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ROBERTO BURIONI : ECCO PERCHÉ SI PUÒ PRENDERE L’INFLUENZA ANCHE SE SI È VACCINATI Il noto immunologo spiega che i vaccini si preparano a febbraio ma pengono poi distribuiti a novembre, nel frattempo il visur può mutare
Roberto Burioni (Ansa)
TiscaliNews
I vaccini sono ormai diventati temi da campagna elettorale e anche l’immunologo Roberto Burioni, fra conferme e smentite, viene dato per candidato. Si continua a parlare di punture e profilassi, ma a parte quelli obbligatori dedicati a bambini e ragazzi, ci sono anche i vaccini anti-influenzali ad originare polemiche. Sono efficaci o no? Quando si devono fare, da quali virus ci proteggono? Il quotidiano Libero lo ha chiesto proprio a Burioni, ordinario di microbiologia all’università Vita-San Raffaele di Milano, responsabile del laboratorio di ricerca immunologica e sostenitore, da sempre, dell’obbligatorietà dei 10 prescritti per l’iscrizione a scuola.
I mutamenti del virus
Se si parla di inefficacia del vaccino anti-influenzale, Burioni non è poi così stupito delle presunto fallimento ma vuole fare delle precisazioni: “Teniamo presente che questi vaccini vengono preparati in febbraio per poi essere usati da ottobre in poi. L’influenza non è il morbillo e ci vorrebbe la sfera di cristallo per prevedere eventuali mutamenti del virus. Ma ci stiamo lavorando. L’ideale sarebbe arrivare a un vaccino universale per ogni tipo di influenza ma non ci siamo ancora riusciti”.
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Più persone immunizzate
Quest’anno però l’influenza sta mettendo a letto tantissime persone e i vaccini sembrano non fare effetto nonostante il numero di chi si è immunizzato sia aumentato. Per Burioni però questo “è vero solo in parte. Ci sono stati anni in cui i vaccini contro l’influenza hanno dato un’incidenza positiva del 25%, esiti insufficienti. Ma altri anni non è stato così e i risultati sono stati positivi e soddisfacenti”. Dati parziali
Burioni non vuole parlare di insuccesso per il 2017: “Allo stato dei fatti nessuno può fornire dati statistici attendibili. È ancora troppo presto e il picco influenzale ancora non c’è stato. D’altra parte i primi dati sul ceppo di tipo A sono positivi. Per il tipo B, il più diffuso, aspettiamo prima di giudicare. In ogni caso, anche se i dati non saranno confortanti non si può dire che il vaccino non sia servito, tutt’altro. In molti si sono vaccinati e l’influenza non l’hanno presa e non la prenderanno grazie al vaccino”. Ma ha senso vaccinarsi ora?
“Adesso è tardi ma non è giusto dire che non serva. La protezione si ha circa 15-20 giorni dopo la vaccinazione e il rischio di essere contagiati prima che la protezione si metta in atto c’è. Però qualche beneficio si può avere, quindi è tardi ma non è inutile farlo”. Anche perché “l’influenza continua a diffondersi fino a marzo, quindi siamo nel periodo di maggiore intensità e frequenza”. In genere in Italia il virus arriva a metà gennaio “ma quest’anno è arrivata prima, può succedere”.
visto a cosa servono i vaccini li fate ricchi con il terrorismo della paura il nostro corpo si cura da solo la chimica lo ammazza. ma tanto non lo capite.AMEN