Novità

Spazio Satira

Detti Popolari in Continua Evoluzione
Se sei bello ti tirano le pietre.
Se sei brutto ti tirano le pietre.
Scusate il citofono
Dica
Tiziano Questa La So(Lo So)
Vada
Se sei una pietra ti tirano.
 
Dedicata a Tutte Le Persone Che Dopo Una Vita Onesta e Di Duro Lavoro
Meriterebbo Una Pensione Dignitosa(Vero Venditori Di Pentole)
Otre.jpg

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Statistica Prugna Secca o Fresca
Secondo le statistiche l'uomo mangia una prugna secca o fresca ogni 20 secondi.
Non so chi sia 'sto tizio, ma so dove trovarlo.

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Gentilmente fornito dal Grandissimo Prof. Tommaso Iurisci
I numeri non mentono mai.
Questo non significa che chi mente non possa usare i numeri.

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Da Una Ragazza Della Mia Stessa Eta(Aiutino e il Gemello Alto Preso Da Gar a Cagliari)
Entrata Nel Mio Profilo Mi Piace e La Posto
Dov'è finito il coraggio che mi ha sempre contraddistinta?
Dove si è rintanata quella leonessa agguerrita,
con i suoi artigli pronti a difendere se stessa dalla giungla della vita?
Dove se n'è andata la voglia di superare me stessa,
il desiderio di vincere tutte le sfide che la vita mi ha proposto?
Dove è fuggita la ragazza battagliera che non si voleva arrendere mai?
Dove, se non dietro alla paura di non saper affrontare nuovi dolori?
Dove, se non dietro al dolore che anche solo le parole possono dare?

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Dai Mille Di Garibaldi ai Mille Del Vasco Rosso
“Passo dopo passo”, il premier senza voti, ma con tante chiacchiere, oggi si è messo in tasca l’intera legislatura! Così Matteo Renzi nel suo intervento alla Camera per una informativa urgente sul programma dei “Mille giorni”, ha ribadito il concetto a lui caro che “i Mille giorni sono l'ultima chance per l'Italia”, il che tradotto significa: “O mangi questa minestra, o salti dalla finestra”.
Ma gli italiani ancora alla ricerca di un lavoro, i pensionati, i lavoratori dipendenti e le piccole e medie aziende alle prese con redditi da fame e tasse spropositate, i bambini, gli anziani, i malati e coloro che sono da anni in attesa di giudizio da parte di una giustizia lenta e farraginosa, e tutti i cittadini vittime di una burocrazia che serve solo a chi ci guadagna sopra, ma che per il resto serve solo a complicare la vita, non ci pensano proprio a saltare giù dalla finestra. Sarebbe un salto inutile, dacchè, nonostante le parole rassicuranti del premier, l’Italia è già precipitata e il fondo l’ha già toccato da un bel pezzo, andandosi a schiantare nel baratro della crisi economica più devastante del dopoguerra. Ma quegli stessi italiani, impoveriti, stanchi, apatici e depressi, neppure se la sentono di mangiare la minestra propinata dal premier: troppo salata e poco appagante per una pancia rimasta vuota da troppo tempo, e quindi restano alla finestra, come da sempre accade a questo popolo, a guardare quello che accadrà in questi fatidici “mille giorni”!
Garibaldi ebbe bisogno di mille uomini per unificare l'Italia, Renzi di mille giorni per salvarla!
Come al solito il premier a Montecitorio, davanti ai suoi colleghi, va a ruota libera, la chiacchiera è l’unica cosa che non gli fa difetto, e si è detto sicuro del fatto che “al termine di questo percorso - lungo mille giorni - riusciremo non soltanto a capovolgere la storia di questa legislatura ma a rimettere in pista l'Italia” E si è dichiarato pronto anche a “perdere consensi per le riforme!”.
Ma non finisce mica qui lo spot del presidente del consiglio che ha indicato l'orizzonte dell'azione del governo nella scadenza naturale della legislatura a febbraio 2018, con una priorità, su tutte: “l'approvazione della nuova legge elettorale.”!
Come se gli italiani portassero a tavola, tutti i giorni, il porcellum o l’italicum!
E poi alcuni obiettivi da realizzare nei mille giorni: “un fisco più semplice e meno caro possibile” e “un diritto del lavoro che non potrà essere quello di oggi”. Perché “non c'è cosa più iniqua che dividere i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B", ha detto Matteo Renzi alla Camera citando alcuni casi di disparità di trattamento e sottolineando che deve essere superato un "mondo del lavoro basato sull'apartheid". E poi ancora: “una legge sui diritti civili”, e poi la “riforma della Rai per sottrarre la governance ai partiti”, e poi un “miglior utilizzo dei fondi Ue”, e poi la “riforma della scuola”, e poi quella della “giustizia” e del “lavoro”, e poi una sostanziale “riduzione delle tasse”, e poi, e poi, e poi…. tra mille giorni sarà compiuto il secondo miracolo italiano, dopo quello berlusconiano: il nulla!

Fonte Freeskipper
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Novità Buste Paghe Settembre
Scatta infatti da questo mese la cosiddetta "tassa Inps", il contributo di solidarietà previsto dalla legge Fornero per coprire i bisogni di un fondo di solidarietà che dal 2016 sostituirà la cassa in deroga.
Sulla carta il nuovo salasso sarebbe dovuto partire già dal gennaio di quest'anno, ma dalle nostre parti perfino tra il dire e il tassare c’è di mezzo il mare della burocrazia!!!
E così l’applicazione del contributo, deciso nel 2012, partirà solo ora, dopo nove mesi, perché la norma come al solito aveva bisogno di circolari attuative che la rendessero applicabile.
Si tratta di un prelievo dello 0,5% sul lordo dello stipendio (vedere la voce imponibile Inps) che è per due terzi a carico del datore di lavoro e per un terzo a carico del dipendente.
Tradotto in soldoni, su un lordo di 2.000 euro i lavoratori dipendenti pagheranno lo 0,5%, quindi dieci euro, di cui 3,3 a carico del lavoratore e il resto del datore di lavoro. La cifra va però moltiplicata per nove mesi (più eventuale quattordicesima), calcolando gli arretrati. Si arriva così ad un taglio delle retribuzioni di una trentina di euro, che aumentano all’aumentare dello stipendio (ma i dirigenti sono esenti dal tributo). Dunque i lavoratori a partire da questo mese troveremo l’amara sorpresa di una decurtazione tutt’altro che trascurabile che tra l’altro renderà ben più esile la gratifica degli 80 euro concessa da Renzi.

Fonte freeskipper
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Ultime Novità Sulla Loves Storys
Nato televisivamente sulle sue reti Mediaset, ai tempi in cui Mike Buongiorno lo ebbe come concorrente alla 'Ruota della Fortuna', quell’amore proibito, potrebbe finalmente diventare pubblico e portare Silvio e Matteo a liete nozze sull'altare di un grande partito dei moderati, con la benedizione di Giorgio Napolitano.
Renzi è riuscito a "spaccare" più che a "rottamare" il Partito Democratico, e adesso che il jobs act è ad un passo dall’abrogazione dell’articolo 18 e che la nomenclatura del Nazzareno gli rema contro a ritmo di scissione, non è fantapolitica pensare ad un partito unico dei moderati, con Matteo Renzi segretario e Silvio Berlusconi pater familias.
Un partito nuovo di zecca, capace di raccogliere almeno il '50% + 1' dei voti e di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento.
Per questo motivo Matteo Renzi bombarda l’Articolo 18 il totem della sinistra e Berlusconi ignora gli appelli dei falchi azzurri contrari alla love story con il segretario dem. Nel nuovo soggetto politico entrerebbero a farne parte anche il figliol prodigo, Angelino Alfano, con il suo Ncd, i centristi ex montiani di Scelta Civica e quel che resta dell'Udc.
Dall’altra parte, nel Pd, a scissione ultimata, ci sarebbe la fusione a freddo tra dalemiani, estrema sinistra e i transfughi dei 5stelle.
Così, dopo il superamento del "bicameralismo perfetto", l’Italia entrerebbe a pieno titolo nell’era del "bipollarismo imperfetto": due poli, uno dei moderati, l’altro dei riformisti, e un pollo, da continuare a spennare a mestiere: il popolo italiano!

Fonte Freeskipper
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Un Po di Spazio alla Poesia
O ROTTAMATORE
O ROTTAMATORE di Leopolda memoria
O le persone che ti circondano sono sempre le stesse
O è stata data solamente una pennellata di vernice sopra la muffa
O ma tranquillo l’odore si sente ancora
E O come si sente

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DA PINOCHET A RENZI, CANCELLARE I DIRITTI DEL POPOLO di Giorgio Cramaschi
Nei momenti di tensione salgono dall’animo parole che non si possono trattenere. Non ci è riuscito neanche un attore consumato come Matteo Renzi. Per reagire al dispetto provato per i ritardi del Senato nell’approvazione del suo Jobs Act, il presidente del consiglio ha dichiarato: «Abbiamo aspettato 20, 30, 40 anni per le riforme, non cambierà con qualche ora in più». Successivamente una velina del suo ufficio stampa ai massmedia di regime li ha indotti a correggere la frase, per cui molti commentatori hanno l’hanno poi riportata fermandosi a venti anni, ma Renzi era arrivato a quararanta. Dunque nel profondo del suo animo il presidente del Consiglio pensa che l’articolo 18 e lo statuto dei diritti dei lavoratori avrebbero dovuto essere aboliti già nel 1974. In quell’anno il no al referendum sull’abrogazione del divorzio aveva travolto la Dc di Amintore Fanfani.

La strage fascista di piazza della Loggia a Brescia aveva ricevuto una risposta popolare enorme che aveva messo in crisi i disegni autoritari di settori degli apparati dello Stato e della eversione nera. Nelle scuole entravano i metalmeccanici che avevano da poco conquistato il diritto a studiare con permessi di 150 ore. Tutta la società italiana, nonostante tensioni e contraddizioni, era in crescita attorno alla crescita dei diritti del lavoro. Chi allora avrebbe potuto aver già in mente che, appena quattro anni dopo il varo della legge 300, si sarebbe dovuto cancellare l’articolo 18? Mi domando davvero come Renzi abbia potuto parlare di quaranta anni di ritardo nelle riforme, e siccome son convinto che non si sia sbagliato, posso arrivare ad una sola conclusione. Che egli faccia proprio lo spirito di vandea capitalista che proprio in quegli anni cominciava a definirsi nelle élites economico finanziarie mondiali.


Nel 1973 il sanguinoso colpo di Stato di Pinochet contro Allende in Cile serviva per la prima volta a sperimentare con la forza di una feroce dittatura le politiche liberiste dei “Chicago boys” di Milton Friedman. Che poi sarebbero dilagate nel mondo. Sempre nel 1973 una organizzazione multinazionale di banchieri e industriali, politici e ricconi guidata dalle élites statunitensi, la Trilaterale, aveva prodotto un manifesto programmatico nel quale si affermava la necessità che il mondo retrocedesse dall’eccesso di domanda di democrazia e garanzie sociali che si era diffuso. Quindi è vero che sotto la superficie del progresso generale si annidavano e preparavano le forze che avrebbero avviato quella controriforma liberista che dura da più di trenta anni.

Certo a nessuno nell’Italia del 1974, se non a Licio Gelli, sarebbe venuto in mente di chiedere la cancellazione della reintegra per i licenziamenti ingiusti, e di tornare così alla legge del 1966 che, come l’attuale Jobact, prevedeva solo il risarcimento monetario. Ma nell’Italia di oggi questo invece può essere affermato e presentato come innovazione. Ci sono voluti decenni, ma alla fine lo spirito di rivincita sociale che già elaborava il suo rancore in quegli anni, ha trovato un fiero interprete in Matteo Renzi. Che, parafrasando il linguaggio di un altro capo di governo non proprio democratico, ha potuto alla fine affermare: «Con lo Statuto dei Lavoratori abbiamo pazientato quarant’anni, ora basta».
 
IL CREATORE DI POSTI DI LAVORO da Freeskipper
Uno sciopero non s’inventa, così come non si creano posti di lavoro per decreto legge! Scioperare è manifestare il proprio dissenso, la propria insoddisfazione per come vanno le cose, per come viene gestito il potere, facendo sapere alla controparte che bisogna “cambiare”, ma sul serio e non per finta. Il tempo degli spot si è concluso. Adesso gli italiani aspettano fatti concreti: lavoro e occupazione per tutti, salari e pensioni dignitosi, servizi pubblici efficaci ed efficienti, fisco giusto ed equo, immigrazione controllata. Con lo sciopero si rivendicano diritti disattesi, si chiede giustizia ed equità sociale. Arrivare a scioperare è la scelta estrema e l’ultima speranza per manifestare il proprio disagio: non si scende in piazza per “ragioni inventate”! Non si sciopera, rimettendoci di tasca propria la paga di un’intera giornata di lavoro, che al giorno d’oggi non è un sacrificio di poco conto, tanto per fare una passeggiata di piacere per le vie della città! Non si sciopera così, tanto per fare, e finchè sarà possibile esercitare questo sacrosanto diritto - almeno fino a quando a qualcuno non verrà in mente di abolirlo con un voto di fiducia in Parlamento - chiunque ha il “diritto-dovere” di manifestare per far sentire la propria voce, per rivendicare le proprie ragioni.
Stipendi e pensioni da fame, mentre lorsignori scialano sui sacrifici degli italiani, disoccupazione e debito pubblico ai massimi storici, sanità, giustizia, scuola e pubblica amministrazione all’abbandono, ambiente e clima, immigrazione, tasse e casa, non sono "ragioni inventate"! Lo "sciopero" e il "voto" sono l’essenza della democrazia. Non esistono altre forme di espressione civile, pacifica e democratica per chi non ha più voce in questo Paese, soprattutto quando si nega ai cittadini il diritto di votare e di scegliersi i propri rappresentanti imponendogli dall’alto governi e parlamentari che non rappresentano il popolo sovrano, perché quel popolo - così poco sovrano, ma tanto incazzato - non li ha mai votati! Comunque sia, il premier senza voti attacca i sindacati per aver proclamato lo sciopero generale: "Ci sono stati più scioperi in queste settimane che contro tutti gli altri governi. Ma il governo sta cercando di mettere in piedi tutte le azioni necessarie per far ripartire il lavoro. Se coloro i quali non hanno mai scioperato in passato, oggi scioperano sempre, gli faccio i miei auguri. Non mi preoccupo di far scioperare le persone ma farle lavorare. Anziché passare il tempo a inventarsi ragioni per fare scioperi, mi preoccupo di creare posti di lavoro perché c'è ancora tantissimo da fare. Il Paese è diviso in due: tra chi si rassegna e chi va avanti. Ma chi oggi in Italia continua a tener duro sta ottenendo risultati. Non mi preoccupo: possono far scioperi ma noi abbiamo promesso che cambieremo e, piazza o non piazza, le cose le cambiamo". Parola di boy scout.
 
Ritorna(A Grande Richiesta) NO TAX DAI DAL 29/30 Novembre
Dentiera, cataratta, veterinario e treno gratis. E poi bonus taxi, cinema pomeridiano gratuito e naturalmente i vecchi classici: l’aumento delle pensioni minime, compresa la tredicesima, e l’abolizione delle tasse su casa e risparmi. “Questo è ciò che ci impegniamo a fare per voi quando saremo di nuovo, e presto, al governo”. Silvio Berlusconi, ha sì problemi agli occhi, ma sente le elezioni vicine e, nonostante l’uveite, strizza l’occhio agli anziani, la categoria di elettori più numerosa del Belpaese, subito dopo quella degli "amici degli animali a quattro zampe"! L’ex Cavaliere lo scrive in una lettera, inviata ai dirigenti di Forza Italia in preparazione del “no tax day” del 29 e 30 novembre. E si lascia andare con le promesse: “Ai nostri amici in pensione diciamo: non commettete l’errore che avete fatto alle ultime elezioni Europee di rassegnarvi e di non andare a votare perché l’Europa non vi è simpatica e perché non c’era Berlusconi candidato. Dovete andare a votare. Ve lo manda a dire un vostro coetaneo che vi vuole bene, proprio lui: Silvio Berlusconi”.
Segue una lista di promesse elettorali che rispolvera il Berlusconi dei vecchi tempi: “Ecco quello che ci impegniamo a fare”, scrive. “Avrete assistenza medica gratuita: odontoiatria sociale (impianti dentali gratis) e oftalmologia sociale (operazione della cataratta gratis); e infine convenienze varie: cinema al pomeriggio e treno durante la settimana gratuiti, bonus taxi e bonus acquisti, veterinario gratuito una volta al mese per i vostri amici a quattro zampe”. Il “no tax day”, secondo i suoi piani, sarà l’occasione per rilanciare Forza Italia. E ancora giù promesse: "1) Aumento delle pensioni minime a 1000 euro per 13 mensilità; 2) no alle tasse sulla casa di vostra proprietà; 3) no tasse sui vostri risparmi, quelli che volete lasciare ai vostri figli e ai vostri nipoti. Non dobbiamo permettere allo Stato di allungare le sue mani sul frutto di ciò che avete risparmiato con una vita di lavoro e di sacrifici, quello su cui avete già pagato imposte pesanti”. E, infine, torna alla carica con cani e gatti: "Avrete veterinario gratuito una volta al mese per i vostri amici a quattro zampe". La strategia è la stessa adottata in occasione delle Europee di maggio scorso: “Non sapevo”, aveva detto intervenendo alla convention dei club forzisti, “che ci fossero in Italia 7 milioni di cani, 12 milioni di gatti. Il 36% delle persone i cani e i gatti li fanno dormire sul letto, il 16% li fa dormire sotto le coperte, il 40% delle signore afferma che dopo un alterco coniugale trova serenità con un gatto o un cane”.
Preso atto che come lui non c'è nessuno e che nessuno è più berlusconiano di Matteo Renzi, il rischio che l’allievo superi il maestro in fatto di panzane è ormai scongiurato da questa lettera di Silvio agli anziani e agli amici di Dudù.

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Come disse Charles Bukowski Prima del Non Voto di Ieri:
" La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini,
in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare
"

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Regionali‬: il vero risultato Astensionisti 63,2% Pd 16,78% Lega 7,32% M5S 4,99% Forza Italia 3,15% Sel 1,21% Ncd-Udc 0,99% FdI 0,72
La Dura Legge Dei Numeri

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Se dobbiamo crepare d’austerità, allora crepi Sansone con tutti i filistei.(Di Franco Remondina)
Al di là delle opinioni politiche degli addetti ai lavori, esiste la discrepanza!

Renzi dice in sostanza che “l’astensione è un fatto secondario”! Ciò che importa è che il PD abbia vinto!

Glielo dice chiaro, ai PDidioti, che sono “utili idioti”. A questo punto compare la discrepanza tra quello che immagini debba accadere se eleggi un partito e quello che accade.

In pochi mesi di tweets, Renzi, Berlusconi, Grillo sono riusciti a compattare il più grande partito della storia!!! Per ora si fa finta di nulla, anzi i pennivendoli fanno davvero finta di considerare il problema… ma solo per qualche settimana.

C’è una discrepanza! Il “paese” comincia a interrogarsi!

Se andate a vedere gli spot per l’Europa e dell’Europa di cui si parla in quello spot, non c’è nulla. Nulla! È questa discrepanza che ti colpisce. Naturalmente il fatto che in Emilia-Romagna il presidente uscente del PD fosse stato condannato in appello per aver incassato tangenti e che 21 consiglieri regionali fossero incriminati per rimborsi che… (Un politico del PD che si fa rimborsare un vibratore?) non ha scalfito se non in parte la mentalità ottusa e ottundente dell’elettore piddino! Hanno vinto!

La discrepanza è che hanno vinto loro e ha perso e sta perdendo la nazione.

Basta con la definizione “paese”! Si comincia a capire che se gli altri, Germania, Francia USA, Russia, Inghilterra, pensano in termini di “Nazione” e noi in termini di “paese”, veniamo fatti a pezzi.

Una nazione impone rispetto, il paese impone ludibrio. In una nazione esiste una identità nazionale, in un paese esistono gelosie invidie e pettegolezzi. Nessuna identità.

Ciò che ci fa diventare nazione obtorto collo, è il fatto che degli italiani non si cura più nessuno. Vai a votare? Bravo, vota me! Non vai a votare? È un problema secondario!

L’ex paese si interroga… Come è possibile che l’europa sia così bella se ci propina questa politica assurda di austerità? Se permette che gli extracomunitari ci invadano? Se permette una tassazione ben oltre il 50%?

È la discrepanza tra dire e fare! “la prima manovra che taglia le tasse nella storia della Repubblica (Renzi e il PD) Poi vai a leggere e scopri che in tre anni le tasse aumenteranno di 68, 35 miliardi di euro. Avete letto bene! Aumenteranno!

Discrepanze! Poichè le fabbriche chiudono a migliaia, aumentano l’IVA al 25% (record!!!), lo sanno che hai perso il lavoro, ma è “secondario”! Paga anche tu le tasse! Non puoi pagare i contributi e l’irpef… ti prendiamo le tasse con l’IVA! Che bello stare in Europa…

Discrepanze!

Se non conta nulla che il 67% non si rechi a votare, abbiamo un problema democratico! La nazione sta capendo che l’unico futuro per lei è basato sull’abbandonare il ruolo di paese!

Abbiamo un’arma incredibile: siamo l’Italia! Da noi dipende il mondo! Possiamo mandare qualcuno, non Renzi o Berlusconi a contrattare in Europa. Non per chiedere la carità: siamo l’Italia.

Se decidiamo di far crollare l’europa sappiate che possiamo farlo! Ci basta dichiararlo. 160 000 (centosessantamila miliardi) di derivati bastano?

Se dichiariamo che vogliamo uscire che accade con i derivati?

Ce l’abbiamo l’arma finanziaria, se fossimo governati da Italiani, non dal sindaco di Firenze, ce l’abbiamo eccome.
 

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  • Estrazione del lotto
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