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°°° LA MUSICA : IL VORTICE DELL'ANIMA °°°

  • Creatore Discussione Creatore Discussione Roby
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"La morte non va temuta
perché quando ci siamo noi non c'è lei
e quando c'è lei non ci siamo noi"

Epicuro

feuille_morte.jpg


"http://www.youtube.com/v/YyknBTm_YyM&hl=it"

Camille Saint Saens
- Danse macabre - </center>
 
<center>« Se allora invece di lanciarti nel mondo
tu fossi diventato un pensatore,
avresti potuto provocare qualche guaio.
Saresti cioè diventato un mistico.
I mistici sono, per dirla in breve e un po' grossolanamente,
quei pensatori che non sanno staccarsi dalle rappresentazioni,
quindi non sono per nulla pensatori.
Sono artisti segreti:
poeti senza versi,
pittori senza pennello,
musicisti senza note.
Ci sono fra loro spiriti nobili e altamente dotati,
ma sono tutti, senza eccezione, degli uomini infelici. »

Herman Hesse, Narciso e Boccadoro

</center>


<center>"http://www.youtube.com/v/3UYfa0jeL4k&hl=it"</center>
 
...il linguaggio non significa tutti i sensi del mondo..
ma nelle sue pieghe..lì può evocare..o portarne una traccia..aggiungo..come un profumo!..Parlando..forse..nella stessa lingua..spesso ci si intende..Il vocabolario garantisce una decifrazione comune delle parole in significati..ma intorno alle parole o a volte nelle trappole del discorso..si innescano mille derive..come in analisi o nell'equivoco..per cui si dice o si comprende molto di più del loro significato..(spesso qualcosa di diverso..o di insospettabile rispetto a quello che si credeva di dire o capire)..Succede insomma che l'allegoria (che si decifra una volta per tutte con una chiave)abbia risonanze..simboliche indecifrabili e irresistibili..se un gioco enegmistico ha una chiave sola....l'enigma ne ha infinite;ma non è detto che un indovinello..non possa suggerire fantasie..e pensieri laterali..alla sua soluzione...non sono pertinenti alle regole del gioco.. certo..e non servono a risolverlo ma credo che sono inevitabili e possono avere persino una loro privata inusuale ricchezza..che dice qualcosa..(a volte più di qualcosa).....di qualcuno....

www.youtube.com/v/l-1rAyztaCo&hl=it"
 
Il cuore del simbolo.....
Nel San matteo e l'angelo,Caravaggio qui...(www.youtube.com/v/kWCbP8BcMPM&hl=it"><) raffigurato in alcune sue meravigliose..opere..(a proposito marco---riesce per cortesia a postare l'affresco in questione in tutto il suo splendore...io non ci sono riuscito..non sono molto pratico..scusa..)mette in scena un'apparizione incantata e misteriosa..un vecchio del popolo si appresta a scrivere qualcosa..ma si volta all'improvviso..nell'aria nera vola un angelo bambino,che compie un gesto strano...estende l'indice della mano sinistra con il pollice della destra come nell'atto di contare..il quadro è enigmatico e commovente ma è difficile dire perchè...
l'iconologia intorno a matteo e all'angelo fornisce molti elementi per ricostruirne un "significato" simbolico dell'ispirazione per lo scrittore..l'angelo che appare a matteo che si accinge a scrivere il vangelo viene spesso raffigurato nell'atto del dettare..ma che cosa significa quel gesto oscuro>??l'angelo compita il dettato del testo sacro..,allude alle cabale numeriche delle scritture..o al mestiere dell'evangelista..esattore delle imposte a Carfanao?..l'incanto della tela sta in quei "significati" nella materia pittorica della luce e dell'ombra..o nell'evocazione privata che ad ognuno suggerisce..e la cui somma universale è racchiusa in una figura??c'è qui l'apparizione tenera e fulminante di un fanciullo a un anziano ma anche l'innesco di infinite avventure simboliche possibili..dal bambino che vola come "simbolo" dell'anima..alla figura della Melanconia circondata da fanciulli....la scena muove il cuore..e fa pensare..ma non si lascia tradurre in un significato..(continua)...
 
<center>Caro Roberto...
...ecco l'affresco del Caravaggio in tutto il Suo splendore...
...mi sono permesso di accompagnarlo col Tuo altrettanto splendido
scritto, ove in poche righe ne hai colto la piena essenza...
Merci...

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San Matteo e l'angelo
Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1602
olio su tela, 295 × 195 cm
Roma, San Luigi dei Francesi

***
pablo Posted - 28/05/2008 : 16:03:23

Il cuore del simbolo.....
Nel San matteo e l'angelo,Caravaggio,qui raffigurato in alcune sue meravigliose opere.
(www.youtube.com/v/kWCbP8BcMPM&hl=it"><)mette in scena un'apparizione incantata e misteriosa..un vecchio del popolo si appresta a scrivere qualcosa..ma si volta all'improvviso..nell'aria nera vola un angelo bambino,che compie un gesto strano..estende l'indice della mano sinistra con il pollice della destra come nell'atto di contare..il quadro è enigmatico e commovente ma è difficile dire perchè...
l'iconologia intorno a matteo e all'angelo fornisce molti elementi per ricostruirne un "significato" simbolico dell'ispirazione per lo scrittore..l'angelo che appare a matteo che si accinge a scrivere il vangelo viene spesso raffigurato nell'atto del dettare..ma che cosa significa quel gesto oscuro>??l'angelo compita il dettato del testo sacro..,allude alle cabale numeriche delle scritture..o al mestiere dell'evangelista..esattore delle imposte a Carfanao?..l'incanto della tela sta in quei "significati" nella materia pittorica della luce e dell'ombra..o nell'evocazione privata che ad ognuno suggerisce..e la cui somma universale è racchiusa in una figura?? c'è qui l'apparizione tenera e fulminante di un fanciullo a un anziano ma anche l'innesco di infinite avventure simboliche possibili..dal bambino che vola come "simbolo" dell'anima..alla figura della Melanconia circondata da fanciulli....la scena muove il cuore..e fa pensare..ma non si lascia tradurre in un significato.</center>
 
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lacrime.jpg



"http://www.youtube.com/v/I5lsBDcIYes&hl=it"

Henry Purcell

When I am laid in earth

****

dall'Eneide


"Allora Didone, tremante, esasperata
per il suo scellerato disegno, volgendo
attorno gli occhi iniettati di sangue, le gote sparse
di livide macchie e pallida della prossima morte,
irrompe nelle stanze interne della casa
e sale furibonda l'alto rogo, sguaina
la spada dardiana, 1 regalo non chiesto per simile scopo.
Dopo aver guardato le vesti lasciate da Enea
e il noto letto, dopo aver indugiato un poco
in lagrime di pensieri, si gettò su quel letto
lunga e distesa e disse poche, estreme parole:
" O relique, che foste così dolci finche
lo permettevano i Fati e un Dio: ora accogliete
quest'anima, scioglietemi da tutti i miei tormenti.
Vissi, ho compiuto il cammino concessomi dalla Fortuna,
e adesso un'immagine grande di me se ne andrà sottoterra.
Fondai una grande città, vidi sorgerne alte le mura,
vendicai il marito, inflissi al fratello nemico
giuste pene: felice, ahi, troppo felice se solo
non fossero mai arrivate ai nostri nidi sabbiosi
navi dardiane!". Disse e premé la bocca sul letto.
"Moriamo senza vendetta - riprese. - Ma moriamo.
Così, anche così giova scendere alle Ombre.
Il crudele Troiano vedrà dall'alto del mare
il fuoco e trarrà funesti presagi dalla mia morte".
Tra queste parole le ancelle la vedono abbandonarsi
sul ferro e vedon la lama spumante di sangue,
vedono sporche di sangue le mani. Un grido si leva
per tutta la reggia, la fama s'avventa
infuria per la città, le case fremano d'urla,
di lamenti e di gemiti di donne, l'aria suona
di grandi pianti, come se Cartagine o Tiro
invase dai nemici crollassero, e rabbiose
le fiamme s'attorcessero tra le case ed i templi.

La sorella sentì la notizia e atterrita
con una corsa affannosa, graffiandosi la faccia
con le unghie, picchiandosi i pugni contro il petto,
attraversa la folla chiamando la morente
per nome: " Sorella, per questo mi volevi? Che inganno
doloroso! Per questo che volevi il rogo, i fuochi
e gli altari? Che cosa dovrò pianger di più:
la tua morte o questo disperato esser sola 3
nella morte? Sorella, perché non m'hai voluta
tua compagna morendo? M'avessi tu chiamata
ad una stessa morte: un egual dolore
ed una stessa ora ci avrebbe colte entrambe.
Ed io con queste mani eressi il rogo, invocai
gli Dei patrii, per essere da te lontana nell'ora
della morte! Sorella, hai ucciso te e me
e il popolo e i padri sidoni 4 e tutta la tua città!
Ma adesso lasciatemi lavare la ferita,
lasciatemi raccogliere con le labbra l'estremo
suo alito, se ancora le aleggia intorno un soffio
di vita!". Precipitosa era salita sugli alti
gradini del rogo e abbracciata la sorella morente
la stringeva gemendo al seno e con la veste
tentava di asciugare il nero sangue. Didone
mentre cerca di alzare gli occhi che non riuscivano
a stare aperti sviene; la ferita profonda
nel petto stride: Tre volte riuscì a levarsi sul gomito,
tre volte ricadde sul letto: nell'alto cielo cercò
con gli occhi erranti la luce, vedendola gemette.
Allora Giunone, pietosa del suo lungo dolore
e della straziante agonia, mandò giù dall'Olimpo
Iride, che liberasse l'anima che lottava
invano per svincolarsi dai legami del corpo.
Poiché lei non moriva di giusta morte, decisa
dal Fato, ma anzitempo in un accesso d'ira,
Proserpina non le aveva ancora strappato di testa
il biondo fatale capello e non aveva ancora
consacrato il suo capo all'Inferno e allo Stige.
La rugiadosa Iride con le sue penne di croco
brillanti contro sole di mille varii colori
volò attraverso il cielo e si fermò su di lei.
"Questo capello - disse - porto consacrato a Dite
per ordine divino, e ti sciolgo da queste
tue membra ". Con la destra strappò il capello: insieme
si spense il calore nel corpo, la vita svanì nel vento"</center></font id
 
<center>
"http://www.youtube.com/v/Oq4iEhRpAcY&hl=it"

Gabriel Faurè

Après un reve


MilnerVisionaryDreamer.jpg




Dans un sommeil que charmait ton image
Je rêvais le bonheur ardent mirage,
Tes yeux étaient plus doux, ta voix pure et sonore,
Tu rayonnais comme un ciel éclairé par l´aurore;
Tu m´appelais et je quittais la terre
Pour m´enfuir avec toi vers la lumière,
Les cieux pour nous entr´ouvraient leurs nues,
Splendeurs inconnues, lueurs divines entrevues,
Hélas!
Hélas! triste réveil des songes
Je t´appelle, ô nuit, rends moi tes mensonges,
Reviens, reviens radieuse,
Reviens ô nuit mystérieuse!</center>
 
<center>

Quando passeggio le onde del mare sono annegato da un senso d’eterno che si estende in tutto il mio corpo e mi protendo verso universi stellari e paradisiaci giungendo nel contempo a dimenticare il particolare per universalizzarmi in una dimensione onirica dove lo spazio tempo ha un’altra dimensione, quella universale. Non esistono punti, ma tutto è assunto nel cerchio di una sfera perfetta dove inizio e fine si congiungono non avendo mai termine. Allora non esistono dimensioni temporali e spaziali, ma è il sogno a dominare un senso compiuto e dove l’origine di ogni cosa è scissa dalla corporeità della realtà. Il mare è l’origine delle tempeste, delle devastazioni, ma anche delle acque placide in cui abitano sia la bellezza di Afrodite e il mondo incantato delle sirene.. Il mare è porto e perciò arrivo e partenza dei più reconditi motivi mitici dove l’immortalità ha un valore epico ed epocale. Il mare come riverbero delle onde che incessantemente scolpiscono l’eterno attimo che sempre sfugge ad ogni conglobazione . Si è trasportati all’ora del tramonto verso un coinvolgimento personale e struggente del farsi effimera cosa ogni altra forma umana che non sia la consapevolezza che mentre ad ovest si perde l’astro calante, ad est nasce il plenilunio che dona la sfera.


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Ludovico Einaudi

Le onde

"http://www.youtube.com/v/Gr4FN_DOpSk&hl=it" </center>
 
<center>
S’ode ancora il mare

Già da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d’uccelli delle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

Salvatore Quasimodo

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"http://www.youtube.com/v/R8MzHqkNBwo&hl=it"

Ludovico Einaudi

Oltremare</center>
 
(grazie marco)...www.youtube.com/v/6TfAyX8l5-g&hl=it"
(continua 2°parte)..con un incanto simile..la musica che accompagna l'evocazione dei "drei Knaben" nel flauto magico..bambini volanti su una nuvola..piccoli angeli..ha qualcosa di angelico e di infantile:spesso mozart è ,come è stato detto fin troppo,celestiale:nei luoghi più fanciulleschi(penso all'andante della sonata in do K545"la facile")o rarefatti(come l'aerea coda al minuetto del quartetto K428).quel terzetto andando per analogie è acuto come le voci bianche,semplice nell'impianto come un ritornello infantile,discendente nella melodia come il volo di un angelo soccorritore,e cullante come una ninna nanna.Il basso albertino di quell'andante..l'accompagnamento più elementare,piccolo tormento per piccoli pianisti può evocare un bambino che suona una sonatina facile.E il leggerissimo staccato di quella coda è in qualche modo analogo a una fantasia di passi celesti e infantili.C'è in queste musiche il profumo simbolico preciso e irresistibile dell'angelo bambino,ma è arduo dire dove e come la partitura lo significhi.Con la stessa perentorietà e lo stesso enigma il bambino e l'angelo compaiono spesso come simboli decisivi nei sogni..e molte volte in coincidenza con trasformazioni interiori profonde del sognatore:una riconquistata capacità di abbandonarsi all'amore o di mettere mano a un proprio talento.C'è un punto...forse.. nella propria vita in cui si incontra l'angelo...con lo sguardo stupito di matteo o con il sorriso di Mozart ed è un pò come ritrovare la parte di sè perduta o come ritornare a una forma di sè felice ed enigmatica.L'angelo bambino compare in Caravaggio..in Mozart come un simbolo importante..ma non significa amore,grazia e ispirazione più di quanto non parli della ricongiunzione con la propria anima o con la semplicità della fanciullezza....Si comprende,ma non sta dentro un significato.IL simbolo è intellegibile e intraducibile.Nella Madonna con angeli e santi e federico da montefeltro orante di Piero della Francesca capolavoro di silenziosa compostezza colpisce quell'uovo di struzzo che pende dalla conchiglia dell'abside sul capo della Madonna....é un dettaglio indimenticabile per chiunque abbia visto il quadro almeno una volta.E'perfetto... non potrebbe essere che così e lì...sospeso nella luce calma e centro astratto della scena.E' stravagante anche..non si sa bene che senso dargli..dunque..come si dice "sarà simbolico".I dizionari dei simboli in arte ci dicono che nelle religioni orientali l'uovo era simbolo di rinascita, che in ambito cristiano simbolizzava la resurrezione di Cristo.L'uovo di struzzo poi deposto nella sabbia e "covato da sè"stava per la nascita di una vergine e concretamente era spesso appeso come oggetto prezioso,decorativo e simbolico..all'interno delle chiese.Eppure la somma di questi significati da vocabolario non dà il senso e l'emozione che si percepiscono a vedere quell'uovo.. in una conclusione metafisica della forma....tranquilla compiutezza di una visione del mondo..ma anche sogno di essere dolcemente racchiuso..come il bambino nella madre..o il senso delle cose in un quadro......"il simbolo"che non ha vocabolario.....(continua)...
 
<center>

"T'amo senza sapere come, ne' quando ne' da dove,
t'amo direttamente senza problemi ne' orgoglio:
cosi' ti amo perche' non so amare altrimenti
che cosi', in questo modo in cui non sono e non sei,
cosi' vicino che la tua mano sul mio petto e' mia,
cosi' vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno."

Pablo Neruda


pianoforte_rosabianca.jpg



"http://www.youtube.com/v/JbsvPMbC55A&hl=it"

Margherita Argerich plays Tchaikovsky Piano concerto part 1</center>
 
...se è vero...che la musica produce pensieri passando dal corpo e dal cuore..l'unico modo di saperne qualcosa..è di attraversarla..indagando il cuore..e abbandonandosi al corpo..(e non è detto che se ne esca vincenti,che se ne governi il senso..o che se ne sappia poi dire qualcosa)...e cercare di parlarne..intendo..di chiudere la musica in un discorso..che la esaurisca è ancora un'illusione...la consolazione..che la nostra specie parlante alla fin fine afferri qualcosa dicendola!!!...conviene ..forse..allora rassegnarsi a frammenti di discorso ad approssimazioni sempre più fini a quei momenti felici del parlare che per un attimo vanno più vicino alle cose..è questo il momento magico..per cui un quadro ci chiama dal fondo di una chiesa..un'architettura ci sembra per un momento "casa mentale" e un libro all'improvviso "fratello"..strano fare della mente..che non merita discorsi ma forse piccoli tentativi di orecchiarne le abitudini...aggiungo..solo chiacchiere musicali..

www.youtube.com/v/Y8AvlMJwCgM&hl=it"
 
<center>
...la leggenda del pianista sull'oceano...


Danny Boodman, un macchinista nero del transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassetta di limoni nella prima classe della nave. Gli dà come nome il proprio, Danny Boodman, aggiungendovi la dicitura presente sulla cassetta in cui lo ha trovato ("T.D. Lemon") ed il secolo dell'anno in cui è nato ("Novecento"): Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Decide di allevarlo in segreto, per impedire che possano portarglielo via. Il bambino vive così i primissimi anni della sua infanzia nella sala macchine del piroscafo, salvo poi uscirne conoscendo e conquistandosi la simpatia dei restanti membri dell'equipaggio. In seguito alla morte accidentale del padre adottivo, dovuta soprattutto ai grossi lavori nella sala macchine, il fanciullo riesce a sottrarsi ai poliziotti che, dietro ordine del capitano, dovevano prelevarlo e consegnarlo presso un orfanotrofio; scompare per giorni interi, ma infine, con somma sorpresa di tutti, si fa ritrovare una notte in prima classe mentre suona il pianoforte con eccezionale bravura. Col passare degli anni diventa il pianista della nave, suonando per i passeggeri durante le serate e per conto proprio, in terza classe, con un altro pianoforte. Molti anni dopo, senza essere nel frattempo mai sceso dal transatlantico, conosce Max Tooney, un trombettista con il quale suonerà per molti anni e stringerà una solida amicizia. La notizia della sua bravura come improvvisatore ed esecutore si diffonde, al punto di condurre da lui un altro pianista, il famoso Ferdinand "Jelly Roll" Morton, che lo sfiderà in un duello all'ultima nota. Novecento non cede alle ripetute esortazioni dell'amico a scendere dalla nave ed andare incontro alla fama ed al successo, e resta a bordo anche quando Max lo lascia, all'alba della Seconda Guerra Mondiale, per andare a cercare fortuna altrove. Diversi anni dopo, quando il transatlantico è in disarmo e ormai prossimo ad essere distrutto, Max vi ritrova l'amico, facendo un ultimo disperato tentativo per convincerlo a scendere dalla nave, tentativo che con sua grande amarezza si rivelerà vano.


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"http://www.youtube.com/v/2B0hsv6_VRk&hl=it" </center>
 
..se il mondo fosse soltanto un sistema di segni per comprenderlo sarebbe sufficiente conoscerne il significato.Gli enigmi così si ridurrebbero a giochi enigmistici o a geroglifici.E la comprensione starebbe tutta nella sua...decifrazione.E' quello che fa Edipo.L'enigma della Sfinge....qual'è l'animale che all'aurora cammina con quattro zampe,al pomeriggio con due,alla sera con tre?...pone in realtà più di una domanda misteriosa:qual'è il destino dell'uomo nel tempo..ad esempio ..o quanti sensi possono avere le parole.Edipo riduce tanto mistero a un indovinello..e lo risove una volta per tutte.Il trucco dei segni è svelato..ma l'enigma resta..


www.youtube.com/v/Hm2Q5bjO2z0&hl=it"
 
<center>
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</center>

<center>Arvo Part

"Spiegel im Spiegel'

"http://www.youtube.com/v/QtFPdBUl7XQ&hl=it" type="


...pezzo musicalmente minimo... eppure produce una serena tranquillità....</center>






Se stiamo guardando la stessa luna, Non Siamo Poi Cosi' Lontani......
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<center>Un notturno (dal francese nocturne) è una composizione musicale ispirata alla notte.

La definizione notturno fu per la prima volta applicata nel XVIII secolo, quando stava ad indicare un'opera in vari movimenti. Alcune volte si può trovare l'equivalente in italiano; un esempio la Serenata Notturna di Mozart. In questo periodo, il lavoro non era necessariamente evocativo della notte, ma poteva essere pensato per l'esecuzione notturna, similmente a una serenata.

Nella sua forma più familiare di brano composto da un unico movimento scritto solitamente per pianoforte solista, il notturno era popolare soprattutto nel XIX secolo. I primi notturni ad essere pensati e scritti come tali furono del compositore irlandese John Field, generalmente ricordato come il padre del notturno moderno. In ogni caso, l'esponente più famoso di questa forma musicale fu Frédéric Chopin, che ne scrisse 21.

Compositori più recenti che ne scrissero per pianoforte furono Gabriel Fauré ed Erik Satie.

Uno dei pezzi più famosi della musica del XIX secolo fu il Notturno n. 5 di Ignace Leybach, che è al giorno d'oggi praticamente dimenticato.

Altri esempi di notturni comprendono quello per orchestra dalla musiche di scena per il Sogno di una Notte di Mezza Estate composto da Felix Mendelssohn e i tre per orchestra e coro femminile di Claude Debussy, che ne compose anche uno per piano solista.

Il primo movimento della sonata "Chiaro di luna" di Beethoven è anche stato considerato un notturno (certamente Ludwig Rellstab, che le diede quel nome, lo percepiva come evocativo della notte), anche se Beethoven non lo definiva come tale.

I notturni sono generalmente percepiti come tranquilli, spesso espressivi e lirici, alcune volte piuttosto pessimisti, ma in pratica pezzi che rientrano sotto la definizione di notturni comunicano svariate sensazioni e stati d'animo: il secondo tra i notturni per orchestra di Debussy, "Fêtes" è, ad esempio, molto vivace.


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"http://www.youtube.com/v/6cxkLZoEFEk&hl=it"

Maurizio Poliini plays Chopin Nocturne n.8 op.27</center>
 
<center>
autres-actualites-freneuse-france-1144561335-1189256.jpg


"http://www.youtube.com/v/gOkwrbCijrw&hl=it"

Edgar Ordonez

Nocturne n.1


"http://www.youtube.com/v/cKTWwtRzAh4&hl=it"

Edgar Ordonez

Nocturne n.2</center>
 
<center>

Ascolto note
del mio e tuo silenzio
forse è musica



blue%20eyes2.jpg



"http://www.youtube.com/v/S5wJyLFnxNk&hl=it"

Vangelis

Rachel's song</center>
 
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