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Roby
Guest
Il dialogo con islamici é tempo sprecato. Sono oppositori della Chiesa e non si convertiranno mai. I Governi provvedano a mandarli via. Le crociate? Un fatto buono. Il Vaticano II ebbe natura pastorale e dottrinale
Il dialogo con islamici é tempo sprecato</u>. Sono oppositori della Chiesa e non si convertiranno mai. I Governi provvedano a mandarli via. Le crociate? Un fatto buono. Il Vaticano II ebbe natura pastorale e dottrinaleCon Monsignor Vincenzo Franco, Vescovo Emerito di Otranto, discutiamo del problema islamici e dialogo con loro. L' opinione del Vescovo é molto chiara e precisa: " penso che con quella gente ogni tentativo di dialogo sia tempo perso e inutile. Loro, per natura e per la vocazione violenta della loro religione, non si convertiranno mai e, per aggiunta, tentano di sottometterci con la violenza o le armi demografiche, ecco perché bisogna stare molti attenti al pericolo islamico". Ma la Chiesa chiede il dialogo: " il dialogo vale quando gli interlocutori disposti a farlo sono in due. Ma appunto occorre la massima disponibilità dell' altra parte, se tale favore non esiste, a che cosa serve? Fa perdere tempo a noi e a loro, ai quali questo dialogo non interessa affatto". E allora che cosa fare?: " rafforzare le difese immunitarie della nostra fede davanti a questo autentico pericolo e non abbassare la guardia. Indubbiamente oggi non possiamo ...
... metterci ad ingaggiare guerre di religione, ma dal punto di vista ideologico e dottrinale si fissino chiare e nette distinzioni senza cedimenti dalla autentica dottrina della Chiesa che sul punto é chiara". Che cosa fare degli islamici presenti in Italia?: " questo é un problema che spetta ai governi, lo valutino loro, ma credo che sino ad oggi siamo stati troppo tolleranti e che occorra maggior selezione e attenzione nel permettere gli ingressi e se qualcuno non rispetta la legge e non si adegua ai nostri costumi torni a casa, non ne sentiremo l' assenza".
Qual é la sua valutazione sulle crociate?: " la retorica buonista e anticlericale le vede come atto di aggressione, ma per principio furono una cosa positiva ed impregnate di sano spirito evangelico e di amore verso Cristo. Poi in ogni fenomeno storico esistono le degenerazioni e questo accadde anche nelle crociate, ma condannarle in blocco assolutamente no".
Eccellenza, a suo parere, il Concilio Vaticano II che natura ebbe?: " pastorale, del resto fu indetto per questa ragione, sta scritto e basta leggerlo. Poi, senza ombra di dubbio, alcuni suoi documenti assunsero natura dottrinale, ma nel Concilio non vennero mai formulati dogmi e pertanto se é corretto parlare di natura anche dottrinale, non fu mai dogmatico".
Si può discutere?: " nei limiti del rispetto della Chiesa e del Papa, certo. Quando non si mette in dubbio un dogma, o la infallibilità del Papa, siamo nel lecito. Ma con misura. La Chiesa in ogni modo, salvaguardando la sua dottrina e le caratteristiche, deve cercare di addattarsi ai tempi. La Chiesa é sempre in cammino, e questo fa parte della sua missione. Tale modernità, non implica cedimenti o abbandono allo spirito del mondo o rinnegamento della tradizione e pertanto, il Vaticano II va letto come momento positivo per la Chiesa, ma nel solco della continuità, senza implicare alcuna rottura col passato. Penso che ogni tanto gli uomini di chiesa debbano alzare maggiormente la voce, le buone maniere non sempre pagano".
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Bruno Volpe

Il dialogo con islamici é tempo sprecato</u>. Sono oppositori della Chiesa e non si convertiranno mai. I Governi provvedano a mandarli via. Le crociate? Un fatto buono. Il Vaticano II ebbe natura pastorale e dottrinaleCon Monsignor Vincenzo Franco, Vescovo Emerito di Otranto, discutiamo del problema islamici e dialogo con loro. L' opinione del Vescovo é molto chiara e precisa: " penso che con quella gente ogni tentativo di dialogo sia tempo perso e inutile. Loro, per natura e per la vocazione violenta della loro religione, non si convertiranno mai e, per aggiunta, tentano di sottometterci con la violenza o le armi demografiche, ecco perché bisogna stare molti attenti al pericolo islamico". Ma la Chiesa chiede il dialogo: " il dialogo vale quando gli interlocutori disposti a farlo sono in due. Ma appunto occorre la massima disponibilità dell' altra parte, se tale favore non esiste, a che cosa serve? Fa perdere tempo a noi e a loro, ai quali questo dialogo non interessa affatto". E allora che cosa fare?: " rafforzare le difese immunitarie della nostra fede davanti a questo autentico pericolo e non abbassare la guardia. Indubbiamente oggi non possiamo ...
... metterci ad ingaggiare guerre di religione, ma dal punto di vista ideologico e dottrinale si fissino chiare e nette distinzioni senza cedimenti dalla autentica dottrina della Chiesa che sul punto é chiara". Che cosa fare degli islamici presenti in Italia?: " questo é un problema che spetta ai governi, lo valutino loro, ma credo che sino ad oggi siamo stati troppo tolleranti e che occorra maggior selezione e attenzione nel permettere gli ingressi e se qualcuno non rispetta la legge e non si adegua ai nostri costumi torni a casa, non ne sentiremo l' assenza".
Qual é la sua valutazione sulle crociate?: " la retorica buonista e anticlericale le vede come atto di aggressione, ma per principio furono una cosa positiva ed impregnate di sano spirito evangelico e di amore verso Cristo. Poi in ogni fenomeno storico esistono le degenerazioni e questo accadde anche nelle crociate, ma condannarle in blocco assolutamente no".
Eccellenza, a suo parere, il Concilio Vaticano II che natura ebbe?: " pastorale, del resto fu indetto per questa ragione, sta scritto e basta leggerlo. Poi, senza ombra di dubbio, alcuni suoi documenti assunsero natura dottrinale, ma nel Concilio non vennero mai formulati dogmi e pertanto se é corretto parlare di natura anche dottrinale, non fu mai dogmatico".
Si può discutere?: " nei limiti del rispetto della Chiesa e del Papa, certo. Quando non si mette in dubbio un dogma, o la infallibilità del Papa, siamo nel lecito. Ma con misura. La Chiesa in ogni modo, salvaguardando la sua dottrina e le caratteristiche, deve cercare di addattarsi ai tempi. La Chiesa é sempre in cammino, e questo fa parte della sua missione. Tale modernità, non implica cedimenti o abbandono allo spirito del mondo o rinnegamento della tradizione e pertanto, il Vaticano II va letto come momento positivo per la Chiesa, ma nel solco della continuità, senza implicare alcuna rottura col passato. Penso che ogni tanto gli uomini di chiesa debbano alzare maggiormente la voce, le buone maniere non sempre pagano".
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Bruno Volpe