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Siria

Gli attacchi dei caccia americani
Iraq, bombe dei caccia Usa
sui fondamentalisti islamici

Impreca contro Isis, donna giustiziata
Un responsabile della polizia di Kirkuk ha riferito che una donna è stata «giustiziata» dai miliziani dello Stato islamico per avere imprecato contro i jihadisti. Secondo quanto riferito da testimoni la donna, una 40enne, avrebbe cercato di convincere i commercianti di un mercato locale a non vendere merce agli jihadisti ed è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco nei pressi della sua casa.
 
Iraq, pulizia religiosa contro i cristiani. “O ti converti all’Islam o ti uccidiamo”

Scaduto il termine imposto dai militanti del Califfo per la conversione all’Islam, tutti i cristiani hanno lasciato la città irachena di Mosul e gran parte delle zone settentrionali nelle mani dello Stato islamico. Ad annunciarlo è stato Bashar Kiki, capo del consiglio locale nella provincia di cui Mosul fa parte. “Gli ultimi cristiani rimasti” nel territorio “se ne sono andati dopo le recenti minacce dei gruppi terroristici”, ossia dell’Isis che ha posto un aut aut ai cristiani ordinando loro di diventare seguaci di Allah, pagare una tassa, o affrontare la morte. La maggior parte ha scelto quindi di fuggire nella vicina regione curda o in altre zone protette. Un’intolleranza ribadita da Human rights Watch, che denuncia che lo Stato islamico “uccide, sequestra, minaccia” gli esponenti delle minoranze etniche e religiose di Mosul, confermando che il 10 giugno il gruppo jihadista ha commesso sequestri e ordinato a tutti i cristiani di convertirsi o lasciare la città. L’Isis “deve immediatamente porre fine alla sua perversa campagna contro le minoranze”, ha dichiarato Sarah Leah Whitson, direttore dell’area Medio Oriente di Human Rights Watch sottolineando come l’appartenenza ad una minoranza etnica o religiosa sotto controllo del Califfato “possa costare la libertà e anche la vita”.

La lotta del Califfato contro gli “infedeli”
Nel tentativo di piegare la popolazione di Mosul e delle altre località della fascia settentrionale di Ninive, i miliziani del neonato Stato Islamico e del Levante (Isis) – creato nell’Est della Siria e nell’Ovest dell’Iraq il 29 giugno - avevano minacciato chiesto ai cristiani di abbandonare la città, creando un esercito di sfollati. Fin dai primi giorni dalla sua nascita, i fedeli di Abu Bakr al-Baghdadi avevano identificato la loro anche come una missione di riconquista della purezza cristiana del territorio, non senza lanciare minacce verso il vicino occidente cristiano. Anche Roma – considerata come centro della cristianità e quindi degli infedeli – era entrata nel mirino, califfo. In un audio-messaggio diffuso da siti jihadisti, lo sceicco si appellava ai musulmani perché fossero pronti a nuove battaglie: “Se Iddio vorrà, conquisteremo Roma e il mondo intero“, mentre a inizio luglio il capo jihadista, nel primo messaggio audio dall’autoproclamazione del califfato, aveva puntato il dito contro gli Stati Uniti,minacciandogli un attacco “peggiore dell’11 settembre”. Una battaglia religiosa che il Califfato sta rivolgendo non soltanto all’esterno dei suoi confini, ma anche all’interno di Siria e Iran, con sempre più pericolosa intensità.
 
Iraq, Sbai: ISIS sta vendendo al mercato di Mosul le donne cristiane rapite

7 agosto – “In questo momento le donne, della minoranza Yazidi e cristiane, rapite dai miliziani dell’ISIS sono ‘in vendita’ al mercato di Mosul dopo essere state ‘smistate’ nel campo di prigionia di Sinjar, città Yazidi che nel frattempo è stata conquistata”. Lo rende noto Souad Sbai, giornalista e scrittrice, citando un comunicato della Mezzaluna Rossa.

“Le foto che ritraggono le donne rapite velate integralmente, incatenate e minacciate da integralisti armati di spada, dovrebbero far riflettere il mondo intero su quale catastrofe è in corso nel quadrante mediorientale.
 
Iraq, centinaia di donne Yazidi rapite dagli jihadisti: appello internazionale

Centinaia di donne e ragazze della minoranza religiosa degli Yazidi sarebbero state fatte prigioniere dai miliziani dello Stato islamico (Isis) che si sono impadroniti della città di Sinjar, in Iraq, e ora corrono il rischio di essere rese schiave: l'allarme è stato lanciato oggi dal ministero per gli Affari femminili iracheno.

Il governo iracheno ha rivolto un appello alla comunità internazionale perché adotti «misure urgenti» per salvare le sequestrate.

«Abbiamo ricevuto informazioni - si legge in un comunicato del Ministero - che confermano che l'Isis tiene un certo numero di donne e ragazze rinchiuse in una grande casa di Sinjar, mentre altre donne e i loro bambini sono state spostate all'aeroporto di Tel Afar, dopo che tutti gli uomini sono stati uccisi, e la loro sorte rimane ignota».

Ieri una deputata irachena della comunità Yazidi, Vian Dakhil, aveva detto in Parlamento che «i miliziani dell'Isis hanno ucciso 500 uomini solo perché erano Yazidi, hanno fatto prigioniere 500 donne e le tengono ora in una località vicino a Tel Afar».
 
9 agosto 2014
Iraq, centinaia di donne sequestrate
"per gli istinti animali dell'Isis"
Fanno parte della minoranza yazidi e sono tenute prigioniere a Mosul. Giustiziata una 40enne. Obama: "Gli jihadisti avanzano più veloci del previsto"

Centinaia di donne della minoranza yazidi sono tenute prigioniere in Iraq dai jihadisti sunniti dell'Isis: il timore è che possano essere vendute come schiave o, secondo quanto denuncia il portavoce del ministero per i Diritti umani, Kamil Amin, utilizzate come oggetti sessuali "in modi umilianti da quei terroristi per soddisfare i loro istinti animali in un modo che contraddice tutti i valori islamici e umani".
 
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9 agosto 2014
Isis minaccia la Turchia: "Liberemo Istanbul" - Il gruppo armato jihadista dell'Isis, che nelle ultime settimane ha preso il controllo di parte dell'Iraq e della Siria, guarda ora alla Turchia. "Libereremo Istanbul", ha dichiarato un portavoce del gruppo terrorista accusando Ankara di avere ridotto alla diga Ataturk il flusso del fiume Eufrate che poi entra in Iraq e attraversa la zona attorno a Raqqa, proclamata "capitale dello Stato islamico".

Isis minaccia l'esecuzione di 4mila yazidi - I jihadisti dell'Isis minacciano di giustiziare circa 4mila yazidi residenti a sud della città irachena di Sinjar se non si convertiranno all'Islam. Lo afferma un attivista yazidi, Ali Sanjari, parlando con un sito di notizie curdo. L'uomo sottolinea che i suoi correligionari, seguaci di una fede pre-islamica e considerati miscredenti dai fondamentalisti dello Stato islamico, sono bloccati dai miliziani nei villaggi di Haju e Hatemiya.
 
Iraq, gli jihadisti minacciano 4 mila yazidi
Bombe americane per rompere l’assedio
Obama ammette: “Serviranno settimane”

Raid sugli islamisti: “Almeno 20 morti”.
300 famiglie della minoranza religiosa
circondate da miliziani sul monte Sinjar.
Il presidente Obama : “Non manderò le truppe”.
Gli islamisti: “È codardo, invii i marines”
 
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GLI ISLAMICI:
Jihadisti rapiscono centinaia di donne:
schiave per soddisfare le loro voglie
Orrore: 500 morti, bambini sepolti vivi

Troppo tardi per alcune centinaia di donne della minoranza religiosa yazidi. Già catturate e tenute prigioniere dal gruppo dello Stato islamico, sono ormai finite all’asta e cedute ai guerrieri islamici. È il portavoce del ministero dei diritti umani dell’Iraq, Kamil Amin, a indicarne la sorte: «Pensiamo che queste donne verranno usate in modo umiliante da questi terroristi per soddisfare i loro desideri animaleschi in un modo che contraddice tutti i valori umani e islamici», ha spiegato all’Associated Press. Nessun dubbio al riguardo: «Riteniamo che i terroristi adesso considerino le donne schiave e abbiano piani malvagi per loro». Secondo la ricostruzione del governo iracheno le donne hanno meno di 35 anni e vengono trattenute in scuole di Mosul. Il ministero, ha riferito il portavoce, è venuto a conoscenza delle prigioniere dalle loro famiglie. Decine di migliaia di yazidi sono fuggiti quando il gruppo dello Stato islamico ha catturato la città settentrionale di Sinjar, vicino al confine con la Siria. I commenti di Amin sono la prima conferma del governo iracheno che alcune donne sono in mano ai militanti.
 
Iraq nel caos: strage di yazidi, nuovi raid Usa
10 agosto 2014

L’Iraq è nel caos. Mentre proseguono i raid degli Stati Uniti e l’invio di aiuto ai profughi cristiani e yazidi in fuga, emerge l'orrore seminato nel nord del paese dallo Stato islamico (Isis), che avrebbe ucciso e seppellito in fosse comuni almeno 500 membri della comunità religiosa Yazidi. A darne notizia è stato il ministro dei Diritti umani iracheno, Mohammed Shia al-Sudani. I miliziani sunniti avrebbero anche seppellito vive alcune delle vittime, tra le quali donne e bambini. Altre 300 donne sarebbero state fatte schiave.
 
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Ecco le foto dello jihadista
che spaventa la Casa Bianca
Mentre Obama interviene in Iraq, i jihadisti dell'Isis girano per Washington e New York: "Siamo nelle vostre strade"
Giovanni Masini - Dom, 10/08/2014 - 17:00

Nelle ultime ore sono comparse su Twitter le fotografie scattate davanti alla residenza ufficiale di Obama. I jihadisti dello Stato islamico sono nel cuore dell'America e pronti a colpire: "Siete il nostro bersaglio ovunque"

Una minaccia molto diretta che arriva a distanza di pochi giorni dal video, pubblicato da Vice Media, in cui il portavoce dell'Isis Abu Mosa lanciava una provocazione agli Usa minacciando di "alzare la bandiera di Allah sulla Casa Bianca".

"Non siate vigliacchi attaccandoci con i droni - aveva ribadito Abu Mosa - Mandateci i vostri soldati, quelli che abbiamo umiliato in Iraq".

Per ora né il presidente Barack Obama né la Casa Bianca hanno risposto a questo tipo di provocazioni, lasciando senza replica così l'hashtag, associato al tweet di minacce, ("Un messaggio da Isis per gli Stati Uniti").
 
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Continua l'orrore in Iraq
"Bimbi e donne sepolti vivi"
Lucio Di Marzo
10 Ago,18:38

20mila yazidi sfuggono all'assedio dello Stato islamico, ma almeno 500 sono stati uccisi e messi in fosse comuni. Arrivati oggi i primi aiuti inglesi per gli sfollati

 
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L'Isis minaccia gli Usa su Twitter: «Siete nel mirino»
«Sarete l'obiettivo dei musulmani». «A rischio tutte le ambasciate».

Una guerra anche sui social.
Lo scontro fra gli Stati Uniti e l'Isis passa anche da Twitter. I terroristi hanno lanciato minacce ai cittadini americani, avvertendoli: «Siamo ovunque, anche nel vostro Paese».
COME IL VIDEO DI VICE. I tweet dall'hasgtag #AmessagefromISIStoUS, di cui non è certa l'origine, sono sulla stessa onda del video diffuso nei giorni scorsi da Vice News, in cui il portavoce dello Stato Islamico Abu Mosa aveva annunciato l'intenzione del gruppo di «umiliare» gli Stati Uniti: «Non siate codardi, non attaccateci con i droni. Mandate i vostri soldati, li umilieremo. Isseremo la bandiera di Allah sulla Casa Bianca».
Fra foto di soldati americani e scene di guerra, i tweet recitano minacce per nulla velate.
«SIETE I NOSTRI OBIETTIVI». «I cittadini americani saranno target dell'Isis a causa dei raid», si legge su uno.
«Gli americani saranno target di ogni musulmano al mondo ovunque si trovino», ha affermato un altro.
«Le truppe americane in Iraq ci sono mancate», ha ironizzato un tweet.
«AUTO BOMBE ALLE AMBASCIATE». «Se l'America attacca l'Iraq ogni ambasciata americana al mondo sarà esposta ad auto bombe», è stata la minaccia dell'Isis.
E qualche americano ha replicato: «State usando la tecnologia occidentale per minacciare gli Stati Uniti e ci impossesseremo del vostro hashtag», in riferimento all'uso di Twitter per veicolare le minacce.
RAID USA CON AEREI E DRONI. Il moltiplicarsi dei messaggi minatori è arrivato al terzo giorno di raid americani in Iraq con aerei e droni.
Il presidente americano, Barack Obama, ha parlato nelle ultime ore di successo dell'operazione, avvertendo però che la missione potrebbe essere lunga perché il problema in Iraq «non si risolve in settimane. È un progetto di lungo termine».
I raid e gli aiuti umanitari - ha messo in evidenza Obama - aiuteranno solo a contenere la minaccia degli estremisti sunniti fino a che i leader formeranno un nuovo governo per affrontare la crisi.
 
L’IS MINACCIA GLI USA: “PROSSIMO APPUNTAMENTO NEW YORK”
Alix Van Buren per "la Repubblica"

L’Intelligence avverte: “Stanno reclutando centinaia di miliziani in ogni parte del mondo”
“PROSSIMO appuntamento a New York”, incitano su Twitter i sostenitori dell’Is, lo Stato islamico bersagliato in Iraq dagli F-16 americani per frenarne l’impresa genocida. Il tweet è parte di decine di migliaia di messaggi comparsi ieri sotto l’hashtag #AmessagefromISIStoUS con immagini di Manhattan in fiamme e l’autografo di Abu Bakr al-Baghdadi, l’autoproclamato califfo dell’Is.

Un tale @mohibKordi personalizza: “Giuriamo davanti a Dio che entreremo nella Casa Bianca e verremo nelle vostre città”. E sotto il profilo @Sunna-Rev, per “rivoluzione sunnita”, un altro twitta a nome di una presunta rete Is già insediata negli Usa: “Siamo nel vostro Stato, siamo nelle vostre città, siamo nelle vostre strade. Siete il nostro bersaglio ovunque”, si rincorrono minacce di attentati sull’esempio dell’11 settembre.

Il rischio è reale secondo le Intelligence americane, «colte impreparate dalla rapida avanzata dell’Is» per ammissione del presidente Obama, malgrado i ripetuti moniti del capo dell’Intelligence nazionale Clapper, il quale già in gennaio avvisava che «il gruppo ha ambizioni di attaccare» il territorio americano. Gran parte dei combattenti dell’Is provengono da Paesi diversi da Iraq e Siria: un centinaio dagli Stati Uniti e oltre mille dalla Ue.

I recenti successi degli estremisti, il potente arsenale e le casse rimpinguate di denaro hanno guadagnato all’Is nuove reclute, persino dal rivale Al Qaeda eclissato dal richiamo del “Califfato”. Come dice un agente Usa al Washington Post , «il flusso è destinato ad aumentare e gli estremisti potrebbero presto vedersi in diretto conflitto con gli Stati Uniti».

È proprio l’assenza di informazioni precise sulle reclute occidentali — sulla loro identità e i loro spostamenti — a complicare l’opera delle Intelligence.

Un esempio per tutti: un americano ribattezzatosi Abusalha è rientrato inosservato negli Usa per mesi, prima di compiere un attentato suicida nelle terre controllate dall’Is: «Abusalha ha scelto di farlo in Siria anziché in America», commenta un agente Usa, «ma cosa faranno le altre decine di americani addestrati in Siria e in Iraq?». Come prima misura di cautela, il dipartimento di Stato ieri ha evacuato parte del personale Usa dal consolato di Erbil e dall’ambasciata di Bagdad.
 
IRAQ/ Isis non teme le bombe Usa: combattiamo per Allah, andremo in Paradiso

Per non morire devono convertirsi: è questa la condizione imposta dai miliziani. Cinquantamila Yazidi sono scappati nelle montagne.
 
Iraq: Obama-Renzi, rispondere all'Isis
Casa Bianca, premier italiano appoggia impegno Usa

(ANSA) - NEW YORK, 11 AGO - Il presidente americano, Barack Obama, e il premier Matteo Renzi hanno messo in evidenza, nel corso di un colloquio telefonico, l'urgenza ''degli sforzi per rispondere alla minaccia che l'Isis pone a tutti gli iracheni''.
Lo afferma la Casa Bianca, sottolineando che Renzi ha espresso il proprio appoggio per gli sforzi americani in Iraq.
 
ciao zetrix ho letto il tuo post e rimango davvero sconcertato..ci stiamo avviando noi uomini verso una distruzione di massa....ultimo caso quello riguardante l'ebola.Da alcuni articoli letti in merito all'abbattimernto dell'aereo in russia risulta che sul volo c'erano almeno 20 esperti di aids ed ebola ed alcuni di questi avevano denunciato una societa'(americana) che stavano facendo degli esperimenti con il virus ebola proprio in africa e sugli uomini..guarda caso aereo abbattuto con nessun testimone vivo.In Sicilia il caso di Caronia dove all'improvviso tutto va in fiamme,da fonti certe questi fenomeni sono iniziati nel momento in cui gli usa(america) hanno installatoil nuovo sistema "muos" sistema di armi geoelettromagnetiche in grado di alterare tutto cio' che e' naturale..In Russia,tanti che criticano Putin,ci sono delle fonti che affermano che gli americani vogliono impadronirsi delle loro risorse aiizando i paesi vicini.."caso Ucraina" Se cerchi in rete qualche articolo sull'Anticristo...spesso compare lo stesso nome "barak Obama".....
 
ciao portafortuna e vero quello che dici leggere ste cose e sconcertante e il mondo deve cominciare a svegliarsi anche l 'europa
ho letto alcuni articoli sul web che gli USA hanno paura e questo e grave in quanto la prima potenza mondiale, e la paura viene dell attentato dell 11 set
 
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