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...La prima volta che ascoltai un brano di Rachmaninoff
fù in una di quelle solite giornate autunnali con il cielo scuro,
il sole di quel colore rosso intenso
che mette una certa inquietudine nel mio animo,
e il vento leggero ma gelido che da il senso del nulla.
Non so perchè ma tutto questo
e quella dolce e malinconica melodia
che è il 3° concerto per piano mi colpirono profondamente e,
in essa, sentì scorrere tutta la mia vita...
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"http://www.youtube.com/v/5s_Oo7HcQKw&hl=it"
Il concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Re minore op. 30 di Sergej Rachmaninov, composto nel 1909, è uno dei più amati ed eseguiti concerti del repertorio per pianoforte e orchestra. Recentemente noto presso il grande pubblico anche come Rach 3, in realtà questa dicitura non è mai stata diffusa in Europa ed è divenuta popolare solo dopo il successo del film Shine (1996).
Concerto d'impostazione tardo-romantica, dalle affascinanti melodie, magniloquente nell'espressione, deve una parte della sua fama alla sua grande difficoltà esecutiva, in quanto richiede al solista una solidissima tecnica virtuosistica e molta resistenza. Infatti, sebbene i singoli episodi pianistici, pur mediamente molto impegnativi sulla scia del virtuosismo trascendentale tardo-ottocentesco d'ispirazione lisztiana, non raggiungano singole vette di insostenibile difficoltà tecnica, la loro somma nell'insieme, la costante e quasi ininterrotta presenza del pianoforte, la sua spiccata evidenza rispetto alla tessitura orchestrale e la notevole lunghezza ne fanno nel complesso uno dei più impegnativi concerti dell'intero repertorio pianistico. Probabilmente, il più difficile del repertorio correntemente eseguito, assieme al celebre concerto n.2 di Brahms (in cui la grande difficoltà è meno immediatamente evidente a causa della sua particolare scrittura pianistica, è più dissimulata ma richiede altrettante doti tecniche e nervose per una sua perfetta riuscita) ed al meno conosciuto concerto n. 2 di Sergej Prokofiev. La sua diffusa fama di pezzo più difficile mai scritto, cui ha largamente contribuito il suddetto film, pertanto non è usurpata in assoluto, ma certamente non è da prendersi in maniera così sentenziosa e perentoria.
Il concerto n. 3 è quindi sia un usuale ed agognato banco di prova dei giovani aspiranti virtuosi sia un cavallo di battaglia di affermatissimi pianisti del passato e del presente, uno per tutti, Vladimir Horowitz, che ne sancì la fama negli anni '30. È uno dei brani che vanta il maggior numero di incisioni discografiche in assoluto. Per contro, non è mai entrato nel repertorio di altri grandi pianisti del XX secolo che pure suonarono altri concerti di Rachmaninov (per esempio, Benedetti Michelangeli, Pollini, Richter e altri).
Il concerto è diviso in tre movimenti, con il secondo e terzo privi di soluzione di continuità. La durata è di circa 40 minuti.
1. Allegro ma non tanto
2. Intermezzo: Adagio
3. Finale: Alla breve
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Rachmaninov il seduttore
di Piero Nussio
"Rachmaninov! Il suo secondo concerto per piano e orchestra non manca mai il suo effetto". Tom Ewell pensa così di sedurre Marylin Monroe in "Quando la moglie è in vacanza" (1954, regia Billy Wilder).
Per il musicista russo-americano «La musica dev’essere l’espressione della personalità del compositore. La musica deve esprimere il paese del compositore, i suoi amori, i libri, le pitture che ama. Dev’essere la somma totale delle sue esperienze».
Negli Stati Uniti, dove si trasferì nel 1918, ebbe un vastissimo successo e raggiunse grande popolarità, acclamato come l’ultimo grande pianista-compositore romantico.
I critici musicali, però, non erano stati certo teneri: «Le autorità russe hanno sostenuto che la sua musica rappresentava "le tendenze decadenti della piccola borghesia". Se fossero intervenute a quei concerti popo