Capitano, oh mio capitano! di Matteo Tassinari
"La cocaina è il modo che usa Dio per dire che stai facendo troppi soldi, e per questa ragione automaticamente non puoi che essere un ladro. Su lo sappiamo, noi che abbiamo come minimo due ex mogli con prole da mantenere e sappiamo che si tratta di cifre con numerosi zero". Robin Williams sembrava un tenerone, un alieno un po’ sciroccato magari proveniente dal pianeta Ork, oppure un pagliaccio col nasone rosso alla pagliaccio che andava a ridere coi bambini nei reparti di leucemia, oppure nelle gonne e i bigodini di Mrs. Doubtfire, un "mammo" per sempre.
Williams. Per un periodo, è stato dipendente dalla cocaina associato all’alcol (micidiale), ma ha superato entrambe le dipendenze prima della nascita del figlio, restando sobrio per vent’anni. Nel 2002, però, in Alaska, sul set di Insomnia, ricominciò a bere. “Ero in una piccola città ai confini del mondo, ma da cui si potevano vedere lastroni di ghiaccio e monti bianchissimi e ho pensato: ‘Devo bere’. Mi sentivo solo e impaurito, era uno di quei momenti in cui lavori troppo e dici a te stesso: “Lascia andare, un bicchierino mi farà bene”. È invece fu la cosa peggiore del mondo.
Qualcuno ha suggerito che ad aggravare la ricaduta possa essere stata la morte del suo amico Christopher Reeve, nel 2004. “No”, sussurra, “è stata una ragione più egoistica. Ero in una condizione di paura e ansia generalizzate. Si pensa che gli alcolici possano alleviare le sensazioni sgradevoli. E invece non è così”. Entro neanche un paio di mesi e ti ritrovi l’affossato ch'eri prima. Questi passaggi, dove all'inizio t'inganni pensando che parte di quella sofferenza che lo stendeva molto si poteva ridimensionare tutto.
Un centinaio di giorni dopo, sei nelle difficoltà di prima, anzi ancora più demotivato perché dai bicchierini si passa velocemente alla bottiglia di vodka o Gin. Se non è ricaduto nella cocaina, è perché sapeva che lo avrebbe ucciso. “Con la cocaina ero diventato paranoico e impotente, sai che divertimento. Certo, una parte di me ha pensato di ricominciare, ma questo avrebbe comportato tante altre cose spiacevoli, tipo darsi a conversazioni inutili fino a mezzanotte, risvegliarsi all’alba sentendosi come un vampiro autorizzato a camminare di giorno. No, no, grazie, no”.
Ora riposa, tutto è a posto, il degrado di un uomo lacerato nell'anima è cessato. Ora è il momento del Mistero, che s'evita di parlare perché tutti si muore e ciò racchiude ogni nostra angolatura, spigolo, sporgenze per sempre nascoste. Ora tutto prende luce.