovrebbe leggere il pesce palla
il promotore di mare mostrum.
 
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L'ALLARME DEI SERVIZI SEGRETI .....Migliaia di jihadisti alle nostre porte
"Possono agire in ogni momento,
è un incubo che durerà 10 anni"

hanno scoperto l'acqua calda ..prima nn se ne sono accorti perche l' acqua era fredda...
 
Oriana Fallaci: profetizzava “Eurabia”. Quanto si sbagliava?

Ciò che pochi sanno e che invece tutti dovrebbero sapere, riguarda il proprio futuro, il futuro dei propri figli e quindi il futuro di questo Paese e di questo Continente che il Politically Correct chiama ancora Europa, è che di fatto è diventa Eurabia.
Non viene dato più spazio all’immaginazione, al detto non detto, ora si scrive e si parla apertamente, senza arrossire di vergonga sull volontà di unire le due sponde del Mediterraneo, creare un continente eurabico e una razza meticciata.
Il problema è che davanti a noi non abbiamo il Canada, l’Australia o la Norvegia, abbiamo l’Africa, il Magreb, i Paesi arabi, e il problema non è la razza o il colore della pelle. il PROBLEMA è che questa gente è INCOMPATIBILE con la cultura occidentale dove il modo di vivere è una cosa e la religione è un altra. Mentre la loro “cultura-non-cultura” è teocratica, “religiosa”, vivono solo per la “religione” La “religione” è il loro modo di vivere. E per la “religione” sono pronti a morire.
Dagli anni ’70 viene perseguito un progetto che si sta concretizzando: “Eurabia”.
Un progetto convenuto tra i Paesi europei e quelli della Lega Araba, al fine di unire le due sponde del Mediterraneo, creare un continete eurabico e una razza meticciata. Ci siamo arrivati, e ci siamo arrivati attraverso il cavallo di Troja dell’immigrazione e della nostra “democrazia politicamente corretta”
 
Crimini contro gli italiani espropriati di democrazia e sovranità

Continua la strategia di rapina nei confronti dei cittadini italiani, espropriati di tutte le loro prerogative democratiche e di sovranità. Non rimane che la fuga all’estero o . . . . . . sbarcare a lampedusa fingendosi un profugo, la casa è assicurata! ma non solo.

di Andrea Cometti
L’incubo che molti italiani stanno vivendo sembra non avere mai fine, e il risveglio per i molti “assopiti di questi anni” sarà tremendo e progressivo, soprattutto per coloro che in buona fede si sono lasciati abbindolare da una casta politica di sciagurati e rapaci governanti, rei di un crimine tanto vile, quanto programmato: la cancellazione di una nazione sovrana e con essa l’annichilimento e la svendita dei suoi “ignari cittadini”.

Il sintomo più evidente di questo crimine è la gestione dell’emergenza immigrazione denominata “Mare nostrum” che già nel nome era meglio chiamarla “Mare vostrum”, per non turbare gli Antichi Romani e i Veneti marinari della Repubblica Serenissima che si rivolterebbero, or ora nella tomba e non per il numero, che comunque grida 100 mila profughi solo quest’anno, ma nella disparità di trattamento che si è venuto a creare tra un cittadino italiano e un profugo. Violando nei fatti e capovolgendo nel significato il sacro “Patto” che unisce un popolo, per assicurare gli elementari bisogni ai suoi cittadini: accordo tacito che sta alla base di ogni Nazione e che dovrebbe tutelarli non solo economicamente, nel lavoro e nella proprietà privata, ma nella sicurezza fisica e nel garantirgli la semplice “libertà”.
 
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Ci siamo? Case requisite per i profughi. Il governo prepara il blitz

Il problema non era se ci saremmo arrivati, ma quando. E forse ora ci siamo davvero: dopo aver riempito strutture, centri di accoglienza, chiese, stadi palestre e hotel, il governo non sa piu’ dove sistemare le migliaia di clandestini prelevati da quella che un tempo era la nostra gloriosa Marina Militare.

28 agosto – Rumor choc/ Il governo, in particolare il ministero dell’Interno, sarebbe pronto a varare un decreto che dà alle prefetture la facoltà di requisire le seconde e terze case sfitte per ospitare i migranti che sbarcano in Italia. Un piano ‘top secret’ che non è stato smentito e che scatenerebbe moltissime polemiche

Di Alberto Maggi
Per il momento è soltanto un rumor. Che non trova conferme ma nemmeno smentite. Un rumor che fa accapponare la pelle a tanti italiani. Il governo, e in particolare il ministero dell’Interno, sarebbe pronto a varare un decreto urgente che prevede la possibilità da parte delle prefetture di requisire le seconde e terze case sfitte per ospitare i migranti che ogni giorno sbarcano in Italia dalle coste del Nord Africa.

Ovviamente nessuno vuole parlare di un tema così delicato, ma l’ipotesi circola insistentemente in ambienti politici. Il Viminale avrebbe preso in considerazione questa possibilitá clamorosa non sapendo più dove ospitare i migranti. E’ evidente che una mossa del genere scatenerebbe moltissime polemiche ed ecco perché il piano sarebbe rigorosamente ‘top secret’. Sarà davvero così? Lo scopriremo presto. Ma in ogni rumor, di solito, c’è un elemento di verità…
 
“Vogliamo gli 80 euro”, operatori pestati da presunti profughi nigeriani

Vicenza – Emergenza profughi, volevano subito gli 80 euro: scoppia una rissa

22 agosto – Volevano subito gli 80 euro mensili che spettano loro, perchè così deciso dal governo. Al rifiuto da parte degli operatori della comunità “Via Firenze 21″, sono passati alle maniere forti, fino a picchiare il personale della struttura in via Sala, a Vicenza. Protagonisti dell’episodio, due profughi nigeriani di 19 e 32 anni. All’arrivo delle forze dell’ordine, le vittime non hanno sporto denuncia, ma l’episodio ha comunque destato un certo scalpore.
“La violenta aggressione commessa da due clandestini nigeriani nei confronti di alcuni operatori di una comunità di Vicenza, è un fatto inquietante e gravissimo, che conferma tutta la pericolosità di questi presunti profughi che devono al più presto sloggiare dalle nostre città. Non esistono scuse o alibi: questi personaggi vanno mandati via subito! E male hanno fatto i volontari aggrediti a non sporgere querela”, ha dichiarato l’europarlamentare vicentina Mara Bizzotto, vice segretaria veneta della Lega Nord,.
“Basta con questi violenti, basta con questi soprusi, basta con queste angherie e con lo sperpero di denaro pubblico: questa gente non solo non va accolta nel nostro Paese ma, anzi, va rispedita a casa loro in fretta e furia, anche con le brutte maniere se necessario – continua Bizzotto – Non è tollerabile che questi extracomunitari, che già ricevono vitto e alloggio gratuito, pretendano i nostri soldi e si comportino in maniera violenta. A questi personaggi va fatto capire con estrema urgenza che non siamo disposti a subire la loro arroganza e violenza, e che i nostri paesi e i nostri cittadini sono stanchi di assistere ai loro vergognosi comportamenti: la nostra pazienza è finita, ed è bene che questi elementi se lo mettano bene in testa”.
 
Genova: 63enne preso a calci e pugni da rapinatori nordafricani
CRONACA, NEWS
giovedì, 28, agosto, 2014

Genova: 63enne preso a calci e pugni da rapinatori nordafricani

A Genova un uomo di 63 anni ha denunciato ai carabinieri di essere stato aggredito da tre malviventi martedi’ sera in piazza Lerda, nel quartiere di Voltri. I tre uomini, presumibilmente di origine nordafricana, dopo averlo raggiunto e colpito alle spalle con calci e pugni, facendolo cadere a terra, avrebbero tentato invano di strappargli il borsello che stringeva con forza tra le mani.
Nell’aggressione il 63enne ha riportato alcune lievi lesioni. Indagini sono in corso per risalire all’identita’ dei tre malviventi, che si erano subito dileguati facendo perdere le proprie tracce
 
768 clandestini stanno per sbarcare nei porti italiani
CRONACA, NEWS
giovedì, 28, agosto, 2014

28 agosto – Sono in arrivo nei porti italiani 768 immigrati, soccorsi in diverse operazioni avvenute ieri nello Stretto di Sicilia. A Taranto e Palermo arriveranno due navi della marina militare con a bordo in totale 546 migranti soccorsi ieri nello Stretto di Sicilia nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum.
Il pattugliatore Sirio ha soccorso 221 migranti, 49 donne e 73 minori, che sbarcherà domani mattina a Palermo.
La corvetta Fenice ha invece imbarcato i 325 migranti soccorsi dalla Motonave “HS Medea”, 70 donne e 122 minori. Saranno sbarcati domani mattina a Taranto.
La motonave greca “Proteas” infine ha recuperato 222 migranti, 28 donne e 10 minori, che saranno sbarcati domani ad Augusta.
 
L’imam che predica in Italia afferma: “anche il Vaticano sarà musulmano”
CRONACA, NEWS
giovedì, 28, agosto, 2014

28 agosto – “Noi musulmani crediamo che un giorno il mondo intero sarà uno Stato islamico. Il nostro obiettivo è fare in modo che anche il Vaticano sarà musulmano. Forse io non riuscirò a vederlo, ma quel momento arriverà”. Lo afferma Bilal Bosnic, ritenuto un cacciatore di teste dell’Isis dalle polizie internazionali, in un’intervista a Repubblica.
“Tra i nostri soldati ci sono alcuni con la cittadinanza italiana. Non mi sorprende. È un dovere di ogni musulmano essere coinvolto nella jihad”.
“In Italia ho visitato i centri islamici, ho predicato. Ci sono stato in più occasioni, fino a qualche mese fa. A Bergamo, a Cremona, ma anche a Roma. Per noi siete un Paese molto importante”, dice Bosnic precisando di non aver “commesso alcun reato”.
Dall’Italia, aggiunge, “so per certo che arrivano finanziamenti, ma non so da chi”.
 
Bicchierate d’alcol ai poliziotti, nigeriano scappa con l’eroina negli slip
CRONACA, NEWS
mercoledì, 27, agosto, 2014
27 agosto ,Perugia – Tecnicamente «grossi bicchieri con alcol» del quale aveva evidente abusato in precedenza: questa, la tecnica di difesa scelta da uno spacciatore alla stazione per scappare ai controlli della polizia.
Agenti della squadra mobile, diretti da Marco Chiacchiera e coordinati nelle operazioni da Piero Corona, stanno salendo in centro per dei controlli mirati al fenomeno della clandestinità quando, in via Sicilia, vedono un assembramento di stranieri fuori da uno dei market etnici della zona e decidono per un controllo.
Affiancati dai colleghi del reparto prevenzione crimine, i poliziotti si avvicinano scatenando l’improvvisa reazione degli stranieri: tutti in fuga per strade, portici e sottopassi nel tentativo di sfuggire ai controlli. Uno di questi, nigeriano, opta per il lancio del bicchiere contro i poliziotti che lo stanno per abbrancare. Il motivo è presto detto: negli slip nasconde diverse dosi di eroina e cocaina.
Intanto, un altro degli stranieri in fuga è stato preso dai poliziotti: anche in questo caso si tratta di un nigeriano con addosso dodici grammi di marijuana per lo spaccio. Arrestato il primo, denunciato il secondo, il primo pusher è assolutamente clandestino in quanto ha un ordine di espulsione di un anno fa mai ottemperato. L’altro, invece, è sbarcato qualche mese fa a Lampedusa ed è in possesso di un permesso per motivi umanitari.
 
Accoltella due automobilisti al semaforo, arrestato marocchino
CRONACA, NEWS
mercoledì, 27, agosto, 2014
27 agosto – Un 29enne marocchino, censurato e senza fissa dimora, è stato arrestato a Matera dai carabinieri della locale Compagnia per aver aggredito a colpi di coltello due automobilisti. L’episodio è avvenuto ieri, per motivi di viabilità, al semaforo in via Dante, angolo via Olivetti.
Secondo la ricostruzione, il marocchino con un coltello da cucina ha aggredito i due cittadini del posto che sono rimasti feriti, fortunatamente in modo non grave, con prognosi di dieci e sette giorni.
 

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