Novità

Frate Indovino

SAN NICOLA DA TOLENTINO agostiniano
Fu chiamato Nicola in onore di san Nicola di Bari, alla cui tomba i genitori, desiderosi di avere un figlio, si erano recati in pellegrinaggio, ispirati da un angelo. In sogno, san Nicola promise loro un figlio destinato alla santità. A dodici anni entrò come oblato nel convento degli agostiniani del paese, per poi essere trasferito a Tolentino. Egli era assiduo al confessionale e si distingueva per la sua generosa carità. Esortava i ricchi alla carità e avviava i giovani nobili e studiosi alle opere di bene. Per sé possedeva una sola tonaca, faceva continui digiuni, viveva in preghiera e si caricava delle penitenze dei confratelli. La Vergine stessa lo guarì da una malattia dandogli un pezzo di pane bagnato nell’acqua. Nacque così la devozione dei piccoli pani benedetti, ai quali si devono molti prodigi. Con la preghiera, ottenne la liberazione dal Purgatorio di padre Pellegrino, che in sogno l’aveva supplicato di intercedere. In sonno vide una stella, annuncio della sua prossima fine. Anche un confratello vide la stella, che considerò come segno della sua santità.FB_IMG_1725945797127.jpg
 
S.S. NOME DI MARIA
La Chiesa, oggi, onora il santo Nome di Maria per insegnarci tutte le ricchezze spirituali che questo Nome contiene. In esso sono racchiuse luce, forza e soavità. Sant’Alberto Magno dice che il Nome di Maria ha quattro significati:
Illuminatrice.
È la Vergine Immacolata che l'ombra del peccato non offuscò giammai; è la donna vestita di sole; è "Colei la cui vita gloriosa ha illustrato tutte le Chiese"; è infine Colei, che ha dato al mondo la vera luce, la luce di vita.
Stella del mare.
La liturgia la saluta così nell'inno, con fare poetico e popolare, Ave Maris Stella e ancora nell'Antifona dell'Avvento e del tempo di Natale: Alma Redemptoris Mater. La stella del mare è la stella polare, che è la stella più brillante, di quelle che formano l'Orsa Minore, vicinissima al polo fino a sembrare immobile e di molta utilità al navigante per orientarsi, quando non possiede la bussola.
Così Maria, fra le creature, è la più alta in dignità, la più bella, la più vicina a Dio, invariabile nel suo amore e nella sua purezza, è per noi esempio di tutte le virtù, illumina la nostra vita e ci insegna la via per uscire dalle tenebre e giungere a Dio, che è la vera luce.
Mare amaro.
Maria lo è nel senso che, nella sua materna bontà, rende amari per noi i piaceri della terra, che tentano di ingannarci e di farci dimenticare il vero e unico bene; lo è ancora nel senso che durante la Passione del Figlio il suo cuore fu trapassato dalla spada del dolore. È mare, perché, come il mare è inesauribile, è inesauribile la bontà e generosità di Maria per tutti i suoi figli. Le gocce d'acqua del mare non possono essere contate se non dalla scienza infinita di Dio e noi possiamo appena sospettare la somma immensa di grazie che Dio ha deposto nell'anima benedetta di Maria, dal momento dell'Immacolato Concepimento alla gloriosa Assunzione in cielo.
Signora o padrona.
Maria è veramente Nostra Signora. Signora vuol dire Regina, Sovrana. Regina è veramente Maria, perché la più santa di tutte le creature, la Madre di Colui, che è Re per titolo di Creazione, Incarnazione e Redenzione; perché, associata al Redentore in tutti i suoi misteri, gli è gloriosamente unita in cielo in corpo e anima e, eternamente beata, intercede continuamente per noi, applicando alle nostre anime i meriti da lei acquistati davanti a Lui e le grazie delle quali è fatta mediatrice e dispensiera.

Dagli scritti di sant’Alberto MagnoFB_IMG_1726121824047.jpg
 
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO vescovo e dottore
Giovanni nacque ad Antiochia nel IV secolo. Per molti anni condusse una vita eremitica, di preparazione a quella che fu la sua chiamata. Ritornato nella città, studiò, divenne sacerdote e si impegnò nella predicazione; fu Patriarca di Costantinopoli e grande oratore. Per la sua eloquenza, fu chiamato “Crisostomo”, cioè “Bocca d’oro”. Dotto, brillante, difendeva la dottrina cristiana contro le eresie. Era spinto dal fuoco della carità a consolare e soccorrere i cristiani, guidarli al bene e ravvivare la loro fede. Suscitò entusiasmo, acquistò fama, lui guida di tutti i cristiani d’Oriente. I suoi oppositori riuscirono, però, a farlo deporre e fu costretto all’esilio. Le sue parole giunsero ugualmente a guidare il popolo bisognoso di sostegno, che gli era rimasto vicino. Trent’anni dopo la morte, il corpo del Patriarca fu riportato a Costantinopoli e accolto con giubilo, perché in tutti quegli anni la sua fama era cresciuta.FB_IMG_1726203606071.jpg
 
ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Con la festa di oggi, la Chiesa celebra il trionfo della Croce che è segno e strumento della nostra salvezza, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. La glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della Croce: Cristo, incarnato nella sua realtà di Dio fatto Uomo, si sottomette volontariamente all'umiliante condizione di schiavo (la croce, dal latino “crux”, cioè tormento) e i patimenti del terribile supplizio vengono innalzati e trasformati in gloria in eterno. La Croce diventa, così, il simbolo della religione cristiana. Gli Apostoli, nell’opera di evangelizzazione, hanno presentato, alle diverse comunità visitate, il “Cristo Crocifisso”. Il cristiano, con la conversione, accetta di essere “crocifisso con Cristo”, cioè egli deve portare quotidianamente la propria croce, sopportando offese e sofferenze, come Cristo, quando gravato dal peso del “patibulum” (il braccio della croce, che il condannato portava sulle spalle fino al luogo del supplizio), fu costretto a esporsi agli insulti della gente sulla via che conduceva al Golgota. La morte di Cristo che si è lasciato inchiodare sulla Croce, la sofferenza di questa morte si riproduce nel Corpo mistico della Chiesa e porta un contributo alla redenzione degli uomini, assicurando la partecipazione alla gloria del Risorto. Insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti, ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze.FB_IMG_1726291847363.jpg
 
BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA
La vita di Maria fu un continuo esercizio di pazienza, perché ella visse spesso tra le pene. Dio ha preservato Maria dal peccato, non dal dolore. Ella viveva in povertà nella casa di Nazareth, partorì in una stalla a Betlemme, fuggì in Egitto, ritornò infine in patria, accompagnò il Figlio sul Calvario: sono alcuni degli episodi evangelici che caratterizzano la sofferenza della Vergine. Ella ha sperimentato, in tutto il suo essere, il tormento di tutte le madri, sulla sua anima è caduto il destino di Gesù. La spada di cui le aveva parlato Simeone finisce, realmente, per trafiggerla. Il pianto di Maria, però, non è mai un pianto disperato. Anche sotto la Croce! Perché sa che il Figlio muore per la salvezza degli uomini e, perché ha fede nella promessa della risurrezione. Col suo dolore composto, Maria ha liberato i cristiani dall’angoscia e li ha aiutati ad accettare la morte seppur evento negativo.FB_IMG_1726383128900.jpg
 
SANTI CORNELIO papa E CIPRIANO vescovo martiri
Cornelio nacque a Roma da nobile famiglia. A causa della persecuzione di Decio, la Sede papale era vacante, fin quando Cornelio venne eletto papa, lui uomo di fede, giusto e amorevole. La sua elezione fu ostacolata dall’eretico Novaziano, che venne eletto antipapa e promosse uno scisma, fondando una comunità dissidente. Cornelio era sostenuto dal vescovo Cipriano di Cartagine, che affermava l’unità della Chiesa universale. Intanto, nella città di Roma scoppiò la peste di cui furono accusati i cristiani, così Gallo inasprì la persecuzione contro questi ultimi. Papa Cornelio venne incarcerato a Civitavecchia, dove morì.
Cipriano nacque a Cartagine ed era avvocato, quando un giorno ascoltando la Parola di Gesù si convertì al cristianesimo. Per la sua preparazione intellettuale, venne ordinato sacerdote e consacrato vescovo della sua città. Per paura della persecuzione di Decio e Gallo, molti cristiani tornarono al paganesimo. Alcuni si pentirono, ma la benevolenza e l’accoglienza del vescovo Cipriano non piacque a un gruppo rigorista. Venne accusato di debolezza dall’antipapa Novaziano, e venne mandato in esilio. Giuntagli la notizia che il nuovo papa Sisto II era morto martire, fece ritorno a Cartagine per dare testimonianza di fede, ma fu arrestato e decapitato.FB_IMG_1726466712164.jpg
 

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