Ciao Roberto. E' estremamente difficile, in queste occasioni, trovare parole, dare consigli o condividere emozioni. E' impossibile entrare nel dolore del nostro prossimo, soprattutto quando si piange la morte di un figlio.
Solo chi ha provato lo stesso dolore è in grado di entrare in quel mondo rarefatto, in quell'abisso del nostro io più profondo e, tra l'altro, occorre farlo sempre in punta di piedi.
Anche se condivido in pieno ciò che Batticuore esprime, so che diventa arduo "affidarsi" a Dio, quando si perde ciò che si ha di più caro, quando si perde il proprio futuro, quando sarebbe normale per un uomo desiderare di vedere i propri figli ed i figli dei suoi figli. Viene a mancare, improvvisamente, quel ponte che ci proietta nel futuro. Eppure quel figlio che Dio ci ha donato, per incomprensibili motivazioni a noi del tutto ignote, quello stesso Dio decide di togliercelo. Lo stesso salmo 127 dice " Ecco, dono del Signore sono i figli, é sua grazia il frutto del grembo" .
Eppure Dio ci toglie quella voce che in una famiglia ne rappresenta l'armonia e la pienezza. E' inutile stare a dissertare sul perchè della volontà di Dio. E' un Dio cattivo ? No. Assolutamente no, considerato che ci ha donato il proprio unico Figlio e ha permesso che lo mettessero in croce. Come entrare in questa ottica ? Consentire di far uccidere il proprio figlio per dimostrare il Suo amore per noi. Tutto questo richiede solo fede, tantissima fede. C'è per l'uomo una sperenza oltre la frontiera oscura della morte ? Ci dice il salmo 16: "Tu non abbandoni la mia vita nel sepolcro, mi indicherai il sentiero della vita" . In questo momento, caro Roberto, oltre queste povere parole ,una cosa sola posso fare per te, ta moglie e l'angelo che non è materialmente presente tra voi: pregare. E questo lon faccio con tutto il cuore.