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Casa, l’Europa ci dissangua. Ecco gli obblighi di ristrutturazione imposti dall’Ue: scadenze, sanzioni, esenzioni

di Gabriele Angelini698Views

Pubblicato il 29/03/2023 09:07
Case green obblighi esenzioni

La vergognosa direttiva sulle Case green voluta dall’Europa svela di giorno in giorno drammatiche conseguenze per l’Italia. Abbiamo già raccontato del divieto di vendita e affitto degli immobili non a norma e del relativo blocco dei mutui. Ma quali sarebbero gli obblighi di ristrutturazione imposti dall’Ue? E chi potrebbe godere di eventuali esenzioni? Partiamo col dire che una prima stima che è stata effettuata dagli esperti prevede un costo complessivo di efficientamento degli immobili secondo i dettami europei che va dai 30 ai 60mila euro. Soldi che gli italiani non riescono di certo a sborsare, soprattutto in questo drammatico momento di crisi economica. Crisi economica che, per inciso, è stata innescata dall’Europa stessa: prima con la folle gestione della pandemia, ora con la guerra in Ucraina. Il mercato immobiliare, intanto, è in fibrillazione, ma anche quello dei mutui. E ora spieghiamo perché. (Continua a leggere dopo la foto)
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E mentre ci sarebbero cose assai più serie a cui pensare, l’Europa si impunta sulle case green, per dissanguare ancora di più i cittadini italiani che si ritrovano ora così degli immobili invendibili.L a direttiva di Bruxelles sulle Case green, approvata dal Parlamento Ue il 14 marzo, introduce una normativa con obblighi di ristrutturazione di tutti gli edifici che hanno una classe energetica inferiore alla E (ossia F e G) entro la fine del 2030 per poi raggiungere la almeno la classe D entro il 2033. Inutile dire in quale classe si trovino la maggior parte delle case degli italiani. Qualcuno che ha ereditato magari un piccolo immobile dai nonni o dai genitori, si ritrova ora a dover rinunciare a quell’ipotetico introito derivante dalla vendita. Perché? Ora lo vediamo. (Continua a leggere dopo la foto)
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A) Nessuno lo comprerebbe sapendo che poi deve metterci sopra altri 60mila euro di lavori; b) il venditore stesso non ha 60mila euro da investirci sopra per poi rivenderlo; c) le banche non intendono erogare mutui per l’acquisto di immobili già svalutati in partenza per via delle scadenze e degli obblighi Ue. Un disastro praticamente. E le esenzioni? Ora ci arriviamo. Contando che in Italia sono circa 10 milioni gli immobili che rientrano nella classe energetica inferiore alla D, pari a circa il 70% dell’intero patrimonio edilizio, appare evidente come questa sia l’ennesima misura europea contro il nostro Paese. E attenzione: perché l’Ue, nella sua scellerata direttiva delle Case green, prevede anche sanzioni per chi non si dovesse adeguare. Un altro tassello da considerare sono i cosiddetti “obblighi supplementari” per gli edifici di nuova costruzione. Quali sono? (Continua a leggere dopo la foto)
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Case green obblighi esenzioni

Chi potrebbe salvarsi dagli obblighi europei sulle case

Gli obblighi supplementari prevedono: “Obbligo, a partire dal 2026, di installare pannelli solari su tutti gli edifici pubblici e commerciali di nuova costruzione con superficie superiori ai 250 metri quadrati; questo obbligo verrà esteso entro il 2027 ai medesimi edifici già esistenti; a partire dal 2029 l’installazione di pannelli solari sarà obbligatoria anche per gli edifici residenziali di nuova costruzione”. È tutto? Macché. Nella direttiva Case green, oltre agli obblighi già citati, c’è anche lo stop all’installazione di caldaie a gas che, almeno nelle intenzioni iniziali, dovranno essere bandite a partire dal 2029. Anche qui si procederà per fasi a cominciare dal 2024, quando dovrebbero essere aboliti gli incentivi per acquistarle. (Continua a leggere dopo la foto)
Case green obblighi esenzioni

Ultima nota: le esenzioni. Chi è che potrebbe salvarsi da questa tragedia europea degli obblighi di ristrutturazione? Le abitazioni unifamiliari con superfici al di sotto dei 50 metri quadrati; gli edifici adibiti a seconde case che vengono utilizzati meno di quattro 4 l’anno; gli edifici nei centri storici; gli edifici protetti dai Beni culturali. Insomma: via da questa Europa, subito! L’Italexit è una priorità
per salvare il nostro Paese.
 

10.000 agenti malati dopo il vaccino”. La denuncia delle forze dell’ordine: un dramma di cui nessuno parla

di Tommaso Croco365Views

Pubblicato il 01/04/2023 09:27
Ammalati dopo il vaccino, costretti a fare i conti con delle condizioni di salute improvvisamente peggiorate. E con la paura, opprimente, di non poter tornare più alla vita di prima. In un Paese che continua a mettere il bavaglio a chi parla di effetti avversi, ad alzare la voce sono state le forze dell’ordine, portando l’attenzione su tanti casi di cui i giornali mainstream rifiutano di parlare. Il segretario generale provinciale del sindacato Cosap Torino Luca Cellamare ha spiegato alle pagine della Verità: “Sono almeno 10.000 i nostri colleghi diventati malati cronici dopo il vaccino Covid. Non guariranno più. E più di 50.000 gli appartenenti alle forze dell’ordine o i militari con seri problemi di salute dopo quegli inoculi”. Cellamare, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente nazionale Osa (Operatori sicurezza associati) ha poi spiegato chi sono gli agenti più colpiti da questi terribili sintomi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Secondo Cellamare, infatti, nella maggior parte dei casi si tratta di agenti “quarantenni ridotti a svolgere con grande fatica le mansioni di sempre. Hanno problemi di natura cardiovascolare, neurologica, pressione alle stelle, fatica a respirare”. In molti casi si tratterebbe di militari guariti dal Covid e che, a causa dell’obbligo vaccinale, sono strati costretti comunque a sottoporsi all’inoculazione. (Continua a leggere dopo la foto)

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Cellamare ha ricostruito quanto accaduto nei mesi della campagna di vaccinazione di massa: “Di fronte ai primi casi di morti sospette, i medici militari si spaventarono perché non protetti da scudo penale e, in barba ai protocolli, mandarono tutti a vaccinarsi negli hub, dove non veniva fatta l’anamnesi. Se un collega si rifiutava di dare il braccio perché già guarito dal Covid, veniva sospeso”. Il numero uno dell’Aifa Nicola Magrini proprio in quei giorni lamentava di avere la mail “intasata” da richieste di esenzione dal vaccino. A suo dire “non fondate”. Oggi sappiamo che, invece, erano più che legittime. (Continua a leggere dopo la foto)
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Secondo Cellamare, al momento le commissioni medico ospedaliere che si interessano delle forze dell’ordine “non si occupano delle reazioni avverse. La maggior parte degli agenti, invece di segnalare le reazioni fa causa di servizio per malattia. Nel giro di 2/3 anni, quando sarà riconosciuta, significherà almeno 200 euro in più al mese, ma sempre molto meno di quello che comporterebbe l’indennizzo per danno vaccinale”. Il ragionamento che fanno in molti è: meglio accontentarsi di qualche soldo in più che andare allo scontro totale e rischiare guai, sospensioni o peggio. In questo modo, però, la verità è destinata a non venire mai a galla: “Abbiamo un sommerso spaventoso, perché i colleghi non prossimi alla pensione preferiscono curarsi di nascosto”.
 

Vietato vendere e affittare le case”. Follia Europa: ecco la nuova direttiva e da quando scatta il blocco

di Gabriele Angelini508Views

Pubblicato il 28/03/2023 09:02
case green divieto vendita affitto

Questa delle Case Green volute dall’Europa è l’ennesima fregatura che danneggia il nostro Paese. Abbiamo già raccontato in diversi articoli quanto la direttiva sia dannosa per gli italiani. Ora andiamo a concentrarci sull’assurdo divieto di vendita e affitto che affosserà inevitabilmente il mercato immobiliare italiano. Ma cosa si intende con questo divieto? All’inizio era stato detto che le regole sull’efficientamento energetico che renderebbero le case “green” non avrebbero previsto l’impossibilità di affittare e vendere un appartamento non in regola con i folli diktat europei. Invece, come accade sempre con l’Ue, vera piaga sociale ed economica del nostro Paese, il Parlamento Europeo ha poi approvato una norma differente. E cosa c’è dentro? Una brutta, bruttissima sorpresa. (Continua a leggere dopo la foto)
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La direttiva Case Green, infatti, contiene esplicitamente una prescrizione che impone un divieto – dal 2030 – di affitto e vendita degli immobili “non a norma con le classi energetiche“. Questo vuol dire che i proprietari degli immobili se non attuano tutti i criteri dell’efficientamento energetico – sborsando fior di quattrini – non potranno poi procedere all’affitto o alla vendita di quell’immobile. È nero su bianco. Un modo, insomma, per imporre questo tipo di ristrutturazioni. E in Italia questo è un bel problema visto che gli appartamenti non sono per la maggior parte in regola con i nuovi dettami. I costi di efficientamento possono andare dai 30 ai 60 mila euro per ogni appartamento e molte famiglie non hanno questa disponibilità. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Tre milioni di immobili esentati”. Case, ecco chi non dovrà ristrutturare secondo la direttiva Ue


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Anzi, vista la crisi che morde – frutto anche questa delle scellerate scelte europee nella gestione del Covid prima e della guerra in Ucraina poi – vedono proprio nella vendita degli immobili un modo per riappianare i conti. E invece no, non si potrà fare. Prima paghi 60mila euro per rendere la tua casa green, poi la vendi. A quanto? Al prezzo stimato o al prezzo stimato più i 60mila euro che hai dovuto sborsare per l’efficientamento energetico? Ma attenzione, perché questa direttiva sulle case green ha anche un altro gigantesco problema: rischia infatti di bloccare l’erogazione dei mutui, facendo di fatto saltare il mercato immobiliare. Non contenta, l’Europa ha previsto poi ulteriori step di efficientamento energetico nel 2033 e negli anni seguenti sino ad arrivare alla classe A nel 2050. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Banche italiane in crisi per colpa delle case Green”. La trappola dell’Europa per rubare i nostri risparmi
case green divieto vendita affitto

Dal 2025 mercato immobiliare in tilt

Come sottolinea I love Trading, “la previsione degli esperti è che da qui al 2030 il mercato sarà congestionato dagli immobili in vendita. I proprietari cercheranno di disfarsi degli appartamenti prima della scadenza europea e dovranno venderli a prezzo ribassato”. Il 2030 sembra lontanissimo, ma è in realtà dietro l’angolo, visto che già nel 2025 la direttiva sulle case green dovrebbe essere recepita nell’ordinamento italiano. Da quel momento in poi il mercato immobiliare impazzirà, con l’aggravante che le banche non concederanno mutui agli acquirenti su case il cui valore è deprezzato dalla necessità di lavori costosi e obbligatori. Grazie Europa.


sai cosa vuol dire case green che le case inquinano.


 

“Problemi al cuore”. L’addio del campione di calcio. L’annuncio in lacrime

di Gabriele Angelini1.3kViews

Pubblicato il 20/03/2023 10:59 - Aggiornato il 22/03/2023 09:38
Lucas Leiva addio calcio
Lucas Leiva
Due messaggi social. Uno risalente al primo gennaio 2022, l’altro al 17 marzo 2023. Qualcuno insisterà col dire che non sono collegati, ma noi ci limitiamo a riportare il fatto, perfettamente in linea con tanti, tantissimi altri casi. L’autore dei post è il calciatore internazionale Lucas Leiva, con un passato – tra le altre – con Liverpool e Lazio, e svariate presenze nella nazionale argentina. Partiamo dal primo, un messaggio “forte e chiaro” del calciatore per spingere le persone a vaccinarsi. Un post pubblicato in occasione della terza dose del vaccino anti Covid con una didascalia che lasciava pochi dubbi sul suo pensiero: “Per iniziare l’anno ancora più forte”, con tanto di foto a corredo. Le prime due le aveva effettuate l’estate precedente. Poi cosa è successo? È successo che a sorpresa ha comunicato a tutti, in lacrime, il suo addio forzato al calcio. (Continua a leggere dopo la foto)
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Passiamo al secondo messaggio di Lucas Leiva, il più recente. “La mia salute viene prima di tutto”. Con queste parole il calciatore ha annunciato il suo addio al calcio giocato. In una straziante conferenza stampa, l’ex centrocampista della Lazio – ora in forza al Gremio – ha avuto un crollo totale davanti ai membri del club, giornalisti e compagni di squadra. Ha spiegato i motivi che l’hanno portato a questa triste e forzata decisione: “Voglio ringraziare il Gremio – ha detto – Oggi annuncio il mio ritiro. Sto terminando la mia carriera, nel club che volevo, ma non nel modo in cui volevo”. Il motivo? Un problema al cuore. Di cui prima non c’era stata traccia.

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È l’ennesimo giocatore a cui accade una cosa del genere e che è costretto a dare anzitempo l’addio al calcio. A Lucas Leiva è stata diagnosticata una patologia cardiaca durante i test di routine. Nella conferenza stampa per annunciare la fine della sua carriera ha detto che ora per lui inizierà una nuova fase. Addio dunque al calcio giocato all’età di 36 anni. A Lucas Leiva vanno ora i migliori auguri per questa partita così difficile, sperando che ne esca vittorioso come tante altre volte nella sua straordinaria carriera.
 

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