14 gennaio 1999
Truccavano il lotto A Milano 9 in manette
Al bambino chiamato a "pescare" i numeri della ruota venivano fatte scegliere le sfere trattate con il lucido
Da almeno sei anni le estrazioni erano pilotate Rendevano riconoscibili venti bussolotti su novanta
Erano anni, almeno sei, che le estrazioni del Lotto a Milano erano truccate. Lo hanno accertato gli agenti del commissariato di Cinisello Balsamo che hanno arrestato nove persone in un blitz denominato 'Dea bendata'. La polizia ha anche sequestrato alcuni miliardi di lire, in possesso degli indagati.
In dicembre sono stati arrestati Massimiliano Cassitti, 24 anni, suo fratello Mario, 27 anni, Raffaele Di Palma, 24 anni, Massimo Zinco, 29 anni, e Francesco Di Palma, 33 anni, tutti di Foggia, e Sergio Pellegrini, 35 anni, di Brugherio (Milano). Accusati di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, sono stati bloccati mentre tentavano di estorcere altro denaro a dipendenti dell'Intendenza di Finanza. Nel prosieguo dell'inchiesta, sono stati arrestati, l'altro ieri, due impiegati dell'Intendenza di Milano, Giorgio Raggi, 42 anni, di Milano, e Maddalena Vilella, 56 anni, di Cinisello, e il vigile urbano Francesco Curatoli, 53 anni, anche lui di Cinisello. E' stato invece denunciato a piede libero G.A., 58 anni, pure di Cinisello, impiegato dell'Intendenza, ritenuto il deus ex machina dell'intera vicenda. La sua collaborazione ha impresso una svolta all'indagine.
Il sistema utilizzato per truccare le estrazioni era quello di permettere ad un bambino incaricato di estrarre dall'urna i bussolotti - sempre lo stesso e legato ad una delle persone coinvolte nell'inchiesta - di riconoscere alcune sfere. Come? Una particolare mascherina che non chiudeva completamente la visuale rendeva visibili le sfere, alcune delle quali - riferite ai primi venti numeri - venivano trattate e rese più lucide a differenza delle altre che erano opacizzate. Le persone coinvolte nell'indagine erano così in grado di prevedere con ragionevole certezza l'uscita di alcuni di questi venti numeri. E puntarci sopra con frequenza anche molto denaro.
Le indagini sono cominciate circa un anno fa quando cominciarono a circolare a Cinisello Balsamo voci insistenti di persone arricchitesi con il Lotto. "Le nostre indagini - ha detto il dirigente del commissariato, Pepè - riscontrarono che la notizia era in qualche modo vera". Cominciarono ad essere sentite alcune persone, parte delle quali lavoravano all'Intendenza di Finanza e in particolare erano addette alle estrazioni del Lotto. Dopo qualche mese, alcuni di coloro che erano sottoposti ad indagine, cominciarono a collaborare con gli agenti: dapprima riluttanti, poi più convinte, sostenendo di essere entrate nel 'giro' quasi per gioco.
"Vuoi vedere - aveva detto uno di loro - che riusciamo a tirare fuori una, due o addirittura tre palline?". E in effetti si accorsero che era possibile. Cominciarono a puntare soldi, prima piccole somme, poi sempre più forti. Ma le voci girano ed altre persone hanno cominciato a giocare numeri quasi sicuri.
A un certo punto alcuni alcuni indagati avrebbero tentato di far cessare la truffa, ma hanno cominciato a subire pressioni da parte di chi voleva che il facile arricchimento continuasse. Alcuni di questi indagati avrebbero anche subito degli attentati, come esplosioni di colpi di pistola contro le saracinesche di attività commerciali dei familiari, oppure contro le proprie autovetture. E dopo questi episodi, anche perché spinti dai congiunti terrorizzati, alcuni indagati hanno deciso di collaborare con decisione. Si è arrivati così all'arresto delle prime sei persone (quattro delle quali con precedenti di polizia).
Il personaggio principale dell'intera vicenda - G.A., impiegato dell'Intendenza di Finanza di Milano, trasferito in un altro ufficio su sua richiesta - è stato indagato a piede libero con l'accusa di truffa ai danni dello Stato. Le indagini hanno poi confermato che era lui, insieme ad altri (fra i quali i tre arrestati dell'altro ieri), a "pilotare" almeno in parte l'estrazione. In particolare, il vigile urbano avrebbe avuto un compito di coordinamento, fra raccolta denaro, puntate e reinvestimento delle vincite.
In serata arriva anche il commento del ministro delle Finanze, Vincenzo Visco. E il rammarico. "Apprendo - dice - che alcuni dipendenti del ministero sono implicati in una torbida vicenda legata ad una delle più antiche e popolari manifestazioni di gioco come il Lotto. Al di là del fatto che, a quanto sembra, essi siano stati a loro volta vittime di comportamenti criminosi altrui, l'aspetto più grave che risalta ai miei occhi è che, ancora una volta la buona fede degli italiani è stata tradita da dipendenti infedeli dello Stato".
(m.m.)
14 gennaio 1999
Bei tempi quando si truccava "a mano"!