mihael
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SANTA MATILDE DI GERMANIA regina
Santa Matilde, discendente del duca Viduchindo, che aveva guidato i sassoni nella loro lunga battaglia contro Carlo Magno, nacque verso l’895 presso Engern in Sassonia da Teodorico, un conte della Westfalia, e da Rainilde, originaria della real casa danese. I genitori erano cristiani e affidarono la fanciulla all’abadessa di Erfurt, affinché la educasse all’amore di Dio e al perseguimento delle virtù cristiane. Matilde rispettosamente obbedì ai genitori e alle cure dell’educatrice. Tornò in famiglia solo quando capì che quella era la volontà di Dio. Andò in sposa al principe Arrigo, figlio di Enrico duca di Sassonia, che dopo la morte di Corrado, re di Germania, divenne imperatore. Attraevano di lei, a chi le era vicino, la modestia, l’umiltà, l’innocenza e le virtù dell’anima più che la sua regalità. Matilde, benché sovrana, spesso faceva visita agli ammalati e ai poveri. Non potendo impegnarsi nelle pratiche di pietà come avrebbe desiderato, nel cuore della notte, mentre nella reggia scendeva il silenzio, si recava in chiesa e trascorreva del tempo in unione con Dio nella preghiera e nella contemplazione. Il marito Arrigo, cattolico anche lui, venne a mancare improvvisamente. Grande fu il dolore di Matilde, rimasta con tre figli: Ottone, Enrico e Brunone. Ottone era stato designato dal padre come suo successore, ma siccome l’impero di Germania era elettivo, Enrico insorse contro il potere del fratello. In effetti, Matilde appoggiò Enrico, così i due figli finirono per farsi la guerra. Ma, accadde che i due si alleassero contro la madre: le tolsero ogni potere, tutte le sue ricchezze e la costrinsero a ritirarsi in un monastero. Dispiaceri, umiliazioni e sofferenze le furono compagne dopo questi avvenimenti, che sopportò con spirito di penitenza. La virtù della regina madre diede i suoi frutti: i suoi figli si riconciliarono tra di loro e con lei; Ottone la richiamò a partecipare agli affari di stato; Enrico continuò a essere per lei fonte di dispiacere. Alla fine della sua vita si ritirò in uno dei monasteri da lei fondati, vivendo nella preghiera e nell’attività delle opere di carità. Si ammalò gravemente e, dopo aver vissuto una vita in santità, spirò. Era il 14 marzo 968.
Santa Matilde, discendente del duca Viduchindo, che aveva guidato i sassoni nella loro lunga battaglia contro Carlo Magno, nacque verso l’895 presso Engern in Sassonia da Teodorico, un conte della Westfalia, e da Rainilde, originaria della real casa danese. I genitori erano cristiani e affidarono la fanciulla all’abadessa di Erfurt, affinché la educasse all’amore di Dio e al perseguimento delle virtù cristiane. Matilde rispettosamente obbedì ai genitori e alle cure dell’educatrice. Tornò in famiglia solo quando capì che quella era la volontà di Dio. Andò in sposa al principe Arrigo, figlio di Enrico duca di Sassonia, che dopo la morte di Corrado, re di Germania, divenne imperatore. Attraevano di lei, a chi le era vicino, la modestia, l’umiltà, l’innocenza e le virtù dell’anima più che la sua regalità. Matilde, benché sovrana, spesso faceva visita agli ammalati e ai poveri. Non potendo impegnarsi nelle pratiche di pietà come avrebbe desiderato, nel cuore della notte, mentre nella reggia scendeva il silenzio, si recava in chiesa e trascorreva del tempo in unione con Dio nella preghiera e nella contemplazione. Il marito Arrigo, cattolico anche lui, venne a mancare improvvisamente. Grande fu il dolore di Matilde, rimasta con tre figli: Ottone, Enrico e Brunone. Ottone era stato designato dal padre come suo successore, ma siccome l’impero di Germania era elettivo, Enrico insorse contro il potere del fratello. In effetti, Matilde appoggiò Enrico, così i due figli finirono per farsi la guerra. Ma, accadde che i due si alleassero contro la madre: le tolsero ogni potere, tutte le sue ricchezze e la costrinsero a ritirarsi in un monastero. Dispiaceri, umiliazioni e sofferenze le furono compagne dopo questi avvenimenti, che sopportò con spirito di penitenza. La virtù della regina madre diede i suoi frutti: i suoi figli si riconciliarono tra di loro e con lei; Ottone la richiamò a partecipare agli affari di stato; Enrico continuò a essere per lei fonte di dispiacere. Alla fine della sua vita si ritirò in uno dei monasteri da lei fondati, vivendo nella preghiera e nell’attività delle opere di carità. Si ammalò gravemente e, dopo aver vissuto una vita in santità, spirò. Era il 14 marzo 968.