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Frate Indovino

SAN GIROLAMO sacerdote dottore della Chiesa
Girolamo nacque a Stridone, nell’odierna Croazia, verso il 347 da una famiglia cristiana che gli garantì un’ottima educazione e istruzione. Da giovane, Girolamo sentì l’attrazione per la vita mondana, fin quando prevalse l’interesse per Cristo e la vita ascetica. Partì per l’Oriente e visse da eremita nel deserto di Calcide, a sud di Aleppo, dove si dedicò agli studi e alla trascrizione dei testi sacri. La meditazione, la solitudine, la riflessione sulla parola di Dio formarono fortemente la sua anima. A Roma, Papa Damaso I lo volle come suo consigliere. Più tardi intraprese un pellegrinaggio in Terra Santa, durante il quale decise di fermarsi a vivere a Betlemme. La sua attività fu intensa: s’impegnò nella difesa della fede contro varie eresie, insegnò ai giovani allievi, esortò i monaci alla perfezione, revisionò le traduzioni dei Vangeli e ne scrisse i commenti, a lui si deve la Volgata in latino della Bibbia. Soprattutto, si impegnò a vivere la parola, nonostante il suo carattere difficile. Girolamo, eletto Padre della Chiesa, si spense nella sua cella, vicino alla grotta della Natività.FB_IMG_1727672355365.jpg
 
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SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO vergine dottore della Chiesa
Nacque in Francia, nel 1873, da famiglia profondamente religiosa, dai solidi valori, in cui si insegnava che il dolore non andava sopportato, ma “offerto”. Era molto amata come tutte le sue sorelle e ricevette una educazione rigorosa. Era una bimba intelligente, volitiva, felice. Perse presto la madre e, poco dopo le due sorelle maggiori entrarono nel Carmelo. Per lei fu un dramma, che modificò la sua vita e la sua sensibilità. Fino a quando, la piccola Teresa si guardò con Gesù e fu “una fusione”. Entrò nel Carmelo di Lisieux ancora giovane, prendendo il nome di suor Teresa di Gesù Bambino, dove ritrovò la pace. Si sentiva amata e amava profondamente il Signore, aveva una fede viva, chiara, e tutto le procurava felicità. Ma giunse la prova della “notte dello spirito”, in cui il Signore si sottrasse a lei per farle comprendere cosa volesse dire essere senza Dio. In questa prigione di sofferenza in cui si trovò la sua anima, Teresa scoprì che Dio è Amore, amore misericordioso, che si abbassa verso il nulla della creatura per trasformarla nel suo Tutto. Comprese che essere santi non dipende dallo sforzo dell’uomo, ma dal suo partecipare alla santità di Dio e che le virtù sono un dono di Dio. Con semplici riflessioni sull’oscurità che stava attraversando, arrivò a queste deduzioni che indicò come “la piccola via”, da poter seguire nel cammino di spiritualità. Ella, maestra di dottrina, è stata nominata Dottore della Chiesa. Il “piccolo fiore” fu colto da Dio a soli ventiquattro anni.FB_IMG_1727763061768.jpg
 
ANGELI CUSTODI
Chi sono gli Angeli e che rapporto hanno col genere umano? La loro esistenza è un dogma di fede. Sono creature anche esse create da Dio e, nell’ordine della creazione, lo sono state prima degli uomini. L'origine del nome viene dal greco “ángelos”, “messaggero”, che nel linguaggio biblico indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Gli Angeli sono esseri spirituali immortali e immutabili, dal corpo luminoso e sottile. Nella Bibbia si parla di essi, appunto, come di messaggeri ed esecutori degli ordini divini. Godono della visione del volto di Dio e proprio perché sono “innanzi a Dio”, “al cospetto di Dio o del suo trono” vengono definiti come “santi”, “figli di Dio”, “angeli di luce”, tutte espressioni che indicano il loro stato di beatitudine. Le specie angeliche sono molte e costituiscono la milizia celeste, suddivisa in nove gerarchie, cioè i nove Cori angelici: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. La devozione per gli Angeli si sviluppò particolarmente nel Medioevo, quando i monaci eremiti richiedevano la compagnia di queste creature invisibili e le sentivano vicine nella loro vita di silenzio e raccoglimento. Oggi, invece, l’uomo trascura questa compagnia angelica e non avverte la presenza di un puro spirito, testimone dei pensieri e delle azioni umane. Si pensa che l’Angelo custode sia una figura che riguardi il mondo infantile e non si considera che anche gli adulti sono accompagnati da un amico di viaggio, silenzioso consigliere. Ogni cristiano, dal Battesimo, riceve il proprio Angelo custode che lo segue, lo ispira e lo guida per tutta la vita. Esso è esemplare perfetto di condotta da dover tenere nei riguardi di Dio e degli uomini: insomma, specchio della nostra condotta quotidiana.FB_IMG_1727853347444.jpg
 
SAN FRANCESCO D’ASSISI patrono d’Italia
Francesco nacque ad Assisi nel 1182 da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe e Madonna Pica. Da giovane, condusse una vita mondana. Partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, ma fu tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo indusse a mutare radicalmente lo stile di vita. Tornato ad Assisi, Francesco, in un primo momento, cercò di realizzare il suo sogno di diventare cavaliere e si preparò al fine di partire per partecipare alle Crociate. Durante il viaggio, una voce lo trattenne dal proseguire, facendogli capire che il suo percorso era diverso. Tornò ad Assisi, si dedicò a opere di carità tra i lebbrosi e restaurò alcune chiese in rovina, come gli aveva suggerito una voce ascoltata attraverso il Crocifisso, nella chiesa di San Damiano. Il padre di Francesco, adirato da questo cambiamento radicale del figlio e per la generosità con cui quest’ultimo offriva i beni ai poveri, lo diseredò. Infatti, Francesco rinunciò alla sua condizione agiata con un gesto inequivocabile: davanti al vescovo Guido si spogliò dei suoi vestiti e indossò l’abito da eremita. Il Poverello iniziò a predicare, raggruppando intorno a sé i primi compagni, che divennero i primi confratelli del Primo Ordine Francescano da lui fondato. Dapprincipio la loro sede è stata la chiesetta della Porziuncola. Nel 1210, l'Ordine venne riconosciuto da Papa Innocenzo III. Nel 1212, fu seguito da santa Chiara d'Assisi. Ella indossò l'abito monastico e istituì il Secondo Ordine Francescano, detto delle clarisse. Nel 1219, Francesco si recò in Egitto, dove riuscì a incontrare il sultano, il quale rimase ammirato dalla personalità e dalla forza del frate. Tornato ad Assisi, trovò disaccordo tra i frati, rinunciò così all’incarico del governo. Si ritirò sul Monte della Verna, dove nel 1224, dopo una quaresima di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, gli comparve un Serafino e gli fu fatto il dono delle stimmate. Francesco trascorse gli ultimi anni della sua vita nella sofferenza fisica e in una cecità quasi totale, ma non fu, per questo, indebolito l'amore per Dio e per la Creazione di cui aveva cantato le lodi tutta la vita. Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1226.FB_IMG_1728024828102.jpg
 
SANTA FAUSTINA KOWALSKA vergine
Maria Faustina Elena nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da famiglia contadina che viveva nel villaggio di Głogowiec, in Polonia. A vent’anni partì per Varsavia ed entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. La vita di suor Faustina fu apparentemente ordinaria, svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era riservata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente monotona e grigia nascondeva una profonda e straordinaria unione con Dio. Il Signore l’ha colmata di grazie straordinarie: rivelazioni, visioni, stimmate nascoste, partecipazione alla passione di Cristo, dono della profezia e lo sposalizio mistico. Era molto devota alla Vergine che le apparì diverse volte. Nulla all’esterno tradiva la sua vita mistica così particolarmente ricca: compiva serenamente i suoi compiti di cuoca, giardiniera, portinaia. Ella, consapevole del suo ruolo, collaborava con la misericordia Divina nell'opera della salvezza delle anime smarrite e, rispondendo al desiderio e all'esempio di Gesù, offrì la sua vita in sacrificio. Il Signore aveva scelto suor Faustina come segretaria e apostola della Sua misericordia per trasmettere, attraverso di lei, un grande messaggio a tutti gli uomini: proclamare al mondo la verità sull’Amore Misericordioso di Dio, implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo e per i peccatori, ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia. Per ordine del confessore scrisse il famoso “Diario” che compose seguendo il desiderio di Gesù, annotando fedelmente tutte le parole del Signore e rivelando così l’intimità della sua anima con Lui. È da questi scritti che si evince la profondità della vita spirituale di suor Faustina.FB_IMG_1728109666588.jpg
 
SAN BRUNO sacerdote
Bruno nacque a Colonia, in Germania, prima del 1030 e fu maestro all’Università di Reims, in Francia. Era esperto di eloquenza, dialettica, dottrina, maestro esemplare per i suoi allievi. Ma, egli sentiva attrazione per la solitudine e la preghiera, così nel 1084, insieme a sei compagni, si ritirò nella valle della Chartreuse, un luogo selvaggio e appartato, detto “chartusia”, dove poter vivere il Vangelo in maniera radicale. Lì diede origine alla prima Certosa, modello di quelle che seguirono, costituita da un oratorio, dove i monaci pregavano riuniti in coro e una cella singola per ciascuno di essi, in cui studiavano, lavoravano e pregavano. Nella Certosa si svolgeva una vita da eremiti con momenti comunitari. Un suo ex allievo di Reims fu eletto papa col nome di Urbano II. Costui lo chiamò in Vaticano come suo consigliere. Dopo poco, però, il monaco lasciò l’incarico per ritirarsi di nuovo in solitudine e fondò un’altra Certosa in Calabria, nella Foresta della Torre e vi trascorse gli ultimi anni della sua vita. Per Bruno, la Certosa era un autentico modello di povertà e di gioia, che si rifaceva alla Chiesa primitiva. La vita dei Certosini doveva essere orientata a servire il Signore col lavoro e a insegnare ai fratelli e alle famiglie i mestieri, mantenendo la fedeltà allo spirito primitivo.FB_IMG_1728214059010.jpg
 
BEATA VERGINE MARIA DEL ROSARIO
La festa di oggi deriva da Santa Maria della Vittoria, festa istituita da Papa Pio V per commemorare la vittoria delle forze cristiane riportata a Lepanto sulla flotta turca, il 7 ottobre 1571. Non deve però fuorviare l’evento storico: il Rosario è strumento di pace, nato probabilmente nel Medioevo dall'amore dei cristiani per Maria. La corona, con cui si recita la preghiera, ha origini antiche. Gli anacoreti orientali usavano le pietruzze per contare il numero delle preghiere recitate. Nei conventi medioevali, i fratelli laici che non conoscevano il latino, recitavano il “Paternostro” contando con una collana di grani infilati a uno spago. La devozione alla corona del Rosario si diffuse come preghiera popolare e fu adottata come fosse un “breviario del popolo”, da recitarsi in famiglia per risvegliare un autentico spirito di preghiera. La ripetizione delle “Ave Maria”, idealmente, compone una ghirlanda di rose da offrire alla Madonna. Attraverso l’esempio di Maria e la continua unione con Gesù nella meditazione dei misteri della sua vita, noi diveniamo anime di pace. Fu Papa Pio V il primo a raccomandare la recita del Rosario e Papa Pio X ne fissò la data ufficiale di celebrazione della festa nel calendario liturgico al 7 ottobre.FB_IMG_1728285599697.jpg
 
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