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legittima difesa..

Zetrix

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“Il benzinaio ha sparato per legittima difesa, va encomiato e non indagato”

“E’ inaccettabile che il benzinaio vicentino che ha sparato contro il commando armato di malviventi venga indagato con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Ora e in futuro, la Lega Nord sarà al suo fianco per sostenerlo in tutte le sedi in cui sarà chiamato a rispondere del suo gesto. Torniamo a ribadire che il benzinaio Graziano Stacchio ha fatto bene a sparare per difendere la propria vita e quella delle persone vittime della tentata rapina a mano armata”.
Lo dichiara l’europarlamentare vicentina Mara Bizzotto, vicesegretario veneto della Lega Nord, sulla rapina finita nel sangue di Ponte di Nanto (VI).
“E’ ora di finirla con questa Italia da Far West dove i veri criminali (basta guardare il curriculum di reati del bandito morto per farsi un’idea) spesso e volentieri la fanno franca, mentre a rischiare di andare in galera è la gente onesta che tenta di difendersi come può – continua l’on. Bizzotto – Stacchio ha agito per legittima difesa, lo Stato non dovrebbe indagarlo ma fargli un encomio”.
“Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà anche a Roberto Zancan, il titolare dell’omonima gioielleria che ha deciso di chiudere per sempre il suo negozio dopo questa ennesima rapina subita – conclude l’europarlamentare Mara Bizzotto – Il suo comprensibile sconforto è quello di tanti commercianti e di tanti cittadini che non ne possono più di subire le scorribande di delinquenti, spesso impuniti, senza che lo Stato faccia niente di concreto per difendere chi vive e lavora onestamente”.
 
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scusa mister56 questa e una sezione off-topic discussioni libere ..dove dovrei scrivere su facebook..?
anche se facebook e molto meglio di questo forum..
 
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Benzinaio spara ai banditi per salvare una commessa: indagato per eccesso di difesa

Graziano Stacchio si difende: "Ho mirato alle gambe, non volevo uccidere. Volevo solo difendere una ragazza che ha l'età di mia figlia". Il paese si schiera in suo favore

È formalmente indagato per eccesso di difesa Graziano Stacchio, il benzinaio veneto di Ponte di Nano, nel Vicentino, che martedì sera ha esploso alcuni colpi di fucile contro dei banditi che tentavano di rapinare una gioielleria vicino al suo chiosco.

Uno dei banditi, il nomade 41enne Albano Cassol, è rimasto ucciso nello scontro a fuoco, ma ancora non è chiaro se per i colpi partiti dall'arma di Stacchio o dalle armi dei suoi complici. I banditi avrebbero infatti esploso sette o otto colpi, forse con semplici pistole, forse addirittura con dei kalashnikov. Cassol, che al suo attivo aveva già un lungo passato di furti, rapine e sparatorie, è stato trovato senza vita a bordo di una Renault Laguna dove sono stati trovati bossoli, un piccone e una mazza. I quattro complici sono riusciti a fuggire e per il momento sembrano spariti nel nulla.

Nel frattempo però il paese della rapina, Ponte di Nanto, si sta mobilitando in favore di Stacchio, assurto a simbolo della lotta contro l'escalation criminale che sta sconvolgendo il Veneto in queste settimane. Il copione è sempre lo stesso: bande di quattro o cinque uomini, spesso nomadi o giostrai, che commettono rapine armati fino ai denti, di solito muovendosi a bordo di auto di grossa cilindrata, quasi sempre rubate.

A favore di Stacchio si è schierato anche Joe Formaggio, il sindaco Albettone, uno dei paesi vicino a Ponte di Nanto, che si è fatto riprendere mentre stampa delle magliette in difesa del benzinaio, con tanto di slogan "Io sto con Stacchio", e ha avviato una raccolta firme di solidarietà. Formaggio, che da tempo va dicendo di "dormire col fucile sotto al cuscino", vuole raccogliere fondi a favore del benzinaio.

Stacchio, dal canto suo, fornisce così la propria versione dei fatti: "Quando uno di loro è venuto verso di me con il mitra in mano ho mirato alle gambe per difendermi. Non volevo certo uccidere" ha detto ieri il benzinaio, ricordando quei frangenti. "Non sono un eroe, nè un giustiziere - ha aggiunto - Ho agito d'istinto, pensando alla povera commessa sola nella gioielleria, che poteva essere mia figlia". Il procuratore di Vicenza, Antonio Cappelleri, ha però spiegato che il benzinaio è stato indagato "come atto dovuto".

Oggi, scrive Il Gazzettino, Stacchio è tornato al lavoro, mentre la gioielleria presa di mira ha chiuso i battenti. Il titolare spiega come "con questa violenza criminale non si puo andare avanti".

 
TRANQUILLO QUESTO STATO PASSERA' ALLA STORIA...SE STORIA VI SARA' ....COME QUELLO STATO CHE PER POTERE,LUCRO HA DISTRUTTO UN'INTERA NAZIONE MOLTO MEGLIO DEI NAZISTI.MA PULTROPPO OGGI LA STORIA SIAMO NOI.CHE MORIAMO COME MOSCHE DEBILITATI STRESSATI ,ANGOSCIATO SENZA FUTURO NOSTRO E DEI NOSTRI FIGLI.CHE DIO ABBIA PIETA'' DI LORO PERCHE' UN GIORNO GLI TOGLIERANNO LE POLTRONE PERCHE' QUESTO E' IL GIOCO E NON L'HANNO CAPITO,SOLO ALLORA CAPIRANNO"FORSE"COSA VUOL DIRE AVERE FIGLI SENZA FUTURO.
 
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Perde il lavoro, donna di 47 anni si impicca

Una donna di 47 anni, originaria di Gessopalena (Chieti), è stata trovata impiccata a un albero dai carabinieri che indagavano sul suo allontanamento volontario avvenuto ieri pomeriggio. La donna era ospite della sorella nella vicina Casoli (Chieti): ai famigliari aveva detto che si sarebbe recata per alcune ore al suo paese natale.
Alle ricerche della donna hanno partecipato anche i vigili del fuoco di Casoli. Il pm Rosaria Vecchi ha disposto l’esame autoptico fissato per domani. I carabinieri della compagnia di Lanciano, diretti dal capitano Massimo Capobianco, proseguono gli accertamenti per escludere eventuali responsabilità di terze persone. Due mesi fa la vittima era tornata a casa della sorella dove era giunta da Bologna dopo aver perso il lavoro. ansa

Nel frattempo i politici, sia italiani che europei, sono in tutt’altre faccende affaccendati, tra cui i diritti dei tagliagole Isis, Mogherini: UE contraria alla pena di morte, rispettare i diritti dei prigionieri (Jihadisti)

 
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“Dalla parte del benzinaio che ha sparato”


“Il benzinaio che ha sparato ai criminali ha fatto bene e ha tutta la nostra solidarietà! Il suo è stato un atto di coraggio perché ha agito per legittima difesa di fronte a una rapina a mano armata messa in atto da un commando di banditi armati di kalashnikov e pronti a uccidere. La reazione del benzinaio Graziano Stacchio per difendere se stesso e gli altri cittadini sotto tiro, è quindi più che giustificata: o qualcuno pensa che dovesse stare fermo e farsi uccidere?”
Lo dichiara l’europarlamentare vicentina Mara Bizzotto, vicesegretario veneto della Lega Nord, sulla rapina finita nel sangue a Ponte di Nanto (VI).
“Siamo di fronte a un bollettino di guerra quotidiano, con i nostri territori che ogni giorno sono presi d’assalto da bande di malviventi pronti a uccidere anche per pochi euro – continua l’on. Bizzotto – In un clima così esasperato, generato da un mix di fattori quali l’assenza dello Stato che ha rinunciato a presidiare il territorio, il vertiginoso aumento della criminalità straniera e una giustizia che non funziona, non c’è da stupirsi se i cittadini sotto assedio pensino di difendersi e farsi giustizia da sé”.
“Di fronte a una seria minaccia di morte portata da delinquenti che sparano colpi di kalashnikov, cosa dovrebbero fare i cittadini onesti? Credo sia normale e giusto che pensino a salvarsi la pelle e a difendere in ogni modo la propria vita” – conclude l’europarlamentare Mara Bizzotto.



quoto.. bisogna prendere il bazooka per difendersi su questo territorio dove nn ce piu controllo e rispetto..
(grazie al pd)
 
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« Dobbiamo dare l’esempio concreto della cultura dell’accoglienza. Una cultura dell’accoglienza deve mettere tutto al centro. L’accoglienza come un nostro valore. A 360 gradi. E che sappia misurarsi con la sfida della globalizzazione, questa accoglienza. Quella sfida che porta, come ovvio, anche maggiori opportunità di circolazione delle persone. Perchè nell’era globale tutto si muove. Si muovono i capitali, si muovono le merci, si muovono le notizie, si muovono gli esseri umani. E non solo per turismo. E i migranti oggi sono l’elemento umano, l’avanguardia di questa globalizzazione. E ci offre uno stile di vita che presto sarà uno stile di vita molto diffuso per tutti noi. Loro sono l’avanguardia di uno stile di vita che presto sarà uno stile di vita per moltissimi di noi »

Laura Boldrini
 
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Vicenza, i parenti del bandito potrebbero chiedere i danni al benzinaio?

Parenti del bandito rom ucciso
pronti a costituirsi al processo
"Il benzinaio ci paghi i danni"

La famiglia del rapinatore morto dopo l'assalto alla gioielleria partecipa all'autopsia con un proprio consulente: preparano l'azione legale contro Stacchio?

Potrebbe costituirsi parte civile, la famiglia di Albano Cassol, il bandito morto nella sparatoria scaturita dalla rapina a una gioielleria a Ponte di Nanto, nel Vicentino.

Lo stesso scontro a fuoco per cui è indagato Graziano Stacchio, il benzinaio che ha sparato contro i banditi, per difendere, sostiene, la commessa della gioielleria.

Ora la famiglia Cassol sarebbe pronta a chiedere i danni: l'indiscrezione, ripresa stamattina in prima pagina dal Giornale di Vicenza, arriva dal campo nomadi di Fontanelle, nel Trevigiano. I parenti del bandito morto in seguito alle ferite subìte durante la rapina, infatti, hanno fatto sapere di volere partecipare all'autopsia, molto probabilmente in presenza di un loro consulente.

Nel frattempo l'esame esterno del corpo avrebbe evidenziato la presenza di una ferita appena sopra il ginocchio di Cassol: un particolare che confermerebbe la versione fornita sin da subito da Stacchio, che ha sempre sostenuto di aver mirato alle gambe dei rapinatori. Il pm ha aperto due fascicoli: già, perché oltre al procedimento contro Stacchio, riferisce il Giornale di Vicenza, anche il titolare della gioielleria Zancan sarebbe pronto a sporgere denuncia per tentato omicidio.

Nel frattempo, continuano le dimostrazioni di solidarietà, da parte del mondo della politica e delle associazioni di categoria, nei confronti di Graziano Stacchio. In suo favore si sono pronunciati non solo Lega Nord e FDI, ma anche Confcommercio: "Di fronte alla ferocia dell'assalto di 5 uomini pronti a tutto, armati di kalashnikov, un commando militare, la reazione di Graziano Stacchio non solo è comprensibile, ma più che condivisibile", ha commentato Luca Squeri, Presidente della Commissione Sicurezza e Legalità di Confcommercio.



metto il commento di uno ..

I magistrati Italiani, mi fanno ridere,, indagano sul benzinaio come se niente fosse. Dovrebberó dire agli Italiani, che ci fanno cinque criminali armati di mitra di guerra in giro per l'Italia, questi si dovevano trovare in galera non in giro, possiamo denunciare tranquillamente i magistrati,, per accesso di violenza' a discapito degli onesti. Gli Italiani dobbiamo svegliarci non possiamo fare passare queste cose. Il vero problema nostro sono questi magistrati che proteggono prepotentemente questi criminali. Magistrati che prendono pure una valanca di soldi. Che schifo. Saluti.

quoto e straquoto gli italiani si dovrebbero svegliare prima che diventino tutte mosche...
bisognerebbe denunciare lo Stato e tutti i suoi collaboratori ..per accesso di violenza armata di criminali in luogo pubblico ..
ma ci vogliono le p.....
I magistrati guardano il povero benzinaio con l eccesso di leggittima difesa ma nn guardano dall'altra parte per l eccesso di violenza armata di un commando in tenuta militare per rapina .. in sintesi per i magistrati conviene piu guardare il benzinaio perche e debole e indifeso..
questa e la vergogna della giustizia italiana...
 
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Il benzinaio Stacchio non ha sparato per uccidere, ha colpito alle gambe

Stacchio non ha sparato per uccidere. Lo zingaro, se pur nell’esercizio della sua professione, è stato colpito a una gamba.
Stacchio non ha nessuna responsabilità. Non ha sparato per uccidere. Non c’è stato alcun eccesso di difesa. Ha fatto ciò che un Carabiniere o un Agente di Polizia avrebbe dovuto fare. Ma siccome le Forze dell’Ordine sono impegnate a scortare chi fa solo del male a questo Paese, i cittadini si sono stancati e sono costretti a mettere in atto la LEGITTIMA DIFESA.
Il benzinaio è stato fin troppo bravo, infatti, non ha sparato per uccidere. Il colpo di fucile ha colpito il ladro alle gambe, appena sopra il ginocchio. Le Autorità dovranno ora chiedersi se è stata questa la ferita che sarebbe costata la vita ad Albano Cassol, oppure se la colpa è dei suoi amici complici e criminali che, invece di scaricarlo davanti a un Pronto Soccorso, lo hanno abbandonato lungo la strada.
Graziano Stacchio sa maneggiare un fucile e disse fin da subito di aver sparato alle gambe perché non aveva nessuna intenzione di uccidere. Il rapinatore è stato trovato in possesso di una pistola, una Beretta cal.9, con la matricola abrasa.
Armando Manocchia


 
I nomadi adesso vanno all'attacco «Soldi e denunce»

Intanto i carabinieri hanno sequestrato tutti i fucili di Stacchio a cui è stata sospesa la licenza di caccia in attesa dell'esito degli accertamenti

«Chi ha sbagliato, sia sparando, sia con parole esagerate, deve pagare». I parenti di Albano Cassol, il nomade di 41 anni morto a Ponte di Nanto, sono quanto mai decisi. La compagna Cristina, incinta, e suo padre Diego, da Fontanelle nel Trevigiano dove vivono in un campo, non alzano la voce ma le parole sono decise. Conversando con i giornalisti spiegano di «non sapere nulla del progetto di Albano e della rapina», di essere «amareggiati per la tragedia» e le modalità con cui è avvenuta (Albano aveva avuto un passato difficile, spiegano, ma ora stava lavorando regolarmente), di non «mangiare e dormire più», ma di «volere giustizia». E chiedono che i politici la smettano di «attaccarli», perchè sono «nati a Montebelluna, o a Treviso, o a Vicenza: siamo anche noi razza Piave», sintetizzano. Nel concreto, in questi giorni vedranno un avvocato per concordare con lui le modalità per costituirsi parte civile nell'eventuale processo contro Graziano Stacchio, il benzinaio di Nanto, e chiedere quindi un risarcimento dei danni. (...)


 
Giordano: "Noi stiamo con il benzinaio che ha ucciso il rapinatore rom"

Je suis Graziano Stacchio, io sono il benzinaio che ha sparato. Senza se e senza ma, io sono con lui. E penso che lo Stato, anziché indagarlo, dovrebbe dargli un altro premio al valor civile. Ne aveva ricevuto già uno nel 1988, perché aveva salvato una donna caduta in un canale dopo un incidente con l'auto. Non aveva esitato a buttarsi. Anche l'altro giorno non ha esitato a buttarsi per salvare la commessa della gioielleria minacciata dai mitra di cinque delinquenti. Lo hanno aggredito, ha avuto paura. Ha preso un fucile, ha fatto fuoco. Un bandito è morto. Non si può essere mai felici quando qualcuno muore, ma non si può nemmeno confondere il male con il bene. E qui la differenza è chiara: il bandito stava facendo il male, Graziano stava facendo il bene. O, almeno, ci provava di nuovo.

Je suis Graziano, io sono il benzinaio perché quell'uomo è tutto meno che un giustiziere. È solo un padre di famiglia in un Paese che sta diventando Far West. Basta sentirlo parlare, basta ascoltare la voce che trema, leggergli in faccia i tormenti. Lo rifarebbe? «Ho tanti dubbi». Dice che non dorme di notte, che non si dà pace. «L'altra volta avevo salvato una vita, questa volta l'ho tolta». Io sto con Graziano perché se una persona con questi dubbi e questi tormenti è arrivata a sparare, vuol dire che non aveva alternative. E nessuno può permettersi nemmeno di pensare il contrario prima di aver provato a stare con un mitra puntato in mezzo agli occhi.
Je suis Graziano, io sono il benzinaio perché in quest’Italia succede sempre più spesso che le persone perbene si trovino davanti a un mitra spianato, a un rapinatore scatenato, a gesti di violenza. Sui luoghi di lavoro, nelle loro case. Intere aree del Paese sono fuori controllo. Completamente sfuggite di mano. Le forze di polizia hanno sempre meno mezzi. I cittadini hanno sempre più paura. E se la cavano come possono, spesso si danno una mano con servizi di «avvistamento ladri» sul telefonino. Il mutuo soccorso anti-criminalità, che è sempre meglio dell'egoismo e dell'indifferenza. Io sto con Graziano perché lui non è stato egoista né indifferente. Non ha avuto bisogno dell'avvistamento ladri. Ha visto con i suoi occhi una ragazza in difficoltà ed è corso ad aiutarla.

Dicono: la rapina non era da lui, doveva starsene fuori. Io invece sto con Graziano proprio perché non ne è stato fuori. Perché non ha agito per egoismo, per difendere la sua roba o il suo incasso, non ha pensato nemmeno a difendere la sua vita. Io sto con Graziano proprio perché è intervenuto per salvare un'altra persona. Perché non si rassegna a un'Italia in balia dei criminali. Perché vorrebbe semplicemente un Paese un po’ più sicuro, e nel frattempo s’ingegna di costruire un Paese in cui ci si aiuta. E non si abbandona un vicino nelle mani dei banditi. Non si gira la testa da un’altra parte se si vede un’aggressione.

Je suis Graziano perché preferisco un'Italia fatta con tanti Graziano che cercano di aiutare il prossimo, piuttosto che un'Italia con tanti banditi rom che il prossimo lo aggrediscono. Infatti in Paese parlano tutti bene del benzinaio. Tutti lo conoscono, nessuno gli rimprovera nulla. Addirittura il titolare della gioielleria (altre due rapine subite, una con sequestro) avrebbe voluto coprirlo, dicendo che era stato lui a sparare. Je suis Graziano perché è un rappresentante dell’Italia onesta, è uno di quelli che ogni giorno vanno a lavorare, quelli che fanno il loro dovere e si sentono schiacciati da uno Stato capace di chiedere tante tasse e incapace di offrire anche solo un po’ sicurezza. Je suis Graziano perché l'altro giorno, a Nanto di Vicenza, si sono incrociati due mondi: quello delle persone perbene come lui e come la commessa, e quello dei delinquenti, come il bandito rom. Quest'ultimo, per una volta, ha avuto la peggio. Spiace. Ma non ho dubbi a scegliere da che parte stare.

Fra l'altro il bandito ucciso non era un ragazzino alle prime armi o un disperato spinto a rubare dalla crisi economica. Macché: era un criminale patentato. Stiamo parlando, infatti di un nomade quarantenne con una lista di precedenti più lunga della Quaresima: furti, rapine, una maxirissa con naso, mandibole e costole rotte a due carabinieri, un colpo in banca nel Bresciano con sparatoria, un rapina a una Coop nel veneziano sempre con sparatoria e per non farsi mancare nulla pure una sparatoria per questioni di cuore. Risiedeva da anni in un campo rom a Fontanelle nel Trevigiano. E je suis Graziano perché, visto che di rapine con sangue e morti se ne vedono fin troppe, beh, spiace dirlo, ma se qualcuno doveva morire meglio che sia morto lui. Perché se uno si arma di mitra e va, con altri quattro criminali, all'assalto dei negozi mette in conto che qualcosa gli possa succedere. Graziano, invece, non aveva messo in conto nulla. L'altro giorno avrebbe voluto solo finire in santa pace il lavoro al distributore e andare a casa dai suoi figli. Non cercava guai, voleva evitarli. Come ha sempre fatto nella sua vita. E je suis Graziano perché persone così uno Stato serio le aiuta e le protegge. Manco ci pensa a processarle.

di MARIO GIORDANO



ora per il povero benzinaio inizierà il suo calvario con la giustizia italiana..
per i magistrati doveva rimanere indifferente e farsi i fatti suoi...
 
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Stacchio, la famiglia del rom ucciso chiede i danni. Parte la raccolta fondi

La famiglia di Albano Cassol, il nomade di 41 anni ucciso mentre tentava di rapinare la gioielleria Zancan a Ponte di Nanto sta consultando un legale per costituirsi parte civile ed ottenere così un risarcimento dal benzinaio Graziano Stacchio che è intervenuto per difendere la commessa del negozio. La notizia è apparsa questa mattina sul Giornale di Vicenza che spiega come i magistrati abbiano aperto due fascicoli sulla rapina finita nel sangue: uno a carico di ignoti, gli altri componenti del commando che voleva rapinare la gioielleria Zancan, l'altro a carico di Graziano Stacchio, accusato di "eccesso di legittima difesa".

Giustizia - "Chi ha sbagliato, sia sparando, sia con parole esagerate, deve pagare", hanno detto la compagna Cristina, incinta, e suo padre Diego che non escludono di costituirsi parte civile nell'eventuale processo contro il benzinaio. I due, riporta il Giornale di Vicenza, non alzano la voce ma le parole sono decise. Conversando con i giornalisti spiegano di "non sapere nulla del progetto di Albano e della rapina", di essere "amareggiati per la tragedia" e per le modalità con cui è avvenuta (Albano aveva avuto un passato difficile, spiegano, ma ora stava lavorando regolarmente), di non "mangiare e dormire più", ma di "volere giustizia". Chiedono inoltre che i politici la smettano di "attaccarli", perché sono nati a Montebelluna, o a Treviso, o a Vicenza: "siamo anche noi razza Piave", sintetizzano. Da parte sua il benzinaio ha detto: "Non sono un eroe nè un giustiziere ho agito d’istinto pensando alla povera commessa sola", ha detto il benzinaio. "Prima ho urlato poi sono salito in casa a prendere il fucile, ho sparato in aria e quando uno di loro è venuto verso di me con il mitra in mano ho mirato alle gambe per difendermi. Non volevo certo uccidere".

In pericolo di morte - Intanto il questore di Vicenza ha stabilito che una macchina delle forze dell'ordine stazioni giorno e notte nel piazzale del distributore di benzina di Stacchio. La pattuglia può così osservare anche la casa di Stacchio, che si trova a fianco del distributore. Il timore è che qualcuno possa prendere di mira il benzinaio per vendicare la morte di Cassol, che risiedeva in un campo nomadi a Fontanelle.

La solidarietà - Immediatamente si è mobilitata la Figisc-Confcommercio di Vicenza che ha deciso di istituire una raccolta fondi, tramite apposito conto corrente, per dare un sostegno alle spese legali di Graziano Stacchio. "Con questa iniziativa, condivisa da tutta la categoria, vogliamo esprimere la nostra vicinanza al collega Stacchio - ha spiegato il presidente Eugenio Giuseppe Volpato. "Sarà la Procura ad accertare con esattezza come sono andati i fatti, ciò non toglie che quella del collega Stacchio è stata una reazione umanamente comprensibile di fronte ad una situazione di estremo pericolo non solo per la sua incolumità, ma anche per quella dei lavoratori della gioielleria rapinata". Volpato sottolinea, poi, l’esasperazione che da tempo vive una categoria, quella dei benzinai, troppo spesso nel mirino della criminalità, con ripetuti assalti, rapine e furti che spesso si concentrano su questo tipo di attività. "Viviamo nel terrore - afferma - perché siamo esposti ogni giorno alla roulette russa di bande criminali che con troppa facilità prendono di mira le nostre attività e quelle dei nostri colleghi commercianti. Sappiamo che le Forze dell’Ordine ce la stanno mettendo tutta per prevenire e reprimere furti e rapine, ma se non si è in grado di fermare questa escalation criminale, come dimostra quanto sta accadendo, vuol dire che qualcosa non funziona". "E infatti - conclude Volpato - è evidente che alle Forze dell’Ordine mancano uomini e mezzi sufficienti per un più efficace presidio del territorio. Così come è evidente che se delinquenti con alle spalle gravi fatti di criminalità sono liberi di partecipare ad una rapina a mano armata, c’è molto da cambiare anche nelle nostre leggi e nel funzionamento dell’apparato giudiziario".



grazie al pd..di cui e responsabile di tutte le malefatte insieme ai politici .. e queste sono le conseguenze....
ma questa circostanza e solo la punta dell iceberg...di questo paese
 
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