Novità

Frate Indovino

mihael

Advanced Premium Member
SANTA MARTA di BETANIA amici del Signore
Marta, che vuol dire “signora”, era la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, un villaggio vicino Gerusalemme. Gesù amava sostare nella loro casa durante la sua predicazione in Giudea. A Marta era affidata la cura delle faccende domestiche. Ella mostrava ogni impegno per servire bene Gesù, mentre la sorella Maria preferiva stare quieta in ascolto delle parole del Maestro. Marta muove a Maria che non aiuta nelle faccende, un rimprovero: “Signore, non t'importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti” (Lc 10,40). Gesù le risponde con amabilità: “Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 10,41). Di lei ricordiamo, ancora, il drammatico episodio della risurrezione di Lazzaro: qui la donna domanda a Gesù, giunto per la notizia della morte dell’amico, il miracolo con una semplice e stupenda professione di fede nella onnipotenza del Salvatore, nella risurrezione dei morti e nella divinità di Cristo. Quando Gesù tornerà a trovarli sarà sempre Marta a occuparsi del banchetto e di ogni faccenda. La lezione del Maestro riguardava il suo eccessivo affanno per le cose materiali a scapito della vita interiore. Grazie a questa santa tanto impegnata nelle faccende domestiche e nel servire bene, l’incompreso mestiere delle massaie è stato riscattato.FB_IMG_1722251430938.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
SAN PIETRO CRISOLOGO vescovo dottore
Il momento della consacrazione a vescovo di Ravenna, avvenuto intorno al 433, è davvero significativo nella vita di Pietro. Egli viene consacrato dal papa Sisto III in persona, il papa della pace religiosa dopo i dissidi, gli scontri e le iniziative scismatiche. E ad ascoltare la sua prima omelia oltre al papa c’è Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, sorella dell’imperatore Onorio e madre e tutrice dell’imperatore Valentiniano III. Ma, raccolta intorno a lui, in quel giorno solenne, vi è l’intera città di Ravenna, ora capitale dell’Impero, congiunzione tra Oriente e Occidente negli ultimi instabili giorni di quel che resta degli antichi splendori. Il vescovo Pietro è alla guida della Chiesa in questa città e il suo popolo gli dà il soprannome di “Crisologo”, ossia “dalle parole d’oro”. Era uomo con un’ottima cultura, che si distingueva per il suo calore umano e il vigore della sua fede. Il vescovo di Ravenna insegnava a tutti coloro che cercavano la verità della fede e dava rigorose indicazioni circa i buoni comportamenti. Il suo linguaggio era sempre amico, la sua voce sempre cordiale. Ha lasciato alla Chiesa ben 180 sermoni ricchi delle sue “parole d’oro”. È oggi ricordato come Dottore della Chiesa.FB_IMG_1722316464860.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
SANT’IGNAZIO DI LOYOLA sacerdote
Ignazio nacque in Spagna nel 1491, ultimo di sette figli e, secondo le usanze del tempo, era destinato alla vita religiosa. Ma, era di casato nobile e presto indossò abiti eleganti dai colori vivaci e divenne un ufficiale brillante e un combattente valoroso. Durante una battaglia fu ferito e riportato a Loyola, nel castello di famiglia, dove passò la convalescenza. La lettura di alcuni libri religiosi fatta per trascorrere il tempo, lo aiutò in alcune riflessioni: l’unico vero Signore al quale si poteva dedicare la fedeltà di cavaliere era Gesù stesso. Così, lasciò ai piedi della Madonna i suoi abiti cavallereschi e le armi, vestì quelli di povero e fece voto di castità perpetua. Condusse, per un periodo, una vita di penitenza in cerca della propria vocazione; andò in Terrasanta; ritornato studiò e divenne sacerdote. Egli ebbe la grande illuminazione di fondare una Compagnia di consacrati che portasse il nome di Gesù al fine di difendere la Chiesa dall’eresia: la Compagnia di Gesù. Inizialmente, furono chiamati “Preti Pellegrini”, conosciuti poi come Gesuiti. I Pellegrini missionari e apostoli lottavano per il mondo e per il trionfo della Chiesa. La Compagnia fiorì, garante di una solida disciplina, un rigore morale forte, una fedeltà assoluta. Ignazio, molto malato, morì in modo molto semplice nel 1556, dopo aver redatto le “Costituzioni” per il suo Ordine.FB_IMG_1722407623443.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI vescovo dottore
Nacque il 27 settembre 1696 a Marianella, località a Nord di Napoli, nella nobile famiglia de’ Liguoro: era il primo di otto figli di don Giuseppe de' Liguori e di Anna Maria Caterina Cavalieri, dei marchesi d'Avernia, originaria del brindisino e sorella del servo di Dio Emilio Giacomo Cavalieri. Il padre di Alfonso voleva che egli ricevesse una buona istruzione, così crebbe all’insegna di una robusta educazione religiosa. Intrapresi gli studi di diritto all’Università di Napoli, a sedici anni divenne dottore in diritto civile e canonico. Esercitò con successo la professione forense, ma persa un’importante causa, decise di abbandonare l’avvocatura. Rampollo di un’antica famiglia, rinunziò al diritto di primogenitura a favore del fratello. Depose quindi la spada sull’altare della chiesa di Santa Maria della Mercede, per iniziare a studiare teologia in casa e nel 1726, a trent’anni, fu ordinato sacerdote. Si dedicò con tutto sé stesso all’attività pastorale. Confessore efficace, si dice che non abbia mai rifiutato l’assoluzione ad alcuno. Alfonso de’ Liguori pensò a una congregazione che si dedicasse al soccorso e all'educazione della parte più povera della società, sognò missionari che portassero la luce della fede e il fuoco della carità nei bassi cittadini e nelle capanne rurali. Nel 1732 fondò a Scala, vicino Amalfi, l’Ordine dei Redentoristi, attualmente diffuso in tutta Europa, in America e in altre parti del mondo. A settantasei anni fu nominato vescovo di S. Agata dei Goti, tra Benevento e Capua. Morì novantunenne il 1° agosto 1787 a Nocera dei Pagani. Pio VII lo beatificò nel 1816, Gregorio XVI lo canonizzò il 29 maggio 1839 e nel 1871 fu proclamato dottore della Chiesa da Pio IX. Nella sua celebre Theologia moralis reagendo al rigorismo dei giansenisti ne accentuò non la severità ma la compassione e la misericordia. Ha ispirato una vasta corrente della spiritualità mariana con “Le Glorie di Maria” libro di devozione popolare. È ricordato anche per aver scritto celebri melodie, tra le quali il canto di Natale italiano più noto: “Tu scendi dalle stelle”.FB_IMG_1722500637875.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
PREGHIERA ALLA MADONNA DEGLI ANGELI
Vergine degli Angeli, che da tanti secoli avete posto il vostro trono di misericordia alla Porziuncola, ascoltate la preghiera dei figli vostri che fiduciosi ricorrono a voi. Da questo luogo veramente santo e abitazione di Dio, particolarmente caro al cuore di San Francesco, avete sempre richiamato tutti gli uomini all’Amore.

I vostri occhi, colmi di tenerezza, ci assicurano una continua, materna assistenza e promettono aiuto divino a quanti si prostrano ai piedi del vostro trono o da lontano si rivolgono a voi, chiamandovi in loro soccorso.

Voi siete veramente la nostra dolce Regina e la nostra speranza. Benediteci come vostri figli prediletti e con noi vi preghiamo di benedire, con uno stesso gesto materno, gli innocenti e i colpevoli, i fedeli e gli smarriti, i credenti e i dubbiosi. Benedite l’intera umanità, affinché gli uomini riconoscendosi figli di Dio e figli vostri ritrovino, nell’Amore, la vera Pace e il vero Bene.
Amen.FB_IMG_1722577187991.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY sacerdote
Giovanni Maria Vianney, conosciuto come il Curato d’Ars, nato da famiglia contadina (8 maggio 1786 – Ars-sur-Formans, 4 agosto 1859), visse in Francia per oltre settanta anni. Suo desiderio era quello di diventare prete e condurre molte anime a Dio. Coronò il suo sogno con grandi difficoltà e fatiche, incontrando ostacoli duri sia legati agli studi, sia alle vicende di vita personale. Nel 1818 fu mandato ad Ars come curato. Arrivò nel piccolo centro a piedi, ignorato dal popolo, che neppure gli andò incontro per accoglierlo. Egli non rimproverò nessuno, né corse per le strade per chiamare i parrocchiani, semplicemente, si inginocchiò davanti al tabernacolo in preghiera e lì rimase per giorni. Fu il suo esempio, il suo pregare accorato e commovente a fare di Ars un centro di spiritualità, negli anni successivi. Giovanni Maria fu un uomo di Dio che non si stancò mai di predicare, di educare i giovani, di donare se stesso con amore. Ben presto, Ars divenne meta di pellegrinaggi, perché molti erano i fedeli che desideravano confessarsi col curato, che finì per trascorrere molte ore nel confessionale. Il santo Curato d’Ars è patrono di tutti i sacerdoti.FB_IMG_1722752633251.jpg
 
  • Like
Reazioni: Zac

mihael

Advanced Premium Member
SANTA MARIA DELLA NEVE
Il culto della Madonna della Neve è legato alla nascita della più grande chiesa dedicata alla Vergine: Santa Maria Maggiore e all’evento della straordinaria nevicata avvenuta durante la stagione estiva. L’importanza di celebrare la contemporaneità di questi due avvenimenti è nel fatto che Maria è immagine stessa della Chiesa. Nel IV secolo, sotto il Pontificato di Papa Liberio, un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni e sua moglie, non avendo figli, decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna gradì il desiderio e apparve in sogno ai due, la notte fra il 4 e il 5 agosto, dicendo che avrebbe indicato con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa. La mattina dopo, i coniugi si recarono da Papa Liberio a raccontare il sogno fatto e si scoprì che anche il Papa aveva fatto lo stesso sogno. Si recarono sul luogo indicato, il colle Esquilino, che trovarono coperto di neve, in piena estate. Il Pontefice tracciò il perimetro, seguendo la superficie del terreno innevato e lì fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi. Questo narra la tradizione che, però, non trova riscontro in nessun documento. La chiesa fu detta “Liberiana” dal nome del Pontefice, ma dal popolo fu chiamata Santa Maria “ad Nives”, cioè “della Neve”. Più tardi, questa chiesa fu abbattuta da Sisto III, il quale (al suo posto) fece edificare una basilica più imponente e maestosa, a cui diede il nome di “Basilica di Santa Maria Maggiore”, ad indicarne la preminenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna.FB_IMG_1722837670938.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
TRASFIGURAZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
L’evangelista Matteo racconta con queste parole l’episodio: «Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (17, 1-2). Gesù, in questo modo, vuole far comprendere ai tre apostoli la sua divinità e offrire loro questa certezza. L’episodio si svolse nel secondo anno di vita pubblica di Gesù, nel 29, periodo dedicato da Lui, in modo particolare, alla formazione degli apostoli. L'alto monte è quasi sicuramente il Tabor, che si erge nel cuore della Galilea. Il Tabor, geograficamente isolato, era propizio come luogo alle meditazioni e al silenzio. È in questa cornice che Gesù si offrì alla vista dei tre discepoli, in tutto lo splendore del suo corpo glorioso, così come ci apparirà in ogni istante della naturale visione beatifica di cui gode la sua anima. Con questa visione, Gesù confermava la professione di Pietro: «Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16). Nell’episodio appaiono, accanto a Gesù, Mosè ed Elia che dialogano insieme come ad annunciare la passione e la morte del Messia, così come avverranno poco dopo. Noi tutti cerchiamo il Volto di Dio nel nostro cammino terreno, ciò vuol dire cercare di conoscerlo, vivere concretamente nella sua presenza.FB_IMG_1722922079732.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
SAN DOMENICO DI GUZMAN sacerdote
Domenico nacque nel XII sec., nella Vecchia Castiglia, in Spagna. Egli, preso da grande pietà per i poveri, fu dedito alle opere di misericordia. Assecondò la chiamata del Signore e fu consacrato sacerdote. Un viaggio attraverso la Provenza gli fece conoscere la gravità del fenomeno dell’eresia catara che stava dilagando fino a Roma. Si rese conto anche di quanto fosse difficile far ammettere di essere in errore colui che fosse convinto, in buona fede, di essere nella verità. E di quanta pazienza e delicatezza bisognasse essere dotati per sostenere una controversia. Da questo momento, egli si impegnò nella predicazione assidua della Verità. Pubblici e logoranti dibattiti, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza occupano i primi anni di questa intensa attività. Nel 1215 fonda l’”Ordine dei Frati Predicatori”, a cui lascia una “Magna Carta”, che riporta le indicazioni di comportamento: i frati dovevano essere caritatevoli, benevoli verso gli eretici, affinare gli argomenti intellettuali per la predica, organizzare spedizioni missionarie, dediti alla povertà mendicante. Domenico, consumato dalle penitenze e dalle fatiche mentali, si spegne a Bologna e con lui la sua stella che aveva brillato durante la sua instancabile opera di predicazione.FB_IMG_1723111970823.jpg
 

mihael

Advanced Premium Member
SAN LORENZO diacono martire
Della vita di Lorenzo si sa pochissimo. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di Papa Sisto II, cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Egli assiste il Papa nella celebrazione, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Ma Valeriano decreta una persecuzione. Inizialmente, questa semplicemente vieta le adunanze di cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani e non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. In seguito, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il prefetto arresta Lorenzo e gli chiede di consegnare “i tesori della Chiesa”, convinto che la Chiesa del tempo possedesse molte ricchezze accumulate. Lorenzo chiede un po’ di tempo e si affretta a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Poi, si presenta al prefetto con tutti i malati, gli storpi e gli emarginati che aveva nutrito e sfamato con i beni elemosinati, dicendo: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi". Viene arrestato e martirizzato. Noto è il suo martirio sulla graticola, ma gli studi dicono che Valeriano non avesse ordinato torture. Quindi, si presume che Lorenzo sia stato decapitato come tutti i religiosi arrestati.FB_IMG_1723270532403.jpg
 

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    venerdì 09 agosto 2024
    Bari
    69
    15
    66
    61
    33
    Cagliari
    42
    34
    14
    51
    58
    Firenze
    45
    36
    89
    20
    90
    Genova
    28
    66
    11
    05
    73
    Milano
    41
    65
    75
    09
    33
    Napoli
    37
    26
    31
    90
    28
    Palermo
    16
    65
    84
    76
    21
    Roma
    57
    48
    11
    80
    86
    Torino
    41
    04
    63
    45
    89
    Venezia
    05
    78
    12
    36
    07
    Nazionale
    14
    59
    35
    56
    48
    Estrazione Simbolotto
    Nazionale
    35
    45
    36
    01
    32
Alto