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§*§ L' ARCANO INCANTATORE §*§

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Roby

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Il pamphlet satirico "Una modesta proposta" dello scrittore Jonathan Swift, fu pubblicato per la prima volta nel 1729 ed è attualmente considerato un autentico capolavoro dell'umorismo nero.
Al momento delle sua nascita fu tuttavia frainteso da gran parte del pubblico, e l'autore venne accusato di aver scritto una prosa di cattivo gusto, e dagli intenti assolutamente immorali.
In questo celebre testo, Swift propone di risolvere il problema della povertà in Irlanda in un modo piuttosto bizzarro: attraverso il cannibalismo. I bambini poveri dovrebbero infatti essere messi all'ingrasso e venduti allìetà di un anno al mercato della carne, per poter essere utilizzati come succulenta materia prima sulle tavole die ricchi proprietari terrieri. Una soluzione agghiacciante, ma perfetta nel dramma della sovrappolalazione e della disoccupazione.

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L'autore, nel ruolo di un personaggio, suggerisce attraverso motivazioni economiche ed un convinto moralismo, di trasformare il problema dello squallore tra i cattolici irlandesi nella sua stessa soluzione. La proposta dell'autore consiste nell'ingrassare i bambini denutriti e darli da mangiare ai ricchi proprietari terrieri irlandesi. I figli dei poveri potrebbero essere venduti in un mercato della carne all'età di un anno per combattere la sovrappopolazione e la disoccupazione. Cosi facendo si risparmierebbe alle famiglie il costo del nutrimento dei figli fornendole di una piccola entrata aggiuntiva, si migliorerebbe l'alimentazione dei più ricchi e si contribuirebbe al benessere economico dell'intera nazione.

L'autore offre un supporto statistico per le sue asserzioni e fornisce dati specifici sul numero di bambini da vendere, il loro peso, il prezzo ed i possibili modi di consumazione. L'autore suggerisce alcune ricette per preparare questo delizioso tipo di carne ed è sicuro che questa cucina innovativa darà spunto per ulteriori piatti. Anticipa, inoltre, che le pratiche di vendita e di consumo di bambini avrà positivi effetti sulla moralità familiare: i mariti tratteranno le loro mogli con più rispetto ed i genitori valuteranno i loro bambini in modi finora sconosciuti. La sua conclusione è che l'implementazione di questo progetto aiuterà a risolvere i problemi complessi dell'Irlanda in materia sociale, politica ed economica più di ogni altra misura finora proposta.

Quest'opera è ritenuta il più grande esempio di ironia nella storia della letteratura inglese.
 
...Rosso come il sangue,
alcolico e piccante,
imitatissimo fin dagli anni trenta,
è uno dei cocktail più celebri al mondo...

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BLOODY MARY

La sua origine è leggendaria, e nel corso dei decenni sono stati in molti a rivendicare la sua paternità.
Si dice che la prima versione di un cocktail a base di succo di pomodoro e di vodka sia stata inventata negli anni trenta dall'attore George Jessel, ma la versione più nota è quella messa a punto dal barman Fernand Petiot e diventata famosa al King Cole bar di New York.
L'origine è molto probabilmente da ricollegare all'epiteto di Bloody Mary ( Maria la sanguinaria ), con il quale è diventata tristemente famosa Maria I Tudor, figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona, che regnò in Inghilterra soltanto dal luglio 1553 al novembre 1558, ma nel giro di pochi anni riuscì a mandare a morte centinaia di oppositori nel tentativo di restaurare il cattolicesimo.
Si ritiene che fra i primi estimatori di questo cocktail ci fosse Mary Pickford, indimenticabile diva del cinema muto.

°°°

Ingredienti

* 2 parti di vodka
* 3 parti di succo di pomodoro
* un pizzico di sale e di pepe nero
* 6 gocce di salsa Worchester
* 5 gocce di Tabasco
* 1 pizzico sale di sedano
* 1 pizzico di rafano
* qualche goccia di limone o di lime
* qualche goccia di arancia (facoltativo)

Può essere shakerato vigorosamente o mescolato lentamente, il risultato sarà lo stesso. Decorazione con un stecchino di sedano; preparare anche degli spiedini con qualche oliva, della giardiniera, qualche carota, funghi, o altra verdura; o anche carne,(salame, gamberetti, etc.) e formaggio. A volte può essere guarnito anche con asparagi sottaceto.
 
Difficile dire quale sia l'origine della fama negativa che circonda, soprattutto nel mondo anglosassone il numero 13.
Quel che è certo è che a questo numero si sono nel tempo legati avvenimenti poco edificanti. Basti pensare all'ultima cena così come viene raccontata dai Vangeli, con Giuda Iscariota tredicesimo commensale destinato a tradire il maestro Gesù, o al diabolico dio Loki che nella mitologia nordica viene indicato come tredicesima divinità capace di qualunque nefandezza. Anche i cavalieri templari, quando vennero arrestati in massa, accusati di orrendi misfatti e torturati fino alla morte perchè ammettessero la loro eresia ebbero a che fare con il numero 13. Tutto ebbe infatti inizio un venerdì 13, nel mese di ottobre dell'anno di grazia 1307.

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Se in America di solito è impossibil trovare il tredicesimo piano negli alberghi, in Italia la superstizione legata a questo numero riguarda esclusivamente la tavola. A vere tredici invitati a cena è infatti una cosa da evitare assolutamente, mentre si dice che iniziare un'impresa il 13 del mese si dice che porti fortuna.
Negli Stati Uniti una delle combinazioni considerate più nefaste è quella fra il venedrì e il numero 13. E così, quando il 13 del mese cade di venerdì, le vendite e il gioco d'azzardo subiscono un crollo vericale in tutto il paese.

Con stima saluto l'amico Roberto...
 
Il "Dizionario del diavolo" di Ambrose Bierce è stato pubblicato per la prima volta nel 1906 con il titolo "The Cynic's Word Book" cioè "Il vocabolario del cinico". Nelle intenzioni del suo autore, questa raccolta di aforismi, storielle e battute fulminanti doveva essere un vero e proprio compendio di voci esplicative, in grado di descrivere nel modo più preciso possibile la realtà del mondo che ci circonda e le tante miserie degli esseri umani. Il cinico, nella definizione dello stesso Bierce, è infatti "una carogna dalla vista così difettosa da vedere le cose come sono e non come dovrebbero essere", e quindi è in grado di demolire convenzioni e falsi miti, mettendo a nudo con grande lucidità e spietato disincanto tutti i vizi e le debolezze, le ipocrisie e i conformismi della società in cui viviamo.

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Scrittore e giornalista statunitense, Ambrose Bierce è nato in una fattoria dell'Ohio nel 1842 ed è scomparso in Messico nel 1914 in circostanze piuttosto strane.
Partito per unirsi ai rivoluzionari di Pancho Villa è infatti misteriosamente sparito nel nulla.
Cresciuto in una famiglia numerosa, ha prestato servizio nell'esercito dell'Unione nel corso della guerra di secessione americana.
Un'esperienza traumatica che riverserà nella sua prima opera pubblicata nel 1892 col titolo di "Tales of soldiers and civilians" in italiano ( Nel mezzo della vita: storie di soldati e civili ).
Si tratta di racconti di guerra, ma è già evidente la cifra caratteristica del suo stile, sempre in bilico fra realismo e orrore, visioni fantastiche e cupe pennellate ironiche.

°°°

Estratto da "IL DIZIONARIO DEL DIAVOLO"

* Alluvione: Un superiore grado di umidità.
* Altare: Luogo sul quale anticamente il sacerdote interrogava le viscere della vittima sacrificale per trarne gli auspici e ne cuoceva le carni per gli dei. Parola oggi poco usata, se non in riferimento al volontario sacrificio della libertà e della pace compiuto da due stolti individui di sesso diverso.
* Amicizia: Una nave abbastanza grande per portare due persone quando si naviga in buone acque, ma riservata a una sola quando le acque si fanno difficili.
* Ammirazione: La nostra cortese ammissione che un'altra persona ci somiglia.
* Ammirevole: Quello che faccio bene io, da non confondere con quello fai bene tu.
* Ammissione: Confessare. L'ammissione delle altrui colpe è uno dei più nobili doveri imposti dall'amore per la verità.
* Amore: Parola inventata dai poeti per far rima con cuore.
* Angoscia: Malattia che si contrae davanti allo spettacolo continuato della prosperità di un amico.
* Anno: Una serie di trecentosessantacinque delusioni.
* Antipatia: L'ispira l'amico dell'amico.
* Apatico: Sposato da sei settimane.
* Applauso: L'eco di un luogo comune.
* Astinente: Dicesi di persona debole che non sa resistere alla tentazione di negarsi un piacere.
* Audacia: Una delle più notevoli qualità dell'uomo quando è in una posizione inattaccabile.
* Bellezza: Il mezzo con cui una donna conquista l'amante e terrorizza il marito.
* Bruttezza: Dono che gli dei fanno a certe donne, e che rende possibile la virtù senza l'esercizio dell'umiltà.
* Calamità: Le calamità sono di due tipi: la nostra sfortuna e la fortuna degli altri.
* Cannone: Strumento impiegato per la rettifica dei confini nazionali.
* Catechismo: Una scelta di indovinelli teologici in cui dubbi universali ed eterni vengono risolti con risposte limitate ed evasive.
* Cavolo: Ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo.
* Cervello: Organo con cui pensiamo di pensare.
* Cinico: Mascalzone che, a causa di un difetto alla vista, vede le cose come realmente sono e non come dovrebbero essere.
* Compromesso: La composizione di un conflitto di interessi che dà a entrambi i cont
 
“Il treno ha fischiato”, metafora del dominio del Caso.............

A partire dal 1922 Pirandello intraprende la sistemazione di tutti i racconti sotto il titolo Novelle per un anno, secondo un progetto che contemplava la pubblicazione di 24 volumi, dei quali,però, prima della sua morte, ne escono soltanto quattordici: nonostante l'intento di conferire alla silloge un ordine narrativo caratterizzato da alcuni canoni quali, ad esempio, una novella per ogni giorno dell'anno, non oltre quindici per volume, ed altri, l'impianto della raccolta appare enigmatico, a causa dell'impossibilità di individuare una 'norma'regolatrice generale, come per alludere al dominio assoluto del Caso (e del Caos) sulla vita di ciascuno.Ed è, appunto, sotto l'egida di tale potere che si svolge la vicenda del 'mite' impiegato Belluca, protagonista de Il treno ha fischiato, in Novelle per un anno, a cura di M. Costanzo, 6 volumi,Meridiani Mondadori, 1990, pubblicata per la prima volta sul «Corriere della Sera» il 22 febbraio 1914. Condannato ad «una vita impossibile» contraddistinta dalla sottomissione ad una soffocante routine lavorativa, aggravata dallo scarsissimo rispetto nutrito nei suoi riguardi da colleghi e superior, nonché dalla tristissima condizione in cui versava la sua famiglia composta da «tre cieche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera», e dalle «due figliuole vedove, raccolte in casa dopo la morte dei mariti, l'una con quattro, l'altra con tre figliuoli», egli si è ridotto al rango di un automa.
Sennonché, una notte, avverte «d'improvviso, da lontano, fischiare
un treno»:......... tale «fischio»ha il potere di schiudere il «sepolcro» in cui era rinchiuso da tempo,suscitando in lui un'irrefrenabile voglia di libertà, che lo porterà a ribellarsi contro il «capo- ufficio imbestialito», e finire,così, «imbracato e trascinato all'ospizio dei matti», dal quale 'riemergerà' per tornare.alla «suacomputisteria», ma non più «come prima», poiché «di tanto in tanto» bisognava accordargli che «egli facesse una capatina in Siberia,oppure nelle foreste del Congo», tutto «in un attimo…Ora che il treno ha fischiato», a rappresentare quell'epifania da lui lungamente vagheggiata e poi realizzata nel modo più grottescoe drammatico che possa immaginarsi....
...l'ipocrisia ..il senso brillante...l'apparente cinismo..porta in sè..tutto lo scorcio..meditabondo..su un mondo opportunista..e commediante senza civiltà..
Ciascuno vive la propria vicenda in una condizione di distacco dagli altri , come in un proprio mondo, tutti sottomessi alle medesime regole, ma ciascuno coi propri sentimenti e con la propria visione della vita, coi propri concetti di vero e di falso, di reale e di normale, di bello e di brutto, di giusto e di ingiusto: ciascuno con le proprie speranze e le proprie illusioni, e l'illusione più alta e profonda è che la propria realtà sia quella vera e la sola vera.

Oggi siamo, domani no. Che faccia ci hanno dato per rappresentare la faccia del vivo. Un brutto naso? Che peso doversi portare a spasso un brutto naso per tutta la vita... Maschere, maschere... un soffio e passano, per dar posto ad altri... Ciascuno si racconcia la maschera come può. La maschera esteriore, perché dentro poi c'è l'altra, che spesso non si accorda con quella di fuori. E niente è vero! Vero il mare, sì, vera la montagna, vero il sasso, vero un filo d'erba; ma l'uomo? Sempre mascherato, senza volerlo, senza saperlo di quella tal cosa che egli in buona fede si figura di essere: bello, buono, grazioso, generoso, infelice, ecc. E questo fa tanto ridere a pensarci.....
Luigi Pirandelli.....

...mal non m'avviso..riassumendo nei tuoi..scritti...la semplicità..la creatività..la naturalezza..l'eleganza..il garbo.....
le emozioni del mettersi in gioco...

grande Marco...complimenti...
con stima..Roberto..


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...La farina del diavolo, si sa,
si trasforma in crusca,
e il diavolo può fare anche
splendide pentole ma
di solito non fa i coperchi...

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"http://www.youtube.com/v/JMeWAtNIPxc&hl=en&fs=1"
Sympathy for the devil - Rolling Stones

Il diavolo è certamente uno dei simboli più usati, all'interno di quell'enorme inventario di saggezza popolare rappresentato dai tanti detti e proverbi che infinite volte ci è capitato di ascoltare o citare.
Quando si tratta di mettere in guardia qualcuno dall'imboccare scorciatoie disoneste, o dall'accettare consigli malvagi, e dattati solo dal desiderio di ottenere per sè qualche vantaggio, anche a costo di infliggere danni a qualcun altro, il diavolo fa sempre immancabilmente la sua comparsa. E la sua ombra si affaccia anche quando al contrario si tratta di invitare qualcuno alla prudenza e all'accortezza. Infatti per riuscire a mettere a fuoco in ogni situazione tutto ciò che serve per raggiungere i propri obiettivi, e magari rintuzzare le ingiustificate pretese altrui, è importante sapere sempre dove il diavolo tiene la coda...

°°°

PILLOLE DI DIABOLICA SAGGEZZA POPOLARE

° Il diavolo dove non può ficcar la testa ficca la coda
° Il diavolo insegna a rubare, ma non a conservare
° Quando Dio ci da la farina, il diavolo ci toglie il sacco
° Il diavolo insegna a far le pentole, ma non i coperchi
° Il diavolo è padre della menzogna
° Un diavolo scaccia l'altro
° La farina del diavolo va tutta in crusca
° Il diavolo prega per tener d'occhio la preda
° Quando facciam del male, il diavolo ci tenta, quando non facciamo niente, noi tentiamo lui
° Quando i furbi vanno in processione, il diavolo porta la croce

...complimenti e grazie a Te Roberto...
 
rosemary-baby.jpg

"http://www.youtube.com/v/RxoXZEsclRk&hl=en&fs=1"
Lullaby


Elogerei e onorerei a oltranza questo fantastico film di Polanski che qui raggiunge veramente uno dei suoi apici cinematografici di sempre. Datato 1968 ma attuale e inquietante come poche pellicole di oggi lo sono, a tratti raggelante e visionario questo film si differenzia dalla mediocrità degli horror che seguono il filone "demoniaco" proprio per la parsimonia con cui il regista dosa scene da brivido e suspence, intramezzate da scene che hanno a che fare con la normalità più disarmante. Un'alchimia perfetta che lascia una sensazione strana, una consapevolezza che il Male si può annidare ovunque, anche in un bel condominio nel centro di una metropoli, nascosto dietro il viso di amabili vecchietti, all'apparenza cordiali vicini di casa.
Ed è proprio in quel palazzo che Rosemary si ritrova dopo essersi trasferita a New York con il marito, attore in erba.
Rosemary rimane in cinta e il marito comincia ad avere ruoli più importanti, tutto va per il meglio ma col tempo la tranquillità di Rosemary degenera in paranoia, in allucinanti incubi notturni, ossessionata dall'idea che i suoi vicini stiano tramando alle sue spalle qualcosa di brutto.
Veniamo trascinati negli abissi della mente di Rosemary fino al termine della gravidanza, il cui figlio però nasce morto.
Non convinta riesce poi a scoprire la verità, il marito è entrato a far parte di una setta satanica e suo figlio è salvo, ma… Il finale è fantastico, e sebbene criticato da molti, proprio le ultime sequenze regalano quella particolarità alla pellicola, ribadendo che il Male è dappertutto, che spesso prende le forme più innocenti e che è strettamente legato alla nostra quotidianità e non relegato nei castelli sui Carpazi o negli abissi dello spazio. Perfetti gli attori, soprattutto i vicini di casa (che tutto sembrano tranne ciò che realmente sono) e la stessa Mia Farrow, perfetto l'equilibrio della sceneggiatura, lenta e quasi monotona, costruita apposta per far sembrare deliri i sospetti di Rosemary e con un crescendo costante fino al gran finale. Da antologia del cinema la camminata col coltello di Rosemary, con una tensione più che palpabile. Niente altro da dire se non capolavoro
 
...Convinto di aver visto
un bambino sui binari,
un macchinista neozelandese
ha arrestato il treno in corsa...
...ma era solo un nano da giardino...

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Una brusca frenata, per un convoglio formato da numerosi vagoni, può significare danni anche gravi ai passeggeri, ma se l'ostacolo sui binari è un bambino, è logico che il macchinista faccia di tutto per fermare la corsa del treno prima che sia troppo tardi.
Immaginate però la faccia del ferroviere e di tutti i testimoni del fatto, nel momento in cui si scopre che quello che sembrava un bimbo in pericolo era soltanto un nano da giardino...un esserino di terracotta buffo, tozzo e colorato, lasciato sui binari da qualche buontempone del luogo e destinato a finire maciullato sotto il treno...Tutto ciò è accaduto a Tauranga, una località a nord di Auckland, in Nuova Zelanda, e lo stupido scherzo che avrebbe potuto avere anche conseguenze spiacevoli ( non solo per il nano :> ) è stato denunciato dalla locale compagnia ferroviaria Tranz Rail.

°°°

Arriviamo al dunque..."Salvate i nani, sottraendoli alla loro vita alienante e riportandoli nel loro habitat naturale...la foresta".
Con questo slogan il Fronte di Liberazione dei Nani da Giardino ha ingaggiato da quasi un decennio un'aspra lotta per restituire alla libertà i buffi ometti che fino a non molti anni fa facevano bella mostra di sè fra i fiori e le aiuole delle ville e villette.
Secondo molti, i nanetti sono oggi una specie in via di estinzione, simbolo di un cattivo gusto provinciale ormai al tramonto...ma il FLNG ( Front de libèration des nan de jardin ) afferma che la popolazione europea di nani ammonta tuttora a 30 milioni di statuine.
Il movimento per la liberazione dei nani da giardino ha mosso i primi passi in Francia alla fine degli anni novanta e si è rapidamente diffuso nel resto dell'Europa negli Stati Uniti e in Canada.
I paesi europei dove i seguaci di questo nuovo credo si sono dimostrati più attivi sono la Svizzera, l'Italia e la Germania.
Solo in Francia pare che siano stati liberati più di 4000 nani, tutti di terracotta e preferibilmente con una vanga in mano, segno distintivo del vero nanetto di origine controllata.

Secondo gli aderenti, i nani, essendo completamente indifesi, sono preda di malvagie persone che li imprigionano nei loro giardini; essendo creature nate nei boschi, soffrono enormemente nel dover vivere intrappolati nei giardini, costretti a sorridere. La tradizione vuole che i nani ricambino la ritrovata gioia portando fortuna al loro liberatore. Spesso i liberatori non si limitano a "riportare" i nani nel bosco, ma provvedono anche a liberare le loro anime dalla prigione in gesso in cui sono racchiuse, rompendoli (ed evitando così una nuova cattura).

Il Fronte per L'Olocausto dei nani, sorto in Germania, è un movimento simile ma più cruento; è volto infatti all'eliminazione dei nani da giardino anziché alla sola liberazione. Spesso sono protagonisti di atti clamorosi, quali ad esempio il sequestro, la decapitazione e l'esposizione pubblica dei nani rapiti.

Buon inizio di settimana a Te carissimo Zizou

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Mostro di Lochness...realtà o leggenda ?
Nelle acque del lago scozzese di Loch Ness è stata più volte segnalata la presenza di una creatura misteriosa: tra foto false e rilevazioni dirette la leggenda del leggendario mostro continua ad affascinare i curiosi. Il lago di Loch Ness è famoso più che per la sua bellezza, per i numerosi avvistamenti di un mostro leggendario, chiamato “Nessie”. Il lago si estende per quaranta miglia circa e ha acque molto profonde. Non esiste nessuna prova scientifica che attesti la reale esistenza di Nessie.
Le foto che ritraggono il mostro si sono rivelate false; altre non hanno avuto alcun valore scientifico, in quanto sembra che non siano sufficienti a dimostrare l’esistenza del mostro.
Il primo avvistamento risale al lontano Medioevo, precisamente nel 565 d.C. Nell’estate del 1933 un uomo e una donna videro una creatura mostruosa dal collo lungo che attraversava la strada mentre loro stavano costeggiando il lago con la loro auto.

Loch-Ness-Monster.jpg

<center>"Loch Ness Monster", dipinto di Hugo Josef Heikenwaelder, Austria</center>

Una delle foto più celebri di Nessie fu scattata nel 1934 da R.K.Wilson, che però molti anni dopo, in punto di morte, confessò che la foto era un falso.
Nel 1952, durante un’esibizione di motoscafi, ci fu un incidente in cui perse la vita un uomo. Pare che Nessie fosse emersa improvvisamente davanti ad un motoscafo causandone l’esplosione.
Un’altra foto famosissima fu scattata nel 1955. Però la macchia scura ritratta è stata considerata dagli scettici una semplice scia di qualche imbarcazione.
Nel 1982 una turista canadese fotografò una creatura che emergeva dalle acque del lago. Purtroppo l’immagine era un po’ sfocata e neppure questa testimonianza fu considerata una prova per l’esistenza di Nessie. Esistono, però, delle controprove che invece attesterebbero l’esistenza di Nessie.
Nel 1962 fu fondato il Loch Ness Investigation Bureau che nel 1975 riuscì a fotografare una pinna del mostro e quelle che probabilmente dovevano essere le gobbe. Tre anni dopo il lago fu perlustrato da apparecchiature che fotografarono un essere con un collo lungo e delle corna sulla testa. Nel 1978 dei sonar segnalarono la presenza di qualcosa che si muoveva alla profondità di quasi 200 metri.
La teoria più accreditata è quella che Nessie sia un plesiosauro, un dinosauro la cui estinzione risale a circa 70 milioni di anni fa.
Alcuni abitanti del luogo hanno dichiarato di aver visto il mostro uscire dal lago per cercare delle prede con cui sfamarsi, ma non esiste alcuna prova. Sono state anche collocate diverse esche in vari punti del lago, ma non c’è stato alcun risultato: in queste occasioni i sostenitori dell’esistenza di Nessie hanno dichiarato che probabilmente le esche non erano di suo gradimento.
Quello che è certo è il fatto che Nessie abbia molti “colleghi” leggendari. In un lago canadese è stato avvistato un mostro molto simile a Nessie; altri mostri marini furono avvistati nel XIV secolo nell’Oceano Atlantico e di fronte al porto di Massachusetts.
L’elenco degli esseri leggendari è lunghissimo ma di nessuno esistono prove certe che ne attestino l’esistenza.

Ho inavverttamente eliminato questo post cara Domitilla...per poi reinserirlo...in questo modo risulta la Tua risposta prima dell'argomento...un tocco di occulto in più a questo topic...chiamami sognatore...io sono convinto che esista...
 
ah!...TdF era un tuo scherzetto! .... non avevo letto la tua risposta,pensando ad un disguido, ho eliminato il mio!...niente tocco di occulto;)..sarà per la prochaine...
buon pomeriggio[:o)]
 
Nel Medioevo i gatti neri
se la passavano piuttosto male...
...ma anche oggi c'è chi
non li vede del tutto di buon occhio...


Oggi non si gira più in carrozza e le strade sono di solito ben illuminate, quindi è molto difficile che un gatto nero possa provocare gravi incidenti semplicemente attraversando la strada all'improvviso, e facendo imbizzarrire i cavalli...Tuttavia non sono del tutto scomparse del tutto le tracce di alcune antiche superstizioni, che nei secoli bui del Medioevo costarono la vita di milioni di mici in tutta Europa. All'epoca i gatti venivano considerati gli "animali delle streghe", creature diaboliche e selvagge, in cui gli spiriti maligni si reincarnavano per poter rimanere indisturbati sulla terra e continuare a provocare ogni genere di sventura...e pensare che in alcune culture i gatti ( tutti, ma in special modo quelli neri ) sono invece considerati animali benedetti e portafortuna...

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Gli Egizi furono i primi ad addomesticare i gatti, all'icirca nel 2000 a.C. considerandoli sempre creature preziose e venerabili. Utilissimi nel proteggere i raccolti di grano dai famelici attacchi dei topi, e per questo nutriti con i migliori bocconi di casa, furono per lungo tempo anche adorati come animali sacri, in quanto reincarnazioni di una delle più importanti divinità della religione egizia: Bastet, la dea della fertilità, dell'amore e della gioia, raffigurata con il corpo umano e la testa di gatto.

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In tutta Europa i gatti neri venivano considerati iettatori, ma in Inghilterra a un certo punto si diffuse la convinzione che sopravvivere dopo averne incontrato uno dovesse significare avere un'enorme fortuna. Da quel momento i gatti col pelo scuro diventarono simboli di buona sorte. Ancora oggi in alcune regioni della Gran Bretagna e della Francia un ciondolo raffigurante un micio nero è considerato un amuleto portafortuna.


NUR, lieto che i miei argomenti suscitino in Te attenzione e interesse...il piacere di conoscerti è tutto mio...mercì...

Chèr Domì...più che uno scherzetto è stata una casualità...la mia pazzia non è ancora arrivata fino a quel punto ;)...mercì a Toi...
 
Il nipote del celebre barone Frankenstein torna sul luogo del delitto, ovvero al castello di famiglia dove il famigerato avo aveva dato inizio ai nefandi esperimenti di trapianti di cervello e cadaveri da resuscitare.
Il giovane scienziato all'inizio non sembra voler seguire affatto le orme del nonno, ma naturalmente una volta ritrovata l'atmosfera giusta non potrà che seguire il suo destino e cominciare la costruzione del suo uomo artificiale...con gli inevitabili guai del caso...Il tutto è messo in scena con impareggiabile ironia, affastellando memorabili gag e portando l'arte della parodia a livelli sopraffini. Fra i magnifici tormentoni, indimenticabile quello di Frau Blucher, la domestica il cui nome basta a far imbizzarrire i cavalli,( http://it.youtube.com/watch?v=oLStLdL6xi8 ) la gobba dell'assistente Aigor che si sposta da destra a sinistra e il gioco di parole "lupo ulu-là, castello ulu-lì ( http://it.youtube.com/watch?v=JPcveP4dHws )

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All'inizio di tutto c'è il Frankenstein di Mary Shelley, capolavoro della letteratura fantastica che ha dato infinite trasposizioni cinematografiche. Pubblicato nel 1818, questo celebre romanzo ha avuto il suo primo adattamento cinematografico già all'epoca del mutoed è diventato famoso negli anni Trenta grazie ai film della Universal diretti da James Whale e interpretati da Boris Karloff, assoluto protagonista nei panni dell'infelice creatura. Negli anni Cinquanta il protagonista ritorna ad essere il Barone Frankenstein, nei film interpretati da Peter Cushing per una casa di produzione britannica, la leggendaria Hammer. Nel primo della serie, "La maschera di Frankenstein" il mostro è interpretato dall'indimenticato Christopher Lee. Un'altro grande attore ha prestato in anni più recenti il suo volto alla mostruosa creatura, Robert De Niro nel film diretto da Kenneth Branagh nel 1994. Sebbene le parodie tentate nel corso degli anni siano state parecchie, "Frankenstein Junior" rimane inarrivabile, grazie alla spassosa sceneggiatura di Mel Brooks e Gene Wilder che si dividono poi il compito: il primo dirige il film, il secondo lo interpreta insieme a Marty Feldman nel ruolo di Aigor ( memorabile la scena in cui quando Aigor va a rubare il cervello, scassinando la porta del laboratorio, si spaventa nel vedere sè stesso in uno specchio ) e Gene Hackman nel ruolo dell'eremita cieco.

...ce ne vuole più di un pizzico chèr Domì...
 
caro TdF..hai usato l'aggettivo che si addice perfettamente a questo film-capolavoro...impareggiabile....
è forse il film che ho rivisto più volte...in assoluto quello che mi ha fatto più ridere...
in una parola...impareggiabile..
buon pomeriggio[:o)]
 
Nel giardino d'inverno della grande e spettrale magione della famiglia Addams non pùò esserci posto per rose, gerani e orchidee, tronchetti della felicità o ficus benjamin, piante comuni che si possono trovare in ogni casa...Morticia è una donna molto speciale e quindi coltiva di preferenza piante carnivore...le nutre amorevolmente con squisiti hamburger e dolcissime carezze, e si lascia a sua volta abbracciare dai lunghi e avvolgenti tentacoli dell'amatissima Cleopatra, detta la "strangolatrice africana". Il marito Gomez forse è un pò geloso, ma non può che rimanere intenerito davanti alla tragica e romantica storia d'amore che lei gli racconta, fra il corbezzolo rampicante e il verme di mezzanotte, che si innamorano e si uniscono, ma poi finiscono con il soffocarsi a vicenda...

pinsettivore.jpg

"http://www.youtube.com/v/_8wAHNs05_4&hl=en&fs=1"

Nella realtà le piante carnivore non sono affatto così pericolose come si racconta nei film o telefilm di genere fantastico. Anche in Italia esistono diversi tipi di piante che si sono ben adattate a vivere in ambienti particolari come paludi o torbiere, caratterizzati da un suolo molto acido e privo di nutrimenti, ricavando le sostanze nutritive dalla digestione di proteine animali. Le piante carnivore si nutrono quindi di insetti, larve e piccolissimi crostacei, che vengono catturati mediante delle vere e proprie trappole, solitamente derivanti da un'opportuna modifica della forma delle foglie.
Esistono almeno cinque diversi tipi di trappole, giusto per giungere al "leit motiv" di questo topic...la più spettacolare è quella cosiddetta a tagliola, in cui un rapido movimento a scatto delle foglie è in grado di immobilizzare l'insetto all'interno. Meno scenografico ma ugualmente è l'intrappolamento della preda mediante una mucillaggine collosa che viene secreta dalla pianta o per mezzo di una vescicola in grado di aspirare il malcapitato insetto creando una sorta di vuoto di pressione...nel mondo esistono più di 600 tipi di piante carnivore e il primo a scrivere un trattato su esse fu Charles Darwin nel 1875.
 
Jack Lo Squartatore non fu il primo Serial Killer della storia...ma è sicuramente tra i più famosi, anche perchè la sua identità rimane tutt'ora ignota nonostante siano passati molti anni dagli efferati delitti commessi nell'Est End di Londra, nella zona di Whitechapel, tra il 31 agosto 1888 e il 9 novembre di quello stesso anno... ...dopodichè scomparve nel nulla e nessuno seppe più niente fino a qualche decennio dopo quando alcuni assassini cercarono di imitare le imprese di Jack.

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La prima vittima, Mary Anne Nichols, una prostituta di 42 anni, alle 2.30 di venerdì 31 agosto venne avvicinata da quello che crede sia un normale cliente..ma, giunti in un luogo poco illuminato...Jack la strangolò, la sgozzò con una lama affilatissima, la sventrò e la privò degli organi interni con una precisione chirurgica (sembra tra l'altro che all'omicida non interessi lo stupro ma soltanto il ventre, l'utero delle sue vittime).

L'8 settembre fu la volta di un'altra prostituta, Anne Chapman, particolarmente malconcia e denutrita, che Jack assassinò in un vicolo non lontano dal luogo in cui fu commesso il primo omicidio...straziandone il corpo e riducendola ancor peggio della sua prima vittima. Quando trovarono il corpo esanime constatarono che era stata sgozzata, presentava uno squarcio sul collo coperto da un fazzoletto, due anelli di ottone e i pochi spiccioli che Anne aveva in tasca erano riposti ai sui piedi, i polmoni erano stati lesionati, il fegato tagliuzzato e le interiora disposte sul petto, mentre il cuore era stato asportato. Vicino al corpo...una firma, un biglietto su cui erano vergate le parole Jack The Ripper (Jack Lo Squartatore).

Il 30 settembre Jack miete altre due vittime,Elizabeth Stride e Catherine Eddowes; disturbato mentre compiva il primo omicidio, Jack si rifece sulla seconda prostituta dilaniando il corpo e lasciandola in condizioni spaventose. Il giorno seguente venne recapitata una lettera ad un ospedale di Londra contenente un pezzo di rene, indirizzata "dall'Inferno" e firmata ancora una volta Jack The Ripper.

Nessuno aveva sentito le vittime gridare, segno che l'assassino aveva agito così rapidamente da non lasciargliene il tempo...e che avrebbe potuto farlo ancora e ancora, senza possibilità di difesa. A londra scoppiò il caos, tutti erano terrorizzati, il quartiere in cui furono commessi gli omicidi fu cosparso di poliziotti in divisa e in borghese...ma tutto questo, anzichè spaventare Jack, sembrò divertirlo, al punto che cominciò ad inviare, a Scotland Yard e ai giornali, una serie di lettere vergate in rosso in cui si prendeva spudoratamente beffa di chi avrebbe dovuto por termine alla sua follia. Qui di seguito è riportato uno stralcio di testo della prima missiva.

"Caro Capo, continuo a sentir dire che la polizia mi ha preso, ma si direbbe proprio di no. mi son fatto quattro risate quando si sono pavoneggiati per aver trovato la giusta traccia...cari signori, sono a caccia di puttane, e non la smetterò fino a quando non mi passerà la voglia. A proposito, l'altra notte ho fatto un buon lavoro: non ho lasciato alla signora neppure tempo di gridare. come farete a prendermi? Mi piace il mio mestiere, e non ho la minima intenzione di smettere. La prossima volta taglierò le orecchie alla signora e ve le manderò. Come un ricordino, che ne dite? Distintamente vostro Jack The Ripper"

L'ultimo omicidio, quello della prostituta irlandese Jeanette Kelly, il 9 novembre alle 3.30, è tra tutti il più efferato, anche perchè fu consumato nell'abitazione della ragazza e quindi Jack aveva tutto il tempo per agire indisturbato. Quando il corpo fu ritrovato, Janette Kelly era a malepena riconoscibile...i particolari li ometto.

Dopo l'ultimo omicidio, di Jack non vi fu più traccia. Solo negli anni '50 uno psicopatico, un certo Reginald John Christie, assassinò alcune giovani prostitute sul modello di Jack Lo Squartatore, che però qualche anno più tardi fu smasch
 
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In tutte le regioni del sud e soprattutto in Sicilia, gli ossi di morto venivano offerti alle anime dei defunti la notte del 2 Novembre, come viatico perchè i morti continuassero a riposare in pace e per ivitarli a portare ai bambini tanti regali. Una delle ricette classiche è quella che si tramanda da secoli a Catania, dove gli ossi di morto sono detti anche "pasta di garofano", perchè vengono prodotti utilizzando principalmente zucchero, farina e chiodi di garofano. A forma di teschio, tibia o femore, gli ossi di morto cotti secondo tradizione sono un dolce molto particolare, che si sfarina sotto i denti, proprio come farebbero le ossa calcinate, lasciando come residuo uno strato croccante di pasta ccolor marroncino che potrebbe far pensare al colore di una bara. Gli ossi di morto possono però essere ottenuti anche con mandorle tritate, burro e uova, e in questo caso la pasta che si ottiene è decisamente più dura, adatta ai denti più resistenti.

°°°

OSSI DI MORTO

Ingredienti

mandorle tritate 200g
zucchero 200g
burro 30g a temperatura ambiente
farina 200g
3 chiodi di garofano
un pizzico di cannella in polvere
1 albume
la scorza grattugiata di mezzo limone

Ridurre in polvere i chiodi di garofano con un cucchiaio...unire gli ingredienti, mescolandoli accuratamente fino a formare un composto omogeneo...stendere la sfoglia fino a raggiungere uno spessore di circa un centimetro e di seguito tagliarla a strisce del diametro di circa un centimetro...posizionare le strisce di pasta su una teglia imburrata e mettere in forno caldo a 170°...cuocere per 20 minuti circa Questi dolci andranno mangiati freddi e accompagnati da vino passito. Al posto delle mandorle si possono utilizzare 250g di nocciole, mentre, per avere un dolce al sapore di cioccolato, all'impasto si possono aggiungere 10g di cacao.
 
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