Novità

Frate Indovino

Lunedì 2 Agosto

S. Maria degli Angeli
S. Eusebio vescovo

PREGHIERA ALLA MADONNA DEGLI ANGELI

Vergine degli Angeli, che da tanti secoli avete posto il vostro trono di misericordia alla Porziuncola, ascoltate la preghiera dei figli vostri che fiduciosi ricorrono a voi. Da questo luogo veramente santo e abitazione di Dio, particolarmente caro al cuore di san Francesco, avete sempre richiamato tutti gli uomini all’Amore.

I vostri occhi, colmi di tenerezza, ci assicurano una continua, materna assistenza e promettono aiuto divino a quanti si prostrano ai piedi del vostro trono o da lontano si rivolgono a voi, chiamandovi in loro soccorso.
Voi siete veramente la nostra dolce Regina e la nostra speranza.

Benediteci come vostri figli prediletti e con noi vi preghiamo di benedire, con uno stesso gesto materno, gli innocenti e i colpevoli, i fedeli e gli smarriti, i credenti e i dubbiosi. Benedite l’intera umanità, affinché gli uomini riconoscendosi figli di Dio e figli vostri ritrovino, nell’Amore, la vera Pace e il vero Bene.

Amen.FB_IMG_1627896801903.jpg
 
Mercoledì 4 Agosto

S. Giovanni Maria Vianney sacerdote
S. Onofrio eremita

SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY sacerdote

Giovanni Maria Vianney, conosciuto come il Curato d’Ars, nacque in Francia da famiglia contadina, durante l’epoca napoleonica. Suo desiderio era quello di diventare prete e condurre molte anime a Dio. Coronò il suo sogno con grandi difficoltà e fatiche, incontrando ostacoli duri sia legati agli studi, sia alle vicende di vita personale. Nel 1818 fu mandato ad Ars come curato. Arrivò nel piccolo centro a piedi, ignorato dal popolo, che neppure gli andò incontro per accoglierlo. Egli non rimproverò nessuno, né corse per le strade per chiamare i parrocchiani, semplicemente, si inginocchiò davanti al tabernacolo in preghiera e lì rimase per giorni. Fu il suo esempio, il suo pregare accorato e commovente a fare di Ars un centro di spiritualità, negli anni successivi. Giovanni Maria fu un uomo di Dio che non si stancò mai di predicare, di educare i giovani, di donare se stesso con amore. Ben presto, Ars divenne meta di pellegrinaggi, perché molti erano i fedeli che desideravano confessarsi col curato, che finì per trascorrere molte ore nel confessionale. Il santo Curato d’Ars è patrono di tutti i sacerdoti.FB_IMG_1628064111642.jpg
 
Giovedì 5 Agosto

S. Maria della Neve
S. Osvaldo re martire
S. Paride vescovo

SANTA MARIA DELLA NEVE (5 agosto)

Il culto della Madonna della Neve è legato alla nascita della più grande chiesa dedicata alla Vergine: Santa Maria Maggiore e all’evento della straordinaria nevicata avvenuta durante la stagione estiva. L’importanza di celebrare la contemporaneità di questi due avvenimenti è nel fatto che Maria è immagine stessa della Chiesa. Nel IV secolo, sotto il Pontificato di Papa Liberio, un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni e sua moglie, non avendo figli, decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna gradì il desiderio e apparve in sogno ai due, la notte fra il 4 e il 5 agosto, dicendo che avrebbe indicato con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa. La mattina dopo, i coniugi si recarono da Papa Liberio a raccontare il sogno fatto e si scoprì che anche il Papa aveva fatto lo stesso sogno. Si recarono sul luogo indicato, il colle Esquilino, che trovarono coperto di neve, in piena estate. Il Pontefice tracciò il perimetro, seguendo la superficie del terreno innevato e lì fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi. Questo narra la tradizione che, però, non trova riscontro in nessun documento. La chiesa fu detta “Liberiana” dal nome del Pontefice, ma dal popolo fu chiamata Santa Maria “ad Nives”, della Neve. Più tardi, questa chiesa fu abbattuta da Sisto III che fece edificare una basilica più imponente e maestosa, a cui diede il nome di Basilica di Santa Maria Maggiore, per indicare la sua preminenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna.FB_IMG_1628165190568.jpg
 
Venerdì 6 Agosto

TRASFIGURAZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
L’evangelista Matteo racconta con queste parole l’episodio: "Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce" (17, 1-2). Gesù, in questo modo, vuole far comprendere ai tre apostoli la sua divinità e offrire loro questa certezza. L’episodio si svolse nel secondo anno di vita pubblica di Gesù, nel 29, periodo dedicato da Lui, in modo particolare, alla formazione degli apostoli. L'alto monte è quasi sicuramente il Tabor, che si erge nel cuore della Galilea. Il Tabor, geograficamente isolato, era propizio come luogo alle meditazioni e al silenzio. È in questa cornice che Gesù si offrì alla vista dei tre discepoli, in tutto lo splendore del suo corpo glorioso, così come ci apparirà in ogni istante della naturale visione beatifica di cui gode la sua anima. Con questa visione, Gesù confermava la professione di Pietro: "Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). Nell’episodio appaiono, accanto a Gesù, Mosè ed Elia che dialogano insieme come ad annunciare la passione e la morte del Messia, che avverranno poco dopo. Noi tutti cerchiamo il Volto di Dio nel nostro cammino terreno, ciò vuol dire cercare di conoscerlo, vivere concretamente nella sua presenza.FB_IMG_1628230523994.jpg
 
Sabato 7 Agosto

Ss. Sisto II papa e compagni martiri

SAN GAETANO THIENE sacerdote
Nacque a Vicenza, laureato, ricevette la tonsura, ma non si sentì degno di essere ordinato sacerdote. Si trasferì a Roma, dove svolse l’incarico di segretario di papa Giulio II e dedicava il suo tempo ad assistere gli ammalati nell’Ospedale di San Giacomo. Nel 1517, fu ordinato sacerdote e fu nella notte di Natale che la Vergine gli porse il Bambin Gesù, esperienza che lo impegnò a diffondere il Presepio in ogni famiglia. Nel 1524, col vescovo di Chieti, Giampietro Carafa, fondò una compagnia di sacerdoti che facevano vita comune sull’esempio degli Apostoli. I “chierici Regolari della Divina Provvidenza”, detti Teatini, animati dall’amore per la povertà, per Dio, per il prossimo. Alla compagnia fu affidato il compito della riforma del breviario e della liturgia della Messa. I Teatini si stabilirono a Venezia e Gaetano fu il superiore maggiore della Congregazione, per alcuni anni, in cui si prodigò anche in diverse opere di apostolato. Più tardi, si recò a Napoli e qui operò nell’Ospedale degli Incurabili e per la formazione religiosa e morale del popolo, promuovendo la pratica dei sacramenti e soprattutto della Comunione frequente. Morì durante un tumulto e la tradizione vuole che Gaetano abbia offerto la sua vita, perché avesse termine.FB_IMG_1628330073172.jpg
 
Domenica 8 Agosto

19ª p.a. S. DOMENICO di Guzmán sacerdote
S. Emiliano sacerdote

SAN DOMENICO DI GUZMAN sacerdote
Domenico nacque nel XII sec., nella Vecchia Castiglia, in Spagna. Egli, preso da grande pietà per i poveri, fu dedito alle opere di misericordia. Assecondò la chiamata del Signore e fu consacrato sacerdote. Un viaggio attraverso la Provenza gli fece conoscere la gravità del fenomeno dell’eresia catara che stava dilagando fino a Roma. Si rese conto anche di quanto fosse difficile far ammettere di essere in errore colui che fosse convinto, in buona fede, di essere nella verità. E di quanta pazienza e delicatezza bisognasse essere dotati per sostenere una controversia. Da questo momento, egli si impegnò nella predicazione assidua della Verità. Pubblici e logoranti dibattiti, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza occupano i primi anni di questa intensa attività. Nel 1215 fonda l’“Ordine dei Frati Predicatori”, a cui lascia una “Magna Carta”, che riporta le indicazioni di comportamento: i frati dovevano essere caritatevoli, benevoli verso gli eretici, affinare gli argomenti intellettuali per la predica, organizzare spedizioni missionarie, dediti alla povertà mendicante. Domenico, consumato dalle penitenze e dalle fatiche mentali, si spegne a Bologna e con lui la sua stella che aveva brillato durante la sua instancabile opera di predicazione.FB_IMG_1628416432169.jpg
 
Lunedì 9 Agosto

S. Teresa Benedetta della Croce vergine martire

Edith Stein nacque nel 1891, in Polonia da famiglia ebraica. In giovane età, ebbe una crisi di fede e di smarrimento interiore. Si professerà atea, ma sempre alla ricerca della verità. Dotata di viva intelligenza, animata da alti ideali, aperta alla cultura, studiò con successo diventando assistente del filosofo Husserl e, lei stessa brillante filosofa. Mentre organizzava la sua vita, insegnando all’università, l’angoscia ed il tormento interiore la facevano brancolare nel buio fin quando, una sera d’estate, lesse casualmente un libro sulla vita di santa Teresa d’Avila. Quando chiuse il libro, aveva la consapevolezza di aver trovato Colui che cercava altrove, l’Unico che poteva appagare la sua sete di Verità. Aveva scoperto che la Verità non è un’idea, un concetto, ma una persona, anzi la Persona per eccellenza. Edith ricevette il Battesimo nella Chiesa cattolica nel gennaio 1922. Per lei, il Signore aveva scritto il suo progetto e, alcuni anni dopo, Edith entrò nell’ Ordine contemplativo del Carmelo, vero “giardino” di vita cristiana, tutto orientato verso la devozione specifica a Maria, come segno di obbedienza assoluta a Dio, con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Ella visse la sua vocazione in spirito di olocausto per il suo popolo, condividendo davvero le sofferenze redentrici di Cristo. Teresa Benedetta fu prelevata con la sorella, suor Rosa, dal Carmelo dalla Gestapo e deportata ad Auschwitz, dove concluse la sua vita col martirio. È stata nominata compatrona d’Europa con santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena.FB_IMG_1628524584752.jpg
 
Martedì 10 Agosto

S. Lorenzo diacono martire
B. Giuseppe Toledo Pellicer sacerdote martire

SAN LORENZO diacono (10 agosto)
Della vita di Lorenzo si sa pochissimo. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di Papa Sisto II, cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Egli assiste il Papa nella celebrazione, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Ma Valeriano decreta una persecuzione. Inizialmente, questa semplicemente vieta le adunanze di cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani e non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. In seguito, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il prefetto arresta Lorenzo e gli chiede di consegnare “i tesori della Chiesa”, convinto che la Chiesa del tempo possedesse molte ricchezze accumulate. Lorenzo chiede un po’ di tempo e si affretta a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Poi, si presenta al prefetto con tutti i malati, gli storpi e gli emarginati che aveva nutrito e sfamato con i beni elemosinati, dicendo: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi". Viene arrestato e martirizzato. Noto è il suo martirio sulla graticola, ma gli studi dicono che Valeriano non avesse ordinato torture. Quindi, si presume che Lorenzo sia stato decapitato come tutti i religiosi arrestati.FB_IMG_1628579991563.jpg
 
Mercoledì 11 Agosto

S. Chiara d’Assisi vergine francescana
S. Rufino vescovo martire
S. Susanna martire

SANTA CHIARA D’ASSISI vergine francescana
Chiara apparteneva alla famiglia nobile e ricca degli Offreduccio di Assisi. Ancora adolescente seguiva incuriosita le vicende del giovane Francesco il quale aveva restituito ogni cosa al padre Bernardone, scegliendo una vita semplice povera. A diciotto anni, nella notte della Domenica delle Palme, Chiara lasciò casa e raggiunse un piccolo gruppo di frati minori alla Porziuncola, dove Francesco la accolse praticandole il sacro rito della tonsura e, conseguentemente, lei pronunciò i tre voti di Obbedienza, Povertà e Castità. La famiglia di Chiara non si rassegnò e cercò di riportarla con forza nel mondo, ma senza successo. Francesco le aveva riservato come dimora il povero convento di San Damiano, dove venne raggiunta dalle sorelle Agnese e Beatrice, dalla mamma Ortolana e da un gruppo di donne. Chiara, affascinata dal nuovo tipo di vita evangelica proposta da Francesco, voleva anche lei dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, immerse nella preghiera per sé e per gli altri, al servizio del prossimo e preoccupate per tutti come singole e come monastero. Desiderò, inoltre, che lei e le compagne vivessero del loro lavoro e di qualche aiuto ricevuto dai frati minori. Saranno chiamate da Francesco “Povere Dame”, note come “Clarisse”. Francesco formulò -per tutte loro- una prima Regola fondata sulla povertà. Chiara, infatti, chiedeva per sé e per le sue Dame il privilegio della povertà. Questa nuova concezione di vita religiosa la vide lottare e pregare tutta la vita al fine di ottenerla. Lo stesso Papa Onorio III temeva per queste figlie, ma infine concesse alla Santa l’approvazione della Regola per mezzo della Bolla “Solet annuere” che le consegnò proprio pochi giorni prima che lei ritornasse al Padre celeste. Chiara fu un’interprete molto profonda della spiritualità francescana. Dormiva su un sacco, per cuscino aveva un tronco di legno, mangiava tozzetti di pane elemosinati, vestiva panni rozzi. Sulle orme di Francesco, ella diede origine, accanto ai frati minori, al Secondo Ordine francescano, cioè la comunità femminile. Chiara fu molto stimata dal mondo religioso e civile per la sua fermezza di carattere, la dolcezza d’animo, la carità con cui guidava la sua comunità e il sostegno che dava alle compagne.FB_IMG_1628672828712.jpg
 
Giovedì 12 Agosto

S. Giovanna Francesca de Chantal
S. Euplo martire

SANTA GIOVANNA FRANCESCA DE CHANTAL religiosa (12 agosto)
Giovanna nacque a Digione nel 1572 e, a vent’anni, sposò Cristoforo, allora barone di Chantal. Ella era dolce, serena, affabile, amata dai suoi familiari. Si dedicava volentieri ai poveri, donando se stessa e servendoli. Il suo fu un matrimonio felice, ma dopo soli otto anni, perse il marito, morto in un incidente di caccia. Giovanna crollò nella disperazione e solo la cura dei figli e la sua fede forte e coraggiosa le furono d’aiuto per reagire. Per la vedova, fu importante l’incontro, qualche anno dopo, con il vescovo di Ginevra, Francesco di Sales, che divenne suo direttore e guida spirituale. Da quel momento, iniziò il suo cammino, aiutata dal suddetto vescovo con cui stabilì un’unione fraterna, spirituale e, allo stesso tempo, ispiratrice e di collaborazione. Nel frattempo, Giovanna sentiva sempre di più lo slancio interiore di ritirarsi dal mondo e di vivere per Dio. Infatti, lasciò tutte le sue ricchezze ai figli e partì per Annecy, dove realizzò il progetto del suo direttore spirituale: una nuova fondazione intitolata alla Visitazione con la missione di assistere i malati. Fu la prima suora della Visitazione, prese il nome di suor Francesca, ma presto altre giovani aderirono al progetto di carità ispirato dal grande san Francesco di Sales. Esse sono, oggi, conosciute come le suore Visitandine.FB_IMG_1628764645250.jpg
 
Sabato 14 Agosto

S. Massimiliano M. Kolbe martire francescano
S. Arnolfo vescovo

SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE martire (14 agosto)

Massimiliano Kolbe nacque nel 1894, in Polonia, da famiglia semplice e fervente nella pratica cristiana. A causa delle scarse risorse economiche, i fratellini Kolbe furono accolti dai Frati Minori Conventuali, affinché studiassero. Massimiliano cominciò a sentire i primi segni della vocazione e, nel 1918, fu ordinato sacerdote. Con l’affermarsi dell’anticlericalismo e le manifestazioni romane contro San Pietro e il Papa, Massimiliano maturò il pensiero che bisognava far penetrare l’Immacolata nel cuore degli uomini, affinché l’infiammasse d’amore per il Figlio e li conducesse alla conversione. Ancora studente, nel 1917, fondò con questi propositi la “Milizia di Maria Immacolata” il cui motto è “Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l’Immacolata”. Più tardi, la M.I. fu approvata a Roma canonicamente come “Pia Unione”. Qualche anno dopo, cominciò la costruzione di un convento-città, chiamato “Città dell’Immacolata”, una autentica fraternità francescana, basata sulla preghiera, che si popolò di religiosi, sacerdoti, conversi, aspiranti in ricerca vocazionale. Qui si viveva secondo la Regola di san Francesco, nello spirito della consacrazione all’Immacolata e una fattiva collaborazione per la diffusione della devozione alla Beata Vergine. Padre Kolbe fu instancabile nella sua opera di diffusione ed evangelizzazione, fondò il “Giardino dell’Immacolata” in Giappone, che divenne un centro fiorente per la vita cattolica.
Con la persecuzione razziale nazista anche i religiosi della “Città dell’Immacolata” furono deportati in un campo di concentramento, dove si prodigarono per portare sostegno morale agli altri prigionieri. Mentre i compagni furono liberati, padre Massimiliano fu trasferito ad Auschwitz. Fu una presenza consolante per tutti, testimone della fede, messaggero di pace, pregava e faceva pregare, illuminava, infondeva speranza e affidava alla Madre. Un giorno, un prigioniero riuscì a fuggire e secondo l’inesorabile legge del campo, dieci prigionieri vennero condannati al “blocco della fame”. Padre Kolbe si offrì in cambio di uno dei prescelti, un padre di famiglia. Questi poveri uomini furono buttati nudi nel blocco della morte e nulla venne dato loro, nell’attesa della loro fine. Padre Kolbe alleviò la disperazione con la preghiera continua a cui essi rispondevano mentre lentamente si consumavano. Dopo 14 giorni rimasero solo quattro in vita, fra cui Massimiliano. La serenità condivisa dal sacerdote con gli altri condannati impressionò le SS addette alla sorveglianza, per le quali assistere a questa agonia si rivelò scioccante. Si decise di fare loro un’iniezione letale di acido fenico. I testimoni raccontarono che le sue ultime parole furono “Ave Maria”: era il 14 agosto 1941, vigilia della festa dell’Assunta.FB_IMG_1628921657111.jpg
 
Domenica 15 Agosto

20ª p.a. ASSUNZIONE della Beata Vergine Maria
S. Alfredo vescovo

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Il termine Assunzione fa riferimento al transito della Vergine in cielo. Già nell’antichità, la fede popolare percepiva lo stato glorioso di Maria, la viveva e amava come santa, potente e misericordiosa, in grado di soccorrere nei pericoli. Del resto, il sepolcro di Maria era vuoto e si cercava di capire dove fosse il suo corpo. Lentamente, nel tempo, si faceva forte la convinzione che Ella fosse nella “regione dei vivi” e che “non vide la morte”, pertanto si poteva ricorrere a lei, “fortezza inespugnabile che intercede presso il Figlio”, Assunta in cielo. Fu il beato Bartolo Longo a incoraggiare la Chiesa, affinché si pronunciasse in maniera definitiva su questo aspetto. Infine, 1° novembre del 1950, Papa Pio XII, con la Bolla “Munificentissimus Deus”, ha dichiarato che Maria non dovette attendere, al pari delle altre creature, la fine dei tempi per beneficiare anche della redenzione del corpo. Il Papa ha voluto mettere in rilievo il carattere unico della sua santificazione personale, poiché il peccato non ha mai offuscato, neppure per un solo istante, la limpidezza della sua anima. L'unione definitiva, spirituale e corporea, dell'uomo con il Cristo glorioso, è la fase finale ed eterna della redenzione. Così i beati, che già godono della visione beatifica, sono in un certo senso in attesa del compimento della redenzione, che in Maria è già avvenuta con la singolare grazia della preservazione dal peccato. Maria viene presentata come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, Gesù. Gesù e Maria sono, infatti, associati nel dolore e nell'amore per riparare la colpa dei nostri progenitori. Maria è dunque non solo madre del Redentore, ma anche sua cooperatrice, a lui strettamente unita nella lotta e nella decisiva vittoria. Quest'intima unione richiede che anche Maria trionfi con Gesù sul peccato e sulla morte. Il Cristo è risorto col corpo, Maria vince sul peccato con la Immacolata Concezione, sulla morte mediante la glorificazione del corpo, cioè con l'Assunzione. La pienezza della salvezza cristiana è la partecipazione del corpo alla gloria celeste. Quindi, credendo nell’Assunzione di Maria nella gloria del cielo, si ha coscienza della sua presenza tra i fedeli e che, come Madre di Gesù e Madre nostra, è per noi via di grazia.FB_IMG_1629007332106.jpg
 
Ciao Mihael in attesa che inserisci il Santo di oggi San Rocco patrono del mio paese nativo, io metto i nr che mi gioco oggi anno NA -RO = 13 - 16 - 27 🤞
 
Lunedì 16 Agosto
S. Rocco
S. Stefano d’Ungheria re
B. Lorenzo Loricato eremita
SAN ROCCO pellegrino
Rocco nacque a Montpellier nel XIV secolo da buona famiglia. Rimasto orfano, distribuì i suoi averi ai poveri, indossò l’abito del pellegrino e partì per Roma. La preghiera e la carità furono la sua forza, Gesù Cristo e la gioia per compagna. In quegli anni la peste devastava intere città e Rocco, ovunque si fermasse, prestava assistenza: tracciava il segno di croce sui malati risanandoli e invocava la Trinità per la guarigione degli appestati. Divenne lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni. Quando fu contagiato, si fermò sulla riva del Po, lontano da tutti, per evitare di contagiare. Qui fu trovato da un cane che lo salvò dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il ricco padrone, un certo Gottardo, lo seguì scoprendo il rifugio del santo. Questi curò Rocco ricevendo in cambio il dono più grande: la fede e la carità. Guarito, Rocco riprese la via di casa, esercitando di continuo la carità verso i bisognosi. La fama del pellegrino che portava la carità e la misericordia di Dio si era sparsa, ma a Voghera, poiché la malattia aveva modificato il suo aspetto, venne scambiato per una spia e arrestato. Gli anni di prigione furono una dura prova e solo in punto di morte fu riconosciuto come il pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri. San Rocco fu il pellegrino per eccellenza con il suo abbigliamento tipico: cappello largo per ripararsi dalla pioggia e dal sole, mantello a mezza gamba, il bordone (cioè il lungo bastone) con appesa la zucca per l’acqua, il rosario attaccato alla cintola e al collo una conchiglia marina, utile per prendere l’acqua da bere.FB_IMG_1629106940061.jpg
 
Ciao Mihael in attesa che inserisci il Santo di oggi San Rocco patrono del mio paese nativo, io metto i nr che mi gioco oggi anno NA -RO = 13 - 16 - 27 🤞
Ciao Roberto.
Posso sapere il nome del tuo paese natio. Sono curioso perchè anche mio cognato è di un paese calabro dove il patrono è S. Rocco ed è festeggiato proprio oggi.
 

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